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Politica

I Comuni chiedono 6 miliardi, Conte “impediremo il default”

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Dopo i 3 miliardi del decreto Rilancio, altrettanti per i bilanci in crisi dei Comuni italiani provati dalla pandemia e dal lockdown, che ha molto ridotto le entrate. E’ la principale richiesta dei sindaci delle 13 citta’ metropolitane nell’incontro con il premier in videoconferenza. “Non permettero’ che i Comuni vadano in dissesto”, ha assicurato Giuseppe Conte, “capisco che ci possa essere insoddisfazione e anche preoccupazione da parte vostra, ma dovete darci atto che non c’e’ mai stata una sottovalutazione sul grande ruolo che avete concretamente espletato in questa emergenza”. In serata, una nota di Palazzo Chigi ha confermato l’impegno del governo: ai sindaci Conte “ha garantito la piena disponibilita’ del governo a venire incontro alle richieste dei Comuni” ed ha assicurato “la volonta’ e l’impegno da parte dell’esecutivo ad integrare il Fondo destinato ai Comuni per le funzioni fondamentali, in relazione alle perdite delle entrate locali” connesse al Covid, ed e’ data “disponibilita’ a valutare soluzioni tecniche per opportuna flessibilita’” degli adempimenti di bilancio. “Ci aspettiamo che all’impegno personale del presidente del Consiglio, che apprezziamo, seguano i fatti – dichiara il presidente dell’Associazione Comuni (Anci) e sindaco di Bari Antonio Decaro -: al piu’ presto il ministero delle Finanze individui norme e risorse per metterci a disposizione i 3 miliardi indispensabili a far fronte ai servizi essenziali per i cittadini”, a rischio sospensione per il crollo delle entrate. L’allarme dei sindaci di Roma, Milano, Bari, Genova, Firenze, Napoli, Torino, Catania, Reggio Calabria, Bologna, Palermo, Cagliari e Venezia era gia’ contenuto in una lettera inviata a Conte. Oltre al raddoppio dei finanziamenti, per totali 6 miliardi, “per chiudere i bilanci compensando le minori entrate di questi mesi”, le richieste comprendono, in 5 punti, l’assegnazione diretta di fondi per cultura, turismo, mobilita’ e welfare. E ancora norme piu’ flessibili sui vincoli finanziari e straordinarie per la gestione degli squilibri di bilancio per il 2020; sospensione dei piani di rientro per tutti i Comuni per il 2020 e dei procedimenti riguardanti la verifica dei piani di riequilibrio pluriennali; regole semplificate e poteri commissariali per la realizzazione di alcune opere prioritarie e urgenti. “Sui 5 punti abbiamo chiesto e ottenuto l’impegno di Conte”, ha riferito il sindaco di Firenze Dario Nardella. Ma l’incontro, presenti il ministro delle Autonomie Francesco Boccia e i viceministri dell’Economia Laura Castelli e Antonio Misiani, ha avuto a tratti toni aspri. “Sono stati fatti errori politici – avrebbe detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala, secondo quanto riferito -. Dai sindaci si leva un grido di allarme enorme. O ci date una risposta o reagiremo con una iniziativa forte”. “Ci aspettavamo un trattamento diverso. Abbiamo collaborato lealmente in ogni modo col governo. Ma ora basta – cosi’ Decaro – Abbiamo bisogno di certezze e il dovere oltre che il diritto di contare per il rilancio del Paese”. Soddisfatta al termine la sindaca di Roma. “Accolgo con grande apprezzamento l’impegno del Presidente Conte sulle risorse da destinare ai Comuni per far fronte alle esigenze economiche causate dall’emergenza coronavirus – dice Virginia Raggi -. Ora la parola d’ordine deve essere ‘semplificazione’, dobbiamo poter spendere velocemente questi fondi e dare risposte rapide a cittadini e imprese”. Critico invece il sindaco di Palermo Leoluca Orlando: “Risposte piu’ che deludenti. Il governo e il premier non possono continuare ad essere condizionati da strutture legate a logiche contabili incompatibili con l’emergenza e con la ripresa economica”.

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Napoli

De Luca: Manfredi smentisca consulenze a docenti Federico II

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Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, chiede al commissario di Bagnoli, vale a dire il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, di smentire quanto “sostengono gli esponenti di Fratelli d’Italia di Napoli in merito alle consulenze a docenti della Federico II”. “Io suggerirei al commissario di smentire queste illazioni oppure di fornire l’elenco delle consulenze date a docenti della Federico II per stroncare e bloccare eventuali speculazioni”, ha sottolineato De Luca.

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In Evidenza

Ancora un Commissario: per il granchio blu e per la peste suina

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Parola mantenuta sul decreto di sostegno all’agricoltura preannunciato, a metà marzo a Roma, dal ministro Francesco Lollobrigida alla Conferenza organizzativa della Cia-Agricoltori Italiani, e frutto della collaborazione di più ministeri, – a partire da Difesa, Ambiente, Salute, Turismo – , nonché di ulteriori confronti con tutte le organizzazioni di rappresentanza del settore primario. Oggi ha preso forma in dodici articoli e verrà presentato la prossima settimana in Consiglio dei ministri. Al traguardo di un working in progress reso noto in più occasioni dallo stesso ministro Lollobrigida, ma senza fornire i dettagli sulle misure di aiuto “per rispetto – ha detto – del Cdm dove verrà discusso”. L’obiettivo dichiarato, durante la 75/ma assemblea di Fruitimprese, è quello di affrontare non solo le situazioni critiche ma anche per mettere in campo una strategia volta a migliorare i controlli del settore e altre questioni che riguardano “un mondo che deve essere protetto, salvaguardato e promosso”, ha sottolineato Lollobrigida.

Stando all’ultima bozza del provvedimento, il dl Agricoltura di prossimo varo prevede aiuti alle imprese danneggiate dalla guerra in Ucraina ma anche dal proliferare del granchio blu per cui arriva un commissario straordinario nazionale in carica fino al 2026, o per i produttori colpiti dalla “moria dei kiwi”, oltre a nuovi interventi per arginare la peste suina e il rafforzamento del contrasto alle pratiche sleali. E per limitare l’uso del suolo agricolo si dispone che “le zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sono aree non idonee all’istallazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra”. La società “Sistema informatico nazionale per lo sviluppo dell’Agricoltura – Sin Spa” viene incorporata nell’Agenzia per le erogazione in Agricoltura, Agea.

Inoltre per far fronte alla complessa situazione epidemiologica derivante dalla diffusione delle Peste suina africana (Psa) i piani di contrasto al proliferare dei cinghiali lungo l’intera Penisola verranno attuati anche mediante il personale delle Forze armate, previa frequenza di specifici corsi di formazione e mediante l’utilizzo di idoneo equipaggiamento. Sarà coinvolto un contingente di massimo 177 unità, e per un periodo non superiore a 12 mesi, con spese a carico, viene precisato nel testo, del Commissario straordinario preposto al contrasto Psa.

Il decreto guarda anche al settore pesca e dell’acquacoltura per contenere gli effetti della crisi economica conseguente alla diffusione del granchio blu. Le imprese della comparto che nel 2023 hanno subito una riduzione del volume d’affari, pari almeno al 20 per cento rispetto all’anno precedente, previa autocertificazione potranno avvalersi della sospensione per 12 mesi delle rate dei mutui e degli altri finanziamenti a rimborso rateale, cambiali agrarie comprese. “In questo provvedimento – ha sottolineato Lollobrigida uscendo da Palazzo Chigi – ci saranno alcune delle cose che avevamo garantito. Sul granchio blu abbiamo fatto molto, e bisogna fare ancora di più: bisogna avere una strategia di carattere italiano ed europeo non solo per arginare i danni che vengono provocati ma anche per trovare una soluzione definitiva”.

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Politica

Pichetto: norme per il nucleare entro la legislatura

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Entro questa legislatura, il governo Meloni vuole varare tutta la normativa necessaria per reintrodurre il nucleare in Italia. Questo perché i primi reattori a fissione di 4/a generazione, quelli su cui punta l’esecutivo, dovrebbero andare in produzione alla fine del decennio. E per quella data, il governo vuole avere pronto il quadro giuridico per installarli e farli funzionare. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha annunciato i suoi obiettivi in una intervista a Radio 24. Alla domanda del giornalista se entro la legislatura potrà essere cambiato il quadro legislativo sul nucleare, Pichetto ha risposto “sì. Io ce la metto tutta. Questo è il mandato del governo e del Parlamento”.

Il ministro ha spiegato più volte che non vuole tornare alle grandi centrali, come in Francia, ma puntare sugli “small modular reactors”, il nucleare di 4/a generazione: in pratica, motori di sommergibili chiusi dentro cilindri di metallo, economici e facili da costruire e da gestire. Quattro moduli da 100 megawatt, installati insieme, forniscono l’elettricità di una centrale a gas. Secondo Pichetto, potrebbero essere direttamente i consorzi industriali a farsi la “loro” centrale. Ma i tempi per avere i piccoli reattori modulari, ha spiegato oggi il ministro, “sono 2, 3, 4 anni, il prodotto non c’è ancora.

Si parla di avere le condizioni di produzione di questi piccoli reattori alla fine di questo decennio. Vuol dire che in questa legislatura dobbiamo avere tutto a posto” dal punto di vista giuridico. Pichetto il 27 aprile ha incaricato il giurista Giovanni Guzzetta di di costituire un gruppo di lavoro per ridisegnare tutta la normativa sul nucleare in Italia, in vista del ritorno delle centrali atomiche nel nostro paese. La questione non è secondaria.

Dopo l’abbandono del nucleare nel 1987, nel nostro Paese non c’è più una disciplina sulle autorizzazioni degli impianti e sul loro funzionamento. E non ci sono neppure le fondamentali normative sulla sicurezza. Senza leggi e regolamenti, non si possono riaprire le centrali. Il ceo di Newcleo, la principale società italiana per il nucleare, Stefano Buono, giorni fa fa ha dichiarato che “se il quadro normativo verrà stabilito rapidamente, potremmo prevedere di dispiegare i primi Small Modular Reactors in Italia entro il 2033”. Ma il rinnovo delle regole non è l’unico problema.

Gli italiani hanno detto no al nucleare due volte, con i referendum del 1987 e del 2011. Il governo sostiene che questi no non sono più validi, perché si riferiscono alle grandi centrali di 3/a generazione, e non agli small modular reactors. Ma l’opposizione all’atomo resta forte nel Paese: l’opposizione di sinistra è contraria, e così gli ambientalisti, convinti che il nucleare sia inutile e costoso, e che occorra invece puntare sulle rinnovabili. In caso di ritorno all’atomo, un nuovo referendum è un’ipotesi tutt’altro che improbabile, e dall’esito incerto. E poi c’è la questione del deposito nazionale delle scorie nucleari, mai realizzato da decenni, per le fortissime opposizioni popolari. Pichetto ha detto che punta a individuare il sito entro la legislatura, fra le 51 ipotesi individuate dalla Sogin (la società pubblica per lo smantellamento delle centrali), in Piemonte, Lazio, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna.

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