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Spagna, Croazia, Albania: per l’Italia l’Europeo 2024 parte in salita

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Spagna, Croazia, Albania: l’Italia pesca un girone duro – la squadra piu’ offensiva d’Europa, quella col maggior tasso tecnico, e una dirimpettaia geografica con cui incrocia da tempo destini non solo calcistici – ma si proietta con ottimismo sull’Europeo 2024 che partirà il prossimo 14 giugno a Berlino, con la sfida Germania-Scozia. Il torneo di Luciano Spalletti e dei suoi azzurri comincera’ invece il giorno dopo, il 15 giugno, a Dortmund contro l’Albania, rivelazione delle qualificazioni.

Poi, il 20 la sfida alla Spagna a Gelsenkirchen (altro ricordo azzurro del mondiale 2006), e la chiusura il 24 contro la Croazia, a Lipsia. “Poteva andare meglio, e’ un girone duro ma dobbiamo andare all’Europeo con la consapevolezza di essere l’Italia, e la voglia di affrontare le partite sempre con un calcio propositivo, offensivo: voglio fare di questa nazionale un gruppo come un club. Molto dipendera’ da come arriveremo a giugno”, il commento di Spalletti, che vista la quarta fascia sapeva di poter trovare un avvio in salita. “Che Vialli ci protegga”, ha chiuso il ct, guardando in cielo col pensiero al nume tutelare azzurro, dopo aver strabuzzato gli occhi al sorteggio. “Poteva andare peggio” invece a parere del presidente Figc, Gabriele Gravina, il cui compito ora pare quello di convincere i club ad assecondare la preparazione di questi sei mesi, tanto cara a Spalletti.

“Molto dipendera’ – ha sottolineato il ct – da come arriveranno tutte le squadre a giugno. Per noi condera’ la condizione, quella fisica e tecnica sulla base della crescita del campionato italiano, e quella mentale, col lavoro che intendiamo fare con i ragazzi”. Oltre alle due amichevoli di marzo e ai due slot per test a campionato finito, Gravina ha rilanciato l’idea di mini-stage, come con Mancini. “Piu’ che guardare alle avversarie, penso alla nostra preparazione – la sottolineatura del n.1 Figc – Se mettiamo insieme tutte le nostre energie, se facciamo squadra, nessuna nazionale può tenere il nostro passo. Auspico di poter trovare a gennaio e febbraio un lunedi, un mezzo martedi’, per avere i giocatori a disposizione, non per lavoro tecnico ma per avviare certi discorsi che ci stanno a cuore”. La palla passa ai club. Spallettiinvece studiera’ avversari che conosce.

A cominciare dall’Albania che con l’Italia ha relazioni politiche e intrecci calcistici: a Di Biasi e’ subentrato in panchina Silvynho, brasiliano che fu vice di Roberto Mancini. “E’ una squadra tosta, che sa stare in campo”, dice Spalletti. Della Croazia il ct conosce bene Brozovic e “l’esperienza e la forza di una squadra di spessore”. “Ma manca troppo tempo per dire cosa faremo. Difendere con la Spagna? Non mi piace questo discorso – la conclusione di Spalletti – ci saranno momenti in cui si difende in 10, ma il nostro calcio non sara’ mai speculativo”. “E’ lo stesso girone del 2012, Spagna, Croazia e Albania al posto dell’Irlanda, e allora ci qualificammo da secondi”, ricorda il capodelegazione Buffon, guida del sorteggio in forza del Mondiale vinto in Germania nel 2006 (“che emozione”, ha ammesso prima di scoprire che l’esordio dell’Europeo sara’ a Dortmund, nello stadio della semifinale con la Germania di quel magico 2006).

Si qualificano le prime due e le quattro migliori terze. Difficile quindi seguire i possibili incroci del tabellone: l’Italia sa pero’ che da prima affronterebbe una ripescata, da seconda la seconda del gruppo A (Germania, Ungheria, Svizzera e Scozia: girone morbido), da ripescata invece la vincente dell’F, dove sono Portogallo, la Turchia di Montella – uno dei cinque ct italiani di Euro 2024 – la Repubblica Ceca e una squadra dai play off. Per il resto, la Francia favoritissima ha pescato l’Olanda, l’Austria e una dei play off; l’Inghilterra di Bellingham un girone serio, con Danimarca, Serbia e Slovenia; morbido il gruppo E, con Belgio, Romania, Slovacchia (ct Calzona) e una dai play off. Appuntamento a Euro 2024.

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De Laurentiis esulta ma invita alla calma: sangue freddo e concentrazione

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Sangue freddo. Calma e gesso. Forza Napoli sempre! Con queste parole affidate al social X, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha celebrato la vittoria degli azzurri contro il Torino, un successo che consente alla squadra partenopea di tornare da sola in testa alla classifica di Serie A.

Il messaggio di De Laurentiis non è solo un’esultanza, ma anche un richiamo alla lucidità e alla determinazione. Mancano infatti quattro giornate alla fine del campionato, e il presidente ha voluto sottolineare quanto sia fondamentale mantenere alta la concentrazione per raggiungere l’obiettivo più importante: la conquista dello scudetto.

La vittoria contro il Torino ha rinvigorito l’entusiasmo dell’ambiente napoletano, ma la strada verso il trionfo è ancora impegnativa. De Laurentiis invita tutti, squadra e tifosi, a non perdere la calma e a continuare a lottare con lo stesso spirito che ha riportato il Napoli in vetta.

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Atalanta, solo un pari con il Lecce

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Finisce 1-1 la sfida tra Atalanta e Lecce nel ricordo di Graziano Fiorita, membro dello staff dei salentini scomparso giovedì. I bergamaschi non sfruttano la frenata da parte dell’Inter ma si portano a -6 dai nerazzurri campioni d’Italia in carica; i giallorossi muovono la classifica e fanno un piccolo passo avanti verso la salvezza. Tutto è ancora aperto, nel prossimo turno ci sarà la sfida casalinga col Napoli. Gli orobici, invece, sfideranno il Monza. Il calcio è passato inevitabilmente in secondo piano. Si è chiusa probabilmente la settimana più complessa in casa Lecce: i giallorossi hanno attuato sin da subito una protesta silenziosa contro la scelta di posticipare la gara di sole 48 ore dopo la scomparsa di Graziano Fiorita, storico fisioterapista del club. I salentini sono scesi in campo con una maglia bianca, senza loghi né stemmi: “Nessun valore, nessun colore”, la scritta scelta dal club, oggi in formazione ridotta a Bergamo. Con la squadra, infatti, hanno viaggiato soltanto il direttore sportivo Stefano Trinchera e il team manager Claudio Vino: durante il riscaldamento e all’uscita dal campo poco prima del match, tutto il pubblico di fede atalantina ha applaudito il Lecce, che ha ricambiato il segno di vicinanza da parte dei tifosi di casa.

Nel settore ospiti presente invece un fiocco nero gigante e uno striscione dedicato al fisioterapista scomparso giovedì durante il ritiro a Coccaglio, in provincia di Brescia. I primi 45 minuti sono scivolati via tra l’emozione per il minuto di raccoglimento – il capitano Marten De Roon ha consegnato una corona di fiori a Baschirotto – e un silenzio surreale per via dello sciopero del tifo orobico, ripreso soltanto dopo 15 minuti con un lancio di fumogeni che ha portato alla sospensione per circa un minuto e mezzo della gara. L’Atalanta si è vista pochissimo dalle parti di Falcone – due le occasioni non sfruttate da Mario Pasalic -, il Lecce invece ha spaventato Carnesecchi riuscendo poi a trovare la rete del vantaggio su rigore grazie a Karlsson (penalty assegnato per un fallo di mano Hien). Nella ripresa i nerazzurri hanno trovato la rete del pari ancora su calcio di rigore, questa volta trasformato da Mateo Retegui, salito a quota 24 gol in stagione. Un punto a testa, che fa comodo al Lecce, nel ricordo di Graziano.

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Serie A: Napoli vince e vola a +3, Inter è crisi vera

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Colpo grosso della Roma a San Siro. L’Inter crolla in casa e regala un assist scudetto al Napoli: i partenopei non sbagliano, battono il Torino 2-0 grazie ad una doppietta di McTominay e vanno in testa alla classifica a +3 sulla formazione nerazzurra. La corsa scudetto è più che mai avvincente quando mancano quattro giornate al termine del campionato, con il Napoli lanciato. La crisi nerazzurra, sulla strada della temibile sfida con la macchina da gol del Barcellona, mette pepe a un finale di stagione elettrizzante. La Roma rimane in scia per i posti in Europa, aspetta i posticipi di Bologna e Lazio, mantiene inalterato il vantaggio sulla Fiorentina che supera con un po’ di fatica finale l’Empoli.

Al quarto posto sale provvisoriamente la Juve, in dieci un tempo per una follia di Yildiz, con una facile successo sul Monza, sempre più vicino alla serie B. Sull’onda del derby vinto il Milan passa a Venezia, ma le speranze d’Europa rimangono legate alla finale di Coppa Italia. Il Como certifica la sua salvezza in anticipo col successo di misura sul Genoa. Su tutti i campi emozionante e partecipato minuto di silenzio in memoria di Papa Francesco, a San Siro col sottofondo suggestivo di ‘Mission’ di Morricone. Tre indizi fanno una prova: dopo i ko con Bologna e Milan arriva anche quello, molto pesante per i suoi effetti, con la Roma. Decide un gol del ritrovato Soulè, schierato nel centrocampo a cinque con abilità da Ranieri, ma gli ospiti hanno molte occasioni per raddoppiare.

In difesa ottimi Mancini e Ndicka, in mediana giganteggia Konè, ma tutta la squadra gira a dovere. Nel primo tempo l’Inter, appesantita dal tour del force, dalla fatica e dalle assenze, sembra in trance, in ritardo e in affanno. Poi nella ripresa si scuote, ha alcune occasioni, ma il bunker di Ranieri regge bene. Per il tecnico è il 18/o risultato utile consecutivo e rimane in sella per la volata Champions. Al quarto posto si istalla di nuovo la Juve, che reagisce alla sconfitta di Parma, con un successo sul rassegnato Monza. Tudor sostituisce l’infortunato Vlahovic con Kolo Muani che ritrova il gol dopo un digiuno di 791′. A gettare le basi per il successo è però la prodezza di Nico Gonzalez, con una grande conclusione dalla distanza.

Poi pero’ ci pensa Yildiz a mettere nei guai Tudor con una sventata gomitata a Bianco: rosso diretto e fuori almeno nella sfida col Bologna. Il Monza non riesce a rendersi pericoloso e la partita si chiude con un nervosismo fuori luogo fra i giocatori in campo. Non perde un colpo la Fiorentina che dopo tre anni batte l’Empoli inguaiandola nella volata salvezza. Una proiezione non contrastata di Adli e una ‘bicicletta’ di Mandragora mettono in cassaforte il successo sull’Empoli che ritorna in partita con Fazzini e si rende pericoloso con Kobalenko.

Ora i viola si preparano alla sfida di domenica in casa della Roma. Un gol a freddo di Pulisic taglia le gambe al Venezia e consente al Milan di sfruttare la scia del derby di Coppa Italia rimanendo comunque nona a distanza perche’ Juve, Roma e Fiorentina vincono. Jimenez intercetta una ripartenza sbagliata, serve il lucido Fofana per il vantaggio dei rossoneri. I veneti producono tanto, anche il bel pareggio di Yeboah, il migliore dei suoi, che viene vanificato per un fuorigioco di rientro di Busio. Il Milan sfiora il raddoppio varie volte e lo raggiunge allo scadere con Gimenez dopo due occasioni fallite dal Venezia per un’inezia.

Il Como eguaglia il suo record di quattro vittorie di fila, come 73 anni, nel giorno in cui certifica la sua matematica salvezza. Cio’ avviene grazie al successo di misura sul Genoa, da tempo forse troppo tranquillo, con un gol di Strefezza su assist del veterano Cutrone dopo che i liguri avevano colpito un palo con Anahor. Festa meritata per Fabregas e il suo gruppo che ha ora nel mirino il decimo posto.

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