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Esteri

Tra i russi ad Antalya, “nessuno ci vuole piu”

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“Ci vergogniamo quasi a dire che siamo russe, e’ davvero incredibile”. Tatyana ha lo sguardo perso nel vuoto, i suoi occhi azzurri guardano il cielo inquieti. “Dopo quello che e’ successo abbiamo deciso di partire, senza sapere quando saremo potute tornare in Russia e ora siamo qui a tempo indeterminato” dice l’amica Yulia che l’accompagna nel labirinto di stradine lastricate del centro storico di Antalya, la localita’ costiera sul Mediterraneo tradizionalmente meta favorita dai turisti russi che scelgono la Turchia. Solo nel 2021, nonostante il Covid, quasi 4 milioni di persone dalla Russia si sono recate qui. Per tanti di loro, quest’anno, pero’ le vacanze sono iniziate ben prima della stagione calda. Il cielo e’ grigio ed e’ ancora troppo freddo per fare il bagno ma passeggiando per Antalya si trovano quasi piu’ russi che turchi. “Ci siamo sentite in trappola in Russia, l’atmosfera e’ davvero pesante” continua Tatyana che ha 30 anni, e’ della provincia di Mosca e lavora con l’amica coetanea Yulia come fashion blogger. “Davvero nessuno si aspettava che potesse succedere qualcosa del genere e siamo partite. In qualche modo ci sentiamo in trappola anche qui perche’ non vogliamo tornare, non sappiamo quando questa situazione potra’ cambiare, che pieghe potra’ prendere e, a parte la Turchia, e’ ora piu’ complicato muoversi altrove, forse possiamo fare richiesta per il visto Schengen” dice confusa Yulia. Non vuole commentare la guerra ma dice che “in Russia Putin e’ sostenuto solo dagli anziani e le vecchie generazioni e non e’ per niente popolare tra i giovani”. Anche tra i russi che hanno potuto permettersi di viaggiare fuori stagione per tentare di lasciarsi alle spalle i problemi del Paese, la preoccupazione per l’economia e’ sempre piu’ forte. “Gia’ prima della conflitto la situazione era pessima e trovarsi solo a pensare di fare i conti per il costo che sale dei pannolini del bambino non e’ una bella cosa” dice Maria, 45enne di Mosca che lavora nell’informatica, mentre guarda il figlio piccolo in carrozzina accanto a lei in un locale del centro. “Ora con le sanzioni non oso nemmeno pensare a quanto i prezzi potranno salire” ammette con amarezza raccontando che, con il marito, sono partiti per una vacanza piu’ di 3 settimane prima. “Al contrario dei Paesi europei, con la Turchia i voli ci sono ancora ma l’8 marzo le compagnie russe hanno smesso di viaggiare qui e abbiamo notato che per tornare saremo costretti ad utilizzare la Turkish Airlines che fa prezzi molto piu’ alti delle compagnie russe”. E’ convinta che sempre piu’ persone lasceranno il Paese, “noi stessi potremmo presto trasferirci qui!” dice quasi incredula ma rivelando un piano di fuga che sembra tanto inconcepibile solo fino a pochi mesi fa quanto realistico oggi. “Lo zio e’ impazzito, no, non sto parlando di un mio parente, e’ cosi’ che chiamiamo Putin in Russia, ‘lo zio’, e ha davvero perso la ragione, non pensavamo che potesse succedere” ammette il marito Ivan mentre gioca con il figlio, che sorride ignaro di tutto. “Il numero dei russi qui aumentera’ sicuramente considerata la situazione attuale” afferma con aria seria Aleksandra, originaria di San Pietroburgo e parte dei quasi 30mila russi che sono residenti ad Antalya. “Nelle ultime settimane ne ho visti arrivare a centinaia, e non parlo solo di russi ma anche di persone dalla Bielorussia oltre che dall’Ucraina”, dice mentre prepara un cocktail sul bancone del locale alla moda che gestisce da oltre 10 anni.

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Esteri

Algeria, uomo rapito da un vicino di casa ritrovato dopo 30 anni

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Le autorità giudiziarie di Djelfa, 300 km a sud di Algeri, capitale dell’Algeria, hanno arrestato oggi un uomo accusato di aver sequestrato per circa trent’anni un vicino di casa, trovato ieri sera sano e salvo, seppure in stato di grave abbandono, in una buca coperta di fieno in un allevamento di pecore. Lo riferisce il tribunale di Djelfa in una nota. La Procura ha ricevuto due giorni fa, il 12 maggio 2024, tramite la divisione regionale della gendarmeria nazionale di El Guedid, una denuncia contro uno sconosciuto secondo cui il fratello del denunciante, Omar Ben Amrane, scomparso da circa 30 anni, si trovava nella casa di un loro vicino, all’interno di un recinto per le pecore”.

https://x.com/Belhassine_Bey/status/1790483411179601969

“In seguito a questa segnalazione, il pubblico ministero del tribunale di Idrissia (provincia di Djelfa) ha ordinato alla gendarmeria nazionale di aprire un’indagine approfondita e gli ufficiali di giustizia si sono recati nella casa in questione. La persona scomparsa (B.A.) è stata ritrovata e il sospetto, di 61 anni, proprietario della casa, è stato arrestato”, aggiunge la nota. “La Procura ha ordinato un trattamento medico e psicologico per la vittima e il sospetto sarà portato davanti alla Procura non appena l’indagine sarà completata”, ha precisato il tribunale.

La nota conclude sottolineando che “l’autore di questo efferato crimine sarà perseguito con tutta la severità richiesta dalle leggi della Repubblica”. Sui social algerini è diventato virale il video del ritrovamento dell’uomo, ritrovato in uno stato pietoso, con abiti trasandati e una lunga barba. Secondo quanto riportato dai media locali algerini, la famiglia della vittima riteneva in precedenza che fosse stata rapita e uccisa da gruppi terroristici islamici armati attivi in Algeria negli anni ’90, quando aveva solo 16 anni.

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Esteri

Zelensky cancella visita a Madrid prevista per venerdì

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha annullato la visita che avrebbe effettuato a Madrid venerdì prossimo, secondo fonti della Casa del Re, dopo che oggi aveva annunciato l’incontro che si sarebbe svolto incontro con Filippo VI e il successivo pranzo al Palazzo Reale. Lo scrive l’agenzia spagnola Efe. Il Palazzo della Zarzuela non ha spiegato i motivi della cancellazione della visita, che sarebbe stata la prima visita bilaterale di Zelensky in Spagna e nella quale avrebbe dovuto incontrare il premier Pedro Sánchez e firmare un accordo sulla sicurezza.

Il viaggio di Zelensky avrebbe incluso il Portogallo, tappa anche questa destinata a saltare stando a Rtp, la televisione pubblica portoghese, che – senza specificare le sue fonti – indica come motivo dell’annullata visita “l’aggravarsi della situazione in Ucraina”, si legge nella homepage della Rtp.

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Economia

Brasile: il governo Lula licenzia il capo di Petrobras

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Il governo del leader brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha licenziato il presidente del colosso petrolifero statale Petrobras, Jean Paul Prates, dopo una disputa tra la società e l’esecutivo sul pagamento dei dividendi. “Prates è stato licenziato”, ha detto un portavoce presidenziale. Da parte sua, Petrobras ha indicato in un comunicato stampa che Prates ha chiesto una riunione del consiglio di amministrazione.

Il 25 aprile gli azionisti di Petrobras hanno approvato il pagamento di 22 miliardi di reais (4 miliardi di euro) di dividendi straordinari per l’esercizio 2023, durante il quale il gruppo ha realizzato il secondo utile netto più grande della sua storia, e il collocamento di altri 22 miliardi in un fondo destinato a garantire il pagamento dei dividendi futuri. Inizialmente il cda di Petrobras, controllata dallo Stato brasiliano, aveva deciso di non pagare alcun dividendo. Questo annuncio, avvenuto il 7 marzo, ha causato il crollo del prezzo delle azioni Petrobras in borsa ed è stato considerato dagli analisti come il risultato di un’ingerenza del governo negli affari della società, una possibilità che preoccupa i mercati dall’avvento al potere del presidente di sinistra Lula all’inizio del 2023.

Lula ha ripetutamente accusato i dirigenti di Petrobras di pensare solo a soddisfare gli azionisti del gruppo, a scapito dei consumatori. Poco più della metà del capitale di Petrobras è detenuto dallo Stato brasiliano, mentre il resto appartiene ad azionisti privati. Jean Paul Prates, ex senatore del Partito dei lavoratori di Lula, è stato nominato capo di Petrobras nel gennaio 2023, poco dopo l’insediamento del presidente, al quale era noto per essere vicino. Il gruppo ha già sperimentato turbolenze durante il mandato quadriennale del presidente di estrema destra Jair Bolsonaro (2019-2022). Quattro presidenti si erano succeduti alla guida dell’azienda, a causa dei violenti disaccordi sulla politica dei prezzi della Petrobras. In 68 anni di esistenza, Petrobras ha conosciuto un susseguirsi di presidenti: 39 precisamente, con una longevità media inferiore ai due anni. Lula ha posto fine al processo di privatizzazione avviato dal governo Bolsonaro. Il governo brasiliano non ha menzionato il nome di un sostituto di Prates. I media brasiliani scommettono su Magda Chambriard, ex capo dell’Agenzia nazionale del petrolio, un’organizzazione responsabile della regolamentazione dell’industria petrolifera brasiliana.

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