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Scompenso cardiaco, un nuovo trattamento: le ricerche della clinica Trusso di Ottaviano

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Un nuovo tipo di trattamento per i pazienti che soffrono di scompenso cardiaco cronico: è quello studiato ed evidenziare con le ricerche condotte presso la clinica Trusso di Ottaviano e presentate al 51° Congresso dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO), recentemente svoltosi a Rimini: si tratta di un importante contributo scientifico.
Le due ricerche, condotte dal dottor Antonio Cerciello, Responsabile del Servizio di Cardiologia della Clinica Trusso di Ottaviano, e dal Dott. Norman Lamaida, della stessa Unità, hanno evidenziato l’efficacia di un nuovo tipo di trattamento per i pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico, una patologia caratterizzata da un deficit contrattile del cuore, che condiziona pesantemente la qualità di vita dei pazienti e grava in modo notevole sui costi della spesa sanitaria nazionale.

Gli studi condotti presso la Clinica Trusso hanno entrambi preso in esame il farmaco Sacubitril-Valsartan nel trattamento dello scompenso cardiaco, esaminando gli effetti positivi sotto due diversi punti di vista.

Antonio Cerciello, Responsabile Cardiologia Clinica Trusso

“Nel primo studio – spiega il dottor Cerciello – abbiamo coinvolto 158 pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico, afferenti al nostro ambulatorio nell’arco di tre anni. I risultati hanno mostrato i vantaggi dell’utilizzo del nuovo farmaco sia dal punto di vista della tollerabilità che del miglioramento della capacità funzionale e del rimodellamento ventricolare sinistro. Vorrei sottolineare, come abbiamo osservato, la quasi totale assenza di effetti collaterali e, dato molto importante, abbiamo visto che la qualità di vita del paziente migliora quanto più precocemente viene somministrato il farmaco”.

La seconda ricerca ha riguardato una categoria specifica di pazienti con scompenso cardiaco: quelli sui quali era stato impiantato un defibrillatore. Si tratta di un apparecchio capace di monitorare continuamente l’attività elettrica del cuore e intervenire, con una scarica elettrica, per interrompere aritmie ventricolari (tachicardia ventricolare o fibrillazione ventricolare) che mettono il paziente a rischio di morte improvvisa.

“Abbiamo esaminato – dice ancora il dottor Antonio Cerciello – 20 nostri pazienti di questo tipo per capire il meccanismo attraverso il quale il farmaco proteggeva i malati anche dal punto di vista degli eventi aritmici. Abbiamo visto che il trattamento determina una riduzione significativa delle aritmie ventricolari. Pertanto, oltre a un ridotto rischio di morte improvvisa, questo effetto porta a una riduzione degli interventi del defibrillatore. Ciò comporta un miglioramento della qualità di vita del paziente, ma anche un prolungamento della durata delle batterie del dispositivo, che viene sostituito meno frequentemente, incidendo quindi anche sui costi della sanità pubblica”.

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Esteri

Ucraina, Blinken: ci saremo se Mosca vuole negoziare

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Se la Russia mostrerà un sincero desiderio di negoziare per porre fine alla guerra in Ucraina, gli Stati Uniti saranno sicuramente presenti: lo ha detto il segretario di Stato americano Anthony Blinken in una conversazione con il presidente del World Economic Forum, Borge Brende, a Riad, secondo quanto riporta Radio Liberty. La fine della guerra dipende dal presidente russo Vladimir Putin, ha affermato Blinken: “Non appena la Russia dimostrerà di voler sinceramente negoziare, noi saremo sicuramente lì, e credo che anche gli ucraini saranno lì”, ha aggiunto.

“Essa (la fine della guerra, ndr) dipende in gran parte da Vladimir Putin e da ciò che deciderà… Spero che Putin capirà il messaggio e dimostrerà la sua disponibilità a negoziati sinceri in conformità con i principi fondamentali che sono alla base della comunità internazionale e della Carta delle Nazioni Unite: sovranità, integrità territoriale, indipendenza”, ha affermato Blinken.

Secondo il segretario di Stato americano l’aggressione della Russia si è trasformata in un fiasco strategico per Mosca, che ha dovuto compiere enormi sforzi per eludere i controlli e le sanzioni sulle esportazioni ed è stata costretta a riorientare la propria economia: una situazione che non può essere sostenuta a lungo termine. In generale, quindi, il Paese adesso è più debole economicamente e militarmente. Gli ucraini, intanto, sono uniti “come mai prima d’ora” contro la Russia, ha aggiunto Blinken e “la Nato è più forte e più grande”.

L’Europa nel frattempo “si è liberata della dipendenza dalle risorse energetiche russe in modo straordinario in soli due anni. Tutto ciò, a mio avviso, rappresenta un enorme fallimento strategico per la Russia. Spero che questo venga riconosciuto. Non appena la Russia dimostrerà di voler sinceramente negoziare, noi saremo sicuramente lì, e credo che anche gli ucraini saranno lì”.

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Guerra Ucraina

Isw, dopo Avdiivka la scelta è tra Pokrovsk o Chasiv Yar

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Le forze russe hanno l’opportunità di scegliere tra molteplici direzioni tattiche per le loro future azioni offensive vicino ad Avdiivka, nella regione orientale del Donetsk, ma non è chiaro dove concentreranno i loro sforzi nel prossimo futuro: lo scrive l’Istituto per lo studio della guerra (Isw). Secondo gli esperti del centro studi statunitense, la stabilizzazione delle loro posizioni a nord-ovest di Avdiivka presenta al comando russo una scelta: continuare a spingersi a ovest verso l’obiettivo operativo dichiarato a Pokrovsk, oppure provare a spingersi a nord per condurre possibili ulteriori operazioni offensive intorno a Chasiv Yar. Nella giornata di ieri, intanto, le forze russe si sono assicurate ulteriori guadagni tattici marginali a nord-ovest e sud-ovest di Avdiivka, si legge inoltre nel rapporto.

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Covid, l’identikit genetico influenza la risposta al vaccino

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La risposta alla vaccinazione contro Covid-19 è influenzata da caratteristiche genetiche individuali, in particolare da alcuni geni associati al complesso maggiore di istocompatibilità, il sistema attraverso cui l’organismo distingue le componenti proprie da quelle estranee. È quanto è emerso dallo studio coordinato dall’Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Segrate (Cnr-Itb) pubblicato sulla rivista Communications Medicine.

“Come per la maggior parte dei farmaci, così anche per i vaccini ogni individuo può rispondere in maniera più o meno efficace e questo è dovuto, almeno in parte, alla costituzione genetica individuale”, osserva Francesca Colombo, ricercatrice del Cnr-Itb che ha guidato lo studio, condotto su 1.351 operatori sanitari vaccinati nei primi mesi del 2021 Dalla ricerca è emerso che le caratteristiche di una porzione del cromosoma 6 erano legati ai livelli di anticorpi anti-Covid. “In questa specifica regione genomica sono presenti dei geni che codificano per delle molecole presenti sulla superficie cellulare, coinvolte nei meccanismi di risposta immunitaria”, aggiunge la prima firmataria dello studio Martina Esposito.

“Questi geni – gli stessi che vengono valutati quando si cerca la compatibilità fra donatori di midollo osseo – sono molto variabili ed esistono differenti combinazioni. Il nostro studio ha evidenziato che alcune combinazioni erano associate a livelli di anticorpi più alti, mentre altre a livelli più bassi”. Per i ricercatori, la scoperta potrebbe consentire di “differenziare e personalizzare la campagna vaccinale, fornendo a ciascun individuo il vaccino più adatto, cioè quello che gli permetterà di produrre più anticorpi possibili”, conclude Massimo Carella, vice-direttore scientifico della Fondazione Irccs Casa Sollievo della Sofferenza, che ha collaborato allo studio.

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