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Il cantante Marco Carta assolto in appello a Milano dall’accusa di furto

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“Sono felicissimo”. Puo’ tirare un sospiro di sollievo anche questa volta il cantante Marco Carta, assolto dalla Corte d’appello a Milano dall’accusa di avere rubato 6 magliette, del valore di 1200 euro, il 31 maggio 2019 alla Rinascente di piazza del Duomo a Milano. L’ex vincitore di Amici, arrestato un anno e mezzo fa con l’amica Fabiana Muscas sulla soglia del grande magazzino e travolto cosi’ dalla bufera mediatica, si e’ sempre definito innocente. Ad assumersi tutta la responsabilita’ del furto e’ stata invece l’amica 54enne Fabiana Muscas. “Volevo fargli un regalo di compleanno”, aveva raccontato la donna, che nel frattempo e’ stata ammessa all’istituto di messa alla prova svolgendo lavori di pubblica utilita’ per un anno in una sede Caritas di Cagliari, sua citta’ d’origine. La sera del 31 maggio dell’anno scorso, Carta e Muscas avevano fatto shopping in occasione del ‘Black friday’ (il 35enne ha effettivamente acquistato dei costumi di bagno) ma, all’uscita, la placca flessibile all’interno delle t-shirt, a cui era stato tolto l’antitaccheggio, ha attivato l’impianto di sicurezza. Nel processo per direttissima il giudice Caramellino – lo stesso che lo ha assolto – non ha convalidato l’arresto di Carta, ma solo quello della donna, trovata in possesso della refurtiva. Lo stesso giudice poi, nelle motivazioni della sentenza d’assoluzione, ha definito “insufficiente e contraddittoria” la prova fornita dall’accusa. Il pm Nicola Rossato, da sempre convinto della colpevolezza del cantante, ha impugnato la sentenza. Anche la Procura Generale, con il sostituto pg Celestina Gravina, questa mattina ha chiesto una condanna a 8 mesi di carcere. Richiesta che non e’ stata accolta dalla Corte. “Quello di oggi e’ un risultato – ha commentato Simone Ciro Giordano, l’avvocato di Carta – che conferma quanto gia’ ampiamente dichiarato da Carta fin dalle prime battute di questa spiacevole vicenda. Lo abbiamo sempre affermato e oggi con la sentenza di rigetto dell’appello proposto dal pubblico ministero abbiamo avuto l’ennesima conferma da parte della autorita’ giudiziaria”. E ancora: “Ritengo che la questione possa essere definitivamente archiviata anche se il dolore, la tristezza, e il danno di immagine che il cantante ha subito durante questo periodo – conclude il legale – non potra’ essere ripagato in alcun modo”. Le motivazioni saranno depositate entro 60 giorni.

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Omicidio Cerciello, difensore carabiniere: assoluzione ristabilisce giustizia

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È stato “un percorso straordinariamente sofferto dove il maresciallo Manganaro è rimasto solo durante questi lunghi 5 anni. E questa assoluzione della Corte d’Appello perché il fatto non costituisce reato ristabilisce giustizia nei confronti di un militare che per 25 anni con onore ha servito l’Arma, continua a servirla e che in quell’occasione del luglio del 2019 ha protetto l’incolumità del fermato ed è stato sottoposto nei mesi e negli anni successivi non solo a una gogna mediatica ma anche all’isolamento e all’abbandono da parte delle istituzioni”. Lo dice a LaPresse l’avvocato Roberto De Vita, difensore del carabiniere Fabio Manganaro, a processo per aver bendato dopo il fermo Gabriel Natale Hjorth, uno dei due americani arrestati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. “Questa sentenza, sia nel dispositivo e poi nelle motivazioni, dovrà essere letta attentamente dall’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall’ex comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri i quali all’indomani del fatto condannarono senza processo Fabio Manganaro”, conclude.

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Trovati e sequestrati dieci telefonini nel carcere di Avellino

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Nella casa Circondariale di Avellino, durante un ordinario giro di controllo, sono stati trovati 10 cellulari smartphone con caricabatterie. I telefonini sono stati scoperti in due sacchetti di plastica che si trovavano nell’intercinta, lo spazio che separa le aree detentive dal muro di cinta. Secondo gli agenti l’obiettivo era lanciarli all’interno del muro di cinta, in corrispondenza con il campo sportivo, dove è stata trovata anche una corda ricavata da lenzuola verosimilmente destinata ad essere usata per il recupero della merce. “È sempre più impellente che l’ amministrazione penitenziaria doti la polizia Penitenziaria di strumenti tecnologicamente avanzati con schermature degli istituti per contrastare il fenomeno dell’ingresso dei telefonini in carcere”, ripetono Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, dell’ Uspp.

“Si tratta di un fenomeno particolarmente rischioso e pericoloso – sottolineano – soprattutto se a farne uso sono i detenuti con reati di associazione mafiosa dati i probabili contatti esterni con la criminalità organizzata”. L’Uspp chiede anche “adeguate strumentazioni per fronteggiare la minaccia sempre più attuale e diffusa dei droni che sorvolano illecitamente sugli istituti di pena per trasportare oggetti pericolosi per la sicurezza interna ed esterna, come é avvenuto nel passato. Grazie agli sforzi profusi dalla polizia Penitenziaria impiegata in turni massacranti e con scarse risorse, – concludono i sindacalisti – si riescono comunque ma a fatica, ad arginare i tentativi fraudolenti, con continui rinvenimenti di telefonini e droga ed inevitabili gravi ripercussioni sull’ordine e la sicurezza, dato tra l’altro, come sopra evidenziato l’elevato rischio di contaminazioni con l’esterno”.

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Lite tra ragazzi a Casoria, 16enne esplode colpi a salve

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– Lite tra giovanissimi ed esplosione di colpi a salve, la notte scorsa a Casoria, in provincia di Napoli: coinvolto anche un 16enne armato. Sono stati alcuni cittadini, verso le 22, a segnalare al 112 l’esplosione di colpi d’arma da fuoco provenire da via Achille del Giudice all’altezza del civico 72. Sul posto sono arrivati in pochissimi minuti i carabinieri della sezione radiomobile della locale compagnia che erano in zona e hanno ricostruito a vicenda. Poco prima, per motivi ancora non chiari ma verosimilmente legati a sguardi mal tollerati, due gruppi di giovanissimi stavano litigando. La discussione è stata però interrotta dal rumore di tre colpi d’arma da fuoco con il successivo fuggi fuggi generale. Durante il sopralluogo i militari hanno trovato e sequestrato tre bossoli a salve. Hanno, quindi, iniziato la ricerca di chi aveva esploso quei colpi. Nascosto tra le auto in sosta un 16enne: impugnava una pistola replica a salve priva del tappo rosso; nelle tasche del ragazzino anche qualche dose di marijuana. Per il minorenne, prima di essere affidato ai genitori, è scattata una denuncia per minaccia aggravata e porto di armi. Il 16enne è stato segnalato anche alla prefettura perché assuntore di droga.

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