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Francia e Spagna oltre il milione di casi, boom Germania

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L’Europa gioca la carta dei lockdown parziali e del coprifuoco nel tentativo estremo di fermare l’avanzata esponenziale del Covid e di scongiurare una nuova, disastrosa, chiusura totale. Ma i dati dei contagi peggiorano e sull’efficacia delle misure di protezione in vigore gli interrogativi si moltiplicano. Il continente ha oltrepassato gli otto milioni di casi e i morti sono 256 mila. Francia e Spagna hanno superato ormai un milione di casi e Parigi ha deciso un’ulteriore estensione del coprifuoco dalle 21 alle 6 del mattino ad altri 38 dipartimenti e alla Polinesia che entrera’ in vigore – ha annunciato il premier Jean Castex – da venerdi’ a mezzanotte e durera’ sei settimane. Salgono cosi’ a 54 i territori coinvolti per un totale di 46 milioni di persone ma, ha precisato Castex, il “dispositivo sara’ valutato nuovamente la settimana prossima e potrebbe essere rafforzato”. Una decisione quasi inevitabile se la progressione delle nuove infezioni continuasse ai ritmi attuali. In quindici giorni i casi sono raddoppiati e hanno raggiunto una cifra da capogiro: mille ogni ora. Un appello accorato e’ stato lanciato dal ministro per la Transizione digitale Cedric O affinche’ piu’ gente possibile scarichi la nuova app ‘Tous Anti-Covid’, equivalente francese di Immuni. E perfino Strasburgo rinuncia quest’anno al tradizionale mercatino di Natale, uno dei piu’ importanti d’Europa, per l’aggravarsi della situazione sanitaria. I dati continuano a peggiorare anche in Spagna, divenuto il primo Paese Ue e il sesto al mondo per per numero di casi, 1.005.295 secondo la Johns Hopkins University. Di fronte all’aumento dei malati, le autorita’ hanno imposto d’urgenza nuove restrizioni. Granada e’ la prima citta’ spagnola dove e’ stato imposto il coprifuoco dalle 23 alle 6. Il ministro della Salute, Salvador Illa, ha annunciato che la Comunita’ di Madrid “sta lavorando a misure dure” che adottera’ dopo la revoca dello stato di allarme, sabato, e che il governo regionale annuncera’ venerdi’. Anche la Grecia e’ stata costretta a imporre il coprifuoco ad Atene e Salonicco, ha comunicato il premier Kyriakos Mitsotakis. “La situazione e’ molto seria” in Germania ha avvertito il presidente del Robert Koch Institute, Lothar Wieler, alla luce degli 11.287 nuovi contagi a livello federale in 24 ore prevedendo “che aumenteranno i casi gravi e il numero delle vittime”. Dopo l’appello di due giorni fa della cancelliera Angela Merkel a rimanere in casa, Wieler ha ribadito che l’unica possibilita’ di rallentare la diffusione del virus e’ di “rispettare le regole in modo coerente” perche’ “la maggior parte dei contagi si rileva in contesti privati”. Berlino intanto ha inserito 11 regioni italiane (tra cui Lombardia, Lazio e Toscana) fra le zone a rischio Covid: chi arrivera’ in Germania da queste aree dovra’ sottoporsi al tampone o fare una quarantena di due settimane. Di fatto fuori controllo il contagio in Belgio, divenuto il secondo Paese al mondo per numero di decessi (10.539 da inizio pandemia) in rapporto alla popolazione. Le nuove infezioni hanno raggiunto la soglia media giornaliera di 9.693 tra il 12 e il 18 ottobre, pari a un aumento del 75 per cento rispetto alla settimana precedente, ha rilevato l’Istituto di sanita’ pubblica di Sciensano. E’ finita in terapia intensiva anche la quarantacinquenne ministra degli Esteri ed ex premier Sophie Wilmes. Le sue condizioni sono “stabili”. Numeri sopra il livello di guardia in Russia – 15.971 nuovi casi e 290 morti in 24 ore – e nei Balcani. Record di contagi in Bosnia con 999 casi e in Slovenia, dove i nuovi malati nelle 24 ore sono 1.663. E oltre al numero di casi e di morti, in Europa continua a crescere il numero di positivi ogni 100 mila abitanti secondo la mappa aggiornata pubblicata dal Centro per il controllo delle malattie (Ecdc). L’incidenza dei contagi e’ superiore a 120 casi ogni 100 mila abitanti in quasi tutti gli Stati e in Italia e’ stata raggiunta la cifra di 191,7 contro i 172,6 di ieri. Quasi tutta l’Europa e’ segnata in rosso con l’esclusione della Germania e dei Paesi del nord. Rossa anche l’Italia, che una settimana fa era marcata in arancio, con l’esclusione della Calabria passata del verde del 15 ottobre all’arancio di oggi.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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