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Governo in bilico, vertice per un’ultima mediazione ma la crisi sembra vicina

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Il rischio di una crisi che faccia saltare tutto “e’ reale, concreto”: il “logoramento” e’ tale, che si rischia di non ricucire e precipitare verso elezioni che sarebbero “un errore”. L’allarme parte dal Nazareno, dove Nicola Zingaretti riunisce la direzione Pd. Ma riecheggia in tutta la maggioranza. Del resto Teresa Bellanova, per Iv, lo dice in televisione che il governo “e’ al capolinea”. Ripartire si puo’ ancora. Ma il varco e’ sempre piu’ stretto. Zingaretti e dal M5s Luigi Di Maio chiedono al premier di accelerare su un nuovo patto di legislatura. Giuseppe Conte parte dal Recovery plan e convoca a Palazzo Chigi un vertice allargato ai rappresentanti dei partiti: diciotto persone al tavolo, per provare a portare il testo in Consiglio dei ministri evitando le dimissioni della delegazione di Italia viva. Ma per i renziani il governo Conte 2 e’ gia’ finito: chiedono che la ricomposizione passi da un atto di cesura come le dimissioni del premier. Altrimenti, nascera’ un altro governo: “Non si andra’ al voto, Conte non e’ indispensabile”, dice Ettore Rosato. La sensazione degli alleati e’ che i renziani buttino ancora la palla in tribuna, alzando continuamente la posta. Ma la conta in Parlamento appare sempre piu’ vicina. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella osserva silente la partita, tutta in mano ai partiti della maggioranza.

Ma dal Quirinale non puo’ che osservarsi con particolare preoccupazione a una crisi che va in scena mentre nel Paese i dati del contagio tornano a salire. Zingaretti, sostenuto da tutto il partito, chiede agli alleati di fermarsi, in nome della “responsabilita’”. Niente ultimatum o barricate – e’ il messaggio a Renzi – in un momento assai delicato per il Paese. L’appello a Conte e’ ancora una volta quello di “accelerare” e decidere sul Recovery, portando il piano in Cdm. Sarebbe un “fallimento” aprire le porte alla destra, “nulla di buono” potrebbe venire da un governo tecnico o “trasversale”. Ma anche le elezioni – dice il segretario in un passaggio molto apprezzato dalla minoranza Dem – sono un rischio piu’ che un auspicio. La crisi morde: “L’humus sociale e’ infiammabile”. Ma a sera il vertice di Palazzo Chigi e’ carico di tensioni. Per Iv ci sono Teresa Bellanova, Maria Elena Boschi, Davide Faraone: di fronte hanno il premier e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che illustrano la versione del piano aggiornata recependo le osservazioni dei partiti. Pd, M5s e Leu parlano di “passi avanti”. Per i renziani non se ne vedono. Non portano al tavolo il nuovo documento che Matteo Renzi aveva annunciato, ma le proposte e le osservazioni del “Ciao”. Faraone prende per primo la parola chiedendo il Mes e il Ponte sullo Stretto, chiede piu’ dettagli sul piano. Gualtieri risponde con nettezza: se vi avessimo dato il piano completo prima di concordare le linee di sintesi, vi sareste lamentati.

Ma i renziani rincarano (Boschi con toni piu’ diplomatici): “Pochi soldi all’agricoltura e niente al Family act. Se togliete soldi alle nostre ministre, non volete dialogare. Provocate”. Il sospetto, dicono a chiare lettere Federico Fornaro e Loredana De Petris di Leu, e’ che Renzi stia cercando un “pretesto” per rompere: “Il Mes non e’ nel Recovery, punto. E non ha i voti in Parlamento”, affermano respingendo la richiesta dell’ex premier di chiedere i 36 miliardi di prestiti. I renziani ribattono che in realta’ Conte “e’ impegnato nella ricerca di responsabili in Parlamento, ma non li ha ancora trovati”. La sensazione di Pd e M5s e’ che Renzi voglia un’intesa complessiva prima di lasciare che il Recovery vada in Cdm. Nelle intenzioni del governo, il Consiglio dei ministri dovrebbe esserci la prossima settimana, nei primi giorni o a meta’ settimana. Intanto si provera’ a trovare ancora una via d’uscita. Ma senza un’intesa le ministre di Iv potrebbero dimettersi prima del Cdm, con una nota o un tweet, senza sedersi al tavolo. Il rimpasto e’ un’offerta sul tavolo. Circola l’ipotesi di un sottosegretario alla presidenza del Consiglio per il Pd e anche quella di un nuovo ministro al Recovery. Per Iv ci sarebbe la Difesa a Ettore Rosato e forse un altro ministero. La delega ai Servizi passerebbe a un uomo di fiducia del premier. Ma per ora lo stallo non si sblocca. C’e’ chi scommette che una trattativa vera si possa aprire a ridosso del Cdm, magari nelle ore immediatamente successive alle dimissioni delle ministre Iv. Ma i piu’ si preparano alla conta, uno scenario poco gradito al Pd perche’ se anche spuntassero i “responsabili” e Iv si spaccasse, la nuova maggioranza potrebbe essere ancora piu’ fragile.

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Esteri

Guterres: Italia pilastro fondamentale multilateralismo

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“L’Italia è un pilastro fondamentale del multilateralismo e un partner esemplare delle Nazioni Unite. In ogni area delle nostre attività l’Italia è sempre presente, nelle operazioni di peacekeeping, nello sviluppo sostenibile, nella protezione climatica, nei diritti umani. E’ molto importante dirlo nel momento in cui l’Italia assume la presidenza del G7” ha spiegato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres incontrando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita al Palazzo di vetro.

“Questo paese – ha proseguito Guterres – è sempre stato un ponte tra nord e sud, un ponte che ora è più necessario che mai, quando si vive in un mondo dove le divisioni geopolitiche hanno creato tante difficolta’ in tutte le aree”. “E’ molto importante avere l’Italia alla guida del G7 – ha continuato – ed essere in grado di raggiungere le riforme della nostra istituzione multilaterale che non rappresenta più la realtà del mondo moderno”.

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Trovato in Francia il pallone d’oro rubato a Maradona: andrà all’asta

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Il 6 giugno andrà all’asta in Francia il Pallone d’Oro di Maradona, si quello che venne rubato dal caveau della Banca della Provincia di Napoli in via Duomo. Era il 26 ottobre 1989. Un furto clamoroso, un colpo avvenuto scavando cunicoli da parte degli uomini del clan di Giuseppe Misso. Aprirono le svuotarono molte cassette di sicurezza, anche quelle di Diego Maradona e dell’allora sua moglie Claudia. All’interno, il pallone d’oro vinto dal campione nel 1986. Oggetto che lo stesso calciatore aveva provato a recuperare chiedendo ad altri personaggi napoletani ma senza successo.

Come sia venuto alla luce il Ballon d’Or ha del rocambolesco, lo racconta l’Equipe annunciando l’asta della casa Aguttes a Neuilly Sur Seine, Parigi. Un pezzo importante che sembrava perduto: c’era chi riteneva che fosse stato fuso per farne lingotti visto quanto scottava… In realtà è finito in possesso di un signore franco -algerino, gallerista, ex gioielliere: Abdelhamid B. che è stato rintracciato e intervistato dal giornalista di France Football, Theo Troude. A lui ha spiegato di aver acquistato degli scarti proprio della casa d’aste Aguttes attraverso un’altra ditta la Tessier & Sarrou dove spesso ha recuperato oggetti che si sono rivelati essere buone occasioni. Questo nel 2016, quando l’ex gioielliere ha acquistato alcune casse d’oggetti, fra le quali una contenente trofei sportivi: molta paccottiglia, tanti oggetti inutili, ma anche la Scarpa d’oro persa da Van Basten, che era stato premiato nella stessa cerimonia di Parigi di Maradona oltre al pallone d’oro.Anche la scarpa andrà all’asta ma in un lotto diverso.


Quanto al ‘Ballon d’Or’ ha dovuto faticare non poco per capire che era proprio quello di Maradona: ha anche cercato di rintracciare il suo mito ma non c’è riuscito e nel 2020 il campione è morto. La certezza che fosse davvero quel cimelio prezioso rubato a Napoli solo un mese fa ed ora l’asta. Che potrebbe essere milionaria. Secondo la casa d’aste potrebbe addirittura valere tra 12 e 15 milioni.

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Cronache

Pozzuoli, la terra trema ancora nei Campi Flegrei: 3.2. e sciame sismico nella notte

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Trema ancora la terra nei campi Flegrei, una scossa di magnitudo 3.2 la più forte della notte: è stata registrata alle quattro circa ma è stata seguita da una 2.9 mentre prima e dopo ci sono state altre scosse di magnitudo più bassa. Uno sciame sismico, come lo definiscono gli esperti. Epicentro tra Pozzuoli e la zona dei campi flegrei, profondità poco più di 1 km. Il terremoto è stato avvertita dalla popolazione: molte persone sono scese in strada ma altre purtroppo stanno imparando a convivere con questo fenomeno. Non si registrano danni ma l’attenzione è alta anche perché le scosse stanno continuando anche adesso

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