Sulla giustizia siamo “a un passo dalla svolta” , un’occasione che “non si puo’ sprecare” . E ora sulle riforme messe in campo – che incidono sulla lunghezza dei processi – occorre fare squadra, in nome della ripartenza del Paese. Il che significa “abbandonare le logiche della contrapposizione e dello scontro di bandiera per abbracciare quella della sintesi tra le diverse esigenze in campo”. E’ il messaggio che il ministro Alfonso Bonafede porta al Forum Ambrosetti all’indomani della pubblicazione dello studio che segnala quanto costi all’Italia la durata eccessiva dei processi e l’inefficienza della macchina giudiziaria: 2 punti e mezzo di Pil, cioe’ 40 miliardi di euro, secondo una stima della Confesercenti. Con conseguenze nefaste per l’economia, le imprese e gli investimenti in capitale umano. Per contrastarle la ricerca sollecita una serie di interventi, a partire da un piano straordinario per la riduzione dell’arretrato della giustizia civile, che pur non crescendo piu’ da alcuni anni, continua ad essere ancora il primo in Europa con oltre 3 milioni di cause civili e commerciali pendenti. Proposte che, sostiene Bonafede, “hanno “forti elementi di convergenza con gli obiettivi che ho individuato come prioritari nel settore della giustizia”, ora “ancora piu’ urgenti”. Il ministro rivendica alla sua gestione un cambio di mentalita’.Basta riforme senza mezzi, perche’ cosi’ “e’ come acquistare nuove macchine senza comprare la benzina”, dice, segnalando che in due anni la spesa dedicata alla giustizia “e’ aumentata di quasi un miliardo” ed elencando gli interventi che si stanno attuando per ridare efficienza alla macchina giudiziaria. Innanzitutto lo sforzo “che non ha precedenti nella storia della Repubblica” per il potenziamento del personale , con quasi 10mila assunzioni. E poi gli investimenti per l’edilizia giudiziaria , “settore in cui il Recovery plan potrebbe avere un ruolo di acceleratore”. Sino all’impegno per la digitalizzazione: “entro il 2020 – assicura Bonafede – tutto il processo civile sara’ digitale e abbiamo avviato la digitalizzazione del processo penale”. Calate in questo quadro le riforme del processo civile e penale e del Csm, possono essere decisive per ridurre la lunghezza dei procedimenti , visto che “vengono inseriti tempi massimi di durata per ogni grado di giudizio” e che il loro sforamento comportera’ “una verifica delle responsabilita’”. Mentre la Spazzacorrotti costituisce “una garanzia fondamentale di fronte all’iniezione di liquidita’ che arrivera’ dal Recovery plan”. Ora pero’ sulle riforme non e’ piu’ tempo di contrapposizioni. “Magistratura, avvocatura e tutti gli stakeholders che vorranno dare il loro contributo troveranno in me un interlocutore realmente interessato e disponibile” , assicura Bonafede, che sentira’ anche i soggetti dell’economia. Nessun ascolto invece per “chi vuole semplicemente alimentare lo scontro della polemica in un gattopardesco tentativo di fermare il cambiamento”