Ogni anno nel mondo piu’ di 400.000 bambini e adolescenti sotto i 20 anni ricevono una diagnosi di tumore. In Italia, grazie ai progressi degli ultimi decenni, 8 su 10 guariscono. Ma cosi’ non e’ nei Paesi a basso reddito, dove l’80% di loro non sopravvive, perche’ non ha una diagnosi corretta ne’ possibilita’ di cura. Riuscire a curare tutti i piccoli pazienti, grazie allo sviluppo di terapie specifiche sempre piu’ efficaci, personalizzate e meno tossiche e’ l’appello che arriva da medici e associazioni in occasione della 21/ma Giornata Mondiale contro il Cancro Infantile che si celebra il 15 febbraio. Ogni anno, nel nostro Paese, si ammalano di tumore oltre 1.500 bambini e oltre 900 adolescenti. Si stima che oggi in Italia ci siano piu’ di 44.000 persone che hanno avuto una diagnosi in eta’ pediatrica. Negli ultimi anni si sono raggiunti eccellenti livelli di cura e di guarigione per le leucemie e i linfomi, ma per tumori cerebrali, neuroblastomi e osteosarcomi i tassi di guarigione rimangono ancora bassi. In particolare, “nei tumori solidi dei bambini – sottolinea Katia Scotlandi, direttore del laboratorio di Oncologia sperimentale dell’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna – c’e’ un’importante componente genetica che richiede molta ricerca mirata, perche’ i meccanismi che caratterizzano queste malattie sono spesso assai piu’ complessi rispetto alle mutazioni che hanno permesso di ottenere le terapie a bersaglio molecolare usate in alcuni tumori comuni negli adulti”. A questo si aggiunge il fatto che il 50% dei farmaci oggi usati per combattere i tumori pediatrici, non e’ autorizzato ad hoc per loro, ma usato adattando ai bambini medicine per adulti. Di qui l’appello delle associazioni di pazienti a promuovere la ricerca in questo campo. Un appello accolto dalla Fondazione Airc, che solo nel 2022, ha investito 8,5 milioni di euro in 78 progetti di ricerca che vanno dalla componente genetica nei sarcomi a farmaci che permettono di ridurre le dosi di radioterapia necessaria. “I tumori dei bambini – spiega Maura Massimino, ricercatrice Airc, che dirige l’oncologia pediatrica dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano – sono ‘macchine’ che funzionano diversamente da quelle degli adulti e, soprattutto, la ricerca pediatrica per sua natura deve prestare molta piu’ attenzione alla vita che attende i pazienti per anni e anni a venire”. Anche quest’anno, in occasione del 21/mo International Childhood Cancer Day, l’Associazione Italiana Ematologia ed Oncologia Pediatrica (Aieop), rinnova la partecipazione al network Childhood Cancer International, aderendo alla campagna #nelletuemani, che sottolinea l’importanza di cure appropriate, somministrate in tempi giusti e da medici competenti. “E’ fondamentale – dichiara Arcangelo Prete, presidente di Aieop – che sia garantita l’equita’ di accesso alle cure per tutti i bambini, ma e’ altrettanto importante che questi pazienti siano messi nelle mani esperte di professionisti, che operano in centri specializzati e capaci di erogare le cure appropriate per ogni caso”. Fondamentale, pero’, e’ affiancare alle cure mediche il supporto psicologico per prevenire il disagio psichico, perche’ ansia e depressione restano clinicamente significativi per il 6,5% dei giovani in cura, come indica una ricerca di Fondazione Soleterre condotta insieme all’Universita’ Cattolica di Milano su un campione di 31 adolescenti in cura presso il Policlinico San Matteo di Pavia. Per la giornata del 15 febbraio, intanto, la Federazione nazionale associazioni genitori e guariti oncoematologia pediatrica (Fiagop) organizza la quarta edizione di ‘Diamo radici alla speranza, piantiamo un melograno’, che prevede cerimonie in ospedali, giardini pubblici, scuole, alla presenza dei pazienti e delle loro famiglie, dei medici e del personale sanitario.