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Zelensky punta alla pace e toglie ogni alibi a Putin: niente Nato, ora stop alla guerra

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Mentre sono ripresi i negoziati tra Mosxca e Kiev, il presidente Zelensky, nel suo discorso online alla Joint Expeditionary Force di Londra, citato dall’agenzia Unian, ammette che l’Ucraina non puo’ entrare nella Nato. E il presidente francese, Macron, propone una “protezione consolare” per Maria Ovsyannikova, la giornalista russa che ha protestato in diretta tv contro la guerra in Ucraina e che risultab scomparsa. “I negoziati sono in corso. Sono state rinnovate le consultazioni sulla principale piattaforma negoziale. Questioni di regolamentazione generale, cessate il fuoco, ritiro delle truppe dal territorio del paese”: cosi’ su Twitter il consigliere della presidenza ucraina, Mykhailo Podolyak, dopo che nella tarda mattinata il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov aveva definito la ripresa dei colloqui “un fatto positivo”. Il presidente Zelensky, che domani parlera’ a deputati e senatori americani, oggi ha detto chiaramente che l’Ucraina non puo’ entrare nella Nato: “L’Ucraina si rende conto che non e’ nella Nato. Abbiamo sentito per anni parlare di porte aperte, ma abbiamo anche sentito dire che non possiamo entrarci, e dobbiamo riconoscerlo”. Zelensky pero’ continua il pressing sul fronte delle armi, mettendo cosi’ sotto pressione, secondo la Cnn, anche il presidente Biden, puntando in particolare ad armi di fabbricazione sovietica come jet da combattimento Mig e sistemi missilistici terra-aria S-300. In queste ore, sottolineano le fonti, il dipartimento di Stato americano sta lavorando per identificare quali Paesi siano in possesso dei sistemi di difesa aerea S-300 e sta esaminando in che modo possano essere trasferiti in Ucraina. Ma non e’ chiaro quali armamenti gli Stati Uniti darebbero in cambio a quei Paesi. Le armi che gli alleati occidentali forniscono all’Ucraina “in una settimana ci durano per 20 ore”, per questo siamo costretti a “riutilizzare gli equipaggiamenti sottratti ai russi”, ha detto Zelensky rivolgendo un ennesimo appello in particolare all’Europa e dicendosi convinto che l’Ucraina puo’ ancora fermare la Russia: “Noi possiamo fermare la Russia”, ma se non ci aiuterete a farlo le forze di Vladimir Putin punteranno poi “verso di voi”. Il premier britannico Johnson lo sostiene: ‘Ha ragione, diamogli piu’ armi’. Il premier polacco Mateusz Morawiecki, il vice premier Jaroslaw Kazcynski e il premier sloveno Janez Jansa sono a Kiev per incontrare il presidente ucraino. E sul fronte della guerra, mentre Kiev annuncia il coprifuoco da questa sera per 36 ore, dopo che almeno due persone sono morte in un attacco a un edificio residenziale di 15 piani nel quartiere di Sviatochine, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg lancia l’alarma ‘false flag’: “siamo preoccupati – ha detto – che Mosca possa mettere in scena un’operazione sotto falsa bandiera forse anche con armi chimiche”. Sul fronte delle sanzioni, ne arrivano di nuove dagli Usa verso la Russia che colpiscono anche il presidente della Bielorussia, Alexanderf Lukashenko, e la sua famiglia mentre il ministro delle Finanze tedesco, Lindner, precisa: “Nessuno che sostiene Putin e’ intoccabile”. Anche la Russia intanto prova a imporre sanzioni a Biden e Blinken. Quanto la caro-energia i ministri delle Finanze dell’Ue sono “tutti d’accordo nel dire che un sostegno alle famiglie” e “alle imprese” “e’ necessario”, ha detto il ministro francese Bruno Le Maire al termine dell’Ecofin. Per rispondere alla fiammata dei prezzi i ministri concordano sulla necessita’ di “sostegno a tutte le famiglie colpite” con “sconti sui prezzi alla pompa”, ha spiegato il francese che guida la presidenza di turno Ue, indicando anche l’ok a “sostegni mirati per le imprese” piu’ esposte con la “possibilita’ di aiuti di Stato”, e all'”indipendenza energetica” per l’Ue da raggiungere “il piu’ rapidamente possibile”. Domani alle 15 si terra’ una riunione straordinaria dei Presidenti delle Camere basse dei Paesi del G7 sugli sviluppi del conflitto in Ucraina. L’incontro in videoconferenza e’ stato convocato dalla Presidente del Bundestag, Baerbel Bas, in qualita’ di Presidente di turno del G7 parlamentare, su proposta del Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico e alla prima parte della riunione partecipera’ anche il presidente del Parlamento ucraino, Ruslan Stefanchuk. Al termine sara’ adottata una dichiarazione comune. (ANSA

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Putin ringrazia i soldati nordcoreani, ‘sono eroi’

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Il presidente russo, Vladimir Putin, ha ringraziato in un messaggio i soldati nordcoreani che hanno preso parte alla “liberazione della regione di Kursk” dalle truppe d’invasione ucraine, definendoli “eroi”. Lo riferisce il servizio stampa del Cremlino.

“Il popolo russo non dimenticherà mai l’impresa delle forze speciali coreane, onoreremo sempre gli eroi coreani che hanno dato la vita per la Russia, per la nostra comune libertà, al pari dei loro compagni d’armi russi”, si legge nel messaggio di Putin. Il presidente russo sottolinea che l’intervento è avvenuto “nel pieno rispetto della legge internazionale”, in base all’articolo 4 dell’accordo di partenriato strategico firmato nel giugno dello scorso anno tra Mosca e Pyongyang, che prevede assistenza militare reciproca in caso di aggressione a uno dei due Paesi. “Gli amici coreani – ha aggiunto Putin – hanno agito in base a un senso di solidarietà, giustizia e genuina amicizia. Lo apprezziamo molto e ringraziamo con sincerità il presidente Kim Jong-un personalmente”.

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Trump: Zelensky vuole un accordo e rinuncerebbe alla Crimea. Putin smetta di sparare e firmi

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Volodymyr Zelensky è “più calmo” e “vuole un accordo”. È quanto ha riferito Donald Trump, secondo quanto riportato dai media americani, dopo il loro incontro avvenuto nella suggestiva cornice di San Pietro, a margine dei funerali di papa Francesco.

Un incontro positivo e nuove prospettive

Trump ha descritto l’incontro con il presidente ucraino come «andato bene», sottolineando che Zelensky sta «facendo un buon lavoro» e che «vuole un accordo». Secondo il tycoon, il leader ucraino avrebbe ribadito la richiesta di ulteriori armi per difendersi dall’aggressione russa, anche se Trump ha commentato con tono scettico: «Lo dice da tre anni. Vedremo cosa succede».

La questione della Crimea

Tra i temi toccati nel colloquio, anche quello della Crimea. Alla domanda se Zelensky sarebbe disposto a cedere la Crimea nell’ambito di un eventuale accordo di pace, Trump ha risposto: «Penso di sì». Secondo il presidente americano, «la Crimea è stata ceduta anni fa, senza un colpo di arma da fuoco sparato. Chiedete a Obama». Una posizione che conferma il suo approccio pragmatico alla questione ucraina.

L’appello a Putin: “Smetta di sparare”

Trump ha ribadito di essere «molto deluso» dalla Russia e ha lanciato un nuovo appello al presidente Vladimir Putin: «Deve smettere di sparare, sedersi e firmare un accordo». Il tycoon ha anche rinnovato la convinzione che, se fosse stato lui presidente, la guerra tra Mosca e Kiev «non sarebbe mai iniziata».

Un contesto suggestivo

Riferendosi all’incontro tenutosi a San Pietro, Trump ha aggiunto: «È l’ufficio più bello che abbia mai visto. È stata una scena molto bella». Un commento che sottolinea anche la forza simbolica del luogo dove i due leader si sono parlati, all’ombra della basilica vaticana.

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Media, due giornalisti italiani espulsi dal Marocco

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Due giornalisti italiani sarebbero stati espulsi ieri sera dalle autorità marocchine con l’accusa di aver cercato di entrare illegalmente nella città di Laayoune (El Aaiun). Lo rivela il quotidiano marocchino online Hespress. Matteo Garavoglia, 34 anni, giornalista freelance originario di Biella e collaboratore del ‘Manifesto’, e il fotografo Giovanni Colmoni, avrebbero tentato di entrare nella città marocchina meridionale al confine con la regione contesa del Sahara Occidentale “senza l’autorizzazione richiesta dalla polizia”.

I due erano a bordo di un’auto privata e, secondo quanto riporta il quotidiano marocchino, sarebbero stati fermati dagli agenti che hanno interpretato il tentativo di ingresso come un “atto provocatorio, in violazione delle leggi del Paese che regolano gli ingressi dei visitatori stranieri”. Sempre secondo l’Hespress, i due reporter avrebbero cercato di “sfruttare il fatto di essere giornalisti per promuovere programmi separatisti. Per questo sono stati fermati e successivamente accompagnati in auto nella città di Agadir”. Non era la prima volta che i due tentavano di entrare a Laayoune, secondo il quotidiano, ma sempre “nel disprezzo per le procedure legali del Marocco”.

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