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Usa sotto shock, a 6 anni spara alla maestra a scuola

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L’America è di nuovo sotto shock. Un bambino di sei anni che frequenta la prima elementare ha estratto una pistola in classe, l’ha puntata contro la maestra e ha sparato un colpo, ferendola in modo grave. Scatenando il panico e raggelando gli Stati Uniti interi, che pure sui temi della violenze e degli abusi sull’uso delle armi ne hanno viste di tutti i colori. Sotto i riflettori è finita venerdì, alle 14 locali, la Richneck Elementary School di Newport News, cittadina di 185mila anime della Virginia, a una settantina di chilometri da Richmond, che gravita attorno ai cantieri navali che costruiscono le portaerei e altre importanti unità della Us Navy.

La maestra, sui 30 anni, è in pericolo la vita, anche se nelle ore successive al ricovero le sue condizioni sono leggermente migliorate, ha fatto sapere in conferenza stampa Steve Drew, capo del locale dipartimento di polizia. Drammatico il racconto di alcuni genitori, le uniche testimonianze che finora sono filtrate alla stampa. La signora Brown, 32 anni, citata dal New York Times, è stata investita dal terrore quando ha ricevuto la chiamata sul cellulare dal figlio, che parlava da un’altra classe.

“Mi ha sconvolto sentire quei bambini che urlavano in preda al panico. Tutto quello che sapevano era che c’era qualcuno che sparava nella scuola ma non sapevano dove fosse”, ha raccontato la madre, che ovviamente avrà pensato a uno dei tanti episodi di attacco armato a una scuola ai quali l’America in 25 anni si è quasi assuefatta. Mamma Brown è rimasta al telefono con il figlio tutto il tempo, cercando di confortarlo. “Vedrai che andrà bene”, gli ha detto”. Joselin Glover, il cui figlio di 9 anni è in quarta elementare alla Richneck, ha raccontato al giornale The Virginian-Pilot di aver ricevuto una nota dalla scuola in cui si diceva che nella scuola di suo figlio una persona era stata ferita e un bambino era stato fermato.

“Il mio cuore si è fermato”, ha detto, “e sono andata nel pallone, terrorizzata dall’idea che quella persona potesse essere il mio bambino”. Il figlio Carlos, racconta, stava facendo la ricreazione, ma i suoi compagni di classe erano tutti rintanati nell’aula. “Quasi tutti stavamo piangendo”, ha raccontato la donna. Il capo della polizia Drew ha detto che il personale scolastico è stato efficiente nel portare tutti, studenti e insegnanti, in palestra. Il bambino, ha detto Drew, è stato immediatamente portato in custodia alla locale stazione di polizia, dove si cerca di capire come si sia procurato l’arma e, sottinteso, se la famiglia abbia avuto un ruolo.

Le leggi della Virginia, ricordano i media americani, non prevedono la perseguibilità di un bambino di sei anni, anche se esiste la possibilità di togliere per via giudiziaria i figli dalla custodia di genitori che si rivelino inadempienti o corresponsabili per colpa in episodi di questa gravità. L’episodio promette di rinfocolare la polemica fra la lobby delle armi e suoi difensori e chi ne vuole limitare l’uso. L’impressione è che la vicenda sia talmente inusuale, oltre che grave, che nessuno sappia esattamente cosa fare.

“Le autorità sono in contatto con gli avvocati per capire come procedere”, ha detto Drew. Eppure qualcosa va fatto. Il sovrintendente scolastico di Newport News, George Parker, in conferenza stampa ha detto che “bisogna tenere le armi fuori dalla portata delle mani dei nostri piccoli”. “Non posso controllare l’accesso alle armi”, ha proseguito il sovrintendente Parker, “e neanche i miei insegnanti possono controllare l’accesso alle armi”, aggiungendo che la scuola elementare Richneck resterà chiusa lunedì “per consentirci di lavorare sulla salute mentale del nostro personale e dei nostri alunni”. Alla fine Parker ne trae l’unica lezione possibile, a caldo: “Oggi i nostri alunni hanno imparato una lezione sulla violenza delle armi e su come le armi possano sconvolgere non solo l’ambiente scolastico, ma anche una famiglia, una comunità”.

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Wsj, Putin sta espandendo basi e truppe ai confini Nato

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A circa 160 chilometri dal confine con la Finlandia, nella città russa di Petrozavodsk, gli ingegneri militari russi stanno espandendo le basi militari dove il Cremlino prevede di creare un nuovo quartier generale dell’esercito per supervisionare decine di migliaia di soldati nei prossimi anni. E’ quanto scrive il Wall Street Journal. I soldati, molti dei quali ora in prima linea in Ucraina, dovrebbero costituire la spina dorsale dell’esercito russo in chiave anti-Nato. Il Cremlino sta ampliando il reclutamento militare, rafforzando la produzione di armi e potenziando le linee ferroviarie nelle zone di confine.

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Ft: accuse a Orban, 1 miliardo sussidi a media filogovernativi

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Due organi di informazione ungheresi, Magyar Hang e una seconda testata coperta dall’anonimato, intendono presentare oggi una denuncia alla Commissione europea, sostenendo che il governo di Viktor Orbán ha concesso più di un miliardo di euro di sovvenzioni illegali ai media filogovernativi. Lo riporta il Financial Times online. Secondo le due testate, le entrate pubblicitarie sarebbero state convogliate verso giornali, emittenti televisive e piattaforme online filo-Orbán tra il 2015 e il 2023 per per garantire il sostegno al partito al potere Fidesz e per escludere il giornalismo critico.

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Putin ringrazia i soldati nordcoreani, ‘sono eroi’

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Il presidente russo, Vladimir Putin, ha ringraziato in un messaggio i soldati nordcoreani che hanno preso parte alla “liberazione della regione di Kursk” dalle truppe d’invasione ucraine, definendoli “eroi”. Lo riferisce il servizio stampa del Cremlino.

“Il popolo russo non dimenticherà mai l’impresa delle forze speciali coreane, onoreremo sempre gli eroi coreani che hanno dato la vita per la Russia, per la nostra comune libertà, al pari dei loro compagni d’armi russi”, si legge nel messaggio di Putin. Il presidente russo sottolinea che l’intervento è avvenuto “nel pieno rispetto della legge internazionale”, in base all’articolo 4 dell’accordo di partenriato strategico firmato nel giugno dello scorso anno tra Mosca e Pyongyang, che prevede assistenza militare reciproca in caso di aggressione a uno dei due Paesi. “Gli amici coreani – ha aggiunto Putin – hanno agito in base a un senso di solidarietà, giustizia e genuina amicizia. Lo apprezziamo molto e ringraziamo con sincerità il presidente Kim Jong-un personalmente”.

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