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Guerra Ucraina

Ue tenta accordo su embargo al petrolio russo ma Orban alza la posta

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Una manciata d’ore per elaborare una bozza di intesa sull’embargo al petrolio. E per salvare un vertice europeo ad alto rischio fallimento. L’Ue tenta in zona Cesarini di sbrogliare l’impasse sul sesto pacchetto di sanzioni e in una nuova serie di incontri e contatti tasta il terreno sull’ipotesi piu’ percorribile, quella dell’esenzione temporanea dell’Ungheria dall’embargo al greggio russo. Ma l’intesa, spiegano fonte europee, “ancora non si vede”. La posta in gioco e’ alta e Viktor Orban l’ha alzata ulteriormente recandosi in Francia per un faccia a faccia a trazione sovranista con Marine Le Pen: “La politica sanzionatoria dell’Ue e’ sbagliata”, e’ il messaggio mandato dai due. In queste ore Bruxelles sta provando ad andare oltre le speculazioni politiche. La Commissione e’ tornata agli incontri per gruppi dei Rappresentanti degli Stati membri, ricevendo ad esempio a pranzo, i cosiddetti ‘big five’, ovvero Francia, Germania, Italia, Spagna e Polonia. Sul tavolo ha messo le possibili exit strategy per sbloccare il veto ungherese. Due su tutte. La prima vedrebbe l’esenzione temporanea (fino a 4 anni) dell’oleodotto Druzhba, che fornisce l’Ungheria di petrolio russo. Nel frattempo, a Budapest – attraverso il RepowerEu – arriverebbero i fondi europei per adeguare le raffinerie e accelerare sulle rinnovabili. Tuttavia i fondi del RePower arrivano ai Paesi membri attraverso il Pnrr. E sul piano ungherese, a causa della condizionalita’ dello stato di diritto, il via libera di Bruxelles ancora non c’e’. A fornire l’oleodotto alternativo all’Ungheria, sarebbe invece la Croazia (che per questo avrebbe dei fondi ad hoc) e Zagabria sembra aperta alla soluzione. L’altra ipotesi e’ quella dell’esenzione tout court del greggio che arriva in Ue attraverso oleodotti. E’ una strada che non coinvolgerebbe solo l’Ungheria, ma anche Paesi come Germania e Polonia. E che farebbe storcere il naso a piu’ di una capitale. In chiave anti-Orban, avrebbe il vantaggio di evitare di erogare compensazioni al suo governo. Il tema, tuttavia, non e’ solo tecnico ma politico. E rischia di innescare un tutto contro tutti, con la Polonia, ad esempio, pronta a puntare il dito non solo contro Budapest ma contro quei leader che Varsavia ritiene troppo morbidi di fronte all’aggressione russa. Non a caso fonti diplomatiche di Varsavia hanno preannunciato come, al summit di lunedi’, chiederanno un chiarimento sul pagamento in rubli al gas russo, tema scivoloso anche per Roma. Al vertice, tra l’altro, la divisione rischia di estendersi piu’ in generale all’atteggiamento da tenere nei confronti di Mosca. Con Volodymyr Zelesnky, che in videocollegamento, ribadira’ il suo crescente malumore: “Le grandi potenze non flirtino con Mosca e trattino la situazione ucraina come tale”, ha tuonato il presidente ucraino. Nel frattempo, mentre la Nato fa sapere di aver apprezzato il piano di pace italiano sul quale, tuttavia, mancano le condizioni politiche, della parola ‘tregua’, nella bozza di conclusione del vertice, ancora non c’e’ traccia. (

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Esteri

Kiev: grati per firma accordo con gli Usa, favorirà entrambi

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“Sono grata a tutti coloro che hanno lavorato per l’accordo e lo hanno reso più significativo. Ora il documento è tale da garantire il successo per entrambi i nostri Paesi, Ucraina e Stati Uniti”: così la vicepremier ucraina Yulia Svyrydenko ha commentato le intese siglate tra Kiev e Washington, secondo quanto riferito dai media ucraini. “Il 30 aprile, Ucraina e Stati Uniti hanno firmato un accordo sui minerali, atteso da tempo, che istituisce un fondo di investimento congiunto in Ucraina”, ha annunciato Svyrydenko, che oggi era a Washington per firmare l’accordo quadro a nome dell’Ucraina. Ha firmato il documento insieme al Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent (nella foto in evidenza).

Poco prima della firma dell’accordo a Washington il premier ucraino Denys Shmyhal aveva annunciato il via libera del suo governo, precisando che il Fondo di Investimento per la Ricostruzione sarà gestito congiuntamente da Kiev e Washington in un partenariato paritario, con entrambe le parti che contribuiranno al fondo. Secondo Shmyhal, i futuri aiuti militari degli Stati Uniti possono essere considerati contributi al fondo, ma l’assistenza precedente non è inclusa.

“L’accordo – ha precisato – non prevede alcun obbligo di debito”, ha affermato Shmyhal, e l’Ucraina manterrà “il pieno controllo sul sottosuolo, sulle infrastrutture e sulle risorse naturali”, ha affermato. L’istituzione del fondo non interferirà, inoltre, con il percorso dell’Ucraina verso l’adesione all’Unione Europea.

Svyrydenko ha confermato queste clausole in un post sui social media, aggiungendo che le aziende statali ucraine come Energoatom e Ukrnafta manterranno la proprietà statale e che l’accordo è conforme alla Costituzione ucraina. Il fondo sarà alimentato esclusivamente dai proventi derivanti dalle licenze di nuova emissione: “Stiamo parlando del 50% dei fondi provenienti dalle nuove licenze per progetti nel campo dei minerali critici, del petrolio e del gas che andranno a bilancio dopo la creazione del Fondo”, ha scritto.

“I proventi derivanti da progetti già avviati o i proventi a bilancio non sono inclusi nel Fondo. L’accordo prevede un’ulteriore cooperazione strategica”. Le entrate e i contributi del fondo non saranno tassati né in Ucraina né negli Stati Uniti, ha aggiunto. Come parte dell’accordo, gli Stati Uniti contribuiranno ad attrarre ulteriori investimenti e tecnologie in Ucraina, ha affermato Svyrydenko.

Secondo il Washington Post (Wp), l’accordo non fornisce garanzie concrete di sicurezza all’Ucraina. Esso sancisce invece un “allineamento strategico a lungo termine” tra le due nazioni e promette agli Stati Uniti “il sostegno alla sicurezza, alla prosperità, alla ricostruzione e all’integrazione dell’Ucraina nel contesto economico globale”.

L’accordo non include, inoltre, alcun riferimento alla centrale nucleare di Zaporizhzhia (ZNPP) occupata dai russi, riporta il Wp. Funzionari statunitensi avevano precedentemente suggerito di assumere il controllo dell’impianto nell’ambito di un futuro accordo di pace. L’accordo quadro Usa-Ucraina dovrà ora essere sottoposto al vaglio del parlamento di Kiev.

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Esteri

Ucraina: droni russi su Odessa, due morti e cinque feriti

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Due persone sono state uccise e altre cinque sono rimaste ferite in un attacco di droni russi contro una zona residenziale a Odessa, nell’Ucraina meridionale. Lo ha annunciato il governatore della regione su Telegram. Contemporaneamente, si sono udite delle esplosioni in un quartiere della città di Sumy e sono scattati gli allarmi antiaerei, nelle regioni di Kiev, Kharkiv, Chernihiv, Sumy, Donetsk, Dnipropetrovsk e Zaporizhia.

A Odessa, “l’attacco nemico ha danneggiato edifici residenziali, case, un supermercato, una scuola e automobili. Sono scoppiati incendi. Due persone sono state uccise dall’attacco e altre cinque sono rimaste ferite”, ha scritto il governatore locale Oleg Kiper sul suo account Telegram. Questo ultimo attacco da parte di Mosca avviene mentre Stati Uniti e l’Ucraina annunciano la firma di un ampio accordo economico, che istituisce un fondo di investimento per la ricostruzione del paese devastato dalla guerra e garantisce all’amministrazione di Donald Trump l’accesso alle risorse naturali ucraine. Allo stesso tempo, sono in corso molteplici negoziati diplomatici internazionali per trovare una soluzione al conflitto, a più di tre anni dall’invasione russa dell’Ucraina.

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Esteri

Viktoriia Roshchyna, morta in carcere russo la giornalista ucraina: il corpo restituito con segni di tortura

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Il 14 febbraio scorso, la Russia ha restituito all’Ucraina il corpo di Viktoriia Roshchyna, giovane giornalista freelance ucraina scomparsa nell’agosto 2023 mentre documentava i crimini nei territori occupati nel sud-est del Paese. La restituzione è avvenuta nell’ambito di uno scambio di salme, ma la condizione del corpo ha subito destato allarme.

Segni di tortura e lesioni inflitte in vita

Secondo le indagini della Procura generale ucraina, rese note da Ukrainska Pravda, il corpo di Roshchyna era in avanzato stato di decomposizione e mostrava chiari segni di tortura: abrasioni, contusioni diffuse, una costola rotta, ferite al collo e probabili scosse elettriche ai piedi. Il capo del Dipartimento della Guerra della procura, Yurii Bielousov, ha confermato che le lesioni “sono state inflitte mentre era ancora in vita”.

Organismi interni mancanti e sospetti di occultamento

La conferma dell’identità è avvenuta tramite test del DNA con una corrispondenza del 99%, ma il padre della reporter ha chiesto ulteriori accertamenti, viste le condizioni del corpo. L’autopsia ha rivelato l’assenza di diversi organi interni, tra cui cervello, bulbi oculari e parte della trachea. Un medico legale internazionale ha ipotizzato che questo possa essere stato un tentativo di occultare prove di strangolamento o soffocamento.

Detenzione illegale e isolamento totale

Roshchyna, 27 anni, è la prima giornalista ucraina confermata morta in un carcere russo. Era stata detenuta senza accuse formali nel carcere Sizo-2 di Taganrog, uno dei centri dove la Russia trattiene civili ucraini in condizioni denunciate da diverse organizzazioni internazionali. Non le sarebbe stata consentita alcuna comunicazione con l’esterno.

Tajani: “Putin bluffa, ma la pace è possibile entro il 2025”

Mentre la vicenda scuote l’opinione pubblica internazionale, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando dal congresso del Partito Popolare Europeo a Valencia, si è detto convinto che entro il 2025 la guerra finirà.

Secondo Tajani, la proposta di tregua avanzata da Vladimir Putin è “un bluff, come quella di Pasqua”, ma l’Italia è pronta a sostenere la pace sotto l’egida delle Nazioni Unite. Il governo italiano sta organizzando una conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina a Roma, preceduta da incontri a Bruxelles e Verona. «Tocca a Putin fare il primo passo», ha dichiarato il ministro, auspicando un coinvolgimento diretto di Europa e Stati Uniti nel processo negoziale.

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