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Caos autostrade in Liguria: Toti chiede i danni, la procura indaga

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Cresce di intensita’ lo scontro tra il presidente della Liguria Giovanni Toti e il Governo sugli ingorghi nelle autostrade liguri legati alle ispezioni di Aspi nelle gallerie sulla base di quanto chiesto dal Mit. “Sabato o lunedi’”, ha annunciato Toti, la regione presentera’ al tribunale di Genova una richiesta danni. In Liguria “al momento quello che si prospetta, e’ una paralisi totale”, ha poi avvertito presagendo chiusure prolungate per lavori su alcune tratte della Genova-Ventimiglia (A10), Milano-Genova (A7) e Genova-Livorno (A12). La procura di Genova ha intanto aperto un fascicolo dopo una serie di esposti, in primis quello dello stesso Toti, per i disagi nel nodo autostradale ligure. I magistrati hanno chiesto chiarimenti al Mit e ad Aspi su tempistiche e modalita’ degli accertamenti e sull’anticipo della fine delle ispezioni e il differimento degli interventi meno urgenti. Nell’esposto il governatore aveva evidenziato che “le modalita’ di programmazione e effettuazione dei lavori poste in essere nelle ultime settimane sembrano improntate principalmente alla tutela di una accezione ‘strutturale’ di sicurezza, legata cioe’ esclusivamente alla stabilita’ dell’infrastruttura, senza considerare che la sicurezza deve essere anche valutata nella sua accezione ‘funzionale'”. Nel fascicolo sono confluiti anche gli esposti delle pubbliche assistenze del Levante che lamentavano ritardi nell’assistenza ai pazienti e nel trasporto in ospedale con ambulanze e automediche bloccate nelle code. La rete ligure, intanto, e’ andata oggi nuovamente in tilt. Dopo il maxi ingorgo del ‘venerdi’ nero’ (3 luglio) con code fino a 20 chilometri, ieri e’ stata chiusa la tratta tra Bolzaneto e Genova Ovest sulla A7 (verso Genova), per l’imprevista prosecuzione oltre l’alba dei controlli avviati nella galleria Zella e le code avevano raggiunto anche i 16 chilometri. Oggi sono rimaste piu’ contenute, fino a 6 chilometri. Ma in compenso le tratte a una sola corsia hanno creato un nuovo imbuto sulla A26 Genova-Gravellona, con 9 chilometri di coda in prossimita’ di Masone. Nella galleria Zella si sta procedendo intanto al ripristino dei difetti riscontrati: riaprira’ solo nei prossimi giorni. Toti chiede da settimane a Mit e Aspi un cambio nel piano di lavori. Il 2 luglio per la prima volta ha parlato della volonta’ di chiedere i danni, dopo che in settimana era anche saltato un consiglio regionale perche’ imbottigliato nelle code anche il presidente Alessandro Piana. Il 29 giugno ha firmato anche un’ordinanza con la richiesta a Mit e Aspi di cambiare entro 3 giorni il piano dei lavori. Il 3 luglio ha invitato Mit e l’Ad di Aspi Tomasi a un tavolo per una quantificazione bonaria dei danni, chiedendo anche di portare un odg sul tema alla conferenza delle Regioni (oggi). Il piano di Aspi prevedeva che dal 10 luglio venissero riaperte tutte le gallerie ma la societa’ ha gia’ chiarito che i disagi proseguiranno visto che per la chiusura dei cantieri si arrivera’ almeno fino alla fine di luglio. L’intera vicenda dei cantieri autostradali parte a fine 2019 quando un crollo nella volta della galleria Berte’ sulla Genova-Gravellona (A26) sposta l’attenzione dalla manutenzione dei viadotti alle gallerie. Aspi ne conta in regione 285 e l’azienda, che ha nel frattempo rivoluzionato modalita’ di controllo e governance, fa una prima tornata di ispezioni contando su controlli piu’ approfonditi in un secondo momento. A fine maggio il Mit sulla base di una circolare del ’67 chiede ispezioni complete e subito. Aspi, gia’ al 95% delle verifiche, ricomincia i controlli su 143 tunnel. Martedi’ il Mit emana una circolare che apre a metodi innovativi per accelerare le verifiche. L’Aiscat lamenta ancora confusione. La ministra Paola De Micheli assicura mercoledi’ che entro una decina di giorni i controlli finiranno. “Nel decreto semplificazioni – aggiunge – c’e’ una norma per cui gli interventi verranno programmati sulla base della gravita’”. Toti attende al varco, convinto da tempo che i controlli non sarebbero finiti il 10 luglio come annunciato. “Ci e’ stato comunicato un nuovo piano di lavori che arriva fino al 15 luglio e oltre”, ha sottolineato oggi.

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Pozzuoli, la terra trema ancora nei Campi Flegrei: sciame sismico nella notte

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Trema ancora la terra nei campi Flegrei, una scossa di magnitudo 2.9 la più forte della notte: è stata registrata alle sei circa ma è stata preceduta e seguita da altre scosse di magnitudo più bassa. Uno sciame sismico, come lo definiscono gli esperti. Epicentro tra Pozzuoli e la zona dei campi flegrei, profondità poco più di 1 km. Il terremoto è stato avvertita dalla popolazione: molte persone sono scese in strada ma altre purtroppo stanno imparando a convivere con questo fenomeno. Non si registrano danni ma l’attenzione è alta anche perché le scosse stanno continuando anche adesso

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Calcio: il Bari condanna l’aggressione al direttore sportivo

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Il Bari “esprime vicinanza e solidarietà al ds Ciro Polito vittima nella serata di ieri di una vera e propria aggressione avvenuta, ad opera di ignoti, nel post gara di Cittadella-Bari”. Secondo quanto denunciato da Polito, un gruppo di tifosi baresi lo ha aggredito in un autogrill in provincia di Rovigo. “Il dirigente biancorosso, mentre si trovava in sosta in un autogrill sulla via di ritorno dalla città veneta – scrive il club di Luigi De Laurentiis – è stato raggiunto e aggredito, verbalmente e fisicamente, da un gruppo di ignoti che subito dopo si sono dileguati. Le autorità competenti intervenute hanno da subito avviato le procedure per l’individuazione dei soggetti responsabili”. “La società biancorossa – si legge ancora – condanna con forza quanto accaduto ad opera di ‘vigliacchi’ che nulla hanno a che vedere con il tifo barese e con lo sport. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, quando la ragione lascia spazio alla violenza abbiamo già perso tutti”.

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L’Italia: terra di santi, poeti, navigatori… e commercialisti

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L’Italia, patria di santi, poeti, navigatori e… commercialisti? Sembrerebbe proprio di sì, se guardiamo ai dati recentemente pubblicati dalla Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti. Nel loro rapporto annuale sull’albo della categoria professionale, emerge un trend in crescita che potrebbe far sorridere gli amanti delle espressioni stereotipate sul popolo italiano.

Nel corso del 2023, il numero di nuovi iscritti alla professione di commercialista ha registrato un significativo incremento, con ben 1.864 nuovi membri che hanno varcato la soglia dell’Albo. Ma non è tutto: sono state anche costituite 161 nuove Società tra professionisti, segno di un interesse sempre più vivo per questa professione.

Secondo i dati riportati, rispetto al 2007, anno cruciale che ha segnato la formazione dell’Albo unico tra dottori e ragionieri, il numero degli associati è aumentato del 12%, raggiungendo la considerevole quota di 120.424. Una crescita significativa, che testimonia l’importanza e la rilevanza che questa figura professionale continua a rivestire nell’ambito economico italiano.

Ma non è solo il numero degli iscritti a destare interesse. Anche la composizione della professione sta subendo delle trasformazioni. Secondo il rapporto, al 31 dicembre scorso le professioniste hanno raggiunto il 33,8%, mentre i giovani rappresentano il 14,7% della platea professionale. Un segno di cambiamento e di inclusione che caratterizza il tessuto dei commercialisti italiani.

Tuttavia, non mancano le sfide. Se da un lato si registra una crescita costante degli iscritti, dall’altro si osserva un rallentamento in alcune aree geografiche. Le regioni settentrionali e centrali, ad esempio, mostrano un tasso di crescita inferiore rispetto agli anni precedenti, mentre nelle regioni meridionali si assiste addirittura a un’inversione di tendenza.

Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, interpreta questi dati come una testimonianza della resilienza della professione di commercialista in un momento di crisi per molti altri settori professionali. La crescita costante e il recupero del reddito medio negli ultimi due anni dimostrano, secondo de Nuccio, la solidità e la dinamicità di questa figura professionale.

Insomma, se l’Italia è stata storicamente celebrata per i suoi santi, poeti e navigatori, sembra che ora i commercialisti abbiano conquistato un posto di rilievo nella narrazione del paese. Forse è proprio vero quello che si dice: in Italia c’è posto per tutti, anche per i numeri e le cifre.

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