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Cronache

Week end tragico, quattro turisti morti in incidenti

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E’ di quattro turisti morti, tutti in situazioni e luoghi diversi, il bilancio dell’ultimo week end di luglio. Ma c’è anche il lieto fine di di tre scout salvati in montagna, a Pordenone. Un uomo di 57 anni è morto finendo in un dirupo dopo essere scivolato dalla panchina dove si era seduto, nel Bellunese. Il turista era salito con un’amica di famiglia al belvedere e aveva deciso di fare una sosta sedendosi su una panchina. L’uomo si sarebbe sbilanciato indietro ed è caduto nel vuoto. L’amica ha subito chiesto aiuto al Soccorso Alpino che ha potuto solo costatare la morte del 52enne – caduto una ventina di metri da un salto di roccia e ruzzolato nel bosco ripido altri 30 – a causa dei traumi riportati.

Una squadra di soccorritori è scesa tra la vegetazione, ha messo la salma su una barella e ha provveduto al suo recupero. A poca distanza, un escursionista spagnolo di 44 anni ha perso la vita stamani sul gruppo delle Pale di San Martino. L’uomo si trovava in Val Canali, a circa 2.200 metri, quando è scivolato lungo un ripido canalone per una quarantina di metri. Il suo compagno di escursione che lo ha visto precipitare e rimanere immobile a terra ha chiamato il 112. L’elicottero di Trentino Emergenza ha fatto calare il medico d’urgenza ma era ormai troppo tardi. Nel Ravennate un 24enne di origine straniera si è tuffato nel tardo pomeriggio di ieri a Lido di Classe, senza riemergere. Le ricerche del giovane sono continuate fino a notte per poi proseguire all’alba di oggi quando i soccorsi hanno individuato il corpo del giovane residente a Cervia qualche chilometro più a nord.

Un 52enne, originario di Foggia e residente a Campobasso, è annegato invece sul litorale del Molise davanti alla moglie che era in spiaggia insieme a parenti ed amici. L’uomo si è tuffato questa mattina in acqua con la muta immergendosi in continuazione. Dopo alcune ore non è più riemerso. A quel punto la moglie ha lanciato l’allarme. Alcuni bagnini si sono tuffati ripescando la vittima ormai senza vita. Portato a riva, i medici del 118 Molise non hanno potuto fare null’altro che constatarne la morte. Non si esclude un malore. Sotto scrosci di pioggia e lampi camminando a lungo su un terreno in discesa molto scivoloso, sono stati invece rintracciati e salvati tre scout di Trieste che la notte scorsa si erano perduti nella zona di Pielungo Vito D’Asio (Pordenone).

A trovarli sono stati i vigili del fuoco di Maniago supportati da personale Speleo Alpino Fluviale di Pordenone intervenuti verso mezzanotte. I tre scout con zaini pesanti stavano percorrendo un sentiero quando, a circa mille metri d’altezza, hanno perso l’orientamento e sono rimasti bloccati verso sera in una zona molto impervia. A complicare la situazione c’era il maltempo che imperversava nella zona con temperature in discesa. Infine, incontro casuale e ravvicinato con un’orsa per una coppia di cacciatori nelle Giudicare, in Trentino. I due giovani hanno incontrato l’animale accompagnato da un piccolo a 1.970 metri di quota, a monte dell’abitato di Roncone, in una zona lontana dal paese. Avvertita la loro presenza, l’orsa si è spaventata e ha inseguito i due che hanno gridato e sono fuggiti. Uno di loro si è precipitato lungo il sentiero di ritorno mentre l’amico si è arrampicato su una pianta, dove l’orsa lo ha inseguito e lo ha agganciato a una ghetta facendolo cadere al suolo. Successivamente i due plantigradi si sono allontanati.

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Marigliano, donna perde controllo della moto e si schianta contro un palo perdendo la vita

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Un tragico incidente si è verificato questo pomeriggio in via Ponte dei Cani, nel comune di  Marigliano, dove una donna di 46 anni, residente a Scisciano, ha perso la vita.

Secondo le prime ricostruzioni fornite dai Carabinieri della sezione radiomobile di Castello di Cisterna e della stazione di Marigliano, intervenuti prontamente sul luogo dell’incidente, la vittima avrebbe perso il controllo della sua motocicletta per cause ancora da accertare. La moto è finita la sua corsa contro un palo della luce, provocando il decesso immediato della conducente.

Il tratto di strada su cui si è verificato l’incidente è stato temporaneamente chiuso al traffico per permettere i rilievi del caso. La salma della donna è stata trasferita all’istituto di medicina legale per l’esame autoptico, mentre la motocicletta è stata sequestrata per gli ulteriori accertamenti tecnici che saranno fondamentali per chiarire la dinamica e le cause esatte del sinistro.

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Gip su ultrà Milan arrestati: gruppo aggressivo e violento

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Si tratta di persone che “frequentano abitualmente lo stadio” e “che sfruttano proprio la peculiare carica intimidatoria derivante dall’appartenenza ad un gruppo organizzato” per agire con una condotta “aggressiva, che rappresenta la cifra distintiva del loro modo di seguire il calcio e la squadra di cui sono supporter”. Così la gip di Milano Teresa De Pascale descrive i tre ultrà, che fanno parte della curva sud milanista, arrestati due giorni fa per aver aggredito, a colpi di sedie e tavolini ma anche a coltellate, un 25enne romeno dopo la partita Milan-Cagliari di sabato sera.

La giudice ha convalidato gli arresti e disposto come misura cautelare i domiciliari per tutti e tre, tra cui Alessandro Sticco, 42 anni, che è nel direttivo della curva milanista così come Luca Lucci, noto capo ultrà, e Christian Rosiello, il cosiddetto “bodyguard” di Fedez, coinvolto come il rapper nel caso del pestaggio al personal trainer Cristiano Iovino dello scorso aprile. Ai domiciliari anche Islam Hagag, 35 anni, e Luigi Magrini, 43 anni, che avrebbe sferrato le coltellato (la Procura chiedeva per lui il carcere). Tutti e tre difesi dal legale Jacopo Cappetta. I tre, spiega la gip nell’ordinanza, hanno fatto “leva sulla peculiare forza intimidatoria derivante dall’appartenenza ad un gruppo numeroso di tifosi” e “non hanno esitato ad aggredire congiuntamente un ragazzo da solo, anche con l’uso di bottiglie e di un coltello, sino a lasciarlo sanguinante riverso in terra, proprio dopo una partita di calcio, quale luogo ed occasione in cui manifestare e sprigionare la propria indole aggressiva e violenta”.

Il 25enne ha messo a verbale che dopo aver visto la partita, “mentre si stava recando al bar” vicino “al punto di ritrovo degli ultras per consumare delle bevande, veniva aggredito senza motivo, inizialmente da due tifosi, che lo spogliavano della maglietta che indossava”, una maglia della curva sud rossonera. E ha aggiunto: “non so dare spiegazioni dell’aggressione. Senza nessun motivo mi hanno tolto la maglietta e mi hanno colpito”. Gli ultrà interrogati oggi dalla gip, invece, hanno raccontato di aver reagito, ammettendo in sostanza i fatti, perché un loro amico della curva era stato colpito in precedenza dal 25enne ed “era a terra sanguinante”.

Per il gip ad aggredire il romeno è stato un “gruppo di 8-9” ultrà, alcuni già identificati e indagati, oltre ai tre arrestati. Il “dettaglio della maglietta del Milan strappata – scrive la giudice – ovvero mai indossata e tolta autonomamente dalla vittima (come riferito dagli indagati), allo stato, non è riscontrato dalla visione delle telecamere, in quanto esse riprendono il soggetto già a torso nudo all’esterno del locale”. Allo stesso modo, “la asserita precedente aggressione posta in essere” dal 25enne, chiarisce la giudice, “allo stato, non risulta riscontrata, non emergendo neppure alcun certificato medico”. Fatti questi che andranno verificati ancora nelle indagini.

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Inchiesta clinica Messina, ai 9 indagati sequestrati 11 milioni

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Nell’inchiesta sulla clinica NeMo Sud e il Policlinico di Messina sono indagati, a vario titolo per peculato e corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, Alberto Fontana, 52 anni, ex presidente della fondazione Aurora onlus (che gestiva il centro clinico Nemo Sud a Messina), Giuseppe Laganga Senzio, 47 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico messinese, Mario Giovanni Melazzini, 65 anni, anche lui ex presidente della fondazione Aurora onlus, Giuseppe Pecoraro, 75 anni, commissario straordinario del Policlinico, Paolina Reitano, 64 anni, ex direttrice sanitaria del Policlinico, Marco Restuccia, 60 anni, direttore generale del Policlinico, Giuseppe Vita, 72 anni, medico dirigente dell’unità operativa di Neurologia del Policlinico, l’attuale assessore regionale alla Sanità Giovanna Volo, 68 anni, ex direttore sanitario dell’ospedale universitario, Michele Vullo, 68 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico. Giuseppe Vita, Mario Giovanni Melazzini, Alberto Fontana, Giuseppe Laganga Senzio hanno la misura cautelare del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare impresa in ambito sanitario.

Per tutti e nove gli indagati ciascuno pro quota, è stato disposto il sequestro preventivo di denaro, beni mobili e immobili, per l’importo complessivo di 11 milioni di euro, pari ai fondi pubblici distratti. L’ordinanza delle misure cautelari è stata firmata dal gip Claudia Misale.

Tutti gli indagati sono da considerare innocenti fino al terzo grado di giudizio.

 

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