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Cronache

Uccisa dopo la denuncia, Cartabia chiede accertamenti

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Quasi un mese e’ trascorso tra la denuncia per stalking presentata da Alessandra Matteuzzi ai carabinieri, il 29 luglio, e il suo omicidio, la sera di martedi’ 23 agosto. Questo lasso di tempo, durante il quale non sono stati assunti provvedimenti a carico dell’ex compagno Giovanni Padovani o a protezione della donna, sara’ al centro degli approfondimenti avviati dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia. Che ha chiesto agli uffici dell’Ispettorato di “svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari, formulando, all’esito, valutazioni e proposte”. Obiettivo e’ capire se si poteva fare di piu’ per prevenire l’ennesimo femminicidio, come sostiene la famiglia della vittima. Ma per il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato, “in questa vicenda non si puo’ affatto parlare di malagiustizia”. “La denuncia – ha ricostruito Amato al Gr1 Rai – e’ stata raccolta a fine luglio, il primo agosto e’ stata iscritta e subito sono state attivate le indagini che non potevano concludersi prima del 29 agosto perche’ alcune persone da sentire erano in ferie. Quello che potevamo fare lo abbiamo fatto”. Dalla denuncia, secondo Amato, “non emergevano situazioni di rischio concreto di violenza, era la tipica condotta di stalkeraggio molesto”. Padovani, calciatore in serie minori, attualmente alla Sancataldese nella D siciliana, 27 anni, quasi 30 in meno della vittima, 56enne agente di commercio in uno showroom di moda, martedi’ sera si e’ presentato in via dell’Arcoveggio con un martello. L’ha attesa e quando e’ scesa dalla macchina, lei al telefono con la sorella, l’ha massacrata di colpi. “Quello che e’ successo non e’ stato affatto un fulmine a ciel sereno, perche’ c’erano stati segnali precedenti, tanto e’ vero che c’era stata una denuncia. Il problema e’ nelle falle normative. Se viene sporta una denuncia per atti persecutori e nel contempo non c’e’ una protezione, continueranno i femminicidi”, ha detto la cugina di Alessandra, l’avvocato modenese Sonia Bartolini. “Mia zia era una persona di cuore e non si meritava tutto questo, spero che questo episodio serva a cambiare le cose. Mi aspetto che lui marcisca in galera, ma che non paghi una persona sola, altrimenti succedera’ di nuovo”, ha insistito Matteo Perini, nipote della donna assassinata. I familiari di Alessandra oggi erano nella casa del delitto, dove alcuni vicini e conoscenti hanno portato mazzi di fiori, all’ingresso del palazzo. “Ciao Sandra ovunque tu sia continua a splendere” si legge su un biglietto di accompagnamento appoggiato nel piccolo portico dove e’ stata uccisa. Domani e’ fissata davanti al Gip Andrea Salvatore Romito l’udienza per Padovani, difeso d’ufficio dall’avvocato Enrico Buono. Per il giovane, arrestato in flagranza dalla polizia, il pm Domenico Ambrosino ha chiesto la convalida e la custodia cautelare in carcere per omicidio aggravato dallo stalking. Sempre domani pomeriggio il medico legale Guido Pelletti eseguira’ l’autopsia. Padovani aveva anche condiviso sui social una campagna contro la violenza sulle donne della squadra di calcio in cui giocava all’epoca: il 25 novembre 2021, giornata internazionale sul tema, aveva rilanciato su Instagram un messaggio del Troina Calcio, dove appariva lui, con la fascia da capitano, davanti al messaggio “Stop violenza sulle donne”. E un’altra polemica intanto e’ scoppiata per un commento sui social da parte del direttore della Croce bianca dell’Emilia-Romagna, Donatello Alberti: “Comunque anche lei come andava conciata, ovvio che il ragazzo era geloso”, ha scritto. “Non esiste giustificazione alcuna per un atto cosi’ efferato e aberrante, che ha spento un’altra vita, piegato nel dolore un’altra famiglia e tutta la comunita’ cittadina”, ha scritto l’assessore regionale alla Sanita’ Raffaele Donini. “Per questo – aggiunge – sono sdegnato dalle parole di Donatello Alberti. La Croce Bianca non ha alcun rapporto con il Servizio Sanitario dell’Emilia-Romagna”.

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Ferito da un colpo di pistola, 14enne in ospedale all’Aquila

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Un ragazzo di 14 anni è finito in ospedale, all’Aquila, dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola. Il giovane ha una ferita da arma da fuoco alla gamba ed è stato sottoposto ad un intervento chirurgico; le sue condizioni non destano preoccupazione. Poco chiara al momento la dinamica dei fatti, che sono avvenuti attorno alle 18 in località Cese di Preturo. Il ragazzo, ricostruiscono i media locali, avrebbe raccontato che, mentre era con degli amici, da un’automobile, sembra un’Audi nera, che li ha affiancati, sarebbe partito un colpo di pistola. E’ stato lo stesso 14enne, una volta tornato a casa, a raccontare quanto accaduto alla madre, che poi lo ha accompagnato in ospedale. Sull’episodio e sulla versione fornita dal ragazzo sono in corso indagini da parte della polizia.

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Blackout ferma anche il tennis a Madrid ma Arnaldi passa

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Anche il torneo di tennis di Madrid si è dovuto arrendere al black out che ha colpito poco dopo le 12.30 di oggi ma l’intera penisola iberica e parte del Sud della Francia. Dopo sole tre partite giocate, il programma è stato sospeso in attesa di un ritorno dell’energia elettrica, lasciando giocatori e pubblico in un limbo fatto di attesa e incertezza, un po’ come in una stazione o in un aeroporto per uno sciopero improvviso. Intorno alle 16.30, gli organizzatori hanno infine deciso di cancellare tutti gli incontri ancora da disputare, nel pomeriggio e in serata, per motivi tecnici e di sicurezza, scombinando i programmi di tante stelle della racchetta già stressate, anche se lautamente ricompensate, dai ritmi infernali del circuito.

Una delle poche eccezioni ha riguardato Matteo Arnaldi. L’azzurro stava portando a casa il secondo set contro il bosniaco Damir Dzumhur quando si sono spenti i tabelloni e tutte le apparecchiature a servizio del match. I due giocatori sono rimasti interdetti e la partita è stata sospesa ma quello che sembrava un inconveniente localizzato alla Caja Magica, sede del torneo, si è rivelato un problema di ben altra dimensione. L’azzurro ha però potuto in qualche modo finire opera, battendo il rivale per 6-3, 6-4 per accedere agli ottavi di finale, ma della sua vittoria non resterà traccia se non nella memoria dei due protagonisti e dello scarso pubblico presente, perchè tutto era andato in tilt. Nel primo set, Arnaldi e Dzumhur hanno faticato mezz’ora per completare i primi sei game, poi l’italiano ha fatto il break per chiudere 6-4.

Nel secondo, Arnaldi non si è fatto distrarre dall’interruzione, guadagnando la sua prima volta agli ottavo in un Masters 1000 e anche qualche ora di riposo in più rispetto al prossimo avversario, che sarà uno tra lo statunitense Tiafoe e il francese Muller. Non è andata altrettanto bene al bulgaro Grigor Dimitrov, che stava avendo la meglio sul britannico Jacob Fearnley: lo stop energetico ha lasciato una telecamera pericolosamente sospesa sul centro del campo, obbligando a sospendere definitivamente l’incontro. Dopo qualche ora di attesa, i giocatori che dovevano scendere in campo hanno avuto la notifica della cancellazione del programma e tra loro ci sono Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti, che domani, si presume, dovranno affrontare rispettivamente il britannico Jack Draper e il greco Stefanos Tsitsipas. Nel torneo Wta 1000 hanno potuto completare la partita la statunitense Coco Gauff, che ha battuto la svizzera Belinda Bencic, e la sua prossima avversaria, la russa Mirra Andreeva, che ha eliminato l’ucraina Yuliia Starodubtseva. Tutto rinviato invece per la n.1 e la n.2 al mondo, la bielorussa Aryna Sabalenka e la polacca Iga Swiatek, che è la campionessa uscente. (ANSA). 2025-04-28T18:10:00+02:00 RI ANSA per CAMERA04 NS055 NS055

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Prete indagato a Bari, su auto tracce di sangue: è indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso

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Le tracce presenti sull’auto di don Nicola D’Onghia, il 54enne sacerdote indagato a Bari per omicidio stradale e omissione di soccorso nel caso della morte della 32enne Fabiana Chiarappa, erano di sangue. Lo dimostrano i primi risultati degli accertamenti svolti sulla Fiat Bravo del prete nei giorni successivi all’incidente. Ora, per gli inquirenti, resta intanto da capire se quel sangue sia quello della 32enne, rugbista e soccorritrice del 118, ma soprattutto se il possibile impatto tra la auto del sacerdote e Chiarappa abbia causato la morte della giovane o se questa, invece, sia avvenuta prima.

Secondo quanto ricostruito finora, la sera del 2 aprile Chiarappa era in sella alla sua moto Suzuki sulla provinciale 172 che collega i comuni di Turi e Putignano quando, per cause ancora da chiarire, avrebbe perso il controllo del mezzo e sarebbe finita fuori strada, colpendo anche un muretto a secco. Compito della pm Ileana Ramundo, che coordina le indagini dei carabinieri, è ora quello di capire – anche grazie ai risultati dell’autopsia, il cui deposito è previsto tra oltre un mese – cosa effettivamente abbia causato la morte della 32enne, se lo schianto contro il muretto o il successivo impatto con l’auto.

Il parroco, agli inquirenti, ha raccontato come quella sera, mentre percorreva quella strada, ha avvertito un rumore provenire dal pianale della propria auto (“come se avessi colpito una pietra”) ma di non essersi accorto né della moto né della ragazza, anche a causa del buio. Poco dopo aver sentito il rumore, intorno alle 20.30, si è quindi fermato in una stazione di servizio per controllare eventuali danni all’auto, prima di rimettersi in macchina e tornare verso casa. Il parroco ha detto di aver appreso dell’incidente dalla stampa il giorno dopo e per questo, dopo aver consultato i propri legali (è assistito dagli avvocati Vita Mansueto e Federico Straziota), ha deciso di raccontare il tutto ai carabinieri.

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