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Guerra Ucraina

Svolta sul grano, Ucraina e Russia firmano l’accordo

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Svolta nella crisi del grano ucraino: domani ad Istanbul sara’ firmato quello che dovrebbe essere il primo vero accordo sui corridoi nel Mar Nero per l’esportazione di cereali dai porti dell’Ucraina. E soprattutto la prima intesa tra Mosca e Kiev dall’inizio della guerra il 24 febbraio. Non a caso sara’ presente anche il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Ad annunciarlo e’ stato l’ufficio del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, grande mediatore dell’intesa, che verra’ sottoscritta dalle delegazioni russa e ucraina nel sontuoso Palazzo Dolmabahce, sullo Stretto del Bosforo. Che l’intesa fosse nell’aria si era capito sin dall’incontro di tre giorni fa a Teheran tra Erdogan e il presidente russo Vladimir Putin, che aveva parlato di “progressi sull’esportazione di grano ucraino”, cosa che aveva definito “un buon segno”. Tuttavia, lo stesso Putin aveva sottolineato che qualsiasi accordo doveva comprendere anche le esportazioni bloccate di grano russo. Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu aveva dal canto suo affermato che “quando risolveremo questo problema, non solo verra’ aperto il percorso di esportazione per il grano e l’olio di girasole dall’Ucraina, ma anche per i prodotti dalla Russia”. Di qui la svolta e l’annuncio. “L’accordo sull’esportazione di grano, di fondamentale importanza per la sicurezza alimentare globale, sara’ firmato a Istanbul sotto gli auspici del presidente Erdogan e del segretario generale dell’Onu Guterres insieme alle delegazioni ucraina e russa”, ha affermato il portavoce del leader turco Ibrahim Kalin. Un membro della delegazione di Kiev per i negoziati, Rustem Umerov, ha fatto sapere che le spedizioni potrebbero riprendere da tre porti sotto il pieno controllo ucraino, ovvero Odessa, Pivdennyi e Chornomorsk. Secondo le stime, circa 25 milioni di tonnellate di grano e altri cereali sono bloccate nei porti ucraini. Un blocco che ha provocato una crisi alimentare mondiale. Frattanto, lo spettro nucleare continua ad aleggiare sulla guerra, anche se per il momento i timori si accentrano, piu’ che su uno scontro tra grandi potenze, su un possibile incidente alla centrale di Zaporizhzhia, al centro dei combattimenti. Gli ucraini hanno accusato i russi di volere utilizzare l’impianto – il piu’ grande d’Europa, con ben sei reattori – per immagazzinarvi missili, carri armati ed esplosivi. Mentre Mosca ha affermato che le forze di Kiev, con i loro attacchi al sito, puntano a provocare “un disastro nucleare in Europa”. Ma le paure non si placano nemmeno per un possibile allargamento del conflitto che porti ad uno scontro atomico tra Russia e Nato. Questo, almeno, l’avvertimento lanciato dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko. “Fermiamoci – ha detto Lukshenko, il piu’ fedele alleato di Mosca – e poi scopriremo come continuare a vivere. Non c’e’ bisogno di andare oltre. Piu’ lontano c’e’ l’abisso della guerra nucleare”. Mentre l’ex presidente russo Dmitri Medvedev e’ ricorso ai suoi consueti toni bellicosi per affermare che, “come risultato di tutto quello che sta accadendo, l’Ucraina potrebbe perdere cio’ che rimane della sua sovranita’ statale e scomparire dalla mappa del mondo”. Sul campo, nelle ultime ore, tre persone sono morte e 19 sono rimaste ferite in un bombardamento russo su Kharkiv, nel nord-est ucraino. Ma a preoccupare e’ appunto soprattutto la pericolosa situazione della centrale di Zaporizhzhia, controllata dai russi, che mercoledi’ avevano denunciato un attacco di droni kamikaze ucraini sul sito, con un bilancio di 11 feriti, di cui 4 gravi. Le stesse fonti avevano detto che erano stati colpiti edifici di servizio ma nessuno dei reattori della centrale. L’obiettivo di Kiev, ha affermato oggi la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, e’ proprio quello di creare un “disastro nucleare”. Gli ucraini ribattono affermando che sono le forze russe a mettere a repentaglio la sicurezza della centrale, ancora gestita da tecnici ucraini, utilizzandola per immagazzinarvi ogni genere di armamenti. “Le forze militari russe – ha dichiarato Energoatom, l’azienda statale che supervisiona gli impianti nucleari in Ucraina – chiedono all’amministrazione della centrale di aprire le sale macchine della 1a, 2a e 3a unita’ per potervi depositare l’intero arsenale militare”. Mentre sabato scorso il presidente di Energoatom, Pedro Kotin, aveva accusato la Russia di utilizzare l’impianto anche per installarvi sistemi di lancio missilistici.

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Esteri

Zelensky: l’accordo sulle terre rare è davvero equo

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

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Esteri

Kiev: grati per firma accordo con gli Usa, favorirà entrambi

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“Sono grata a tutti coloro che hanno lavorato per l’accordo e lo hanno reso più significativo. Ora il documento è tale da garantire il successo per entrambi i nostri Paesi, Ucraina e Stati Uniti”: così la vicepremier ucraina Yulia Svyrydenko ha commentato le intese siglate tra Kiev e Washington, secondo quanto riferito dai media ucraini. “Il 30 aprile, Ucraina e Stati Uniti hanno firmato un accordo sui minerali, atteso da tempo, che istituisce un fondo di investimento congiunto in Ucraina”, ha annunciato Svyrydenko, che oggi era a Washington per firmare l’accordo quadro a nome dell’Ucraina. Ha firmato il documento insieme al Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent (nella foto in evidenza).

Poco prima della firma dell’accordo a Washington il premier ucraino Denys Shmyhal aveva annunciato il via libera del suo governo, precisando che il Fondo di Investimento per la Ricostruzione sarà gestito congiuntamente da Kiev e Washington in un partenariato paritario, con entrambe le parti che contribuiranno al fondo. Secondo Shmyhal, i futuri aiuti militari degli Stati Uniti possono essere considerati contributi al fondo, ma l’assistenza precedente non è inclusa.

“L’accordo – ha precisato – non prevede alcun obbligo di debito”, ha affermato Shmyhal, e l’Ucraina manterrà “il pieno controllo sul sottosuolo, sulle infrastrutture e sulle risorse naturali”, ha affermato. L’istituzione del fondo non interferirà, inoltre, con il percorso dell’Ucraina verso l’adesione all’Unione Europea.

Svyrydenko ha confermato queste clausole in un post sui social media, aggiungendo che le aziende statali ucraine come Energoatom e Ukrnafta manterranno la proprietà statale e che l’accordo è conforme alla Costituzione ucraina. Il fondo sarà alimentato esclusivamente dai proventi derivanti dalle licenze di nuova emissione: “Stiamo parlando del 50% dei fondi provenienti dalle nuove licenze per progetti nel campo dei minerali critici, del petrolio e del gas che andranno a bilancio dopo la creazione del Fondo”, ha scritto.

“I proventi derivanti da progetti già avviati o i proventi a bilancio non sono inclusi nel Fondo. L’accordo prevede un’ulteriore cooperazione strategica”. Le entrate e i contributi del fondo non saranno tassati né in Ucraina né negli Stati Uniti, ha aggiunto. Come parte dell’accordo, gli Stati Uniti contribuiranno ad attrarre ulteriori investimenti e tecnologie in Ucraina, ha affermato Svyrydenko.

Secondo il Washington Post (Wp), l’accordo non fornisce garanzie concrete di sicurezza all’Ucraina. Esso sancisce invece un “allineamento strategico a lungo termine” tra le due nazioni e promette agli Stati Uniti “il sostegno alla sicurezza, alla prosperità, alla ricostruzione e all’integrazione dell’Ucraina nel contesto economico globale”.

L’accordo non include, inoltre, alcun riferimento alla centrale nucleare di Zaporizhzhia (ZNPP) occupata dai russi, riporta il Wp. Funzionari statunitensi avevano precedentemente suggerito di assumere il controllo dell’impianto nell’ambito di un futuro accordo di pace. L’accordo quadro Usa-Ucraina dovrà ora essere sottoposto al vaglio del parlamento di Kiev.

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Esteri

Ucraina: droni russi su Odessa, due morti e cinque feriti

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Due persone sono state uccise e altre cinque sono rimaste ferite in un attacco di droni russi contro una zona residenziale a Odessa, nell’Ucraina meridionale. Lo ha annunciato il governatore della regione su Telegram. Contemporaneamente, si sono udite delle esplosioni in un quartiere della città di Sumy e sono scattati gli allarmi antiaerei, nelle regioni di Kiev, Kharkiv, Chernihiv, Sumy, Donetsk, Dnipropetrovsk e Zaporizhia.

A Odessa, “l’attacco nemico ha danneggiato edifici residenziali, case, un supermercato, una scuola e automobili. Sono scoppiati incendi. Due persone sono state uccise dall’attacco e altre cinque sono rimaste ferite”, ha scritto il governatore locale Oleg Kiper sul suo account Telegram. Questo ultimo attacco da parte di Mosca avviene mentre Stati Uniti e l’Ucraina annunciano la firma di un ampio accordo economico, che istituisce un fondo di investimento per la ricostruzione del paese devastato dalla guerra e garantisce all’amministrazione di Donald Trump l’accesso alle risorse naturali ucraine. Allo stesso tempo, sono in corso molteplici negoziati diplomatici internazionali per trovare una soluzione al conflitto, a più di tre anni dall’invasione russa dell’Ucraina.

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