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La Francia travolta dal coronavirus torna in lockdown, ma scuole aperte

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“Siamo travolti dal Covid”: Emmanuel Macron si assume “tutta la responsabilita’” delle sue parole e delle sue azioni. Di fronte a una seconda ondata “che va al di la’ delle previsioni piu’ pessimistiche”, il presidente francese ha annunciato una seconda edizione del lockdown che fermo’ il virus tra marzo e aprile. Fra le cifre pronunciate dal presidente per accompagnare i suoi drastici annunci, la piu’ impressionante e’ quella dei “9.000 posti occupati da malati Covid a meta’ novembre nelle rianimazioni”: quasi 2.000 in piu’ delle possibilita’ degli ospedali. E’ il momento piu’ grave della storia recente della Francia  quello in cui Macron si e’ trovato oggi a prendere una decisione che – per primo – avrebbe voluto evitare.

Ma una seconda ondata sicuramente “piu’ dura e letale della prima” lo ha convinto a rompere gli indugi, mentre le cifre continuavano a piovere da Sante’ Publique France, e 3.000 letti delle rianimazioni – piu’ della meta’ di quelli a disposizione degli ospedali – sono da stasera occupati da malati Covid. Con il comitato scientifico che affianca il governo, ogni altra opzione “e’ stata scartata”: “Se lasciamo circolare il virus, ci dobbiamo aspettare 400.000 morti”, una cifra che per la Francia “e’ inaccettabile”. “La mia responsabilita’ e’ quella di proteggere tutti i francesi. Nonostante le polemiche, e nonostante le difficolta’ delle decisioni da prendere, me ne assumo pienamente la responsabilita’”. Cosi’ – nel giorno in cui anche Angela Merkel ha annunciato la serrata in Germania per il mese di novembre e le maglie si vanno richiudendo in tutta Europa – se la decisione di tornare al lockdown su tutto il territorio nazionale riporta alla primavera scorsa, molte sono le differenze con quella prima esperienza di confinamento: “Da quegli avvenimenti abbiamo imparato, questo lockdown sara’ adattato su tre punti principali. Le scuole rimarranno aperte. Il lavoro potra’ continuare. Le case di riposo e gli ospizi potranno essere visitati”.

“I nostri figli – ha detto il presidente – non potrebbero rimanere a lungo privi di istruzione, di educazione, di contatto con il sistema scolastico. Gli asili, le scuole elementari, le medie e i licei rimarranno dunque aperti, con dei protocolli sanitari rafforzati”, ha annunciato Macron. Di fatto, soltanto le universita’ chiuderanno, dal momento che proprio negli atenei si e’ appurata una circolazione del virus particolarmente intensa. Altra differenza, “si potra’ lavorare”, si potra’ “uscire per andare al lavoro”, anche se le imprese dovranno tutte varare norme di telelavoro: non sara’ piu’ una raccomandazione, come prima, ora una quota di lavoro a distanza sara’ una regola imposta. “Le fabbriche, le aziende agricole, le istituzioni e gli uffici pubblici continueranno a funzionare. L’economia – ha detto il presidente con voce che tradiva una forte emozione – non deve ne’ fermarsi, ne’ crollare”. Le nuove regole del telelavoro e le condizioni per uscire da casa, le deroghe, e l’inquadramento del nuovo lockdown saranno precisate nella giornata di domani, in una conferenza stampa, dal primo ministro, Jean Castex.


Per il resto, “come in primavera, le riunioni private al di fuori dello stretto nucleo familiare saranno escluse. I raduni pubblici saranno vietati, e non ci si potra’ spostare da una regione all’altra ad eccezione di chi rientra dalle vacanze di Ognissanti”. Per il resto, bar, ristoranti, negozi, tutto rimarra’ chiuso per un mese almeno: “Ogni 15 giorni, faremo il punto sull’evoluzione dell’epidemia, decideremo eventuali misure complementari e valuteremo se ne potremmo alleggerire altre, in particolare quelle sul commercio”. Nato come ulteriore giro di vite per poter affrontare piu’ serenamente il Natale, il Lockdown 2 della Francia  ha assunto tonalita’ drammatiche ora dopo ora: “Bisogna restare uniti – ha concluso Macron il suo intervento, con voce grave, lenta – qualunque cosa succeda. Siamo la Francia. Ne usciremo”.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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