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Cronache

Torna in Italia Alvin, il bambino rapito dalla madre combattente Isis

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Sta tornando in Italia il piccolo Alvin, dopo un’operazione complessa e piena di rischi portata a termine dall’Italia, difficile quanto può essere salvare un bambino albanese, sequestrato dalla madre nel 2014 quando aveva 6 anni, che vive in un campo profughi di un territorio di guerra per riconsegnarlo al padre albanese che vive in Italia. Il salvataggio attraverso un corridoio umanitario, il primo realizzato dall’inizio della guerra in Siria.

La storia è quella del piccolo Albin raccontata dalla trasmissione Le Iene il 16 ottobre scorso, un bambino sequestrato e portato via dall’Italia nel 2014 dalla madre Valbona Berisha, radicalizzata via web in Italia e divenuta foreign fighter, associandosi all’organizzazione terroristica dello Stato islamico.

Le ricerche a livello internazionale hanno portato a localizzare il bambino nel campo profughi di Al Hol sotto il controllo dei curdi, che ospita oltre 70.000 persone, in prevalenza compagne e figli di combattenti jihadisti in prigione.

Nel mese di agosto scorso è stato attivato il Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia (SCIP) del Ministero dell’Interno che è il punto di contatto italiano per la cooperazione internazionale di polizia.

Lo SCIP e il Raggruppamento Operativo Speciale (ROS) dei Carabinieri – titolare dell’indagine sul sequestro su cui era stato emesso un mandato di arresto europeo a carico della donna per la sottrazione del minore – hanno acquisito l’informazione che Valbona Berisha risultava deceduta in Siria durante un combattimento e che Alvin viveva nella cosiddetta “area degli orfani” del campo di Al Hol.

Al fine di verificare con certezza l’identità del minore, lo SCIP ha interessato la Polizia Scientifica italiana che ha proceduto ad un esame di comparazione fisionomica dando un giudizio di totale compatibilità, anche per una malformazione specifica dell’orecchio destro di Alvin riferita dal padre e rintracciata nel bambino presente nel campo profughi in Siria.

Contemporaneamente, il 10 settembre scorso, su autorizzazione della Procura della Repubblica di Milano, è stata diramata in ambito Interpol una yellow notice, vale a dire una nota di rintraccio del minore, e il GIP del Tribunale di Milano ha chiesto di sentire in modalità protetta il bambino, una volta in Italia, sui fatti di terrorismo oggetto d’indagine.

Lo SCIP ha, dunque, attivato una delicata partita a scacchi, dove il Ministero degli Affari Esteri italiano ha subito interessato l’omologo Ministero albanese, che ha coinvolto anche il Ministero dell’Interno dello stesso Paese.

Alvin e il padre, Afrimm Berisha hanno, infatti, la cittadinanza albanese, pur con regolare permesso di soggiorno italiano, ed era necessaria l’attivazione di quelle autorità anche per i documenti del bambino necessari per trasportare il minore dalla Siria al Libano e quindi in Italia.

Allo stesso tempo, lo SCIP ha chiesto aiuto alla Croce Rossa Internazionale, unica ad operare presso il campo Al Hol, che si è subito attivata con la corrispondente Mezzaluna Rossa, riuscendo ad identificare il bambino e a trasportarlo, grazie alle guarentigie offerte per le operazioni umanitarie, dal campo profughi a Damasco e poi fino al confine della Siria con il Libano, con tutti i pericoli di attraversare un territorio in guerra.

Al confine è stato preso in carico da un dirigente della Polizia di Stato dello SCIP che, insieme alla CRI, al ROS dei Carabinieri e ad una delegazione del governo albanese, l’ha portato, fino all’Ambasciata italiana a Beirut dove partirà alla volta dell’Italia.

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Frontale ad Albanella, cinque feriti tra cui due bambini: coinvolte un’Audi Q3 e una Punto

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Paura nel pomeriggio di oggi nella zona di Matinella – Albanella, nel salernitano, dove si è verificato un grave incidente stradale nei pressi del caseificio La Perla a Pontebarizzo. Due auto, una Audi Q3 e una Fiat Punto, si sono scontrate frontalmente causando cinque feriti, tra cui due bambini.

A bordo dell’Audi si trovavano quattro persone, compresi i piccoli, mentre la Fiat Punto era occupata da un solo conducente. Tutti i coinvolti, in condizioni al momento non precisate, sono stati trasportati in ospedale per accertamenti e cure.

Sul posto sono intervenuti tempestivamente i Vigili del Fuoco del distaccamento di Agropoli, che hanno provveduto a mettere in sicurezza l’area dell’incidente e a supportare le operazioni di soccorso. Ancora in corso le indagini per ricostruire l’esatta dinamica del violento impatto.

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Inchiesta curve, Inter Milan patteggiano: per Inzaghi e Chalanoglu solo 1 turno stop

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Una giornata di squalifica per Simone Inzaghi e Hakan Calhanoglu, ammende rispettivamente di 15 e 30 mila euro e 70mila per l’Inter. Multa di 30mila euro per il Milan. Sono le sanzioni rese note dalla Figc comminate ai due club e ai tesserati coinvolti in seguito al patteggiamento con la Procura Federale, in merito al filone sportivo dell’inchiesta penale sulle curve e sui rapporti fra ultras e giocatori di Inter e Milan. La squalifica per Inzaghi e Calhanoglu verrà scontata nel prossimo turno con il Verona.

Grazie al patteggiamento le pene vengono dimezzate e non c’è il processo. Inzaghi e Chalanoglu hanno violato due articoli del codice di giustizia sportiva, quello sulla lealtà e correttezza e probità e dell’obbligo di osservanza delle norme federali (4, comma 1) e l’articolo 25 comma 10 “che prevede il divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società, per avere avuto, quantomeno a partire dalla stagione sportiva 2022-23, rapporti con esponenti del gruppo Ultrà denominato Curva Nord’.

Tra gli esponenti del club multati c’è anche Javier Zanetti con 14.500 euro. L’Inter viene sanzionata con 70mila euro per responsabilità diretta e oggettiva (art. 6, commi 1 e 2) per i comportamenti del tecnico e del centrocampista, dello stesso Zanetti, di Massimiliano Silva e Claudio Sala (14.500 di multa e 30 giorni di inibizione). Quanto al Milan (sanzione di 30mila euro) per responsabilità oggettiva per i comportamenti ascritti a Fabio Pansa (30 giorni di inibizione e 13mila euro di multa) e Davide Calabria, che non ha al momento scelto la strada del patteggiamento e sarà quindi ascoltato dalla Procura federale.

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Chieti, tragedia durante un’escursione: trovati morti due Vigili del Fuoco nella forra del fiume Avello

Nico Civitella ed Emanuele Capone avevano 42 anni. Salvi altri due colleghi. Cordoglio delle istituzioni.

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Sono stati individuati e recuperati i corpi senza vita di Nico Civitella ed Emanuele Capone, i due Vigili del Fuoco di Chieti dispersi da ieri sera durante un’escursione in località Balzolo, nel territorio di Pennapiedimonte, provincia di Chieti. I due erano scivolati in una forra del fiume Avello mentre erano fuori servizio insieme ad altri due colleghi, tratti in salvo nella serata di ieri: Giulio De Panfilis, 32 anni, e Gabriele Buzzelli, 48.

Le operazioni di recupero

Il recupero dei corpi è stato lungo e complesso, affidato ai soccorritori del Corpo nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico e ai Vigili del Fuoco, con il coordinamento della Prefettura di Chieti. Sul luogo della tragedia anche i familiari delle vittime, alcuni dei quali hanno accusato malori per lo choc e sono stati assistiti dal personale del 118.

I corpi, rinvenuti in una zona impervia, sono stati trasferiti in un’area accessibile per permettere l’intervento dell’elisoccorso, che li ha trasportati all’obitorio dell’Ospedale di Chieti. È stata disposta l’autopsia per chiarire le cause esatte della morte, mentre ulteriori accertamenti saranno effettuati sui luoghi dell’incidente a cura dei Carabinieri del Comando Provinciale di Chieti e del Reparto Forestale del Parco Nazionale della Maiella.

Il cordoglio delle istituzioni

«Esprimo la mia più grande vicinanza alle famiglie dei due giovani, ai colleghi e a tutto il Corpo Nazionale», ha dichiarato il prefetto Attilio Visconti, Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco. «Anche fuori servizio, i Vigili si tengono in allenamento per migliorarsi e garantire soccorso agli altri».

Dolore e partecipazione anche dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Oggi piangiamo la tragica scomparsa di due Vigili del Fuoco. Ai loro familiari e colleghi va la mia più sincera vicinanza e gratitudine». Sul posto anche il sindaco di Pennapiedimonte Rosalina Di Giorgio, le unità psicologiche del Corpo, volontari della Protezione Civile e operatori da Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio.

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