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Cronache

Sistema corruttivo Montante, Morra chiede l’audizione di Salvini in Antimafia. Il ministro: non siamo parte civile perchè l’ha deciso Conte

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Un processo per corruzione e mafia in Sicilia mette a nudo i rapporti molto complicati (per usare un eufemismo) tra la Lega e il M5S. Nel processo Montante (Antonello Montante è l’ex presidente di Confindustria Sicilia finito agli arresti lo scorso anno) ovvero l’inchiesta sul presunto ‘sistema Montante’, una presunta associazione a delinquere finalizzata anche alla corruzione, il Viminale pare abbia ritenuto di non costituirsi parte civile. Ed è per questo motivo che prima il presidente della Commissione d’inchiesta antimafia (Nicola Morra, M5S) e poi un deputato (Davide Aiello, M5S) a stretto giro fanno sapere che “urgono i chiarimenti del Ministero dell’Interno per la mancata costituzione del Viminale parte civile” . “Il ministro Salvini venga in Antimafia a spiegare perchè il Viminale non si è costituito parte civile sul processo Montante. Fa bene il presidente della commissione Morra a chiedere la convocazione del ministro e a pretendere immediate spiegazioni” dichiara il deputato del Partito democratico e componente della commissione Antimafia, Carmelo Miceli. “Finora il ministro dell’Interno – prosegue Miceli – non ha fatto nulla di concreto per la lotta alla mafia, che non significa certamente fare solo tweet di complimenti alle forze dell’ordine quando si è il titolare del dossier”.

Al ministero dell’Interno qualcuno legge le agenzie di stampa, riferisce a Salvini, e lui immediato risponde. Ovviamente dal leader leghista è inutile attendersi parole politically corrrect. “Il ministero voleva costituirsi parte civile nel processo contro Antonello Montante ma palazzo Chigi non lo ha ritenuto opportuno” sottolineano fonti del Viminale. Per ulteriori delucidazioni – proseguono le fonti del Viminale – Morra potrà rivolgersi al presidente Conte”. Il ministero dell’Interno, fanno sapere dal Viminale, aveva segnalato la propria intenzione di costituirsi parte civile a palazzo Chigi il 12 ottobre del 2018. Ma sei giorni dopo, il 18 ottobre, la presidenza del Consiglio dei ministri “ha negato la richiesta di autorizzazione sulla base del parere contrario reso dall’Avvocatura dello Stato il 16 ottobre 2018”. Si tratta, concludono le fonti, di una “doverosa risposta” al presidente dell’Antimafia Nicola Morra che aveva chiesto spiegazioni a Salvini.

La replica di Morra arriva subito. “Il ministro dell’Interno Matteo Salvini sarà sentito in audizione dalla Commissione parlamentare antimafia sul caso Montante. Lo ha affermato il presidente della Commissione, Nicola Morra. “E’ un motivo di grande curiosità della Commissione – ha detto – capire cosa ha indotto il Viminale a non costituirsi parte civile in questi procedimenti. Il caso Montante ha fatto capire che coloro che si presentavano come antimafia erano soprattutto ‘promafia’ e di certo non ‘antimafia’”.

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il giornalista Marc Innaro e la censura Rai: Russia demonizzata, Europa marginale

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Marc Innaro (foto Imagoeconomica in evidenza), storico corrispondente Rai da Mosca e oggi inviato dal Cairo, torna a parlare in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, affrontando con lucidità e tono critico le tensioni tra l’Occidente e la Russia, il suo allontanamento da Mosca e la crescente russofobia nelle istituzioni europee.

Dal 1994 al 2000 e poi dal 2014 al 2022, Innaro ha raccontato la Russia da dentro, cercando – come lui stesso dice – di “corrispondere” la realtà e il punto di vista di Mosca. Una scelta giornalistica che gli è costata accuse di filoputinismo e, di fatto, l’interruzione della sua esperienza russa da parte della Rai, ufficialmente per motivi di sicurezza legati alla nuova legge russa contro le “fake news”.

Ma Innaro contesta apertamente questa versione: “Quella legge valeva per i giornalisti russi, non per gli stranieri accreditati. Commissionai persino uno studio legale russo-italiano che lo dimostrò. Nessuno mi ascoltò”. A detta sua, la vera censura arrivava “non dai russi, ma dagli italiani”.

Nato, Ucraina e verità scomode

Un episodio televisivo emblematico segnò la sua posizione pubblica: una cartina sull’allargamento della Nato a Estmostrata in diretta al Tg2 Post, che gli offrì l’occasione per dire: “Ditemi voi chi si è allargato”. Una verità storica, sottolinea, che rappresenta “la versione di Mosca” e che fu raccontata anche da Papa Francesco, quando parlò del “latrato della Nato alle porte della Russia”.

Da lì in poi, dice Innaro, cominciò l’isolamento. Non gli fu consentito di intervistare Lavrov né di andare embedded con i russi nel Donbass, mentre altri inviati Rai furono autorizzati a farlo con le truppe ucraine, anche in territorio russo.

“La Russia non vuole invadere l’Europa”

Secondo Innaro, la narrazione di Mosca come minaccia globale è costruita ad arte: “La Russia è un Paese immenso con 145 milioni di abitanti. Come può voler invadere un’Europa da 500 milioni?”. L’obiettivo russo, dice, è sempre stato chiaro: la neutralità dell’Ucraina e il rispetto per le minoranze russofone.

Nel commentare le dichiarazioni dei vertici Ue e Nato, come quelle di Kaja Kallas o Mark Rutte, Innaro osserva che “alimentare la russofobia non aiuta a risolvere nulla” e ricorda che è grazie al sacrificio sovietico se l’Europa è stata liberata dal nazifascismo.

“L’Europa doveva includere la Russia”

La guerra, secondo Innaro, “diventa sempre più difficile da fermare”, anche per il consenso interno a Putin. Ma l’errore strategico dell’Occidente, dice, è stato non costruire una nuova architettura di sicurezza con la Russia dopo la Guerra Fredda: “Abbiamo più in comune con i russi che con altri popoli. Ma ora i 7/8 del mondo si riorganizzano e l’Europa resta ai margini”.

Un’analisi lucida e controcorrente, che rimette in discussione molte certezze del racconto dominante.

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Una 14enne precipita dal terzo piano e muore nel Tarantino

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Una ragazza di 14 anni è morta dopo essere precipitata dalla finestra al terzo piano dell’abitazione di Massafra (Taranto) dove viveva con i genitori. La ragazzina è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata d’urgenza all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, ma è deceduta poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso. Il pm di turno, a quanto si è appreso, ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. La madre, che era con lei nell’appartamento, l’avrebbe vista lanciarsi dalla finestra. L’attività investigativa è affidata ai carabinieri.

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Nove colpi contro l’auto di un incensurato a Nocera Inferiore

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Nove colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro un’auto a Nocera Superiore. Il fatto è accaduto nella frazione Citola. La vittima dell’intimidazione è un 30enne, incensurato. L’uomo, ascoltato dai carabinieri, non ha saputo fornire alcuna spiegazione su quanto accaduto. I militari del reparto Territoriale nocerino, guidati dal comandante Gianfranco Albanese, sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. L’auto è stata posta sotto sequestro per consentire i rilievi. Non è escluso che i colpi siano partiti da due armi.

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