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Toscana, cadono da una parete delle Alpi Apuane: morti due giovani

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Un ragazzo e una ragazza sono morti dopo essere caduti dalla parete che guarda il rifugio Nello Conti del monte Sella, sulle Alpi Apuane, nella zona di Resceto, in provincia di Massa Carrara al confine con la provincia di Lucca. Sul posto sono intervenuti il soccorso alpino e l’elisoccorso Pegaso 3 decollato dal Cinquale. Altri escursionisti hanno assistito da lontano all’incidente e hanno avvisato il 118. Inutili i soccorsi: i giovani erano entrambi morti quando sono arrivati i sanitari. A causare il decesso sarebbero state le gravi ferite riportate in seguito alla caduta.Sembra che le due vittime stessero camminando legate in cordata.

Erano partite da un vicino rifugio dal quale poi qualcuno li avrebbe visti cadere, facendo scattare l’allarme. I dettagli sono emersi dal Soccorso alpino e speleologico della Toscana che sul suo profilo Twitter ha dichiarato: “Due escursionisti sono morti mentre percorrevano la Cresta del Monte Sella, nella zona fra la Garfagnana e Massa. Sono caduti per diversi metri. È intervenuto il Soccorso Alpino con l’elicottero e squadre. È ancora in corso il recupero delle salme”. A settembre 2019 nella zona c’era stato un altro lutto. Un turista tedesco cinquantenne era caduto non lontano da passo Fiocca, nel comune di Vagli, in provincia di Lucca. I soccorritori hanno prima individuato un bastoncino e poi hanno trovato il corpo senza vita dell’uomo sotto la neve. Dall’inizio della stagione invernale gli incidenti in montagna si sono purtroppo moltiplicati nel corso delle settimane. Decine di persone hanno già perso la vita tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020. Moltissimi sono escursionisti, altri sono stati travolti da alcune valanghe e sono morti sulla neve. Le autorità competenti continuano a diramare note sul corretto comportamento da tenere in montagna, tanto affascinante quanto letale, e sulle precauzioni da prendere soprattutto in un’annata dalle temperature elevate come quella in corso.

Sono arrivate intorno alle 17 all’obitorio di Massa le salme dei due escursionisti morti dopo essere precipitati dalla cresta del monte Sella, lato versante massese. I corpi sono stati trasportati a valle dall’elisoccorso. Riguardo alla loro identita’ le forze dell’ordine la renderanno nota, e’ stato spiegato, “non appena saremo sicuri che i parenti hanno ricevuto la tragica notizia”. Le prime notizie parlavano di due ragazzi ma al momento non ci sono conferme e si parla di un uomo e di una donna. Su cosa possa aver provocato la caduta non emergono al momento particolari. Confermato che erano legati ‘in conserva’, ovvero l’uno all’altra e che sono stati visti precipitare dal rifugio Nello Conti ai Campaniletti (attualmente chiuso): da li’ sono scattate le operazioni di recupero Il monte Sella si trova all’interno del parco regionale delle Alpi Apuane, e’ alto 1739 metri ed e’ lo spartiacque tra le province di Massa Carrara e Lucca. Con i suoi due versanti, uno che guarda alla Garfagnana e uno che guarda al mare, verso Massa, entrambi molto ripidi, e’ una delle mete preferite dagli escursionisti. L’anno scorso erano state due le vittime durante escursioni sulle Apuane: il 25 settembre era deceduto un 52enne tedesco, precipitato nel Fosso dell’Anguillaia, nel territorio di Vagli (Lucca); il 16 febbraio era invece deceduto un alpinista ligure di 43 anni, caduto mentre affrontava, in cordata con un amico, la via Piombo Calcagno, nella zona del Monte Cavallo, al confine tra le province di Lucca e Massa Carrara.

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Ferito da un colpo di pistola, 14enne in ospedale all’Aquila

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Un ragazzo di 14 anni è finito in ospedale, all’Aquila, dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola. Il giovane ha una ferita da arma da fuoco alla gamba ed è stato sottoposto ad un intervento chirurgico; le sue condizioni non destano preoccupazione. Poco chiara al momento la dinamica dei fatti, che sono avvenuti attorno alle 18 in località Cese di Preturo. Il ragazzo, ricostruiscono i media locali, avrebbe raccontato che, mentre era con degli amici, da un’automobile, sembra un’Audi nera, che li ha affiancati, sarebbe partito un colpo di pistola. E’ stato lo stesso 14enne, una volta tornato a casa, a raccontare quanto accaduto alla madre, che poi lo ha accompagnato in ospedale. Sull’episodio e sulla versione fornita dal ragazzo sono in corso indagini da parte della polizia.

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Blackout ferma anche il tennis a Madrid ma Arnaldi passa

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Anche il torneo di tennis di Madrid si è dovuto arrendere al black out che ha colpito poco dopo le 12.30 di oggi ma l’intera penisola iberica e parte del Sud della Francia. Dopo sole tre partite giocate, il programma è stato sospeso in attesa di un ritorno dell’energia elettrica, lasciando giocatori e pubblico in un limbo fatto di attesa e incertezza, un po’ come in una stazione o in un aeroporto per uno sciopero improvviso. Intorno alle 16.30, gli organizzatori hanno infine deciso di cancellare tutti gli incontri ancora da disputare, nel pomeriggio e in serata, per motivi tecnici e di sicurezza, scombinando i programmi di tante stelle della racchetta già stressate, anche se lautamente ricompensate, dai ritmi infernali del circuito.

Una delle poche eccezioni ha riguardato Matteo Arnaldi. L’azzurro stava portando a casa il secondo set contro il bosniaco Damir Dzumhur quando si sono spenti i tabelloni e tutte le apparecchiature a servizio del match. I due giocatori sono rimasti interdetti e la partita è stata sospesa ma quello che sembrava un inconveniente localizzato alla Caja Magica, sede del torneo, si è rivelato un problema di ben altra dimensione. L’azzurro ha però potuto in qualche modo finire opera, battendo il rivale per 6-3, 6-4 per accedere agli ottavi di finale, ma della sua vittoria non resterà traccia se non nella memoria dei due protagonisti e dello scarso pubblico presente, perchè tutto era andato in tilt. Nel primo set, Arnaldi e Dzumhur hanno faticato mezz’ora per completare i primi sei game, poi l’italiano ha fatto il break per chiudere 6-4.

Nel secondo, Arnaldi non si è fatto distrarre dall’interruzione, guadagnando la sua prima volta agli ottavo in un Masters 1000 e anche qualche ora di riposo in più rispetto al prossimo avversario, che sarà uno tra lo statunitense Tiafoe e il francese Muller. Non è andata altrettanto bene al bulgaro Grigor Dimitrov, che stava avendo la meglio sul britannico Jacob Fearnley: lo stop energetico ha lasciato una telecamera pericolosamente sospesa sul centro del campo, obbligando a sospendere definitivamente l’incontro. Dopo qualche ora di attesa, i giocatori che dovevano scendere in campo hanno avuto la notifica della cancellazione del programma e tra loro ci sono Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti, che domani, si presume, dovranno affrontare rispettivamente il britannico Jack Draper e il greco Stefanos Tsitsipas. Nel torneo Wta 1000 hanno potuto completare la partita la statunitense Coco Gauff, che ha battuto la svizzera Belinda Bencic, e la sua prossima avversaria, la russa Mirra Andreeva, che ha eliminato l’ucraina Yuliia Starodubtseva. Tutto rinviato invece per la n.1 e la n.2 al mondo, la bielorussa Aryna Sabalenka e la polacca Iga Swiatek, che è la campionessa uscente. (ANSA). 2025-04-28T18:10:00+02:00 RI ANSA per CAMERA04 NS055 NS055

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Prete indagato a Bari, su auto tracce di sangue: è indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso

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Le tracce presenti sull’auto di don Nicola D’Onghia, il 54enne sacerdote indagato a Bari per omicidio stradale e omissione di soccorso nel caso della morte della 32enne Fabiana Chiarappa, erano di sangue. Lo dimostrano i primi risultati degli accertamenti svolti sulla Fiat Bravo del prete nei giorni successivi all’incidente. Ora, per gli inquirenti, resta intanto da capire se quel sangue sia quello della 32enne, rugbista e soccorritrice del 118, ma soprattutto se il possibile impatto tra la auto del sacerdote e Chiarappa abbia causato la morte della giovane o se questa, invece, sia avvenuta prima.

Secondo quanto ricostruito finora, la sera del 2 aprile Chiarappa era in sella alla sua moto Suzuki sulla provinciale 172 che collega i comuni di Turi e Putignano quando, per cause ancora da chiarire, avrebbe perso il controllo del mezzo e sarebbe finita fuori strada, colpendo anche un muretto a secco. Compito della pm Ileana Ramundo, che coordina le indagini dei carabinieri, è ora quello di capire – anche grazie ai risultati dell’autopsia, il cui deposito è previsto tra oltre un mese – cosa effettivamente abbia causato la morte della 32enne, se lo schianto contro il muretto o il successivo impatto con l’auto.

Il parroco, agli inquirenti, ha raccontato come quella sera, mentre percorreva quella strada, ha avvertito un rumore provenire dal pianale della propria auto (“come se avessi colpito una pietra”) ma di non essersi accorto né della moto né della ragazza, anche a causa del buio. Poco dopo aver sentito il rumore, intorno alle 20.30, si è quindi fermato in una stazione di servizio per controllare eventuali danni all’auto, prima di rimettersi in macchina e tornare verso casa. Il parroco ha detto di aver appreso dell’incidente dalla stampa il giorno dopo e per questo, dopo aver consultato i propri legali (è assistito dagli avvocati Vita Mansueto e Federico Straziota), ha deciso di raccontare il tutto ai carabinieri.

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