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Economia

In manovra 3-4 mld proroga Cig Covid, faro acceso sul turismo

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Proroga della Cig Covid per i settori piu’ colpiti dalla crisi e, insieme, una spinta alla ripresa del mercato del lavoro con incentivi alle assunzioni stabili. Il governo prepara la prossima manovra che conterra’ ancora, spiega il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, misure “ponte”, che sostengano la tenuta di lavoratori e imprese finche’ non ci sara’ il vaccino e il virus sara’ pienamente sotto controllo. E si guarda, come chiarisce la collega del Lavoro, Nunzia Catalfo, in particolare al turismo, che ancora stenta a riprendersi dopo lo stop imposto dall’epidemia. Calcoli e simulazioni sono ancora in corso, e terranno conto anche dell’effettivo tiraggio delle misure messe in campo finora, ma l’ipotesi a cui si lavora e’ quella di stanziare tra i 3 e i 4 miliardi per garantire ancora ammortizzatori ‘gratis’ per le attivita’ che registrino cali di fatturato importanti, mentre altri 2-3 miliardi dovrebbero andare a un nuovo piano di sgravi contributivi per le aziende che assumono a tempo indeterminato, dopo quelli per 4 mesi per chi fa rientrare lavoratori dalla Cig e di 6 mesi per i nuovi contratti stabili previsti con il decreto Agosto. Si sta ancora valutando se differenziare la decontribuzione per i posti stabili, con il 100% destinato giovani e donne, ma anche se estendere lo sconto del 30% dei contributi su tutti i dipendenti previsto per le Regioni del Mezzogiorno (per proseguire anche nel 2021 servono circa 5 miliardi). Per gli ammortizzatori, invece, si dovrebbe proseguire sullo schema gia’ individuato sempre con il decreto Agosto, che ha stanziato altri 10 miliardi per Cig e indennita’ Covid e sara’ convertito definitivamente lunedi’ con il voto della Camera. Nel provvedimento sono finanziate altre 18 settimane di cassa integrazione con causale Covid ma solo le prime 9 restano totalmente a carico dello Stato,: le altre 9 settimane – di cui si puo’ usufruire fino alla fine dell’anno – rimangono “gratis”, senza costi a carico delle imprese, solo per chi dimostri perdite di almeno il 20%. La selezione sulla base del fatturato dovrebbe guidare anche il prossimo intervento, che oltre al turismo dovrebbe coinvolgere anche il settore della ristorazione. Per bar e ristoranti, inoltre, dovrebbe essere prolungato anche l’esonero della tassa per l’occupazione di suolo pubblico (Tosap) per aumentare i tavolini all’aperto. Parlando alla platea di Confindustria il titolare di via XX Settembre conferma anche l’intenzione di potenziare il programma Impresa 4.0, che diventera’ Transizione 4.0 e puntera’ a incentivare gli investimenti privati in innovazione, ma preme su un altro tasto caro agli imprenditori, i paletti sui contratti a tempo determinato: “Abbiamo realizzato interventi sulle causali che erano necessari e che spero di poter prolungare nel nuovo quadro”, dice chiaramente Gualtieri, anche se un nuovo intervento in materia dovra’ superare le resistenze degli alleati. La sospensione delle causali per il rinnovo dei contratti a tempo determinato, infatti, ‘congela’ le norme del decreto Dignita’, tra i primi provvedimenti contro il lavoro precario e del M5S quando era al governo con la Lega. Attualmente la causale puo’ non essere indicata per un solo rinnovo, di massimo 12 mesi, e ferma restando la durata massima di 24 mesi dei contratti a tempo. Il pacchetto di tagli e aiuti per supportare la ripresa di aziende e lavoro vale circa una decina di miliardi, di cui 2 servono a stabilizzare il taglio del cuneo fiscale per i dipendenti con redditi tra 28mila e 40 mila euro. A questo, sul fronte fiscale, potrebbe aggiungersi l’avvio, probabilmente dalla meta’ dell’anno, dell’assegno unico per i figli fino a 18 anni – dote ipotizzata 6 miliardi – che ancora aspetta il definitivo via libera del Senato. Gli aiuti alla famiglia sono “fortemente intrecciati” alla nuova Irpef, che si disegnera’ con una nuova delega fiscale. Per ora si stanno studiando le tempistiche dei vari interventi, “il sequencing”, come dice Gualtieri, che conferma l’intenzione di avere “le due riforme pienamente operative dall’inizio del 2022”.

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Economia

Abi, tasso medio dei conti corrente sale allo 0,59%

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In aprile il tasso medio praticato dalle banche italiane sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) è stato il 3,63%. A marzo 2024 tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 3,67%, area dell’euro 3,50%). Rispetto a giugno 2022, quando il tasso era dello 0,29% (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi Bce), l’incremento è stato di 334 punti base.

Lo afferma il rapporto mensile dell’Abi. Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso ad aprile 2024 è stato il 3,81%, con un incremento di 250 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%. In aprile il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è stato l’1,05% (1,04% nel mese precedente, 0,32% a giugno 2022). Il tasso sui soli depositi in conto corrente è salito allo 0,59% (0,57% nel mese precedente), tenendo presente che il conto corrente “permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento”, conclude l’Abi.

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Economia

Gli indici Pmi al centro della settimana dei mercati

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Mercati, la prossima settimana, soprattutto nel segno degli indici pmi di maggio in calendario giovedì, tanto in Europa quanto negli Usa. Dati preliminari che saranno determinanti per valutare se, dopo un primo trimestre migliore delle attese, la ripresa possa consolidarsi durante la primavera. La lente è in particolare al manifatturiero tedesco che, al momento, stenta a dare segnali di ripresa, e sul comparto dei servizi statunitense che di recente ha evidenziato segnali di indebolimento. Tra gli altri dati saranno da monitorare le letture dell’inflazione in arrivo dal Regno Unito (martedì) e dal Giappone (venerdì), anticipato il giovedì dal pmi manifatturiero. Da tenere sotto osservazione, sempre giovedì, la pubblicazione del dato relativo al primo trimestre dei salari negoziati dell’Eurozona. Si tratta di “un elemento particolarmente monitorato dalla Bce per valutare le future mosse di politica monetaria, anche se solo un’accelerazione inattesa del dato potrebbe mettere in dubbio il taglio di giugno”, evidenzia Mps nei market movers.

“I rinnovi contrattuali nazionali, nonché le rilevazioni Indeed a più alta frequenza, sembrano suggerire che il picco per la crescita delle retribuzioni sia stato ormai superato”, aggiunge Intesa Sanpaolo nella Weekly economic monitor. Venerdì in Germania, la seconda stima del pil fornirà lo spaccato delle componenti, che dovrebbe evidenziare un calo per i consumi privati a fronte di un apporto positivo di esportazioni nette e investimenti. Questi ultimi verosimilmente trainati dalle costruzioni. In agenda dagli Stati Uniti, oltre ai pmi di maggio (giovedì), gli ordinativi di beni durevoli (venerdì) sono attesi in rallentamento ad aprile, ma potrebbero risultare poco variati per il secondo mese al netto dei trasporti. Sul fronte immobiliare, le vendite sia di case esistenti che di nuove abitazioni (giovedì) potrebbero correggere dopo i forti incrementi del mese precedente, anche a causa della salita dei tassi sui mutui ad aprile.

Riguardo alle banche centrali, ci saranno interventi di diversi banchieri Fed ma anche della Bce, (la Lagarde tra gli altri è prevista martedì) e la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della Fomc. In agenda infine le decisioni delle banche centrali cinese (lunedì), neozelandese (mercoledì) e turca (giovedì), da cui non sono attese variazioni ai tassi di riferimento.

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Economia

Il Tar conferma multa da 450mila euro per Google

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Google ha violato il divieto di pubblicità al gioco e alle scommesse e per questo il Tar del Lazio ha confermato la multa da 450mila euro comminata da Agcom per violazione del decreto Dignità. Con un’ordinanza il tribunale amministrativo regionale ha infatti respinto la domanda cautelare del colosso dell’internet. Al centro della questione dei video pubblicati sulla piattaforma Youtube (di proprietà di Google) “dal content creator Spike, che, come notificato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, violano il divieto di pubblicità a giochi e scommesse introdotto nel 2018”. Secondo i giudici “non sembra che la ricorrente abbia provato la sussistenza di elementi idonei ad escludere la propria colpa, essendosi limitata ad affermare che ‘nella specie, non è stata mai selezionata la casella della promozione a pagamento nei dettagli relativi ai Video Contestati’ e che la mancata selezione della suddetta casella le avrebbe impedito di ‘controllare a priori se il contenuto promosso violi o meno le policy di YouTube”.

Google aveva presentato una domanda per l’annullamento della delibera con cui l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni l’aveva sanzionata per la violazione del divieto di pubblicità al gioco in base al Decreto dignità. La decisione di Agcom risale al marzo scorso e nella delibera veniva spiegato che l’Authority tra luglio e settembre 2023 aveva condotto un’attività di vigilanza sulla pagina web del canale YouTube ‘Spike slot 2022’ dalla quale era emerso che il canale, creato “il 1° settembre 2022 con oltre 50.000 iscritti e 23.000.000 visualizzazioni”, ospitava “numerosi video (pari, rispettivamente in ciascuna delle tre giornate di accertamento, a 287, 325 e 330 video del content creator Spike) tutti con contenuti afferenti alla pubblicità di giochi con vincite in denaro”.

Alla luce della contestazione e della sanzione Google aveva evidenziato che “l’Autorità è priva di giurisdizione nei confronti di Google in relazione all’oggetto della contestazione” e che “il divieto di pubblicità italiano sarebbe inapplicabile nei suoi confronti”. In merito all’eccezione sollevata circa la presunta carenza di giurisdizione dell’Autorità in ragione dell’inapplicabilità del decreto Dignità, l’Agcom aveva obiettato che “il legislatore europeo ha ritenuto di non disciplinare a livello europeo la comunicazione commerciale afferente ai giochi con vincite in denaro ma di lasciare ciascuno Stato membro libero di inserire previsioni ad hoc”.

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