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Cronache

Tiziana D’Angelo nuova direttrice delegata del Palazzo Reale di Napoli

Cambio ai vertici del Palazzo Reale di Napoli: Tiziana D’Angelo subentra a Paola Ricciardi come direttrice delegata. Resta l’interim di Osanna in attesa di concorso.

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Passaggio di consegne tutto al femminile per il vertice del Palazzo Reale di Napoli: la 42enne Tiziana D’Angelo, milanese, archeologa e docente in aspettativa dell’Università di Nottingham, subentra come direttrice delegata a Paola Ricciardi, neosovrintendente all’Archeologia, alle Belle Arti e al Paesaggio dell’area metropolitana partenopea.

Una curiosa coincidenza che porta due donne della stessa generazione a operare fianco a fianco, visto che entrambi gli uffici sono collocati proprio all’interno dell’imponente palazzo affacciato su piazza del Plebiscito, centro simbolico del potere del Sud Italia per oltre tre secoli e trasformato solo nel 2020 in museo autonomo.

Le sfide della nuova direttrice

Con l’arrivo ufficiale, è previsto un primo incontro con lo staff e una ricognizione diretta dei progetti già avviati, a partire dal restauro della cappella nel cortile d’onore, i cui materiali sono stati già predisposti sul posto.

La D’Angelo troverà anche allestita, fino al 15 agosto, una piccola mostra nell’alcova della regina dedicata ai dipinti ritrovati oltreoceano di Giambattista Pittoni, evocando l’epoca di Giacomo Casanova. In autunno, invece, lo spazio ospiterà un’esposizione su Totò, dopo quelle su Tolkien e Pino Daniele.

Osanna mantiene l’interim

L’incarico della D’Angelo, conferito dal direttore generale dei musei Massimo Osanna, riguarda le “funzioni ordinarie” nella gestione del Palazzo. Osanna, tuttavia, continuerà a detenere l’interim in attesa dell’espletamento del concorso pubblico per la nomina definitiva del nuovo direttore.

Il bando, atteso ormai da mesi, non è ancora stato pubblicato, nonostante la scadenza del mandato di Mario Epifanirisalga al 1° novembre 2024. Il ritardo si inserisce nel quadro più ampio di incarichi vacanti anche in altri luoghi simbolo della cultura campana, come Ercolano, i musei del Vomero e Capri.

San Carlo ancora senza sovrintendente

Anche il Teatro di San Carlo resta senza vertice. È fissata per lunedì prossimo una riunione del consiglio di indirizzo, convocata su impulso del governatore Vincenzo De Luca e del suo delegato in teatro Riccardo Realfonzo, per esaminare una nuova rosa di nomi.

L’obiettivo è trovare una mediazione tra Comune e Ministero dopo l’uscita del francese Stéphane Lissner lo scorso aprile. Ma la fumata bianca tarda ad arrivare, lasciando ancora vacante la guida di uno dei teatri lirici più prestigiosi d’Europa.

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Cronache

Napoli, tornano i taralli “abusivi” sul lungomare: chioschi ancora sotto sequestro ma si riapre

Nonostante i sequestri e le sentenze del Tar, alcuni chioschi del lungomare di Napoli sono tornati a vendere cibo e bevande. Il Comune prepara un piano regolatore, ma intanto si moltiplicano le semi-riaperture.

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I taralli sono tornati in vetrina, le bibite appoggiate sopra le saracinesche, gli ombrelloni azzurri riaperti sotto il sole di luglio. Sul lungomare di Napoli, i chioschi che l’estate scorsa erano stati chiusi e sequestrati dalle forze dell’ordine sono tornati ad animarsi, nonostante restino formalmente sotto sequestro.

Le saracinesche sono ancora abbassate e i cartelli con scritto “attrezzature sottoposte a sequestro” ben visibili, ma attorno ai chioschi ricompare la vendita di birre, snack, patatine e biscotti. Un’attività parallela e di fatto non autorizzata, che aggira le disposizioni della magistratura e del Comune.

Le proteste e le “riaperture” alternative

Non è un caso isolato. Anche a Mergellina, vicino agli yacht dei vip, un altro chiosco è tornato a vendere grazie a una postazione laterale con ombrelloni, banchetti Algida e tavolini di plastica, circondato da giocattoli per bambini, palloni e pupazzi di Spider-Man. È il ritorno dei “chioschi chiusi ma aperti”, in un clima di resistenza silenziosa e improvvisazione commerciale.

I chioscai, rimasti senza reddito, avevano protestato in piazza nei mesi scorsi, anche con gesti simbolici come la bara piena di taralli. Ma il Comune ha mantenuto la linea dura, supportata dalle sentenze del Tar che hanno confermato l’irregolarità delle attività sul lungomare. L’unica concessione è stata la possibilità di lavorare nelle aree mercatali ufficiali, non sul lungomare, che è sottoposto a vincoli urbanistici stabiliti dalla Sovrintendenza.

Il piano per regolamentare il futuro

Ora Palazzo San Giacomo sta lavorando a un piano regolatore delle nuove attività sul lungomare. L’incarico è stato affidato al professor Mario Lo Sasso dell’Università Federico II, e il documento dovrà passare anche al vaglio della Sovrintendenza e del Consiglio comunale.

L’obiettivo dichiarato dell’amministrazione Manfredi è riorganizzare le attività di ristoro tra Mergellina e via Nazario Sauro, puntando su esercizi di qualità, attraverso gare pubbliche. Nessuna scorciatoia per chi è rimasto senza autorizzazione: i diciannove chioschi finiti nel mirino restano “fuori norma”.

I tempi e l’attesa dell’autunno

Il piano regolatore potrebbe vedere la luce entro la fine del 2025, ma le decisioni cruciali arriveranno solo in autunno, quando il Consiglio comunale dovrà esprimersi sul futuro commerciale del lungomare. Intanto, il commercio continua a fiorire tra ambulanti abusivi e venditori “itineranti fissi”, una definizione che il Tar ha giudicato una “incompatibilità logica”.

Le postazioni, che dovevano rimanere inattive, sono tornate a vivere. Una sfida aperta alla legalità, che mette in luce le contraddizioni tra la necessità di lavoro e il rispetto delle regole in una delle zone più suggestive – e complesse – della città.

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Fiesta Latina, sei casi di intossicazione da botulino: grave un bimbo di 11 anni

Sei persone intossicate da botulino dopo aver mangiato alla Fiesta Latina di Monserrato. Grave un bambino trasferito d’urgenza a Roma. Indagini in corso.

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Doveva essere una serata di musica, danze e sapori etnici, ma si è trasformata in un incubo. Sei persone sono rimaste intossicate da botulino durante la Fiesta Latina organizzata a Monserrato, nella città metropolitana di Cagliari. Cinque sono in gravi condizioni. Particolarmente preoccupanti le condizioni di un bambino di 11 anni, inizialmente ricoverato al Brotzu di Cagliari e poi trasferito d’urgenza al Policlinico Gemelli di Roma.

Il cibo contaminato: nel mirino i tacos

Le indagini condotte dai carabinieri del Nas, supportate dal Comune di Monserrato, indicano che tutte le persone colpite avevano consumato cibo presso lo stesso chiosco di street food durante la manifestazione che si è tenuta dal 22 al 25 luglio. Sotto accusa, in particolare, ci sarebbero dei tacos di ispirazione messicana.

Le autorità sanitarie locali hanno evidenziato come la contaminazione sia stata molto circoscritta. “I casi di intossicazione – spiega il Comune – riguardano esclusivamente i soggetti che hanno consumato alcuni cibi evidentemente contaminati, mentre altri partecipanti non hanno riscontrato alcun sintomo”.

Ricoveri e indagini: il quadro clinico

Oltre al bambino, risultano ricoverati due uomini di mezza età, una giovane donna, una 62enne e una ragazzina di 14 anni. Quattro sono stati trasportati nelle strutture ospedaliere già nella mattinata con sintomi riconducibili al botulismo. Altri due sono arrivati nel pomeriggio, uno dei quali in condizioni gravi. Due pazienti sono ora nel reparto di Rianimazione del Policlinico di Monserrato.

Le autorità hanno avviato una vera e propria caccia al focolaio. Il Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione ha attivato le procedure di allerta, contattando tutte le persone potenzialmente esposte.

Ordinanza a Tortolì: stop alla Fiesta

La manifestazione si era nel frattempo spostata a Tortolì, in Ogliastra. Non appena ricevuta la segnalazione della Asl, il sindaco di Tortolì ha firmato un’ordinanza urgente per bloccare immediatamente la somministrazione di alimenti e bevande nell’ambito della nuova tappa della Fiesta Latina.

“L’ordinanza – si legge nella comunicazione ufficiale – fa seguito a un’allerta alimentare comunicata dalla Regione Sardegna, riguardante un sospetto focolaio di botulismo legato alla manifestazione”.

Un’allerta grave ma circoscritta

Mentre i sanitari lavorano per salvare la vita dei pazienti, le autorità rassicurano sulla natura circoscritta dell’evento. Tuttavia, il caso solleva nuovamente interrogativi sulla sicurezza alimentare nelle manifestazioni di street food, sempre più diffuse in tutta Italia, ma spesso difficili da monitorare in modo capillare.

Il caso è ora sotto la lente della magistratura e della sanità pubblica, mentre si attende l’esito definitivo degli esami per accertare la presenza di botulino nei cibi consumati e per comprendere se vi siano state violazioni igienico-sanitarie da parte degli organizzatori o dei venditori coinvolti.

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Morte Celeste Pin: lettera anonima alla procura rafforza l’ipotesi di omicidio

La procura di Firenze indaga sulla morte di Celeste Pin: una lettera anonima inviata al legale della famiglia suggerisce il coinvolgimento in affari immobiliari controversi.

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Svolta nelle indagini sulla morte di Celeste Pin, ex calciatore della Fiorentina scomparso lo scorso 22 luglio all’età di 64 anni. Il legale della ex moglie e del figlio, l’avvocato Mattia Alfano, ha consegnato alla procura di Firenze una lettera anonima ricevuta via e-mail, da un mittente sconosciuto e non rintracciabile. Il contenuto del messaggio ricostruisce vicende legate all’attività immobiliare di Pin, ipotizzando un omicidio legato a interessi economici rilevanti a Firenze.

Ipotesi alternative al suicidio

La pista tracciata nella lettera – consegnata alla pm Silvia Zannini, titolare dell’inchiesta formalmente aperta per omicidio colpososi discosta nettamente dalle ipotesi finora emerse di suicidio o di istigazione al suicidio. Gli allegati alla e-mail contengono documentazione relativa a operazioni immobiliari nelle quali l’ex difensore risultava coinvolto, insieme ad altri soggetti operanti nel settore fiorentino.

Le indagini della procura

Nel frattempo, proseguono gli accertamenti autoptici, coordinati dalla dottoressa Rossella Grifoni dell’Istituto di Medicina Legale. Dall’autopsia non sarebbero emerse, al momento, lesioni scheletriche o emorragie evidenti, ma sono stati effettuati prelievi gastrici per le analisi tossicologiche. La polizia scientifica ha partecipato alle operazioni per eseguire rilievi biologici sulla salma, tra cui impronte digitali e analisi subungueali.

Secondo quanto riferito dall’avvocato Massimo Nistri, che assiste i familiari insieme ad Alfano, l’intervento della Scientifica ha prolungato i tempi dell’autopsia, originariamente previsti più brevi.

L’elemento chiave: la telefonata sospetta

Tra gli elementi ritenuti più rilevanti per l’inchiesta, c’è una telefonata ricevuta da Celeste Pin pochi giorni prima del decesso. Secondo testimoni ascoltati dagli inquirenti, l’ex calciatore sarebbe apparso molto scosso dopo quella conversazione, mostrando un forte malessere emotivo che lo avrebbe accompagnato fino alla morte.

Per chiarire la natura di quella chiamata e degli ultimi contatti, la procura ha posto sotto sequestro il telefono cellulare di Pin e ha disposto un accertamento tecnico irripetibile, previsto per il 4 agosto, con l’estrazione forense dei dati contenuti nel dispositivo.

L’inchiesta è ancora in una fase delicata ma la pista di un possibile movente economico legato ad affari immobiliari si fa sempre più concreta.

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