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Cultura

Tommaso Labate si occupa dei quarantenni perduti, di una generazione fallita, di “Rassegnàti”

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“Trentanove è il numero simbolo di una generazione fallita o sull’orlo del fallimento. Una generazione fregata dai padri, che pure avevano consegnato l’illusione che a un’infanzia felice e a un’adolescenza bellamente turbolenta sarebbero seguiti anni di benessere, serenità, sollievo, pace. Una generazione che non genera figli, come impietosamente fotografato da tutte le rilevazioni statistiche. Trentanove è l’età media del Rassegnato”. 

Di questa generazione perduta tra insuccessi, sogni svaniti, bisogni mai esauditi, sentimenti forti quanto i risentimenti mai sopiti, si occupa Tommaso Labate ne ” i Rassegnati”, per Rizzoli.  Come siamo arrivati fin qui? Da dove ha origine quella che Mario Monti, da presidente del Consiglio, definì “generazione perduta”? Quali sono le responsabilità dei quarantenni di oggi e quali le colpe di una pessima visione politica e sociale nell’Italia degli ultimi cinquant’anni? A queste domande e ad altre proverà a dare una risposta Labate nel suo libro.

Chi scrive non ha una visione o un atteggiamento neutro rispetto ai “Rassegnati”. Labate da ottimo cronista di politica del Corriere della Sera, professionalmente a contatto quotidianamente con le miserie della classe dirigente italiana, si sente anagraficamente coinvolto nella categoria dei “Rassegnati”.

Ha 37 anni e ci sta dentro anche lui, fino al collo. Si sente tra le vittime di un’inarrestabile parabola discendente, e allora scava nel passato de ” i Rassegnàti” per trovare la matrice della non-reazione, dell’inerzia, della sconfitta che segna il destino dei ventenni di vent’anni fa. Quelli a cui la dignità deve essere concessa per decreto.  I Rassegnàti è la cronaca precisa di un’occasione sprecata, di una partita persa all’ultimo rigore.

Tommaso Labate, “i Rassegnàti. L’irresistibile inerzia dei quarantenni”, in libreria dal 2 ottobre (Rizzoli, pp. 224, euro 17)

 

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Cultura

Massimo Osanna: “Io, archeologo cresciuto tra le necropoli. E non ditemi che in Italia i gay sono ancora discriminati”

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Un sorriso aperto, un tono colloquiale e diretto, una passione contagiosa per l’archeologia e per la cultura. Così si presenta Massimo Osanna, professore ordinario alla Federico II di Napoli, direttore generale dei musei nazionali e, per sette anni, anima e mente del rilancio del Parco archeologico di Pompei. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, racconta la sua infanzia “tra le necropoli”, il suo lavoro e la sua vita personale con naturalezza e ironia, smontando con leggerezza pregiudizi e cliché.

Necropoli come luna park

Osanna è nato a Venosa, in provincia di Potenza, un paese dove storia e archeologia sono parte del paesaggio quotidiano: “Ci giocavo da bambino, ci sono le catacombe e le rovine della Venusia romana e medievale”. Un imprinting naturale per chi, come lui, sarebbe poi diventato uno dei volti più noti dell’archeologia italiana. “Una volta trovammo un teschio e lo tenemmo come un giocattolo. All’epoca non sapevo cosa fosse, ma ha segnato la mia vita”.

Da Pompei al PNRR

Nel 2020, in piena pandemia, è stato nominato direttore dei musei nazionali italiani. “Visitavo i musei da solo, vuoti. Un privilegio assoluto”. Oggi coordina un sistema vastissimo: circa 500 musei nazionali e migliaia di realtà culturali pubbliche e private. Ma con un obiettivo chiaro: l’accessibilità. “Stiamo abbattendo le barriere fisiche, ma anche quelle cognitive: semplificare i linguaggi, avvicinare il patrimonio a tutti, dai bambini alle persone con disabilità, ai visitatori stranieri”. Fiore all’occhiello: l’app “Musei italiani”, pensata per offrire uno strumento inclusivo a portata di smartphone.

MASSIMO OSANNA DIRETTORE GENERALE DEI MUSEI

L’eredità di Pompei

Sette anni meravigliosi”, ricorda parlando del suo incarico a Pompei, segnato dall’arrivo dei fondi del Grande Progetto Pompei. “Abbiamo aperto venticinque domus. È stato un grande lavoro di squadra, anche grazie al generale Giovanni Nistri”. Le case Championnet, la Venere in Conchiglia, la domus dei Vettii: “Pompei mi è rimasta nel cuore”.

L’amore e il matrimonio con Gianluca

Dal cuore di Pompei a Villa Lysis a Capri, dove nel 2022 Osanna ha sposato il compagno Gianluca: “È il mondano della coppia, dalla mia parte solo accademici. La cerimonia è stata complicata, ma bellissima”. Il regista Paolo Sorrentino ha celebrato l’unione con un’omelia ironica e commovente, Valeria Golino era la testimone (almeno nel matrimonio simbolico precedente a Paros, andato… non benissimo).

“Non ho mai subìto discriminazioni, ma non vale”

Parlando della sua identità e della visibilità come uomo gay, Osanna è netto: “Nessuno mi ha mai fatto sentire diverso. Ma non si può usare la mia esperienza personale per negare le discriminazioni”. La sua domanda è provocatoria e lucida: “Davvero in Italia ci sono ancora discriminazioni contro i gay?”. Una provocazione che è anche uno stimolo alla riflessione.

(le foto sono di Imagoeconomica)

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Cultura

Bocconi prima università italiana ad adottare l’AI di OpenAI: via alla trasformazione digitale

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Un assistente AI per studenti e professori, strumenti evoluti per la ricerca e la didattica, applicazioni intelligenti nel cuore delle scienze sociali. L’Università Bocconi di Milano è la prima università italiana ad adottare le soluzioni di intelligenza artificiale di OpenAI, avviando una trasformazione profonda nel modo di studiare, insegnare e fare ricerca.

L’annuncio arriva in seguito alla firma di un accordo strategico con OpenAI, la società statunitense leader globale nel settore. L’intesa prevede un accesso equo e sicuro alle tecnologie di AI più avanzate per tutti i membri della comunità Bocconi, composta da oltre 17.000 persone.

AI per la didattica e la formazione personalizzata

«Abbiamo già da tempo investito sull’intelligenza artificiale», spiega il rettore Francesco Billari (foto Imagoeconomica in evidenza). «Negli ultimi cinque anni abbiamo lanciato nuovi corsi e laboratori dedicati. L’alleanza con OpenAI ci consente ora di alzare l’asticella nell’applicazione quotidiana dell’AI a didattica e ricerca».

Tra le prime novità, l’introduzione di un AI Assistant per aiutare gli studenti nella raccolta di fonti, nella sintesi degli appunti, nella preparazione delle lezioni e nello studio individuale. Uno strumento pensato per rendere l’apprendimento più interattivo, autonomo e profondo.

Ricerca potenziata e agenti intelligenti

Sul fronte della ricerca, l’obiettivo è ambizioso: sviluppare e applicare sistemi AI agentici, capaci di raggiungere autonomamente obiettivi specifici, simulare comportamenti, condurre esperimenti, generare dati e costruire modelli teorici. Un vero salto di paradigma per le scienze economiche, giuridiche, manageriali e di policy.

Una delle frontiere più interessanti sarà la misurazione concettuale da dati non strutturati: testi, video e altri contenuti verranno analizzati per quantificare concetti astratti, come tratti psicologici, stili comunicativi o narrazioni collettive. «È una fusione tra dati qualitativi e quantitativi resa possibile dall’AI», precisa Billari. «Un’evoluzione che promette di accelerare radicalmente i tempi di analisi».

Un nuovo prorettore per la transizione digitale

Per guidare questa trasformazione, l’ateneo ha nominato il professor Dirk Hovy – esperto in linguaggio naturale e scienze computazionali – prorettore per la Trasformazione digitale e l’Intelligenza artificiale. Sarà lui a coordinare l’implementazione delle tecnologie in tutte le aree dell’università.

Bocconi tiene anche a chiarire che la proprietà intellettuale dei dati resta all’ateneo, a tutela del lavoro di studenti, ricercatori e docenti.

Una scelta strategica per l’internazionalizzazione

La partnership con OpenAI rappresenta un ulteriore tassello della strategia di crescita e internazionalizzazione dell’università: «Nel 2025 contiamo di chiudere con circa il 60% delle domande di iscrizione provenienti dall’estero», conclude il rettore Billari. «L’intelligenza artificiale rafforza il nostro ruolo come polo di innovazione accademica nelle scienze sociali a livello globale».

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Nicola Graziano è il nuovo Presidente di UNICEF Italia: “Impegno totale per l’infanzia in difficoltà, in Italia e nel mondo”

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L’UNICEF Italia ha un nuovo presidente. È Nicola Graziano (foto Imagoeconomica in evidenza), magistrato, scrittore e volontario, eletto oggi all’unanimità dal nuovo Consiglio Direttivo dell’organizzazione riunito a Roma. Succede a Carmela Pace, che resta nel Consiglio come Past President, dopo anni di guida apprezzata e lungimirante.

Assumo questo impegno con grande responsabilità in un momento molto difficile per l’infanzia”, ha dichiarato Graziano dopo l’elezione. “Oltre 470 milioni di bambini vivono in aree di conflitto, 1 miliardo in Paesi a rischio climatico e ambientale e quasi 38 milioni sono gravemente malnutriti in 26 crisi nutrizionali”. Graziano ha però voluto sottolineare anche le criticità italiane: “La mia attenzione sarà anche per i bambini che vivono nel nostro Paese, il cui benessere non sempre è garantito”.

Graziano ha indicato come stella polare del suo mandato la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che l’Italia ratificò il 27 maggio 1991, esattamente 34 anni fa.

Il nuovo Consiglio Direttivo

Insieme a Graziano, il nuovo Consiglio Direttivo dell’UNICEF Italia è composto da Virginia Maria Barchiesi, Maria “Mussi” Bollini, Manuela Bovolenta, Mario Calabresi, Matteo De Mitri, Franco Gabrielli, Francesca Mariotti, Giuseppe Masnata, Giovanni Poggini, Stefania Radoccia, Carlo Robiglio e Claudia Sella. Presente anche il Direttore generale Paolo Rozera.

Chi è Nicola Graziano

Nato ad Aversa (CE) nel 1968, laureato in Giurisprudenza all’Università Federico II di Napoli, Nicola Graziano è magistrato tributario, autore di libri pubblicati da Feltrinelli, Maggioli, Rogiosi e altri editori. Da anni è vicino all’UNICEF come volontario, impegnato soprattutto nelle scuole italiane su temi come legalità, ambiente, immigrazione ed educazione civica.

A fine 2024 ha partecipato a una missione sul campo in Costa d’Avorio con l’UNICEF, esperienza che ha ulteriormente rafforzato il suo impegno.

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