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Nuovo ko per l’Atalanta di Gasperini, 1-3 con Samp in casa

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Quagliarella spaventa un’Atalanta a trazione anteriore, ma disattenta dietro graziandola dal dischetto, Thorsby al rientro dal tunnel fa il bis e nonostante l’illusione del rigore di Zapata e’ Jankto a chiudere sul 3-1 una partita dalle mille emozioni. I nerazzurri, pur manovrieri, pungono poco e non riescono a rifarsi del ko di Napoli prima del trionfo all’esordio in Champions col Midtjylland, a tre giorni dall’Ajax, mentre la Samp allunga a tre la propria serie positiva raggiungendo a quota 9 i piu’ quotati avversari in classifica. Gasperini cambia addirittura sei pedine dal match di Herning concedendo per la prima volta a Mojica e Lammers la maglia da titolare, mentre Ranieri schiera subito Damsgaard per il forfait di Candreva. In campo sembra esserci una squadra sola, le occasioni tra 5′ e 7′ sono tutte nerazzurre. Due volte di Gomez, che alza il sinistro dopo la respinta della barriera su punizione di Ilicic per poi sfoderare il diagonale in corsa dal limite sul recupero con assist dello sloveno, ma Audero blocca in tuffo. I due fantasisti si vedono anche da lontano e, dopo il recupero di Tonelli che incoccia da terra il nuovo tentativo del capitano di casa, il maldestro tentativo di rinvio di Bereszynski sfiora l’autogol. I bergamaschi pero’ non hanno fatto i conti con l’abitudine della propria difesa a uscire troppo alta e soprattutto alla vena di Quagliarella, a segno ormai da quattro giornate di fila e bravo a convertire di sinistro sotto la traversa senza alcuna opposizione la corsetta di Damsgaard innescata da Ekdal da centrocampo.

Sono passati 13 minuti e dal 20′ in poi riparte il quasi monologo atalantino ma la squadra di Ranieri, sempre in agguato, spreca di suo e avrebbe potuto chiudere sul 2-0 al 45′ ma Sportiello intercetta il rigore a mezz’altezza battuto alla sua destra del capitano doriano. Nella ripresa Gasperini inserisce subito Toloi-Gosens-Zapata per Sutalo-Mojica-Lammers, ma il primo a provarci e’ ancora Gomez, a giro e in mischia. Il colombiano e’ trovato da Djimsiti (8′) con Yoshida a fare buona guardia. Al secondo errore la difesa locale viene punita, perche’ Depaoli si perde Thorsby sul mancino a rientrare di Jankto e il danese schiaccia comodamente in rete con un perfetto colpo di testa al 14′. Hateboer rileva l’ex di turno, Malinovskyi e’ il quinto cambio obbligato per i problemi all’inguine di De Roon; poco prima (16′), Gomez in estirada non era riuscito a inquadrare lo specchio su invito di Ilicic. Di la’ dentro Verre e Keita (20′) per la coppia d’attacco, di qua dopo un batti e ribatti e’ Gosens (24′) a calciare fuori di sinistro. Leris rileva Damsgaard, Keita (31′) combina il patatrac su una mischia da corner con Thorsby alle spalle di Zapata e l’attaccante a sfiorarlo al fianco: il colombiano spiazza dagli 11 metri Audero (35′). Gomez (39′) sfiora il sette dal limite, la ripartenza di Keita premia inserimento e sinistro comodo di Jankto al 2′ dei 4′ di recupero.

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Paura per Vanoli, accusa lieve malore e cade, ma resta in campo

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Secondi di paura allo stadio Grande Torino pochi secondi dopo la concessione del calcio di rigore per i granata quando l’allenatore del Torino, Paolo Vanoli, si è accasciato improvvisamente senza mai perdere conoscenza. Vanoli si è subito rialzato, aiutato dai medici della squadra e ha ripreso posto in panchina con il tecnico del Venezia che è accorso a sincerarsi delle condizioni del collega.

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Masters 1000 di Madrid, sfuma il sogno di Musetti: Draper vince e va in finale

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Si ferma al penultimo atto del Masters 1000 di Madrid Lorenzo Musetti. In semifinale, ad avere la meglio è Jack Draper che supera il carrarino in due set con il punteggio di 6- 7-6 in un’ora e 57 minuti e domenica sfiderà il norvegese Casper Ruud. Una buona prova non basta al tennista toscano che è uscito fuori alla distanza dopo un primo set impressionante da parte di Draper. Il britannico ha accusato un po’ di stanchezza nelle fasi finali del match, ma è stato più attento al tiebreak, girato sul 2-2 con un passante di Musetti uscito di pochissimo. Resta un torneo straordinario da parte del carrarino che saluta la Caja Magica certo dell’ingresso in top 10 alla vigilia degli Internazionali d’Italia.

“Vincere questa semifinale – ha raccontato Draper a fine incontro – è stato importantissimo per me. Lorenzo gioca molto bene sulla terra e in generale su tutte le superfici. Siamo cresciuti insieme e la cosa più importante è che ci stiamo confrontando su questi grandi palcoscenici. Ruud è un giocatore molto difficile da battere. E io cercherò di tirare fuori il mio miglior tennis”. Draper, sempre vittorioso contro Musetti, dopo aver vinto Indian Wells, domenica cercherà di conquistare il secondo trofeo nella capitale spagnolo. Dovrà vedersela con Casper Ruud che ha sconfitto l’argentino Francisco Cerundolo in due set, col punteggio di 6-4, 7-5 nonostante un infortunio che ha richiesto sin dal primo game l’intervento del medico, un dolore alle costole avvertito durante il riscaldamento che ha lasciato lui molti dubbi e ben poco tempo per provare ad approntare una soluzione che gli consentisse di tenere il campo in attesa di un insperato miglioramento.

“Non ero sicuro di finire il match, ho avvertito una fitta alle costole durante il riscaldamento e sentivo dolore in ogni colpo specialmente alla battuta – ha confessato il norvegese a fine match – Non potevo fare molto a pochi minuti dal via, solo prendere qualche antidolorifico e giocare un game alla volta provando a scaldarmi e a sentirmi sempre meglio. Speriamo non sia nulla di grave, ma certo è stato un bello spavento”. Nel torneo femminile, domani, a contendersi il titolo Wta saranno Aryna Sabalenka e Coco Gauff. La bielorussa, attuale n.1 al mondo, in semifinale ha battuto 6-3 7-5-l’ucraina Elina Svitolina, conquistando così la sua quarta finale alla Caja Magica. Dall’altra parte della rete troverà la statunitense Coco Gauff che invece ha superato con un perentorio 6-1 6-1 che invece giocherà la sua prima finale nel torneo spagnolo.

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Calcio: Vlasic risponde a Perez, Toro-Venezia finisce 1-1

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Si chiude sull’1-1 la sfida tra Torino e Venezia, con Vlasic che su rigore risponde al vantaggio arancioneroverde di Perez. Si è vissuto qualche attimo di panico a metà ripresa, con il tecnico granata Vanoli che ha accusato un lieve malore: fortunatamente è stato solo un grande spavento, con l’allenatore che ha seguito la gara dalla panchina fino al triplice fischio. Con Gineitis e Vlasic (capitano di giornata) si torna al 4-2-3-1, ma ci sono altre due novità: in attacco Sanabria è preferito ad Adams, a centrocampo Linetty è costretto al forfait per una botta e al fianco di Casadei gioca Ilic. A destra si rivede Walukiewicz, la retroguardia davanti a Milinkovic-Savic è completata dai soliti Coco, Maripan e Biraghi.

Di Francesco sceglie Gytkjaer e non Fila come riferimento avanzato, il danese viene affiancato da Yeboah, lanciato titolare dopo la brillante prova offerta contro il Milan. C’è subito lavoro per il Var, che dopo 5′ annulla il vantaggio del Venezia firmato Zerbin per un fuorigioco dell’assist-man Gytkjaer. Si nota l’enorme differenza nelle motivazioni, con i granata che ormai non hanno più obiettivi e gli arancioneroverdi bisognosi di punti, e serve un bell’intervento di Milinkovic-Savic per respingere il nuovo tentativo del fantasista di proprietà del Napoli. Il Toro continua a non vedersi se non per un colpo di testa di Casadei a lato, e al 37′ passano gli ospiti: Perez si infila tra Coco e Maripan e, con il destro, beffa il portiere serbo sul primo palo.

Il Toro rientra negli spogliatoi tra i fischi, all’intervallo i Senso Unico si esibiscono con “Quel giorno di pioggia”, brano dedicato al Grande Torino scomparso nella tragedia di Superga il 4 maggio 1949, e commuovono lo stadio. Vanoli studia tre cambi e stravolge la squadra con Dembele, Perciun e Adams al posto di Walukiewicz, Casadei e Sanabria, poi si accomoda in panchina e “lascia la guida” al vice Godinho.

Lo scozzese è subito pericoloso ma sbatte con un grande Radu, poi Di Francesco perde Perez e lo sostituisce con Condè. Al 77′ Elmas si conquista un rigore per fallo di mano di Idzes, ma sulla panchina granata si vivono momenti di panico: il tecnico Vanoli perde l’equilibrio e si sdraia a terra, rialzandosi dopo pochi istanti e riaccomodandosi in panchina. La sfida riparte con Vlasic sul dischetto che non sbaglia, poi nel finale e nei sette minuti di recupero il Toro cerca di ribaltarla senza riuscirci. Il Venezia conquista un punto che non basta per uscire dalla zona rossa, con il Lecce ancora a +1. I granata restano decimi, ma rischiano il sorpasso del Como e l’aggancio dell’Udinese.

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