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Cultura

Villa Rosebery aperta al pubblico nel week end, prenotazione obbligatoria per visitare un gioiello dell’800 con vista sul golfo di Napoli

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Week end porte aperte a villa Rosebery sulla collina di Posillipo. La residenza napoletana del Capo dello Stato, luogo di pace e tranquillità, come indica lo stesso termine greco Pausylipon sarà visitatore sabato 6 e domenica 7 ottobre. Per la visita la prenotazione è obbligatoria al costo di 1,50 euro. È nominativa, non cedibile e si può effettuare con le seguenti modalità: on line sul sito www.quirinale.it oppure chiamando il call center allo 06 39.96.75.57 dalle 9 alle 19. L’ ingresso è in via Ferdinando Russo 26 (Posillipo), dove occorre presentarsi 15 minuti prima dell’inizio della visita, muniti di documento di riconoscimento valido.

Ne vale la pena perché Villa Rosebery è una delle più belle, meglio curate e ben tenuto ville dell’800 napoletano. Ha avuto numerosi proprietari tra i quali Luigi di Borbone, fratello di re Ferdinando II, poi nel 1897 fu acquisita dall’ambasciatore inglese Archibald Philip Primrose, conte di Rosebery, che gli ha dato il nome. Ceduta a titolo gratuito successivamente allo Stato italiano, la proprietà fu messa a disposizione dei principi di Piemonte. Re Vittorio Emanuele III vi risiedette per due anni fino al 1946 quando, dopo l’abdicazione, si recò in esilio ad Alessandria d’Egitto partendo dal porticciolo della Villa. Il percorso di visita si snoda attraverso il parco, che unisce le caratteristiche della flora mediterranea alla naturalezza di un giardino inglese e dove si possono ammirare anche un tempietto neoclassico e scorci suggestivi. Si può visitare la Palazzina Borbonica, all’ interno della quale sono esposti documenti ed immagini storiche.
Proseguendo attraverso il parco si giunge fino alla Darsena per concludere con la visita della Grande Foresteria. Nella parte più bassa del parco si trovano i fabbricati denominati Casina a mare e Piccola foresteria, prospicienti il porticciolo.
In posizione più elevata la Grande foresteria. Proseguendo, nella zona nord, si incontra la costruzione più antica, la Palazzina Borbonica, composta da numerose sale di rappresentanza. I gruppi di visitatori, composti da massimo trenta persone, accedono ogni 30 minuti, dalle ore 10 alle 16.30 (ultimo ingresso ore 14,30).

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Cultura

Pagnoncelli nuovo presidente della Luiss School of Government

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Il Cda della Luiss, presieduto da Giorgio Fossa, ha nominato Nando Pagnoncelli (foto Imagoeconomica in evidenza) presidente della Luiss School of Government, la Scuola post-laurea dell’ateneo che offre una formazione d’eccellenza in materia di processi politici e decision-making, sia nel settore pubblico sia nel privato. ‘Pagnoncelli, tra i principali esperti in opinione pubblica a livello nazionale – si legge in una nota dell’università – è presidente di Ipsos Italia, istituto leader nelle ricerche di mercato, presente in 90 Paesi.

Nel corso della sua carriera, ha diretto o supervisionato oltre 2.500 sondaggi pubblicati dai media, più di 1.800 ricerche elettorali e di citizen satisfaction in singoli comuni, province o regioni e oltre 500 sulla reputazione di aziende nazionali e internazionali. Collabora con testate e programmi tv nazionali, è attivo nella formazione universitaria e nel terzo settore ed è autore di numerosi saggi e pubblicazioni. Nel 2021, ha ricevuto il premio ASSIRM alla carriera e nel 2023 è stato nominato Commendatore della Repubblica’. ‘Auguro buon lavoro al presidente Pagnoncelli. Con la sua nomina, la Luiss School of Government si arricchisce di una figura di alto profilo, capace di coniugare rigore scientifico e profonda conoscenza della realtà sociale e istituzionale – commenta Fossa – Sotto la sua guida, la Scuola consoliderà ulteriormente la propria vocazione all’eccellenza’.

‘Sono onorato di assumere la presidenza della Luiss School of Government in un periodo in cui il tema della formazione di una nuova classe di decisori pubblici e privati, capace di interpretare i cambiamenti in atto nel rapporto tra cittadini e istituzioni, è più che mai attuale – dice Pagnoncelli – Sono felice di mettere la mia esperienza a disposizione della Scuola per contribuire a rafforzarne il ruolo nel panorama nazionale e internazionale’. Pagnoncelli, prosegue la nota, lavorerà insieme al Dean della Luiss SoG Gaetano Quagliariello, nel promuovere l’impegno della School per formare i futuri leader delle istituzioni legislative, amministrative e governative innovando gli strumenti teorici e pratici per affrontare le sfide, presenti e future.

‘I corsi post-laurea della Luiss School of Government vedono un crescente interesse da parte di istituzioni, imprese e studenti che colgono nella nostra offerta formativa un approccio di alto profilo sia nei contenuti dei diversi programmi che nella qualità dei docenti e professionisti coinvolti – afferma Quagliariello – Con l’arrivo di Nando Pagnoncelli alla presidenza della Scuola consolidiamo ancor di più la nostra attenzione ai grandi temi della politica, al ruolo delle istituzioni nazionali e internazionali e all’evoluzione dei processi di policy making in un quadro geopolitico in forte trasformazione’. Tra le traiettorie di sviluppo dell’ateneo, conclude il comunicato, la Scuola supporterà l’espansione di Luiss a Milano grazie al lancio di nuovi master nel capoluogo lombardo che vedranno, già nel prossimo autunno, l’avvio del corso intensivo di preparazione alla carriera diplomatica.

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Cultura

Premio Strega Poesia 2025, in cinquina Pontiggia, Rossi e Renda

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Sono Alfonso Guida con Diario di un autodidatta (Guanda), Giancarlo Pontiggia con La materia del contendere (Garzanti), Jonida Prifti con Sorelle di confine (Marco Saya), Marilena Renda con Cinema Persefone, (Arcipelago Itaca) e Tiziano Rossi con Il brusìo (Einaudi), i cinque finalisti del Premio Strega Poesia 2025. La cinquina è stata annunciata stasera, 7 maggio, al Maxxi L’Aquila – Museo nazionale delle arti del XXI secolo. I libri sono stati selezionati dal Comitato scientifico composto da Maria Grazia Calandrone, Andrea Cortellessa, Mario Desiati, Elisa Donzelli, Roberto Galaverni, Vivian Lamarque, Melania G. Mazzucco, Patricia Peterle, Stefano Petrocchi, Laura Pugno, Antonio Riccardi e Gian Mario Villalta. In ‘Diario di un autodidatta’ di Guida “un io, la sua terra, le esperienze vissute sono i fili che tessono insieme la trama di una vita, che in questa poesia si espone e si mette a disposizione dell’ascolto dell’altro, attraverso una lingua di ‘pietra’ fatta dell’aspro paesaggio della Lucania” spiega la motivazione.

‘La materia del contendere’ di Pontiggia “è, senza esitazioni, un libro presocratico: che qui è un altro modo per dire sapienziale, della sapienza di un tempo presente e futuro in cui poesia e filosofia, strettamente unite in epoca antichissima e poi lungamente costrette a vagare separate per il mondo, finalmente possono riunirsi”. ‘Sorelle di confine’ di Prifti: “non è questo il primo libro di carta di un’autrice che deve la sua notorietà – underground e sottotraccia, ci mancherebbe, ma abbastanza diffusa ormai – piuttosto al versante performativo: fra musica, spoken word, poesia sonora e declamazione più tradizionalmente ‘lirica’. Eppure Sorelle di confine si legge alla stregua di un esordio, nello sforzo di definire il più possibile una ‘posizione’ destinata però a restare, e per fortuna, scissa e polimorfa: proprio come la biografia di chi esordisca alla scrittura in una terra e in una lingua diverse da quelle in cui è cresciuta”. ‘Cinema Persefone’ di Renda “parla a un lettore contemporaneo già avvezzo alle riletture del mito, non soltanto in prosa. Con gli dei e gli eroi della classicità si sono già cimentati poeti del calibro di Anne Carson e Kae Tempest, producendo narrazioni in versi dense ed eloquenti. Questo libro compatto ed enigmatico si confronta invece con il periodico inabissarsi e riemergere dall’oscurità di Persefone sprofondando nel non detto anche il plot (“il mistero non si può dire”), per poi lasciar affiorare micro-eventi carichi di luce”.

Tiziano Rossi, “decano della nostra poesia ha doppiato il capo dei Novanta, e così il nuovo capitolo si dice ‘atto penultimo’, non ignaro dell’esperienza residuale dell”io minimo’ sperimentato in prosa. Negli anni Ottanta diceva un suo quasi coetaneo, Christopher Lasch, che in ‘epoca di turbamenti la vita quotidiana diventa un esercizio di sopravvivenza’, e ‘l’io si contrae’. Quello del lungodegente autoritratto in una «corsia» beckettiana è ridotto a un ‘perpetuarsi’ da ‘insetti’, o altre vite infinitesime capaci solo d’un ‘parlottìo’ o d’un ‘ronzìo’, quale è questa sua terminale ‘pioggerellina’ poetica”. Alla serata, condotta da Fabio Emilio Torsello e Mara Sabia della Setta dei Poeti estinti, sono intervenuti Paola Macchi, segretaria generale della Fondazione Maxxi e Pierluigi Biondi, sindaco L’Aquila, Giuseppe La Boria, direttore regionale Marche Abruzzo Bper Banca. I candidati hanno letto alcuni testi tratti dalle opere in gara con gli interventi musicali di Whalebones (Francesco Diodati e Stefano Calderano). Un’ampia giuria composta da circa 100 personalità della cultura determinerà l’opera vincitrice che verrà proclamata il prossimo 8 ottobre a Roma, alla Casa dell’Architettura, presso il complesso monumentale dell’Acquario Romano. I giurati riceveranno i libri grazie alle Librerie Feltrinelli e potranno esprimere la loro preferenza tramite voto telematico. La cinquina sarà ospite in diverse località italiane particolarmente attive sul territorio nella promozione della lettura. Queste le tappe: 16 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino, ore 18.15 Sala viola, 11 luglio a Civitavecchia; il 17 luglio a Pula, nel complesso archeologico di Nora; il 22 luglio, a Festambiente Sud, San Marco in Lamis. Seguiranno altri appuntamenti in autunno: il 17- 21 settembre a Pordenonelegge; il 27 settembre a Teramo.

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Cultura

Maurizio Landini, esce “Un’altra storia” per parlare ai giovani

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Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini si racconta per la prima volta nel libro ‘Un’altra storia’ con l’intento di parlare soprattutto ai giovani. “Uno dei motivi che mi ha spinto a raccontare la mia esperienza di vita e di lotta, è che vedo tra le giovani generazioni una straordinaria domanda di libertà. Una domanda di libertà e di realizzazione che non può essere delegata ad altri o rinviata a un futuro lontano, ma che si costruisce giorno per giorno a partire dalla lotta per cambiare le condizioni di lavoro e superare la precarietà. Se riuscirò ad accendere nei giovani la speranza e la voglia di lottare per la loro libertà nel lavoro e per un futuro migliore, potrò dire di aver raggiunto uno degli obiettivi che mi ero prefisso. Questo libro, con umiltà, vuole parlare soprattutto a loro” dice Landini.

In libreria proprio a ridosso dei referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza, ‘Un’altra storia’ è una narrazione intima tra ricordi, aneddoti e svolte professionali ed esistenziali, che si intreccia alla storia degli ultimi quarant’anni di questo paese, con un focus su alcune grandi ferite sociali di ieri e di oggi che ancora sanguinano e che devono essere rimarginate. Dagli anni Settanta ai giorni nostri, dall’infanzia e l’adolescenza a San Polo d’Enza, fino alle esperienze sindacali degli inizi a Reggio Emilia e Bologna, al salto nazionale in Fiom prima e in Cgil poi, nel libro di Landini non mancano le analisi sulle grandi questioni legate al mondo del lavoro e a quello delle grandi vertenze, tra cui Stellantis, il rapporto con i governi Berlusconi, Prodi, Renzi, Conte, Draghi e Meloni, nella declinazione dell’idea-manifesto del “sindacato di strada”, in cui democrazia e autonomia sono il grande orizzonte.

Questa narrazione personale e intima, ricca di spunti e riflessioni, si tiene insieme a quelle che sono le battaglie storiche del segretario e della sua azione “politica”: la dignità del lavoro, affermata nel dopoguerra e nella seconda metà del Novecento e “negata nell’ultimo ventennio a colpi di leggi sbagliate, che le iniziative referendarie propongono, infatti, di correggere e riformare profondamente” sottolinea la nota di presentazione. ‘Un’altra storia’ è un libro che ci parla di diritti da difendere, battaglie ancora da fare e del futuro.

Eletto segretario generale della Cgil nel 2019, Landini ha cominciato a lavorare come apprendista saldatore in un’azienda artigiana e poi in un’azienda cooperativa attiva nel settore metalmeccanico, prima di diventare funzionario e poi segretario generale della Fiom di Reggio Emilia. Successivamente, è stato segretario generale della Fiom dell’Emilia-Romagna e, quindi, di quella di Bologna. All’inizio del 2005 è entrato a far parte dell’apparato politico della Fiom nazionale. Il 30 marzo dello stesso anno, è stato eletto nella segreteria nazionale del sindacato dei metalmeccanici Cgil. Il primo giugno del 2010 è diventato segretario generale della Fiom-Cgil. Nel luglio del 2017 ha lasciato la segreteria generale della Fiom per entrare a far parte della segreteria nazionale della Cgil.

MAURIZIO LANDINI, UN’ALTRA STORIA (PIEMME, PP 224, EURO 18.90)

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