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Sisi assicura a Conte “piena collaborazione su omicidio Regeni”

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Si avvicina una scadenza chiave per il caso di Giulio Regeni ma il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi non si scompone e continua ad assicurare di aver gia’ ordinato da tempo di collaborare con l’Italia. Ma intanto su un altro caso giudiziario che divide Roma e Il Cairo, quello di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Universita’ di Bologna accusato di propaganda sovversiva, c’e’ l’angosciosa prospettiva di un altro mese e mezzo di carcere, dopo gli oltre dieci gia’ passati dal ragazzo in cella. Sui sette allucinanti giorni di tortura a morte di Giulio Regeni nel 2016, giorno dopo giorno si avvicinano i due anni dall’iscrizione nel registro degli indagati (avvenuta il 4 dicembre del 2018) di cinque agenti dei servizi segreti egiziani accusati di sequestro di persona. Una data che impone una chiusura delle indagini con archiviazione o, piu’ probabilmente, l’apertura del processo anche solo in contumacia. Fin dal piu’ recente incontro fra inquirenti, quello del 28 ottobre al Cairo, sono in sostanza questi gli “ultimi sviluppi” del caso cui ha fatto laconico riferimento la presidenza egiziana dando conto della telefonata di venerdi’ fra il capo di Stato egiziano e il premier Giuseppe Conte. Il portavoce di Sisi, Bassam Radi, stasera ha ribadito all’ANSA che il presidente gia’ da tempo ha impartito “istruzioni” a tutte le autorita’ egiziane a “cooperare pienamente con le controparti italiane” per “giungere alla verita’”. E che la collaborazione fra le due magistrature e’ “senza precedenti” nella storia giudiziaria del suo Paese. Intanto – nel braccio Indagini preliminari del complesso carcerario di Tora – il rischio di altri 45 giorni di carcere affligge Patrick Zaki. Oggi c’e’ stata l’udienza per decidere sul rinnovo o meno della custodia cautelare in carcere al Cairo ma l’esito si sapra’ solo domani. Hoda Nasrallah, una legale di Patrick, non si e’ sbilanciata. “Speriamo veramente che Patrick possa essere rilasciato”, ha detto invece all’ANSA Riccardo Noury, il portavoce di Amnesty International Italia, il quale pero’ nei giorni scorsi ha definito “pessima” per il 29enne la notizia dell’arresto di tre dirigenti della ong egiziana Eipr con la quale Zaki collaborava come ricercatore in studi di genere: l’accusa di “terrorismo” che pende sul loro capo si riverbera anche sui collaboratori come Patrick. L’auspicio e’ pero’ che “le autorita’ egiziane si rendano conto di aver superato ogni limite con questa prolungata detenzione di Patrick” e che arrivi “un segnale di inversione di tendenza”, ha affermato Noury. Il caso di Zaki e’ seguito con attenzione dall’ambasciata d’Italia al Cairo. Lo studente comunque “sta bene ed e’ in buona salute”, secondo quanto ha riferito la sua legale.

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Blackout in Spagna e Portogallo: indagini in corso, ipotesi anche di un cyberattacco

Spagna e Portogallo colpiti da un blackout elettrico: disagi nei trasporti e nelle comunicazioni. Il governo indaga, possibile anche un cyberattacco.

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Poco dopo le 12 di oggi, migliaia di cittadini in tutta la Spagna continentale e in Portogallo sono stati colpiti da un improvviso blackout elettrico. Come riportato dal quotidiano “El País”, il governo spagnolo ha attivato diversi team tecnici di vari ministeri per indagare sulle cause dell’interruzione, anche se al momento non esiste ancora una spiegazione ufficiale.

Secondo quanto riferito da Red Eléctrica, l’azienda pubblica responsabile della gestione del sistema elettrico nazionale, si sta lavorando intensamente per ripristinare la fornitura di energia. Anche l’Istituto nazionale di cybersicurezza è coinvolto nelle analisi, valutando la possibilità che il blackout possa essere stato causato da un attacco informatico, sebbene non ci siano ancora conferme in tal senso.

Reti di comunicazione e trasporti in tilt

Il blackout ha avuto ripercussioni su diversi settori strategici: sono stati colpiti reti di comunicazione, aeroporti e linee ferroviarie ad alta velocità in Spagna e Portogallo. Problemi sono stati segnalati anche nella gestione del traffico stradale, con numerosi semafori fuori servizio, oltre che in centri commerciali e strutture pubbliche.

La ministra spagnola della Transizione ecologica, Sara Aagesen, ha fatto visita al centro di controllo di Red Eléctrica per seguire da vicino le operazioni di ripristino. L’azienda ha attivato un piano di emergenza che prevede il graduale ritorno alla normalità, iniziando dal nord e dal sud della penisola iberica.

Coinvolta anche la Francia meridionale

Le interruzioni non hanno riguardato esclusivamente la Spagna e il Portogallo: alcune aree del sud della Francia, interconnesse con la rete elettrica spagnola, hanno subito disagi simili. Le autorità francesi stanno monitorando attentamente la situazione in coordinamento con le controparti spagnole.


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Condannato a 30 anni per omicidio si nascondeva in B&B sul mare

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Lo hanno catturato i carabinieri, che si sono finti turisti, in un B&B in riva al mare nel Salento dove si era nascosto dopo una condanna definitiva a 30 anni di carcere per omicidio. È stato arrestato così Cosimo Mazzotta , 51 anni, leccese, latitante dallo scorso 8 marzo dopo che la sua condanna era stata confermata in via definitiva dalla Cassazione.

A trovarlo in un B&B di Torre Lapillo, nel comune di Porto Cesareo, sono stati i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale. Dopo prolungati appostamenti, servizi di osservazione e ricognizioni una coppia di carabinieri, fintisi turisti, hanno prenotato una stanza vicina a quella del latitante e hanno avvisato le altre pattuglie che hanno circondato la struttura ricettiva e hanno fatto irruzione, cogliendo Mazzotta di sorpresa.

Il 51enne, che si era registrato con un nome falso, al momento dell’arresto era da solo e non ha opposto resistenza, mostrandosi sorpreso per l’arrivo degli investigatori, ai quali ha raccontato che per non farsi scoprire aveva evitato qualsiasi rapporto con l’esterno, approfittando della vicinanza al mare per fare qualche passeggiata. L’uomo aveva con sè vari telefoni e diverse utenze telefoniche. La condanna a 30 anni di carcere era stata comminata dalla Corte d’Assise d’Appello di Taranto il 30 maggio del 2024, per l’omicidio in concorso, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, commesso il 17 marzo del 1999 del 21enne Gabriele Manca, coinvolto in contrasti legati allo spaccio di droga.

Il giovane fu assassinato in una zona di campagna a Lizzanello a pochi chilometri da Lecce. La vittima, secondo il quadro ricostruito dai carabinieri del ROS diciotto anni dopo il delitto, era stata uccisa a colpi di pistola sparatigli alle spalle mentre tentava la fuga da un commando di quattro persone che aveva organizzato una vera e propria esecuzione. Mazzotta è ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio.

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Il padre picchia la madre, bambina di 11 anni chiama il 112

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A Bolzano una bambina di undici anni ha chiamato il 112 perché il padre stava picchiando la madre. Sul posto è intervenuta una pattuglia della Questura che ha arrestato l’uomo. Piangendo disperata, la bambina ha chiesto l’intervento urgente della Polizia per fermare il padre che stava massacrando di botte la mamma. Giunti immediatamente sul posto, i poliziotti si sono imbattuti in un uomo che in evidente stato di agitazione sin da subito ha iniziato ad assumere un comportamento ostile ed aggressivo nei loro confronti. Gli agenti con non poca fatica sono riusciti ad accedere all’interno dell’appartamento, nonostante l’uomo continuasse a minacciare di morte la moglie e la figlia. Dopo aver messo in sicurezza in un’altra stanza la donna e la bambina, gli agenti hanno cercato di placare l’ira dell’uomo – un bolzanino 50enne – il quale ha però minacciato di morte anche loro. Nel frattempo la donna ha riferito di continue aggressioni subite dal marito e di non aver mai sporto denuncia per paura delle ripercussioni e per non perdere l’affidamento della bambina.

Portata in ospedale per le cure del caso, la donna ha infine sporto denuncia. Portato in Questura, l’uomo ha continuato ad affermare che non appena fosse uscito da lì, le avrebbe trovate ed ammazzate moglie e figlia. A questo punto è scattato l’arresto per i reati di maltrattamenti contro familiari e conviventi e minaccia a pubblico ufficiale. Il Questore Paolo Sartori, quindi, in considerazione della gravità di quanto accaduto, ha immediatamente emesso nei confronti dell’uomo la misura di prevenzione personale dell’ammonimento, disponendo altresì l’avvio della procedura per l’emissione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. “L’ intervento in soccorso dell’ennesima vittima di violenze domestiche è stato reso possibile grazie alla determinazione di questa bimba, il che ha consentito di evitare ben più tragiche conseguenze”, ha evidenziato Sartori.

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