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Spalletti prepara la squadra al match con la Lazio: dobbiamo rimanere sul carro scudetto

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La classifica in serie A racconta oggi che Milan e Inter (deve recuperare ancora un match) sono rispettivamente a 57 e 55 punti. Il Napoli, a 54 punti, ha una nuova grande chance, domani sera all’Olimpico con la Lazio, per agguantare la vetta. Serve un pizzico di coraggio (o cattiveria) in più a questa squadra per raggiungere l’obiettivo, Spalletti lo sa e in conferenza stampa ammette:
“Tutto dipende da noi. dobbiamo restare agganciati alla possibilità di dare una felicità che poi non venga mai dimenticata dai nostri sostenitori: siamo a un bivio, scegliere di essere dimenticati o restare nella testa dei tifosi del Napoli come degli eroi. Qui Sarri ha fatto giocare un bel calcio ma oggi è un avversario. Noi dobbiamo riuscire ad essere quella squadra che non rinuncia mai, in queste partite qui se pensi a nasconderti vieni subito stanato”.
Ha le idee chiare, Spalletti sulla possibilità di vincere lo scudetto: “Abbiamo perso delle energie però allo stesso tempo la squadra detiene ancora tante fonti misteriose che possono darci delle soluzioni. Giochiamo con fiducia, sapendo che questa è una opportunità per far vedere se la nostra forza può andare oltre tutto. In generale per il titolo è una bella bagarre. Ci sono molte squadre che possono rientrare in zona Champions. Conosco i miei calciatori, so che hanno riconosciuto questo momento. Da qui in avanti deve essere una corsa”.
A chi pensa che il Napoli abbia ‘staccato la spina’ Spalletti risponde che è lui il generatore di quell’energia, sempre vivo. Rivive, il mister toscano, la debacle patita contro il Barcellona e si assume la responsabilità della sconfitta, anche su quel primo gol giunto dopo aver fallito lo schema da calcio d’angolo: “Sicuramente abbiamo sbagliato qualcosa, ora siamo di fronte ad un match che può dare tanto. La soluzione è riuscire a giocare da squadra forte, da Napoli. Rimanere a testa alta, guardando in faccia l’avversario. La strategia deve essere sempre la stessa, provare a vincere ogni partita. L’appagamento non può esistere. In questa stagione non abbiamo ancora centrato niente, bisogna restare agganciati alla posizione per provare a vincere lo scudetto oppure guardarsi alle spalle se scendi da quel carro. Resta la stessa strategia, vincere piu’ partite possibili, sia per lo scudetto che per la Champions del prossimo anno” ha detto il tecnico del Napoli. Spalletti spiega che “nella squadra oggi – precisa – non c’e’ appagamento, e’ un’idea bruttissima, se se ne accorge De Laurentiis entra nello spogliatoio e sconvolge tutto, ma noi abbiamo la stessa visione del presidente”.

Brucia l’esclusione dall’Europa League, gli azzurri dimostrano segnali di stanchezza? Il nostro atteggiamento era quello corretto – afferma Spalletti – se poi fai degli errori questo mette in discussione anche l’atteggiamento. Occorre gestire il nostro modo di giocare anche nella fase di non possesso, altrimenti rischiamo di fare brutte figure”.
Sul discorso infermeria che tanto ha logorato i partenopei in questa stagione la situazione appare chiara e si sta delineando. Osimhen sta bene e può fare i 90’; Lobotka ha recuperato e parte con la squadra ma sarà difficile vederlo in campo dall’inizio; Lozano si sente molto meglio, ed è stato giusto affidarsi alla terapia conservativa senza intervento chirurgico; per Anguissa ci vuole ancora un’altra settimana e qualche esame strumentale per valutare la sua ripresa.
Il pensiero di Luciano Spalletti va infine anche al conflitto in Ucraina, lui che ha allenato anni addietro in Russia: “Non conosco le cause che hanno portato ad una cosa così drammatica ma nessun motivo può essere valido da rendere delle persone profughi per il mondo o schiacciati dalle bombe o peggio ancora da costringere i bambini a dormire chissà dove. La vita degli esseri umani deve essere tutelata prima di tutto”.

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A Bocca della Selva l’urlo di Paret, Pogacar resta rosa

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Sembra quasi non credere a quello che gli sta succedendo, Valentin Paret-Peintre, mentre taglia da solo il traguardo ai 1400 metri di Bocca della Selva. Tra le montagne del Sannio note per il ritrovamento di Ciro, il fossile di cucciolo di dinosauro di 113 milioni di anni fa, il 23enne francese coglie il suo primo successo da professionista staccando il connazionale Bardet di 30 secondi e lo sloveno Tratnik, terzo a un minuto dopo aver coltivato sogni di gloria, in fuga solitaria per quasi 30 chilometri prima di essere ripreso da Paret a meno di tre dall’arrivo.

A oltre tre minuti il gruppo della maglia rosa, con lo sloveno Tadej Pogacar che resta padrone della corsa. Immutata la classifica generale, almeno nelle prime posizioni. Tiberi, sesto, è il primo degli italiani. La prima vittoria importante del più giovane dei fratelli Paret Peintre ha il volto dell’incredulità: Valentin scuote la testa, fa no con le dita, poi si batte i pugni sul capo fino a sfogare la gioia con un urlo liberatorio. L’anno scorso era toccato al fratello maggiore Aurelien vincere una tappa al Giro. “Vorrà dire che verremo tutti gli anni al Giro -scherza a fine gara il francese -. E pensare che alla partenza non mi sentivo bene. E invece con la salita le gambe hanno cominciato a girare. Non avevo mai vinto in una grande corsa, è una gioia immensa”. Lucida fino alla fine la condotta di gara della maglia rosa: “Abbiamo lasciato andare la fuga – dirà lo sloveno – e tenuto il nostro passo. Giusto essere pazienti, il Giro è lungo ventuno giorni. La gara di oggi è di buon auspicio per le prossime montagne”.

Dopo l’arrivo sul lungomare di Napoli e la giornata di pausa, doveva essere una tappa frastagliata, la Pompei-Cusano Mutri, 142 km in buona parte pianeggianti ma con l’arrivo ai 1400 metri della Bocca della Selva dopo una salita lunga 18 km. E così è stato. Il gruppo alla partenza saluta Olav Kooij, vincitore della tappa di Napoli domenica, che abbandona per febbre. L’andazzo della corsa è fedele alle aspettative sin dalle prime battute. A provare per primi la fuga sono Hermans e Clark raggiunti presto da De Marchi: i tre accumulano oltre un minuto di vantaggio sul gruppo. A circa 80 km dall’arrivo restano De Marchi e Clarke con 1’20” di vantaggio.

Le distanze si annullano quando comincia la salita che porta a Camposauro. In venticinque, staccatisi dal gruppone, raggiungono i due per formare una nuova fuga a ventisette: mancano 45 km al traguardo. Del gruppo al comando i corridori dalla classifica migliore sono Zana 13/mo a 7’12″e Bardet 14/mo a 7’51”. Con loro c’è anche Paret, che vincerà la tappa, e che in classifica sconta 26 minuti dalla maglia rosa. Troppi perché Pogacar debba preoccuparsi. Il vantaggio sul gruppo arriva a toccare i 5 minuti a circa 40 km dall’arrivo. Dal gruppo di testa si stacca lo sloveno Tratnik: su di lui si lanciano i francesi Paret e Bardet e gli italiani Frigo e Bagioli. Tratnik accumula fino a un minuto di vantaggio sulla salita che conduce a Bocca della Selva, ma il vantaggio si riduce man mano che si avvicina al traguardo.

A meno di tre chilometri dall’arrivo l’epilogo, con Paret che rientra sullo sloveno e lo stacca per chiudere, confuso e felice, braccia alzate al cielo. Domani l’undicesima tappa: da Foiano di Val Fortore a Francavilla al Mare, sorride ai velocisti. Il Giro, intanto, perde la Cima Coppi sullo Stelvio. Le recenti nevicate, e l’aumento delle temperature, hanno fatto crescere il rischio di slavine. Motivo per cui l’organizzazione ha deciso di modificare il percorso della 16/a tappa, Livigno-Santa Cristina Val Gardena. La Cima Coppi viene spostata sul Giogo di Santa Maria a quota 2489 metri.

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Internazionali: Zverev batte Borges, va ai quarti contro Fritz

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Il tedesco Alexander Zverev e il cileno Nicolas Jarry si sono qualificati ai quarti di finale degli Internazionali di Roma. Il n.5 al mondo si è imposto in due set (6-2, 7-5) sul portoghese Nuno Borges e al prossimo turno se la vedrà con lo statunitense Taylor Fritz. Il sudamericano ha battuto per 7-5, 6-3 il francese Alexandre Muller e affronterà il greco Stefanos Tsitsipas o l’australiano Alex De Minaur.

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Cessione Monza, sfuma la trattativa Fininvest-Orienta

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Nessun passaggio di quote tra Ac Monza e Orienta Capital Partner, il fondo che fa capo ad Augusto Balestra e che nelle scorse settimane era indicato come prossimo socio di maggioranza del club. Un’operazione che, nelle stesse previsioni di Orienta delle scorse settimane, avrebbe dovuto concludersi nel mese di maggio, comunque prima della fine del campionato in corso. Nelle scorse ore la fase di interlocuzione si è interrotta, seppur senza alcuno strappo, dopo che il discorso si era arenato su posizioni differenti in termini di ripartizione della partecipazione ma anche di visione per il club. Per il Monza, di fatto, poco cambia: nel senso che alla finestra era, in attesa di nuovi partner pronti ad entrare nel capitale del club, e alla finestra resta. Il club brianzolo, dopo la matematica certezza della salvezza nel suo secondo anno consecutivo di Serie A, vivrà nella prossima stagione il terzo campionato nella massima serie.

Dopo il rinnovo nei giorni scorsi del consiglio di amministrazione, con scadenza all’approvazione del bilancio 2024, la società biancorossa prosegue così nel solco di Fininvest e di Adriano Galliani, vicepresidente vicario e amministratore delegato del club. Chiamato, innanzitutto, a decidere la guida tecnica per la prossima stagione: sul piatto anche la possibilità di proseguire con l’attuale allenatore, Raffaele Palladino, in scadenza di contratto a giugno. Nei mesi scorsi erano stati accostati al club della famiglia Berlusconi anche grandi attori internazionali: i nomi emersi erano stati quelli di Red Bull (già proprietario di club come il Lipsia e il Salisburgo, ma anche associabile alla Formula 1 che ha in Monza un circuito di riferimento), poi dell’armatore greco Evangelos Marinakis, azionista di maggioranza dell’Olympiakos e del Nottingham Forest, e dei fondi arabi.

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