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Cronache

Tornano in piazza i genitori della Rete Scuola e Bambini nell’emergenza CoVid19

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Sono tornati a manifestare per le strade e le piazze, distanziati, con la mascherina, rispettosi dei tempi della città che comincia a rivivere, ma fermi sui loro principi e rivendicazioni. I genitori, della  Rete Scuola e Bambini nell’emergenza CoVid19 uniti dal logo  Tana Liberi/e Tutti/e, con alla testa le madri,  dopo il presidio in Piazza Dante, sono tornati, con le sagome dei loro bambini, di cui ancora non si parla e non si pone troppa attenzione nei decreti governativi e regionali, ad attirare l’attenzione di tutti  per strada, questa volta a ridosso del Museo Archeologico Nazionale, inscenando un intervento che si è soliti vedere in altri paesi nel mondo. Ad ogni scoccare del verde dei semafori situati in via Costantinopoli e all’angolo piazza Museo con via Pessina, le strisce pedonali venivano occupate da una  catena di sagome legate da una corda e sostenute dai genitori del comitato che allo scoccare del rosso, sgombravano la strada per far defluire regolarmente il pochissimo traffico che si registrava a questi semafori. Durante il rosso semaforico per la circolazione delle auto, sono stati distribuiti volantini agli automobilisti per spiegare la ragione della manifestazione che è sempre più rivolta alle problematiche che sono insorte ala partenza della Fase2 nella vita dei bambini, e delle famiglie che si trovano sempre più abbandonate, anzi, addirittura non considerate, dai vari decreti in vigore e che sono state stigmatizzate nel documento che trascriviamo di seguito, dove si possono leggere le loro rivendicazioni e principalmente le loro richieste per tutti i bambini che da 2 mesi sono in quarantena.

          

FACCIAMO SPAZIO, DIAMOCI TEMPO

La ges one poli ca del coronavirus ha mostrato mol coni d’ombra, lasciando ai margini alcuni pezzi della società e finendo con l’escludere anche i bambini.  I bambini fino a pochi giorni fa non sono scomparsi solo dalle strade. Chiuse le scuole, sono sta rinchiusi nelle case con divieto assoluto di uscire. Ma non solo. Sono spari dalla poli ca del governo, dai discorsi alla nazione e dalla proge azione poli ca in generale. Ma un paese senza bambini è un paese senza futuro e senza neanche presente.  Così, una poli ca che non considera bambine e bambini, è una poli ca non inclusiva, incapace di tener conto dei più deboli, che non si me e in gioco, che dimostra di non avere visione, proge ualità, capacità di pensarsi e reinventarsi, neanche di fronte alla necessità.

Ora, come nelle favole, il re è nudo!

La pandemia, il coronavirus che ha stravolto di colpo le nostre vite, è un’opportunità preziosa per sollecitare una riflessione ampia che coinvolga a vamente la ci adinanza per pensare insieme ad una poli ca che ponga al centro il diri o a usare e godere di spazi adegua , secondo modelli di sostenibilità ambientale e di prossimità sociale, nel rispe o delle norme necessarie a garan re la salute e la limitazione del contagio.  Solleci amo una visione poli ca inclusiva che, partendo dai bisogni dei bambini, dei disabili, degli anziani e di quan verranno assorbi dai compi di cura, cerchi di soddisfarli o mizzando le risorse esisten .  Chiediamo che venga riconosciuto e tutelato il diri o a vivere lo spazio pubblico in tu e le sue declinazioni senza la violenza dell’inquinamento acus co e atmosferico, dal momento che stare all’aria aperta garan sce una maggiore tutela della salute.  Per questo chiediamo:

  • l’interruzione della circolazione delle auto dalle 14 alle 16 tu i giorni della se mana e tu e le domeniche, per giocare all’aperto, andare in bici, correre o anche solo passeggiare, pur sempre nel rispe o del distanziamento fisico;
  • la riapertura immediata dei musei con ingresso gratuito per gli accompagnatori di minori per perme ere una più agevole fruizione dell’arte quale espressione dei valori della nostra storia e come cura dello spirito;
  • la messa a disposizione di spazi ancora chiusi come giardini, luoghi culturali, cortili. Ed è per questo che siamo qui oggi. Perché il semaforo con la sua luce rossa accenda una lampadina di riflessione. Fermi gli automobilis per pensare ai bisogni dei bambini, alla calma da riscoprire e rivalutare, e non farsi risucchiare subito dalla frenesia….

TANA LIBERI/E TUTTI/E  Rete Scuola e Bambini nell’emergenza Covid-19 liberiamoibambini@gmail.com conta : 328 0595397 – 320 8566412

 

 

 

 

 

Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

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Cronache

Muore a 38 anni dopo intervento estetico in una clinica privata di Caserta

Sabrina Nardella, 38 anni di Gaeta, è morta durante un intervento estetico alla clinica Iatropolis di Caserta. Disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso.

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Sarà l’autopsia a stabilire con precisione che cosa ha provocato la morte di Sabrina Nardella (nella foto), 38 anni, madre di due figli piccoli, deceduta giovedì scorso nella clinica privata Iatropolis di Caserta durante un intervento di chirurgia estetica. La donna, residente a Gaeta, si era recata in Campania per sottoporsi a quello che le era stato prospettato come un intervento di routine, in anestesia locale e in day hospital.

Il malore improvviso e le indagini in corso

Durante l’operazione, però, Sabrina ha avuto un improvviso malore che l’ha portata a perdere conoscenza. I medici hanno tentato la rianimazione, ma ogni tentativo è stato vano. I vertici della clinica hanno subito avvertito i carabinieri, che su disposizione della Procura di Santa Maria Capua Vetere hanno sequestrato la cartella clinica e identificato l’équipe medica. I componenti saranno presto iscritti nel registro degli indagati in vista dell’autopsia, che servirà a chiarire cause e responsabilità.

Una comunità sconvolta dal dolore

La città di Gaeta è sotto shock. Il sindaco Cristian Leccese ha ricordato Sabrina con parole di grande commozione: «Era una persona dolce, un’ottima madre, conosciuta e stimata da tutti. La sua improvvisa scomparsa ha lasciato un profondo vuoto nella nostra comunità».

I precedenti inquietanti della clinica

La clinica Iatropolis non è nuova a casi simili. Un anno fa, la pianista Annabella Benincasa è morta dopo 14 anni di stato vegetativo, conseguenza di uno shock anafilattico subito nel 2010 proprio in questa struttura. In quell’occasione, i medici furono condannati per lesioni gravissime. Altri episodi di reazioni avverse all’anestesia si sono verificati negli anni, alimentando polemiche sulla sicurezza degli interventi praticati nella clinica.

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Cadavere nel lago, è un 51enne morto forse per un malore

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E’ un 51enne di Calvizzano (Napoli) l’uomo trovato senza vita nel lago di Lucrino a Pozzuoli. La salma è stata sequestrata per esami autoptici. Tra le ipotesi più accreditate c’è quella di un malore.

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Cronache

Verso Conclave tra suffragio e diplomazia, domani la data

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Secondo il testo liturgico che definisce le regole e le modalità di cosa avviene dopo la morte di un Papa – l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis -, il Conclave inizia tra il 15/o e il 20/o giorno dal decesso, quindi tra il 5 e il 10 maggio prossimi. Oppure tra il 6 e l’11 maggio se si conta dal giorno successivo alla morte. Anche questo ‘busillis’ sarà risolto domattina, quando la quinta congregazione generale dei cardinali stabilirà la data definitiva. Il calendario della settimana prevede congregazioni la mattina alle 9.00 e, nel pomeriggio alle 17.00, le messe dei ‘novendiali’ nella Basilica vaticana: il ciclo dei nove giorni di suffragio, iniziato ieri con la messa esequiale presieduta in Piazza San Pietro dal cardinale decano Giovanni Battista Re, si esaurirà domenica 4 maggio.

Dopo di che il possibile ingresso in Sistina e l'”extra omnes” che apre il Conclave. I 135 ‘elettori’ (134 considerando il forfait per motivi di salute del cardinale di Valencia Antonio Canizares Llovera) stanno convergendo a Roma. Molti si conosceranno direttamente nelle congregazioni, dove, in tema di strategie che porteranno all’elezione del nuovo Papa, conterà molto anche il peso di non-elettori, cioè i cardinali ‘over-80’, che mantengono la loro capacità di influenza e di orientare consensi. Una sorta di ‘grandi elettori’, insomma, anche se poi nel chiuso della Sistina ognuno risponde a sé stesso e, secondo quello che è il metro cattolico, allo Spirito Santo. Tra questi ‘grandi vecchi’ c’è sicuramente il 91/enne decano Re, mentre non si sa tra gli italiani quanto potranno esercitare un ruolo di indirizzo ex presidenti Cei come Camillo Ruini e Angelo Bagnasco.

Fra gli stranieri con capacità di spostare voti, e non presenti in Conclave, ci sono il cardinale di Boston Sean Patrick O’Malley, il più attivo promotore della lotta agli abusi sessuali, quello di Vienna Christoph Schoenborn, fine teologo ex allievo di Joseph Ratzinger e fiduciario di papa Bergoglio in ruoli-guida di vari Sinodi come quelli sulla famiglia, o l’ex prefetto dei vescovi, il canadese Marc Ouellet, influente anche in America Latina, da ex presidente della Pontificia Commissione competente. Intanto oggi, la scena tra i ‘papabili’ è stata tutta per Pietro Parolin, già segretario di Stato, che ha presieduto in Piazza San Pietro la seconda messa dei ‘novendiali’, davanti ai 200 mila partecipanti al Giubileo degli adolescenti.

Da stretto collaboratore di papa Bergoglio, la sobrietà, il piglio sicuro ma anche affabile e umano con cui ha portato avanti la celebrazione ha ricordato quelli dell’allora prefetto per la Dottrina della fede e decano del Collegio cardinalizio Joseph Ratzinger nell’officiare venti anni fa i funerali di Giovanni Paolo II, uscendone come l’unico vero candidato alla successione. Nella messa di oggi, in cui ha assimilato la tristezza, il turbamento e lo smarrimento per la morte di Francesco a quelli degli “apostoli addolorati per la morte di Gesù”, Parolin è come se avesse esposto sinteticamente una sorta di suo ‘programma’, sulla scia del grande pontificato appena concluso. Ha spiegato che l'”eredità” del Pontefice “dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri”.

“Solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell’odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco”, ha sottolineato, a proposito di un Pontefice che alla misericordia dedicò anche un Anno Santo straordinario. Papa Francesco “ci ha ricordato che non può esserci pace senza il riconoscimento dell’altro, senza l’attenzione a chi è più debole e, soprattutto, non può esserci mai la pace se non impariamo a perdonarci reciprocamente, usando tra di noi la stessa misericordia che Dio ha verso la nostra vita”. Una misericordia che è guida anche nell’azione diplomatica della Santa Sede, come si è visto ancora ieri nell’incontro in Basilica tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, in una foto che ha fatto il giro del mondo ed è rimasta l’emblema della giornata: non pochi l’hanno definita “l’ultimo miracolo di papa Francesco”.

Zelensky ieri ha anche incontrato proprio Parolin, capo della diplomazia d’Otretevere, ringraziando poi su X “per il sostegno al diritto dell’Ucraina all’autodifesa e al principio secondo cui le condizioni di pace non possono essere imposte al Paese vittima”. E oggi, per l’incontro in Basilica, l’ambasciatore ucraino Andrii Yurash ha riconosciuto con l’ANSA “il grande sostegno della Santa Sede”.

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