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Tony Colombo e gli affari di camorra, il neomelodico in carcere si difende davanti al giudice: sono un imprenditore

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Nel cuore della periferia di Napoli, nel carcere di Secondigliano, Tony Colombo, noto cantante neomelodico, ha affrontato un interrogatorio di garanzia durato circa un’ora. Il motivo del suo arresto è il suo presunto coinvolgimento in un’associazione camorristica, un’ombra che aleggia sul suo successo musicale.

Colombo è accusato di aver agito come una sorta di “testa di ponte” negli affari sporchi del capoclan Vincenzo Di Lauro. Le accuse provengono da alcuni collaboratori di giustizia, i quali affermano che la carriera di Colombo ha avuto origine nell’ombra della camorra di Scampia e Secondigliano. Inoltre, intercettazioni telefoniche con lo stesso Di Lauro, avvenute dopo la sua scarcerazione nel 2015, sembrano collegarlo a una serie di affari presumibilmente in comune. Questi affari includono la realizzazione di un deposito per la produzione di sigarette di contrabbando (poi sequestrato dalle autorità fiscali), la commercializzazione del marchio di abbigliamento Corleone e di una bevanda energetica chiamata “9millimetri”. Inoltre, emergono presunti contatti relativi all’affitto di supermercati gestiti dalla moglie del cantante, Tina Rispoli.

Tuttavia, Tony Colombo respinge categoricamente tutte queste accuse. Asserisce di essere un imprenditore lecito che ha sempre operato in piena trasparenza, senza legami occulti con boss o prestanome. Ha dichiarato di aver svolto solo attività legali e di aver cercato di diversificare i propri investimenti. Riguardo alle intercettazioni telefoniche, Colombo ha spiegato che in una di esse si fa riferimento a un assegno di 3500 euro, relativo alla stampa su capi di abbigliamento. Negando categoricamente un coinvolgimento in affari illeciti.

La vicenda si è svolta nell’ambito di un’indagine più ampia, condotta dai pm Maurizio De Marco e Lucio Giugliano sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Rosa Volpe. L’indagine ha portato a 27 arresti, con i carabinieri del Ros guidati dal colonnello Andrea Manti e il comando provinciale di Napoli sotto la guida del generale Enrico Scandone. La lista degli arrestati comprende anche Tina Rispoli, la moglie del boss ucciso nel 2012 a Terracina, lo stesso Vincenzo Di Lauro, e altri presunti esponenti della camorra di Secondigliano.

Le accuse contro Tony Colombo provengono da diversi pentiti, che collegano la sua carriera musicale ai finanziamenti ottenuti da Gaetano Marino e altri boss della camorra napoletana. Questi finanziamenti sembrano essere cresciuti notevolmente nel tempo, e si dice che il debito di Colombo con il clan sia salito fino a 500.000 euro.

La situazione si è complicata ulteriormente a seguito del matrimonio tra Tony Colombo e Tina Rispoli, vedova di uno dei boss coinvolti. La vicenda, oltre a essere oggetto di indagine giudiziaria, è diventata un argomento di discussione nei media.

Oggi toccherà a Tina Rispoli, la moglie di Tony, affrontare il proprio interrogatorio di garanzia, nel tentativo di dimostrare la sua estraneità alle accuse. La vicenda di Tony Colombo dimostra ancora una volta quanto l’intreccio tra il mondo della musica e il crimine possa essere complesso e sfaccettato.

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Maltempo sul centronord, allerta gialla in 15 Regioni

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Ancora maltempo sull’Italia: la perturbazione che ha già raggiunto le regioni settentrionali nella giornata di lunedì determinerà nelle prossime ore ancora piogge e temporali, soprattutto sulle regioni del centro nord e sulla Campania. Sulla base delle previsioni disponibili il Dipartimento della Protezione Civile ha dunque emesso una allerta meteo che prevede dalla mattina di martedì il persistere di precipitazioni da sparse a diffuse su Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo e Campania. Fenomeni che localmente saranno accompagnati da fulmini, grandinate e forti raffiche di vento. Alla luce dei fenomeni già in atto o previsti, il dipartimento ha valutato una allerta arancione su parte della Lombardia e un’allerta gialla in 15 regioni: Lazio, Umbria, Molise, Abruzzo, Veneto, Friuli Venezia Giulia e su settori di Sicilia, Liguria, Campania, Marche, Emilia-Romagna, Toscana, Calabria, Piemonte e Lombardia.

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De Magistris: «Manfredi sta con i negazionisti del genocidio. Io sto con la Taverna Santa Chiara e il popolo palestinese»

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Annunciato per il 21 giugno il flash mob “Tutti giù per terra: per Gaza, contro il genocidio” sul lungomare di Napoli. Venerdì 9 maggio la conferenza stampa al caffè Arabo di piazza Bellini

È uno sfogo durissimo quello che Luigi de Magistris affida ai social per commentare la presa di posizione della giunta comunale di Napoli sul caso Taverna Santa Chiara e sulla vicenda israelo-palestinese. L’ex sindaco di Napoli non usa mezzi termini: «È vergognoso che Manfredi con la sua giunta si schieri con i negazionisti del genocidio. Io sto con la Taverna a Santa Chiara, con l’umanità, per la pace e contro il genocidio dello Stato d’Israele nei confronti della Palestina».

Il sostegno alla ristoratrice Nives Monda

De Magistris, che oggi ha fatto visita alla titolare della Taverna Santa Chiara, Nives Monda (nella foto con de Magistris), coinvolta nei giorni scorsi in una polemica internazionale per aver allontanato due turisti israeliani dal proprio ristorante, ribadisce la sua posizione: «Io mi schiero come sempre dalla parte della giustizia, della Palestina e degli oppressi». Un appoggio diretto e simbolico, accompagnato dalla partecipazione a un’iniziativa pubblica.

Il flash mob per Gaza: “Tutti giù per terra”

L’ex sindaco ha infatti annunciato un flash mob dal titolo “Tutti giù per terra: per Gaza, contro il genocidio” che si terrà il prossimo 21 giugno sul lungomare di Napoli. L’iniziativa è organizzata dall’associazione LIFE FOR GAZA, con il supporto del comitato dei garanti a cui aderisce lo stesso De Magistris.

Tutti i dettagli della mobilitazione verranno resi noti in una conferenza stampa prevista per venerdì 9 maggio alle ore 11 al Caffè Arabo di piazza Bellini. Tra gli invitati, anche Nives Monda, ormai diventata simbolo del fronte pro-palestinese a Napoli.

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Inchiesta Doppia Curva, altri 7 arresti: ombre su Inter, Milan e il ruolo di Zanetti. Rapporti tra curva e dirigenza sotto i riflettori

L’inchiesta Doppia Curva porta a nuovi arresti tra gli ultrà di Inter e Milan. Emergono rapporti tra Bellocco, Beretta, Scarfone e il vicepresidente Zanetti.

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La nuova tranche dell’inchiesta Doppia Curva ha portato oggi all’arresto di sette persone legate alle tifoserie organizzate di Inter e Milan, rivelando una rete di intrecci tra criminalità organizzata, imprenditoria e ambienti dirigenziali calcistici.

Il ruolo di Antonio Bellocco e la rete di contatti

Nel provvedimento cautelare si legge dell’esistenza di un rapporto diretto tra Antonio Bellocco, figura di spicco della curva Nord e affiliato alla ’ndrangheta, e la società Inter. Bellocco, ucciso nel settembre scorso da Andrea Beretta, ex capo ultrà interista oggi collaboratore di giustizia, avrebbe avuto “concrete entrature” nella multinazionale QFort, attiva nella produzione di infissi e dichiarata estranea all’inchiesta.

Il legame passava attraverso Davide Scarfone, oggi in carcere, amministratore unico della QFort Como srl e rappresentante di altre due società del gruppo. Scarfone era vicino sia a Bellocco che a figure centrali della curva Sud del Milan, come Luca Lucci e Marianna Tedesco, già coinvolti nel maxi blitz del settembre 2023.

L’evento QFort e la presenza di Zanetti

Secondo le intercettazioni, Bellocco si era attivato per ottenere la partecipazione del vicepresidente dell’Inter Javier Zanetti a un evento organizzato da QFort l’11 novembre 2023, rilevante per gli affari di Scarfone. Il 17 novembre Zanetti partecipò effettivamente all’iniziativa, su quella che viene descritta dal gip come “espressa volontà di Bellocco”, per rafforzare il prestigio di Scarfone.

Durante l’evento, Zanetti avrebbe elogiato pubblicamente l’imprenditore, che a sua volta si sarebbe vantato del riconoscimento ricevuto. Beretta, interrogato, ha ammesso di aver contattato Zanetti direttamente: “C’era proprio un rapporto di amicizia con Javier”.

Minacce e usura: gli affari sporchi del clan

Scarfone, sempre secondo l’ordinanza, avrebbe anche minacciato un imprenditore comasco, costretto a subire tassi usurari fino al 400% per prestiti ricevuti dal clan Bellocco. Un quadro che, per la magistratura, dimostra la pervasività dei legami tra criminalità e mondo ultras, con gravi implicazioni per le società calcistiche coinvolte.

La sanzione della Figc a Zanetti

La Figc ha recentemente multato Javier Zanetti per 14.500 euro, dopo aver analizzato gli atti dell’inchiesta. Una sanzione che certifica l’interesse della giustizia sportiva per i rapporti intercorsi tra la dirigenza nerazzurra e ambienti ultrà poi finiti in carcere.

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