Collegati con noi

Cronache

Tragedia a Catanzaro, 3 fratelli muoiono in rogo casa

Pubblicato

del

Era notte fonda quando è scoppiato l’inferno in una appartamento al quinto piano di una palazzina di edilizia popolare a Catanzaro. Fuoco, fiamme e poi tanto fumo: una trappola che si è rivelata ben presto mortale per tre fratelli: Saverio, di 22 anni, affetto da autismo, Aldo Pio di 16 e Mattia di 12, la vittima più giovane. Gli altri componenti del nucleo familiare, composto da sette persone, sono il padre Vitaliano Corasaniti di 42 anni, venditore ambulante di abbigliamento, la madre Rita Mazzei, casalinga, di 41, la figlia Zaira Mara di 10 e Antonello di 14 che i soccorritori sono riusciti a raggiungere e a portare fuori. Le loro condizioni sono gravi. Drammatici i momenti vissuti nell’appartamento in preda al rogo in un silenzio rotto dalle sirene dei vigili del fuoco e delle ambulanze. E quella che si è presentata davanti ai soccorritori è stata un’immagine da girone dantesco con lingue di fuoco che si alzavano minacciosamente e tanto fumo, visibile anche a lunga distanza, che invadeva la tromba delle scale della palazzina rendendo l’aria irrespirabile. Due delle vittime, i ragazzi più grandi, hanno tentato di mettersi in salvo ma i loro corpi sono stati trovati a poca distanza dal balcone. Li hanno trovati semicarbonizzati. Probabilmente il fumo li ha sopraffatti facendo loro perdere i sensi per poi condurli alla morte. La terza vittima, dodicenne, invece, è stata trovata nel bagno. Quella stessa sporgenza che avrebbe potuto rappresentare la salvezza ha consentito ai vigili, che all’ingresso del palazzo avevano montato anche il telo di salvataggio, di raggiungere i genitori, la sorellina ed un altro fratello che sono stati portati a terra con l’autoscala. La madre, come ha raccontato una vicina tra le lacrime, ha anche tentato di proteggere la figlia con un abbraccio prima di essere avvolta dalle fiamme. Adesso la donna lotta tra la vita e la morte nel centro grandi ustionati di Bari mentre la piccola è stata ricoverata in un centro pediatrico specializzato di Napoli. Sequenze drammatiche quelle vissute nella notte in via Caduti XVI marzo 1978, quartiere Pistoia, zona sud del capoluogo calabrese dove chi giunge, o forse sarebbe il caso di dire si avventura, è accolto da una eloquente scritta “Pistoia Bronx” tracciata sui muri dei caseggiati. Una realtà delicata e complessa che, assieme agli insediamenti di Aranceto e Corvo, mostra il volto meno conosciuto e più cupo di Catanzaro. Agglomerati di cemento tra aiuole non curate e sporcizia dove la quotidianità trascorre tra coabitazione con la comunità nomade, una criminalità asfissiante e un’incessante attività di spaccio di sostanza stupefacente, soprattutto cocaina. In questo contesto di degrado e di abbandono si è innestata la vicenda della famiglia Corasaniti. Il maggiore dei figli, Saverio, morto nell’incendio, autistico, era stato segnalato circa un anno fa da alcune associazioni al Comune ed alla Regione Calabria dopo la pubblicazione da parte del padre di un video sui social sulla situazione vissuta dal ragazzo e acuita dalle conseguenze della pandemia. Una famiglia su cui come ha detto Piero Romeo, presidente dell’associazione “Un raggio di sole” pesavano una situazione di “degrado e di solitudine”. I Corasaniti, inoltre, avevano subito minacce e furti, la casa in cui vivevano precedentemente occupata abusivamente, ragione per la quale si erano dovuti trasferire nella nuova abitazione. I vicini non riescono a darsi pace. “Che tragedia, che tragedia” ha detto una signora che ha gli occhi di una notte insonne. “Morire così – ha aggiunto – nel modo più atroce. Non è giusto e non ci posso pensare”. Il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita che si è subito recato sul posto parlando di “tragedia immane” ha manifestato la volontà di proclamare il lutto cittadino per il giorno dei funerali. Anche il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto ha espresso cordoglio e solidarietà invitando a pregare, ha detto, “per chi non c’è più”. La Procura di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio e disastro colposo, atto necessario per procedere all’autopsia, ma da quello che è trapelato in ambienti vicino alle indagini, allo stato non ci sono elementi che possano fare ipotizzare qualcosa di diverso dall’incidente.

Advertisement

Cronache

Ferito da un colpo di pistola, 14enne in ospedale all’Aquila

Pubblicato

del

Un ragazzo di 14 anni è finito in ospedale, all’Aquila, dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola. Il giovane ha una ferita da arma da fuoco alla gamba ed è stato sottoposto ad un intervento chirurgico; le sue condizioni non destano preoccupazione. Poco chiara al momento la dinamica dei fatti, che sono avvenuti attorno alle 18 in località Cese di Preturo. Il ragazzo, ricostruiscono i media locali, avrebbe raccontato che, mentre era con degli amici, da un’automobile, sembra un’Audi nera, che li ha affiancati, sarebbe partito un colpo di pistola. E’ stato lo stesso 14enne, una volta tornato a casa, a raccontare quanto accaduto alla madre, che poi lo ha accompagnato in ospedale. Sull’episodio e sulla versione fornita dal ragazzo sono in corso indagini da parte della polizia.

Continua a leggere

Cronache

Blackout ferma anche il tennis a Madrid ma Arnaldi passa

Pubblicato

del

Anche il torneo di tennis di Madrid si è dovuto arrendere al black out che ha colpito poco dopo le 12.30 di oggi ma l’intera penisola iberica e parte del Sud della Francia. Dopo sole tre partite giocate, il programma è stato sospeso in attesa di un ritorno dell’energia elettrica, lasciando giocatori e pubblico in un limbo fatto di attesa e incertezza, un po’ come in una stazione o in un aeroporto per uno sciopero improvviso. Intorno alle 16.30, gli organizzatori hanno infine deciso di cancellare tutti gli incontri ancora da disputare, nel pomeriggio e in serata, per motivi tecnici e di sicurezza, scombinando i programmi di tante stelle della racchetta già stressate, anche se lautamente ricompensate, dai ritmi infernali del circuito.

Una delle poche eccezioni ha riguardato Matteo Arnaldi. L’azzurro stava portando a casa il secondo set contro il bosniaco Damir Dzumhur quando si sono spenti i tabelloni e tutte le apparecchiature a servizio del match. I due giocatori sono rimasti interdetti e la partita è stata sospesa ma quello che sembrava un inconveniente localizzato alla Caja Magica, sede del torneo, si è rivelato un problema di ben altra dimensione. L’azzurro ha però potuto in qualche modo finire opera, battendo il rivale per 6-3, 6-4 per accedere agli ottavi di finale, ma della sua vittoria non resterà traccia se non nella memoria dei due protagonisti e dello scarso pubblico presente, perchè tutto era andato in tilt. Nel primo set, Arnaldi e Dzumhur hanno faticato mezz’ora per completare i primi sei game, poi l’italiano ha fatto il break per chiudere 6-4.

Nel secondo, Arnaldi non si è fatto distrarre dall’interruzione, guadagnando la sua prima volta agli ottavo in un Masters 1000 e anche qualche ora di riposo in più rispetto al prossimo avversario, che sarà uno tra lo statunitense Tiafoe e il francese Muller. Non è andata altrettanto bene al bulgaro Grigor Dimitrov, che stava avendo la meglio sul britannico Jacob Fearnley: lo stop energetico ha lasciato una telecamera pericolosamente sospesa sul centro del campo, obbligando a sospendere definitivamente l’incontro. Dopo qualche ora di attesa, i giocatori che dovevano scendere in campo hanno avuto la notifica della cancellazione del programma e tra loro ci sono Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti, che domani, si presume, dovranno affrontare rispettivamente il britannico Jack Draper e il greco Stefanos Tsitsipas. Nel torneo Wta 1000 hanno potuto completare la partita la statunitense Coco Gauff, che ha battuto la svizzera Belinda Bencic, e la sua prossima avversaria, la russa Mirra Andreeva, che ha eliminato l’ucraina Yuliia Starodubtseva. Tutto rinviato invece per la n.1 e la n.2 al mondo, la bielorussa Aryna Sabalenka e la polacca Iga Swiatek, che è la campionessa uscente. (ANSA). 2025-04-28T18:10:00+02:00 RI ANSA per CAMERA04 NS055 NS055

Continua a leggere

Cronache

Prete indagato a Bari, su auto tracce di sangue: è indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso

Pubblicato

del

Le tracce presenti sull’auto di don Nicola D’Onghia, il 54enne sacerdote indagato a Bari per omicidio stradale e omissione di soccorso nel caso della morte della 32enne Fabiana Chiarappa, erano di sangue. Lo dimostrano i primi risultati degli accertamenti svolti sulla Fiat Bravo del prete nei giorni successivi all’incidente. Ora, per gli inquirenti, resta intanto da capire se quel sangue sia quello della 32enne, rugbista e soccorritrice del 118, ma soprattutto se il possibile impatto tra la auto del sacerdote e Chiarappa abbia causato la morte della giovane o se questa, invece, sia avvenuta prima.

Secondo quanto ricostruito finora, la sera del 2 aprile Chiarappa era in sella alla sua moto Suzuki sulla provinciale 172 che collega i comuni di Turi e Putignano quando, per cause ancora da chiarire, avrebbe perso il controllo del mezzo e sarebbe finita fuori strada, colpendo anche un muretto a secco. Compito della pm Ileana Ramundo, che coordina le indagini dei carabinieri, è ora quello di capire – anche grazie ai risultati dell’autopsia, il cui deposito è previsto tra oltre un mese – cosa effettivamente abbia causato la morte della 32enne, se lo schianto contro il muretto o il successivo impatto con l’auto.

Il parroco, agli inquirenti, ha raccontato come quella sera, mentre percorreva quella strada, ha avvertito un rumore provenire dal pianale della propria auto (“come se avessi colpito una pietra”) ma di non essersi accorto né della moto né della ragazza, anche a causa del buio. Poco dopo aver sentito il rumore, intorno alle 20.30, si è quindi fermato in una stazione di servizio per controllare eventuali danni all’auto, prima di rimettersi in macchina e tornare verso casa. Il parroco ha detto di aver appreso dell’incidente dalla stampa il giorno dopo e per questo, dopo aver consultato i propri legali (è assistito dagli avvocati Vita Mansueto e Federico Straziota), ha deciso di raccontare il tutto ai carabinieri.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto