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Partorisce durante il coma, la bella favola di Yanira che si sveglia e trova il suo bimbo

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Una donna ha potuto abbracciare per la prima volta dopo due settimane il figlio che ha partorito in coma grazie ad un cesareo d’urgenza mentre era ammalata di coronavirus in un ospedale di New York. Le immagini di lei che esce in carrozzella con una mascherina mentre riceve il neonato tra gli applausi di medici e infermieri stanno facendo il giro di mondo e sono diventate un simbolo di speranza per tutti ma anche della resistenza della Grande Mela, che resta il focolaio piu’ grave d’America con oltre 122 mila casi e piu’ di 12 mila morti. Yanira Soriano, 36 anni, era stata ricoverata al Soutside Hospital di Bay Shore a inizio aprile con una forma grave di Covid-19, tanto da essere subito intubata. Era all’ottavo mese di gravidanza, la quarta della sua vita. Il marito, colpito solo lievemente dalla malattia, era rimasto a casa con i tre figli, paralizzato dall’idea di perdere la moglie e il loro ultimo bimbo. I medici pensavano che la donna non ce l’avrebbe fatta.

Temevano che i polmoni compromessi dal coronavirus, insieme alla gravidanza e allo spazio che il bimbo occupava nel suo addome, avrebbero potuto impedirle di respirare profondamente e di ottenere sufficiente ossigeno. Farla partorire alimentava la speranza di migliorare la sua situazione clinica e la sua respirazione. Cosi’ hanno deciso di sottoporla a un parto cesareo d’urgenza, inducendo nella paziente un coma artificiale. Il piccolo Walter e’ nato il 3 aprile, negativo alla malattia, mentre la sua mamma addormentata lottava per la vita. Una lotta durata altre due settimane in terapia intensiva. Fino al 15 aprile, quando finalmente ha potuto prendere tra le sue braccia il bebe’ tra gli applausi e i cori degli operatori sanitari. Nel corridoio attraversato dalla donna per uscire dall’ospedale, i medici hanno creato un arcobaleno di palloncini. In corsia erano tutti commossi e molti piangevano. “La donna non era cosciente quando e’ nato il bambino, non ha sentito il suo primo vagito ne’ ha potuto incontrarlo dopo la nascita”, ha raccontato il dottor Benjamin Schwartz, primario del reparto di Ginecologia dell’ospedale. “E’ un momento d’incredibile fierezza per noi medici”, ha aggiunto. “Ci sono volute molte persone e un grande sforzo d’assistenza in un momento molto difficile per salvare mamma e bambino. Ma ce l’abbiamo fatta e solo questo conta. Molti pazienti intubati, anche giovani, non sopravvivono. Il fatto che questa mamma sia tornata a casa con suo figlio regala un’incredibile speranza ai malati di oggi e di domani”.

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Re Carlo migliora e riprende gli impegni pubblici

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Re Carlo III sta meglio e si prepara a riprendere la prossima settimana le attività pubbliche di rappresentanza della monarchia britannica che aveva dovuto suo malgrado interrompere per sottoporsi alle terapie per un non precisato cancro, annunciato ufficialmente lo scorso 5 febbraio. Si tratta di un ritorno per ora limitato, “per ridurre al minimo i rischi per la ripresa” del sovrano, come ha precisato in un comunicato Buckingham Palace, ma arriva dopo che i medici di corte si sono detti “molto incoraggiati” dai progressi delle cure, destinate ad andare avanti. Le notizie rassicuranti per il Regno Unito sono state accompagnate da una nuova foto ufficiale raffigurante Carlo, 75 anni, con la regina Camilla, diffusa proprio per segnare questo importante momento, in cui la coppia a braccetto appare unita e sorridente.

L’agenda del sovrano è così già tornata, anche se con tutte le cautele del caso, a prevedere i cosiddetti ‘public engagements’, gli appuntamenti ufficiali in cui il sovrano appare in pubblico e incontra i sudditi; e per mostrare solidarietà e vicinanza a quanti si stanno curando per un tumore è stato scelto come primo impegno la visita a un centro oncologico, dove Carlo incontrerà medici e pazienti. Il Palazzo ha annunciato inoltre che il re e la regina riceveranno a giugno l’imperatore giapponese e l’imperatrice consorte: un evento eccezionale, considerando che si tratta della prima visita nel Regno di un capo di Stato nipponico dal 1998. Secondo la Bbc, Carlo, che mal sopportava il limite imposto alla sua attività come aveva rivelato la stessa Camilla, si sente “fortemente incoraggiato” dalla prospettiva di un graduale ritorno alla normalità.

Se da un lato non mancano quindi i segnali di cauto ottimismo per la salute del sovrano, dall’altro “è troppo presto per dire” quanto tempo durerà ancora il suo trattamento, come ha precisato Buckingham Palace. L’annuncio sulla salute di Carlo è stato comunque accolto con gioia dal premier Rishi Sunak, che ha scritto sul suo profilo di X: “Splendida notizia per concludere la settimana”.

E arriva dopo una serie di altri segnali positivi nelle ultime settimane in cui il re aveva iniziato a farsi vedere in pubblico, come in occasione della messa di Pasqua a Windsor, a differenza della principessa Kate, alle prese anche lei con un tumore e sottoposta a chemioterapia, come ha annunciato lei stessa lo scorso mese in un video toccante. Il sovrano era stato d’altra parte già autorizzato a partecipare ad impegni ufficiali all’interno di Palazzo con più persone, dopo che in precedenza questi erano limitati a pochi presenti, come il primo ministro Sunak nei consueti incontri settimanali, oltre a ricevere un sostanziale via libera ad una visita ufficiale di due settimane in Australia a ottobre con la regina Camilla.

In tutt’altro senso va invece la rivelazione sensazionalistica del giornale online americano Daily Beast, secondo cui in base a fonti non precisate sarebbero stati aggiornati i piani per la Operation Menai Bridge, il nome in codice per organizzare il funerale di Carlo, ipotizzando un peggioramento del sovrano. Palazzo non ha risposto a queste voci, preferendo annunciare direttamente il ritorno di Carlo all’attività pubblica.

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Putin firma, Gazprom gestirà le filiali della Ariston

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Con una decisione inattesa, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per il trasferimento temporaneo delle filiali russe dell’italiana Ariston e della tedesca Bosch alla russa Gazprom Domestic Systems, la società del gruppo statale Gazprom produttrice di elettrodomestici. Il decreto, postato sul portale ufficiale per le informazioni legali, riguarda la Ariston Thermo Rus LLC, controllata da Ariston Holding, e la BSH Household Appliances LLC, controllata da BSH Hausgerate GmbH. Non sono noti i motivi della decisione. Tuttavia, dall’inizio della guerra in Ucraina, la Russia ha posto sotto “gestione temporanea” i beni di una manciata di aziende occidentali, giustificando queste mosse come ritorsioni per le azioni di altri Paesi contro imprese russe, colpite da sanzioni.

Lo scorso anno Putin aveva firmato un altro decreto per il trasferimento temporaneo della gestione delle filiali russe di Danone e di Carlsberg all’ agenzia federale per la gestione delle proprietà, Rosimushchestvo. Il provvedimento era stato adottato dopo che la società francese e quella danese avevano annunciato l’intenzione di uscire dal mercato russo. Il 98,56% delle azioni del birrificio russo Baltika, appartenente a Carlsberg, e decine di migliaia di azioni appartenenti a Danone erano state poste sotto il controllo dell’Agenzia. Nel caso di Ariston e Bosch, invece, la gestione viene trasferita, sempre “temporaneamente”, ad un altro gruppo industriale, sebbene controllato dal governo. Sulla vicenda è intervenuto in serata il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Dopo l’inattesa decisione Governo Russo sulla gestione di Ariston Thermo Group – ha scritto su X – ho subito attivato la nostra Ambasciata in Russia e parlato con i vertici dell’azienda italiana. Il Governo italiano e’ al fianco delle imprese, pronto a tutelarle in tutti i mercati internazionali”

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Frammento di missile iraniano trovato nel deserto israeliano

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Un grosso frammento di un missile iraniano, lanciato verso Israele, è stato scoperto casualmente da un gruppo di turisti in una zona desertica nel sud di Israele. Lo riferisce la Tass, citando un rapporto dell’Idf. Il missile scoperto era del tipo “superficie-superficie” e sarebbe stato intercettato dalla difesa aerea israeliana durante l’attacco iraniano.

A scoprirlo alcuni giorni fa un gruppo di escursionisti durante un viaggio nei pressi della città di Arad, nel deserto della Giudea, 25 km a ovest del Mar Morto. Per recuperare il frammento è stato coinvolto un elicottero da trasporto militare dell’aeronautica israeliana. Ora sarà esaminato da specialisti del servizio antincendio e di salvataggio. I militari hanno ricordato che le persone non dovrebbero mai avvicinarsi o toccare i frammenti dei missili, perché possono comunque rappresentare una minaccia per la vita, e hanno esortato le persone a chiamare immediatamente la polizia se tali frammenti vengono scoperti.

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