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Cronache

Branco umilia invalido e gli incendia casa, 3 arresti

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Una sorta di spedizione punitiva, crudele e insensata. Un vero e proprio raid, che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche, quello di cui si sarebbero resi protagonisti cinque giovani – tre appena maggiorenni che sono stati arrestati, e due minori – accusati di avere preso di mira con inaudita cattiveria un invalido civile con problemi psichici. E’ accaduto a Castrovillari  in una notte d’estate. In carcere sono finiti Salvatore Briatico Cerbino, di 18 anni; Andrea Sasso (19) e Mario Stabile (19), ai quali i carabinieri hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Castrovillari richiesta della Procura, con l’accusa di incendio e violazione di domicilio. Gli altri due ragazzi, non ancora maggiorenni, sono stati raggiunti, per gli stessi reati, dalla misura cautelare del collocamento in comunita’: un provvedimento emesso dal Gip del Tribunale dei minorenni di Catanzaro. Vittima del branco e’ un sessantenne con problemi di salute che vive da solo in una casa del centro storico della citta’ del Pollino diventato bersaglio di un’azione quasi da “Arancia Meccanica”. A fare scattare le indagini dei militari della Compagnia di Castrovillari , avviate il 2 agosto, l’incendio scoppiato nell’abitazione del pensionato. Da quell’episodio gli investigatori dell’Arma sono partiti per ricostruire quanto accaduto arrivando a dare un volto e un nome agli autori di un raid di cui al momento non si conoscono le ragioni. Secondo quanto e’ emerso, pero’, i giovanissimi componenti del branco, dopo essere entrati nello stabile al piano terra dove l’uomo vive, approfittando della porta d’ingresso dell’appartamento non perfettamente chiusa dall’interno, si sarebbero accaniti contro la vittima predestinata che stava dormendo lanciandogli addosso dei getti d’acqua che lo hanno svegliato di soprassalto. Non soddisfatti, prima di allontanarsi velocemente facendo perdere le proprie tracce tra le viuzze del centro storico della citta’, i cinque avrebbero dato fuoco, usando fogli di giornale, all’abitazione. Il rogo che ne e’ scaturito e’ stato spento dai vigili del fuoco. L’uomo, dopo essersi svegliato a seguito delle secchiate d’acqua, e’ riuscito ad uscire di casa prima che l’intero appartamento prendesse fuoco. Il pensionato ha poi raccontato di aver subito gia’ in precedenza comportamenti simili e di essere stato bersaglio di getti d’acqua da parte di ragazzi che pero’, in quella specifica occasione, non era riuscito ad identificare. L’episodio, che ha provocato sconforto e indignazione tra i cittadini di Castrovillari , riporta alla mente fatti analoghi e anche piu’ cruenti avvenuti nei mesi e negli anni scorsi. A cominciare da quello di Manduria, in Puglia, dove l’anno scorso una baby gang venne fermata per aver aggredito e pestato a morte un disabile arrivando perfino a filmare le gesta con il telefonino. A maggio un diciannovenne e un ventitreenne sono stati condannati a 10 anni di reclusione, un altro ventitreenne a 8 anni e 8 mesi.

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Cronache

Auto in fiamme, muore una donna

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Tragico pomeriggio a Vado Ligure, in provincia di Savona, dove una donna è morta in circostanze misteriose a causa dell’incendio di un’auto vicino a un distributore di benzina lungo la via Aurelia. Gli eventi hanno destato preoccupazione e confusione nella comunità locale, poiché la dinamica di quanto accaduto rimane ancora avvolta nell’ombra.

Al momento, non è stata fornita alcuna chiarezza sulla natura dell’incidente. Le autorità locali stanno conducendo un’indagine approfondita per determinare se si sia trattato di un gesto deliberato o di un tragico incidente. Ciò che è certo è che la donna è stata trovata senza vita al di fuori del veicolo incendiato, a pochi passi dal distributore di benzina. La sua identità non è stata resa nota pubblicamente, in attesa di informare i familiari più stretti.

L’incidente ha richiamato prontamente l’intervento di diverse squadre di soccorso. I vigili del fuoco hanno lavorato incessantemente per domare le fiamme, mentre l’automedica del 118 ha tentato di prestare soccorso alla vittima. I carabinieri e i membri della Croce Rossa di Savona si sono mobilitati per garantire il controllo della situazione e fornire supporto alle indagini in corso.

 

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Last Banner, aumentano le condanne per gli ultrà della Juventus

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Sugli ultrà della Juventus la giustizia mette il carico da undici. Resta confermata l’ipotesi di associazione per delinquere, l’estorsione diventa ‘consumata’ e non solo più ‘tentata’, le condanne aumentano. Il processo d’appello per il caso Last Banner si chiude, a Torino, con una sentenza che vede Dino Mocciola, leader storico dei Drughi, passare da 4 anni e 10 mesi a 8 anni di carcere; per Salvatore Ceva, Sergio Genre, Umberto Toia e Giuseppe Franzo la pena raggiunge i 4 anni e 7 mesi, 4 anni e 6 mesi, 4 anni e 3 mesi, 3 anni e 11 mesi. A Franzo viene anche revocata la condizionale.

La Corte subalpina, secondo quanto si ricava dal dispositivo, ha accettato l’impostazione del pg Chiara Maina, che aveva chiesto più severità rispetto al giudizio di primo grado. Secondo le accuse, le intemperanze da stadio e gli scioperi del tifo furono, nel corso della stagione 2018-19, gli strumenti con cui le frange più estreme della curva fecero pressione sulla Juventusper non perdere agevolazioni e privilegi in materia di biglietti. Fino a quando la società non presentò la denuncia che innescò una lunga e articolata indagine della Digos. Già la sentenza del tribunale, pronunciata nell’ottobre del 2021, era stata definita di portata storica perché non era mai successo che a un gruppo ultras venisse incollata l’etichetta di associazione per delinquere. Quella di appello si è spinta anche oltre.

Alcune settimane fa le tesi degli inquirenti avevano superato un primo vaglio della Cassazione: i supremi giudici, al termine di uno dei filoni secondari di Last Banner, avevano confermato la condanna (due mesi e 20 giorni poi ridotti in appello) inflitta a 57enne militante dei Drughi chiamato a rispondere di violenza privata: in occasione di un paio di partite casalinghe della Juve, il tifoso delimitò con il nastro adesivo le zone degli spalti che gli ultrà volevano per loro e allontanò in malo modo gli spettatori ‘ordinari’ che cercavano un posto. Oggi il commento a caldo di Luigi Chiappero, l’avvocato che insieme alla collega Maria Turco ha patrocinato la Juventus come legale di parte civile, è che “il risultato, cui si è giunti con una azione congiunta della questura e della società, è anche il frutto dell’impegno profuso per aumentare la funzionalità degli stadi”. “Senza la complessa macchina organizzativa allestita in materia di sicurezza – spiega il penalista – non si sarebbe mai potuto conoscere nei dettagli ciò che accadeva nella curva”. Fra le parti civili c’era anche Alberto Pairetto, l’uomo della Juventus incaricato di tenere i rapporti con gli ultrà.

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Malore in caserma, muore vigile del fuoco

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Ha accusato un malore nella notte tra domenica e lunedì nella caserma dei vigili del fuoco del Lingotto a Torino ed è morto dopo circa un’ora all’ospedale delle Molinette, dove era stato ricoverato. L’uomo, Samuele Del Ministro, aveva 50 anni ed era originario di Pescia (Pistoia). In una nota i colleghi del comando vigili del fuoco di Pistoia ricordano come Del Ministro avesse iniziato il suo percorso nel corpo nazionale dei vigili del fuoco con il servizio di leva, per poi entrare in servizio permanente nel 2001, proprio al comando provinciale di Torino, da cui fu poi trasferito al comando di Pistoia.

Per circa vent’anni ha prestato servizio nella sede distaccata di Montecatini Terme (Pistoia), specializzandosi in tecniche speleo alpino fluviali e tecniche di primo soccorso sanitario. Ha partecipato a tante fasi emergenziali sul territorio nazionale: dal terremoto a L’Aquila, all’incidente della Costa Concordia all’Isola del Giglio, fino al terremoto nel centro Italia. “Un vigile sempre in prima linea – si legge ancora -, poi il passaggio di qualifica al ruolo di capo squadra con assegnazione al comando vigilfuoco di Torino e a breve sarebbe rientrato al comando provinciale di Pistoia. Del Ministro lascia la moglie e due figli”.

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