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Spari contro la pizzeria Di Matteo, parla il titolare: non abbiamo paura, lo Stato ci dia sicurezza in queste zone

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“Non è un atto intimidatorio anche perchè, se lo fosse, lo avrei già denunciato. Più che altro rappresenta un segnale che impone una risposta all’insegna della maggiore sicurezza”. Sono queste le parole di Salvatore Di Matteo, uno dei quattro eredi che gestisce la storica pizzeria di via Tribunali a Napoli, che occupa 30 persone, dopo i colpi di pistola esplosi contro la saracinesca del locale. “Proprio qui, a questo incrocio, si sono verificate numerose “stese” (raid con spari all’impazzata di baby gang, ndr), come le chiamate voi. E anche questa – aggiunge Di Matteo – potrebbe esserne una; solo per una coincidenza potrebbe essere stata colpita la saracinesca del locale. Rimane il fatto che per noi, come per altri noti colleghi pizzaioli colpiti in precedenza, quando si colpisce un luogo noto la cosa fa clamore. Una volta noi, una volta una signora affacciata al balcone, una volto un passante: credo che non ci sia più bisogno di altri episodi perchè la politica intervenga”.

Di Matteo spiega che “stasera non so se apriremo. Non per paura, ma perchè la cosa ci ha turbato. Si tratta di una violenza che non ci appartiene e di un episodio che dobbiamo ancora metabolizzare. Siamo qui da generazione. Non scappiamo ma qualcuno ci deve aiutare a rimanere”. Le parole di Di Matteo, imprenditore da generazioni nel settoree della pizza sono come pietre e colpiscono pesantemente. Non c’è, come dice l’imprenditore, null’altro da aggiungere a quanto già detto in altre circostanze analoghe. In via dei Tribunali ci sono bande di ragazzini che hanno come obiettivo il controllo del territorio e mano libera sui traffici illeciti (droga, sigarette di contrabbando) e altro. Quei colpi di pistola sono forse un segnale alla pizzeria (non c’è ancora stata alcuna richiesta estorsiva) o davvero non c’è niente altro che la volontà di sparare e per caso hanno preso la saracinesca di Di Matteo. Ma potevano prendere altre strutture o case. È capitato già, capiterà ancora. Quelle zone di Napoli, lo dice la storia recente, ad una certa ora vanno evitate. Perchè c’è chi a bordo di moto spara.

La pizza non è solo un piatto gustoso da mangiare ma anche un affare sul quale tutti vogliono lucrare, c’è scritto nel libro “Diritto alla Pizza”

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Garlasco, nuove indagini sul delitto: interrogati Stasi, Sempio e il fratello di Chiara Poggi

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Proseguono le nuove indagini della Procura di Pavia sul delitto di Garlasco. Martedì saranno interrogati Andrea Sempio e Alberto Stasi, già condannato nel 2015 a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, sua fidanzata all’epoca dei fatti. Entrambi saranno ascoltati a Pavia.

Marco Poggi sentito come testimone

A Venezia, invece, sarà sentito come testimone Marco Poggi, fratello della vittima, trovata morta nella sua abitazione il 13 agosto 2007. Secondo quanto riportato dal Tg1, la sua audizione è ritenuta rilevante per ricostruire le abitudini e i rapporti del gruppo di amici, in cui era inserito anche lo stesso Sempio, figura su cui si sono riaccesi i riflettori investigativi.

Un’indagine ancora aperta

Nonostante la condanna definitiva di Stasi, la Procura ha riaperto l’indagine valutando nuovi elementi e movimenti sospetti. L’interrogatorio di Sempio, già coinvolto in ipotesi alternative di colpevolezza, rientra in questa nuova fase investigativa. Gli inquirenti sembrano voler approfondire eventuali incongruenze o omissioni nel racconto dei protagonisti dell’epoca.

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Cronache

Per amore finito vuole lanciarsi nel vuoto, salvato dai carabinieri

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Era lì, a cavalcioni sul guardrail che costeggia un tratto della strada tra Bisceglie e Trani. Un attimo dopo era a un passo da uno strapiombo. E lui, un carabiniere libero dal servizio che era in auto con sua moglie non ci ha pensato due volte: ha raggiunto quel ragazzo, uno studente meno che trentenne, che evidentemente voleva farla finita. Gli ha parlato per pochi minuti poi è riuscito a tirarlo a sé, immobilizzarlo e salvarlo.

È quanto vissuto, qualche giorno fa, dall’appuntato scelto qualifica speciale Francesco Marcone, in servizio nella tenenza di Bisceglie. Il militare, che ha 50 anni ed è molto stimato in città, era fuori servizio e mentre era in auto, all’altezza del Ponte Lama Torre della Guardia ha notato il giovane. Lo ha raggiunto, cercando di dissuaderlo e lo studente gli ha spiegato che a causa di un amore giunto al capolino, preferiva farla finita. Il carabiniere ha continuato a parargli e approfittando di un momento di distrazione lo ha afferrato, allontanato dallo strapiombo e salvato grazie anche all’aiuto di un passante. Il giovane è stato poi soccorso dal personale del 118 che lo ha portato in ospedale a Barletta per le cure del caso.

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Sassi dal cavalcavia a Viterbo, nei guai gruppo di minorenni

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Un gruppo di minorenni è stato individuato dalla polizia dopo che ieri pomeriggio, sulla superstrada che collega Viterbo a Terni, un automobilista che stava viaggiando in direzione Orte, mentre passava sotto un cavalcavia in prossimità del quartiere viterbese Santa Barbara, ha sentito un forte colpo sul parabrezza che, subito dopo si è spaccato. L’uomo, d’istinto, ha alzato la testa e ha visto dei ragazzini che sostavano con il motorino sul ponte sotto cui era appena passato. Subito dopo si è fermato nella prima stazione di rifornimento, dove si è reso conto che il vetro della macchina era stato colpito da un sasso di grosse dimensioni, probabilmente lanciato dal cavalcavia. La polizia, avvertita dal guidatore, ha setacciato la zona e nel giro di pochissimo tempo ha rintracciato il gruppo di minorenni responsabili del lancio del sasso.

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