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Una domenica a Moldovanka, trafficanti e bunker

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Era il vecchio porto franco di Odessa, la sua anima commerciale, legale e illegale. Moldovanka e’, ancora oggi, uno dei quartieri piu’ celebri di una citta’ che ha sempre mostrato la sua apertura al mondo con orgoglio. Palazzi bassi e di inizio Novecento, a dir poco decadenti, fanno da contorno a questo reticolo di strade che, ogni weekend, in tempi di pace ospitava uno dei mercati delle pulci piu’ famosi del Paese. Con l’inizio del conflitto le bancarelle si sono fatte via via piu’ sporadiche. Ma alla quinta domenica di guerra anche Moldovanka ha ripreso a vivere. “La gente aveva paura, ora ci stiamo abituando anche a questo”, ti ripetono nel mercato. Protagonista delle ‘Storie di Odessa’ del celebre scrittore ucraino Isaac Babel, Moldovanka e’ sempre stato un luogo turbolento, panacea del contrabbando e porto sicuro di fuggiaschi da ogni parte dell’Asia e del Medio Oriente. Aleksandr Fridman e’ una delle memorie del quartiere. Vive al pieno terra di un antico palazzo e la sua casa e’ sommersa da oggetti di ogni tipo che ha acquistato nel corso della sua – non breve – vita. Ognuno di questi racconta un pezzo di storia di Odessa. “Nel 1909 tre uomini originari di qui ma residenti in America andarono in Messico per riempire la loro nave di tequila e portarla a Odessa. Erano contrabbandieri e quando si avvicinarono al porto di nascosto la loro nave si incaglio’ sulla sabbia. Scapparono, lasciando tutta la tequila a bordo. L’anno dopo il governo lamento’ una drastica perdita dei proventi dalle tasse sulla vodka”, racconta Aleksandr mostrando una delle bottiglie che conteneva quella tequila. Moldovanka e’ un luogo di aneddoti e chiacchiericci, nonostante il vento gelido che ha ripreso a soffiare da queste parti. Ma e’ anche il simbolo di una citta’ che non perde di vista il nemico. Da questo quartiere si entra infatti nelle catacombe di Odessa, labirinto di cunicoli che soggiace all’intera area cittadina. “E’ per questo che Odessa non ha la metropolitana”, racconta uno dei volontari che si occupa delle manutenzione di queste catacombe risalenti ad oltre due secoli fa e divenute, nel corso degli anni, riserva di pietre per i nuovi edifici cittadini, bunker per lo stato maggiore comunista, nascondiglio dei contrabbandieri, rifugio dei partigiani durante l’occupazione nazista. Nei primi giorni della guerra parte di queste caverne, quella meno traballante, e’ stata eletta enorme bunker cittadino. “Qui potranno rifugiarsi oltre 1.500 persone. Ed e’ un luogo a prova di qualsiasi bomba ad accezione di quelle chimiche o nucleari”, spiega l’associazione che ha preso in gestione il sito gia’ in tempi di pace. Dentro un dedalo di tunnel senza fine racconta, tra l’altro, la storia della citta’. I muri sono tappezzati di disegni e anche di alcune foto, come quella che ritrae Fidel Castro mentre visita le catacombe nel 1981. “In caso di attacco non ci si puo’ restare per troppe ore, altrimenti l’aria diventa irrespirabile”. Nel frattempo, nei numerosi anfratti delle catacombe di Odessa compaiono divanetti, giacigli, bottiglie d’acqua. Fuori, la domenica scorre tranquilla sebbene la contraerea ucraina abbia fatto sapere di aver abbattuto due missili russi. Ma l’ultima exit strategy di Odessa, nel caso Mosca sfondasse, si trova qui, nel cuore di uno dei suoi quartieri simbolo.

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Blackout in Spagna e Portogallo: indagini in corso, ipotesi anche di un cyberattacco

Spagna e Portogallo colpiti da un blackout elettrico: disagi nei trasporti e nelle comunicazioni. Il governo indaga, possibile anche un cyberattacco.

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Poco dopo le 12 di oggi, migliaia di cittadini in tutta la Spagna continentale e in Portogallo sono stati colpiti da un improvviso blackout elettrico. Come riportato dal quotidiano “El País”, il governo spagnolo ha attivato diversi team tecnici di vari ministeri per indagare sulle cause dell’interruzione, anche se al momento non esiste ancora una spiegazione ufficiale.

Secondo quanto riferito da Red Eléctrica, l’azienda pubblica responsabile della gestione del sistema elettrico nazionale, si sta lavorando intensamente per ripristinare la fornitura di energia. Anche l’Istituto nazionale di cybersicurezza è coinvolto nelle analisi, valutando la possibilità che il blackout possa essere stato causato da un attacco informatico, sebbene non ci siano ancora conferme in tal senso.

Reti di comunicazione e trasporti in tilt

Il blackout ha avuto ripercussioni su diversi settori strategici: sono stati colpiti reti di comunicazione, aeroporti e linee ferroviarie ad alta velocità in Spagna e Portogallo. Problemi sono stati segnalati anche nella gestione del traffico stradale, con numerosi semafori fuori servizio, oltre che in centri commerciali e strutture pubbliche.

La ministra spagnola della Transizione ecologica, Sara Aagesen, ha fatto visita al centro di controllo di Red Eléctrica per seguire da vicino le operazioni di ripristino. L’azienda ha attivato un piano di emergenza che prevede il graduale ritorno alla normalità, iniziando dal nord e dal sud della penisola iberica.

Coinvolta anche la Francia meridionale

Le interruzioni non hanno riguardato esclusivamente la Spagna e il Portogallo: alcune aree del sud della Francia, interconnesse con la rete elettrica spagnola, hanno subito disagi simili. Le autorità francesi stanno monitorando attentamente la situazione in coordinamento con le controparti spagnole.

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Wsj, Putin sta espandendo basi e truppe ai confini Nato

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A circa 160 chilometri dal confine con la Finlandia, nella città russa di Petrozavodsk, gli ingegneri militari russi stanno espandendo le basi militari dove il Cremlino prevede di creare un nuovo quartier generale dell’esercito per supervisionare decine di migliaia di soldati nei prossimi anni. E’ quanto scrive il Wall Street Journal. I soldati, molti dei quali ora in prima linea in Ucraina, dovrebbero costituire la spina dorsale dell’esercito russo in chiave anti-Nato. Il Cremlino sta ampliando il reclutamento militare, rafforzando la produzione di armi e potenziando le linee ferroviarie nelle zone di confine.

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Ft: accuse a Orban, 1 miliardo sussidi a media filogovernativi

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Due organi di informazione ungheresi, Magyar Hang e una seconda testata coperta dall’anonimato, intendono presentare oggi una denuncia alla Commissione europea, sostenendo che il governo di Viktor Orbán ha concesso più di un miliardo di euro di sovvenzioni illegali ai media filogovernativi. Lo riporta il Financial Times online. Secondo le due testate, le entrate pubblicitarie sarebbero state convogliate verso giornali, emittenti televisive e piattaforme online filo-Orbán tra il 2015 e il 2023 per per garantire il sostegno al partito al potere Fidesz e per escludere il giornalismo critico.

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