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Spettacolo nel derby della Mole, Juve vince 4-2

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Un altro derby della Mole va alla Juve, è stata la più bella stracittadina degli ultimi tempi. Il Torino sogna per un tempo, poi i bianconeri prendono il largo nella ripresa: alla fine si chiude sul 4-2 per Allegri, la sua squadra completa una rimonta per la prima volta in questa stagione. Juric va due volte sopra, ma i calci piazzati sono un incubo e i suoi ne beccano tre tra corner e punizioni. Allegri regala una sorpresa nella sua Juve: per sostituire Locatelli non c’è il campione del mondo Paredes ma il giovane Barrenechea, all’esordio assoluto in serie A.

Il classe 2001 aveva disputato appena due minuti in prima squadra contro il Psg in Champions League, la grande occasione arriva nel derby in una mediana completata da Fagioli e Rabiot con Cuadrado a destra e Kostic a sinistra. Il tecnico si tiene in panchina le carte Chiesa e Pogba, quest’ultimo alla seconda convocazione stagionale dopo la ‘chiamata’ contro il Monza, e lancia il tandem Di Maria-Vlahovic, mentre in difesa conferma il terzetto brasiliano Danilo-Bremer-Alex Sandro davanti a Szczesny. Juric deve rinunciare a Vlasic e recupera Ricci per la panchina, così al fianco di Ilic gioca Linetty e non il canterano Adopo. Di giovani cresciuti nel vivaio, però, ci sono Buongiorno e Singo, con Rodriguez alzato sulla linea di centrocampo e in avanti la coppia Miranchuk-Karamoh a supporto di Sanabria.

Negli ultimi anni, sotto la Mole, si sono visti sempre derby tirati e chiusi, la tradizione viene subito stravolta. Al primo angolo battuto, dopo meno di due minuti, il Toro è avanti con Karamoh, ma la Juve risponde al 16′ con la conclusione di Cuadrado deviata da Rodriguez. Si gioca a ritmi alti, i granata si fanno preferire e mostrano una personalità non indifferente allo Stadium, mentre la squadra di Allegri fatica a costruire. La sfida, però, si accende nuovamente nel finale di primo tempo: Sanabria viene prima fermato da un grande Szczesny e poi fa un gol da attaccante vero in anticipo su Bremer, Danilo rimette il risultato subito in parità svettando sopra Karamoh sul corner battuto da Di Maria. La Juve parte con il piede sull’acceleratore anche nella ripresa, Vlahovic colpisce una traversa dopo pochi minuti a tu per tu con Milinkovic-Savic. Juric non si spaventa e all’ora di gioco sostituisce Karamoh con Radonjic, i granata pareggiano i conti dei legni con Linetty.

Le prime mosse di Allegri sono i pezzi grossi Chiesa e Pogba, quest’ultimo al nuovo esordio con la Juve accolto dall’ovazione dello Stadium, e la Juve mette la freccia: cross dell’attaccante appena entrato su schema da corner, classico gol dell’ex di Bremer con tanto di esultanza. Radonjic fa infuriare Juric che lo richiama in panchina dopo nemmeno un quarto d’ora in campo, la Juve dilaga con un altro gol su calcio piazzato: questa volta batte Kostic, in mezzo sbuca Rabiot e dopo la revisione al Var è tutto buono. Il Toro non ha più la forza per rialzarsi, la Juve fa suo un altro derby e aggancia il Bologna al settimo posto recuperando tre punti all’Atalanta. E, facendo i conti di Allegri, sarebbe seconda in solitaria a 50. Domenica ci sarà il big-match nella Capitale contro la Roma, il Toro aspetta il Bologna lunedì al Grande Torino.

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La F1 fa tappa in Usa, Vasseur: Ferrari pronta per Miami

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Il circus della Formula 1 ha attraversato l’Atlantico per l’ultima gara extraeuropea che chiude il primo quarto di stagione, il Gp di Miami, dove è prevista anche una sprint al sabato. Un doppio impegno che renderà più difficile la messa a punto delle monoposto, magari non per una McLaren fin qui dominante ma di certo per le rivali, dalla Red Bull, alla Ferrari fino alla Mercedes, dal rendimento altalenante. La Scuderia “è pronta”, fa sapere il team principal, Frederic Vasseur, in Florida “vogliamo continuare a fare progressi sul piano della prestazione, sull’onda delle incoraggianti prove offerte nelle gare di Bahrain e Gedda”, dove Charles Leclerc ha conquistato il primo podio stagionale per le Rosse in gara lunga. Lewis Hamilton ha trionfato nella Sprint in Cina ma dopo di allora ha mostrato solo difficoltà nel gestire la SF-25, che avrà disponibili aggiornamenti al ritorno dagli Stati Uniti, per il Gp di Imola.

“Dopo qualche giorno trascorso a Maranello, utile per analizzare i dati raccolti nella prima tripletta stagionale, siamo pronti per scendere in pista a Miami – sottolinea Vasseur -, dove è previsto il secondo weekend Sprint della stagione. Ci siamo preparati al meglio in fabbrica dal momento che avremo solo un’ora di prove libere prima della qualifica Sprint, e dunque il peso specifico del lavoro fatto al simulatore e nei briefing preparatori è ancora più elevato”. La Ferrari spera in un risultato brillante anche per celebrare un anno di collaborazione con il title partner, HP. Per questo motivo le due SF-25 scenderanno in pista con una livrea speciale, mentre Leclerc e Hamilton useranno una tuta diversa da quella classica, in bianco e in blu, colori del logo del colosso dell’informatica. Nel 2024 a Miami a vincere fu Lando Norris ed è probabile che sia ancora una monoposto papaya a trionfare tra sabato e domenica prossimi, ma per ottenere il bis il britannico dovrà fare i conti con Oscar Piastri, primo sul podio già tre volte in questa stagione. Unico a interrompere il dominio delle McLaren è stato Max Verstappen, che è ancora una volta il più accreditato riprovarci nonostante gli attuali limiti della Red Bull, dato che le caratteristiche del circuito, sulla carta, potrebbero aiutare, lui e gli altri a ridurre il gap.

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Buongiorno ancora ko, stagione a rischio: il Napoli perde il suo leader in difesa nel momento decisivo

Alessandro Buongiorno si ferma di nuovo per una lesione all’adduttore: stagione praticamente finita. Conte alle prese con l’ennesima emergenza in difesa in vista della sfida con il Lecce.

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 Alessandro Buongiorno è costretto nuovamente ai box. Il difensore del Napoli ha riportato una lesione distrattiva del muscolo adduttore lungo della coscia destra, confermata dagli esami strumentali effettuati dopo l’uscita anticipata nella gara contro il Torino. Una ricaduta dell’infortunio che lo aveva già tenuto fermo per quasi un mese e che, con ogni probabilità, lo costringerà a saltare tutto il finale di stagione, fatta eccezione – forse – per l’ultima giornata al Maradona contro il Cagliari.

Un eccesso di generosità

Ironia della sorte, il ko è arrivato per troppa voglia di esserci, per senso di appartenenza e spirito di sacrificio. Buongiorno aveva messo nel mirino la sfida con il Torino, il suo passato, la sua casa calcistica. E ha fatto di tutto per esserci, nonostante il fastidio al nervo otturatore che lo aveva già tenuto fuori con Bologna, Empoli e Monza. Una scelta di cuore che ha avuto un epilogo amaro.

Le alternative di Conte

L’ennesima emergenza difensiva obbliga Antonio Conte a nuove scelte. Il reparto arretrato del Napoli, pur decimato, resta il meno battuto dei top 5 campionati europei, ma le opzioni iniziano a scarseggiare. Il sostituto naturale sarebbe Rafa Marin, già impiegato a Monza. Ma non è escluso che Conte possa dirottare Mathias Olivera al centro in coppia con Rrahmani, spostando Spinazzola a sinistra. Una soluzione già testata in allenamento, anche in vista di un ritorno al 4-4-2.

Di Lorenzo c’è, ma con riserva

Attenzione però anche a Giovanni Di Lorenzo. Il capitano ha accusato un colpo al fianco in uno scontro con Milinkovic-Savic domenica scorsa. Nulla di grave, almeno in apparenza, ma lo staff medico lo monitora con cautela per evitare ulteriori sorprese. L’ipotesi di una sua assenza a Lecce al momento non è concreta, ma il Napoli non può permettersi ulteriori defezioni.

Conte, l’arte di gestire le emergenze

Nel momento più difficile, il tecnico azzurro ha dimostrato di saper trasformare le difficoltà in forza. L’ultima trovata tattica, un tridente atipico lanciato all’ultimo minuto per sostituire Raspadori colpito da influenza, ha funzionato. E ora sarà di nuovo il momento dell’ingegno, delle scelte coraggiose e della compattezza del gruppo.


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Champions: Psg vince in casa dell’Arsenal, gol Dembelé e super Donnarumma protagonisti

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Espugnare l’Emirates Stadium di Londra sembrava un’impresa impossibile ma il Paris Saint Germain ci è riuscito, battendo 1-0 l’Arsenal nella semifinale d’andata di Champions League. Merito di Dembelé, andato in rete all’inizio della partita, e di un super Gigio Donnarumma autore di una serie di parate che hanno impedito ai Gunners di trovare il pareggio. Gioisce Luis Enrique che tra una settimana al Parco dei Principi partirà con un gol di vantaggio sugli inglesi nella gara di ritorno. Recrimina, invece, Mikel Arteta per le occasione non finalizzate dai propri giocatori. Partono molto bene gli ospiti che trovano il vrtanggio al 4′ con Dembelé al termine di una triangolazione in profondità con Kvaratskhelia. Anche i 25′ minuti successivi sono di marca francese che sfiorano addirittura il raddoppio con Marquinos. Al 30′ sale in cattedra l’Arsenal che inizia a macinare gioco e prova ad affondare dalle parti di Donnarumma.

Al 37′ Joao Neves salva su Merino che poteva calciare a due passi dalla porta. Al 39′ Saka semina il panico in area. Dopo 2′ minuti Trossard manca la deviazione vincete su assist di Merino. In pieno recupero Donnarumma compie un vero e proprio miracolo su Martinelli. Nella ripresa i Gunners spingono. Al 2′ Merino segna ma dopo un lungo consulto del Var la rete viene annullata. Al 11′ ci pensa ancora Donnarumma a deviare in angolo un tiro di Troussard che aveva approfittato di un errore di Marquinhos. L’Arsenal insiste ma non riesce a concludere. Il Psg gioca di rimessa: al 39′ Barcola in contropiede sulla sinistra ha l’occasione di chiudere l’incontro sul 2-0 ma sbaglia mandando di poco sulla sinistra. Dopo 1′ tocca a Gonzalo Ramos che dalla stessa posizione colpisce la traversa. I padroni di casa spingono nei minuti di recupero ma il Psg li contiene. Finisce 1-0 per i francesi. Appuntamento mercoledì prossimo a Parigi per il ritorno. In palio c’è la finale.

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