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Visiere gratis per i medici del Cotugno e del Policlinico Vanvitelli: prodotte da un dottorando con i suoi professori

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L’idea nasce da un dottorando di Architettura e Disegno Industriale, Gabriele Pontillo: fare visiere Shield per il personale medico che si trova in questo momento in prima linea contro il virus. Così , supportato dal direttore del Dipartimento Luigi Maffei e dai professori e ricercatori di Officina Vanvitelli, ha realizzato le visiere Shield. In questo modo il Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale contribuisce all’emergenza Coronavirus attraverso l’utilizzo delle macchine prototipatrici di Officina Vanvitelli, distretto leggero per la moda e il design in Campania che ospita la formazione post laurea.

Si tratta di un progetto open source, disponibile in rete gratuitamente, che è stato approvato dal 118 allo scopo di fornire strumenti indispensabili per la protezione nei reparti intensivi.

Gabriele Pontillo, che conduce la sua ricerca nel campo del design biomedicale ed è esperto di prototipazione rapida, ha lavorato rispettando le normative attuali di sicurezza ed in isolamento negli spazi di Officina, ma in una rete di makers fatta anche di altri laureandi della Vanvitelli: Francesco Gravante, Antonio Ambrosio, Salvatore Carleo e la dottoranda Roberta Angari.

Pontillo ha creato e ideato il frontino su cui si poggia la visiera che è invece stata prodotta dagli altri studenti: la fase di assemblamento è stata ancora di Gabriele che, tra mille difficoltà, è riuscito da solo a ottenere i primi cento prodotti.

 

Queste maschere sono già state distribuite agli operatori medici e paramedici del Cotugno e del nostro Policlinico – ha detto il Rettore della Vanvitelli – e ci auguriamo di riuscire a produrne molte altre per distribuirle a chi sta combattendo questa guerra in prima linea, chi cioè lavora negli ospedali.

Quello che sta facendo Officina Vanvitelli in queste settimane è un esempio di come la ricerca è al servizio del territorio e della società, e di quanta ricchezza c’è nei nostri laureati e laureandi, che sanno guardare lontano e che anche da soli sono capaci di dare un grande apporto in questa situazione di estrema gravità ed emergenza”.

Le macchine prototipatrici di Officina Vanvitelli sono in grado anche di costruire pezzi di ricambio per i respiratori, e non è escluso che a breve possano servire anche quelli.

Per il momento non c’è stato ancora richiesto – spiega Luigi Maffei, direttore del dipartimento di Architettura e Disegno Industriale – ma siamo pronti a rispondere anche a questo tipo di necessità ovemai dovessero servire pezzi di ricambio ai respiratori in uso negli ospedali. La produzione delle visiere è in questo momento limitata, visto che il nostro dottorando sta lavorando in totale isolamento, ma anche in questo caso possiamo pensare e trovare soluzioni per produzioni di maggiore entità per una distribuzione più ampia”.

Durante la produzione – spiega Gabriele Pontillo – ho avuto la necessità di creare network per implementare ed ultimare i dispositivi: maker, piccoli commercianti e aziende del territorio campano, che stanno collaborando attivamente alla realizzazione di questo dispositivo, fornendo i materiali necessari per il completamento delle visiere ed, oltretutto, stanno lavorando a titolo totalmente gratuito per garantire il migliore servizio possibile ai medici, infermieri, e personale sanitario del nostro Paese”.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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