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Tanti i morti della Dana per colpa del ritardo nell’allerta

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Sono centinaia le testimonianze di familiari delle vittime delle alluvioni che il 29 ottobre devastarono la provincia di Valencia, che ricostruiscono quelle tragiche ore dell’ottobre scorso: tutte raccontano di aver chiesto aiuto per i propri cari, cercando soccorsi, ben prima che alle 20:11 arrivasse sui cellulari l’allarme ‘Es-Alert’ della protezione civile. Sono raccolte nel fascicolo di mille pagine dell’inchiesta preliminare del giudice istruttore Nuria Ruiz Tobara per determinare le responsabilità nella gestione della catastrofe, costata 224 vite e tre dispersi. “Molte delle morti potevano essere evitate”, se il governo regionale fosse intervenuto per tempo, ha segnalato il magistrato. Quelle testimonianze appaiono ancora più drammatiche a quattro mesi dalla tragedia, dopo che il presidente della Comunità Valenciana, Carlos Mazòn, del Partito Popolare, ha ammesso di essere arrivato al Centro operativo di coordinamento integrato (Cecopi), riunito dalle 17:00 per gestire l’emergenza, solo alle 20:28, quando ormai interi comuni erano con l’acqua alla gola.

Con l’ennesima versione, Mazon ha smentito quelle sostenute in precedenza, per essere rimasto irraggiungibile durante un lasso di tempo prezioso per mettere in salvo la cittadinanza ed evitare conseguenze letali. Il 15 novembre scorso, davanti alle Cortes valenziane, l’esponente del Pp aveva detto di essere giunto al centro operativo “dopo le 19:00, poiché non fu facile, c’era molto traffico”, riconoscendo di aver prima pranzato per 3 ore con una giornalista. Tuttavia oggi ha negato di aver cambiato la narrazione: “Che cambio? Evidentemente le 20:38 sono dopo le 19.30. Quando avrei mentito?, ha replicato alle domande dei cronisti. E ha assicurato che il suo ritardo non fu determinante per l’invio dell’allarme alla popolazione, poiché al Cecopi “nessuno mi aspettava per lanciare l’allerta, né fu richiesta la mia autorizzazione”. L’indagine preliminare ha accertato che la maggioranza delle vittime nelle 78 località spazzate dalla Dana morì prima dell’allarme della protezione civile. Victor era nella sua casa di Torrent con i figli Izam e Ruben, di 3 e 5 anni, quando alle 18:40 cedette una parete sotto l’onda di acqua e fango trascinandoli per strada. Victor si aggrappò a un albero, ma i suoi bambini morirono annegati.

E’ solo una delle sequenze dell’orrore documentate nel rapporto giudiziario, riportato da El Pais. Testimonianze di familiari e conoscenti delle vittime, in gran parte chiamate di aiuto al 112, effettuate fra le 18 e le 20, che si ripetono, con le richieste di soccorsi per congiunti dispersi o in balia delle inondazioni provocate dalla violenta tromba d’acqua. Secondo il Centro di Integrazione di Dati del Tribunale Superiore di Valencia, almeno 103 dei corpi senza vita sono stati recuperati ai piani bassi degli edifici, in parcheggi e interrati, dove molti erano scesi per salvare il salvabile. Tanti gli anziani che, con un preavviso sufficiente, probabilmente avrebbero potuto rifugiarsi al piani superiori e salvarsi. Mazon, passato dalla difesa politica a quella giudiziaria – ci sono, fra l’altro, i video delle telecamere di accesso al Cecopi richiesti dal magistrato ad inchiodarlo – ha ripetuto che non intende farsi da parte. Sostenuto dal Partito Popolare, che ha collegato la sua continuità alla guida dell’esecutivo Pp-Vox alla ricostruzione. Mentre i partiti della sinistra – Psoe, Sumar, Erc e Compromis – reclamano le “dimissioni immediate” del governatore, accusando il leader nazionale dei popolari, Alberto Nunez Feijoo, di “aver coperto un bugiardo compulsivo”. Il Psoe si costituirà come ‘accusa popolare’ al processo.

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Esteri

Rubio a Lavrov: è ora di mettere fine a guerra senza senso

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Il segretario di Stato Marco Rubio ha detto al ministro degli esteri russo Serghei Lavrov che è il momento di mettere fine alla “guerra senza senso” in Ucraina. Rubio, in una recente intervista, ha definito la settimana in corso “cruciale” per capire le intenzioni di Russia e Ucraina, e per gli Stati Uniti per decidere se continuare o meno lo sforzo per la pace.

Nel corso del colloquio telefonico con Lavrov, Rubio ha messo in evidenza che “gli Stati Uniti sono seriamente intenzionati a porre fine a questa guerra insensata”, riferisce il Dipartimento di stato. Il segretario di stato ha quindi discusso con il ministro degli esteri russo dei “prossimi passi nelle trattative di pace e della necessità di porre fine alla guerra ora”.

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La squadra di Merz, il paladino di Kiev agli Esteri

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L’era Merkel è lontana e anche la politica, per molti troppo prudente, di Olaf Scholz è alle spalle. Friedrich Merz ufficializza la squadra dei futuri ministri conservatori e punta, per tirare la Germania fuori dalla crisi, su nomi nuovi: due top manager per l’economia e la digitalizzazione del Paese, un mastino bavarese agli Interni per la svolta sull’immigrazione, e un esperto di Difesa versato in diplomazia, fautore del massimo sostegno a Kiev, al ministero degli Esteri. Con queste scelte il cancelliere in pectore, che dovrebbe essere eletto al Bundestag il 6 maggio, si è detto pronto ad affrontare le sfide dei prossimi anni e le molte incognite che assillano un’Europa “minacciata” e incerta del futuro.

“Il supporto all’Ucraina è necessario per preservare la pace e la libertà in Germania”, ha scandito prendendo la parola al piccolo congresso di partito dei democristiani, che hanno approvato a Berlino il contratto di coalizione firmato coi socialdemocratici di Lars Klingbeil. “Consideriamo il nostro aiuto all’Ucraina come uno sforzo congiunto di europei e americani dalla parte dell’Ucraina. Non siamo parte in causa in questa guerra e non vogliamo diventarlo, ma non siamo neanche terzi estranei o mediatori tra i fronti. Non ci devono essere dubbi sulla nostra posizione: senza se e senza ma, dalla parte di questo paese attaccato”, ha incalzato ribadendo il rifiuto di una pace imposta. Merz ha anche ribadito di non volere alcuna guerra commerciale con gli Usa, e di esser pronto a spendersi “con ogni forza per un mercato aperto”. Sul fronte migranti, ha assicurato la svolta, che dovrà strappare la Germania alla seduzione dell’ultradestra: “Dal giorno numero uno proteggeremo al meglio le nostre frontiere, con respingimenti massicci”.

Per realizzare questi piani, Merz ha scelto Johann Wadephul, 62 anni, come ministro degli Esteri. L’uomo della Cdu che in passato ha spinto per un sostegno pieno a Kiev, contestando le remore di Scholz e spingendo ad esempio per la consegna dei Taurus, che il Kanzler uscente ha sempre negato a Zelensky. Ex riservista dell’esercito, giurista e poi deputato dal 2009, è un fidatissimo di Merz, e viene ritenuto un grosso esperto di difesa: avrebbe potuto essere anche ministro del settore che andrà invece all’SPD e resterà a Boris Pistorius. Agli Interni sarà nominato il noto volto della Csu bavarese Alexander Dobrindt, “il nostro uomo di punta a Berlino per la questione centrale della svolta sui migranti”, nelle parole di Markus Soeder che ha presentato i tre ministri in quota del suo partito.

La stampa tedesca ha accolto con interesse anche le nomine della brandeburghese Katherina Reiche, 51 anni, all’Economia – top manager del settore energetico, e proveniente dall’est – e quella di Karsten Wildberger, 55 anni, ceo di Mediamarkt e Saturn, colossi dell’elettronica, designato alla Digitalizzazione all’Ammodernamento dello Stato. All’Istruzione andrà Karen Prien, dello Schleswig-Holstein, prima ebrea a ricoprire un incarico da ministra, secondo quanto ha scritto Stern. In squadra ci sono poi Patrick Schnieder ai Trasporti, Nina Warken alla Salute, Thorsten Frei come ministro per la Cancelleria e l’editore conservatore Wolfram Weimer come ministro di Stato alla Cultura. Mentre è stato ancora Soeder a ostentare la scelta del suo partito per la ministra alla Ricerca e all’Aerospazio, Dorothea Baer, e il ministero dell’Alimentazione Agricoltura e Patria: “Dopo un vegano verde arriva un macellaio nero”. Basta col tofu, ha ironizzato il populista bavarese. Il governo di Merz sarà completo soltanto quando i socialdemocratici ufficializzeranno i loro nomi, il 5 maggio. Il partito di Klingbeil attende il referendum della base, che dovrà pronunciarsi sul patto con Merz: il risultato è atteso il 30 aprile. E solo se sarà positivo Merz sarà eletto cancelliere al Bundestag, il 6 maggio. Ma all’Eliseo non hanno dubbi: è stata già annunciata una sua visita a Parigi il 7.

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Blackout in Spagna e Portogallo: indagini in corso, ipotesi anche di un cyberattacco

Spagna e Portogallo colpiti da un blackout elettrico: disagi nei trasporti e nelle comunicazioni. Il governo indaga, possibile anche un cyberattacco.

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Poco dopo le 12 di oggi, migliaia di cittadini in tutta la Spagna continentale e in Portogallo sono stati colpiti da un improvviso blackout elettrico. Come riportato dal quotidiano “El País”, il governo spagnolo ha attivato diversi team tecnici di vari ministeri per indagare sulle cause dell’interruzione, anche se al momento non esiste ancora una spiegazione ufficiale.

Secondo quanto riferito da Red Eléctrica, l’azienda pubblica responsabile della gestione del sistema elettrico nazionale, si sta lavorando intensamente per ripristinare la fornitura di energia. Anche l’Istituto nazionale di cybersicurezza è coinvolto nelle analisi, valutando la possibilità che il blackout possa essere stato causato da un attacco informatico, sebbene non ci siano ancora conferme in tal senso.

Reti di comunicazione e trasporti in tilt

Il blackout ha avuto ripercussioni su diversi settori strategici: sono stati colpiti reti di comunicazione, aeroporti e linee ferroviarie ad alta velocità in Spagna e Portogallo. Problemi sono stati segnalati anche nella gestione del traffico stradale, con numerosi semafori fuori servizio, oltre che in centri commerciali e strutture pubbliche.

La ministra spagnola della Transizione ecologica, Sara Aagesen, ha fatto visita al centro di controllo di Red Eléctrica per seguire da vicino le operazioni di ripristino. L’azienda ha attivato un piano di emergenza che prevede il graduale ritorno alla normalità, iniziando dal nord e dal sud della penisola iberica.

Coinvolta anche la Francia meridionale

Le interruzioni non hanno riguardato esclusivamente la Spagna e il Portogallo: alcune aree del sud della Francia, interconnesse con la rete elettrica spagnola, hanno subito disagi simili. Le autorità francesi stanno monitorando attentamente la situazione in coordinamento con le controparti spagnole.

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