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Sinner travolge Shelton e vola in semifinale al Rolex Paris Masters

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La corsa di Jannik Sinner al “Rolex Paris Masters” continua senza ostacoli. Il tennista altoatesino ha battuto con autorità lo statunitense Ben Shelton nei quarti di finale dell’ultimo Masters 1000 della stagione, imponendosi con un netto 6-3 6-3 sul cemento indoor della “La Défense Arena” di Parigi.

Con questa vittoria, Sinner — numero due del mondo e del seeding — centra la semifinale e si avvicina alla possibilità di chiudere l’anno da numero uno del ranking ATP. Un traguardo che diventerebbe realtà in caso di conquista del titolo parigino, complice l’eliminazione al debutto di Carlos Alcaraz, attuale leader della classifica mondiale.

Il successo su Shelton, settima forza del ranking e quinta testa di serie del torneo, conferma lo stato di forma eccezionale del campione azzurro, sempre più protagonista del circuito internazionale. “È stata una partita davvero difficile, ma questo lo sapevamo già alla vigilia. Ho giocato in modo concreto, solido e aggressivo. Ho risposto molto bene e sono molto contento per oggi”, ha commentato Sinner ai microfoni di Sky Sport.

L’altoatesino mantiene i piedi per terra, nonostante il sogno vetta si faccia sempre più concreto: “Non penso alla classifica in questo momento. È solo una conseguenza di come si gioca. Vado avanti giorno per giorno, match dopo match. Arrivare in semifinale qui, dopo una stagione lunga e faticosa, è già un risultato importante”.

Sinner ha poi aggiunto: “Ho servito molto bene, con una percentuale alta. Nel secondo set ho avuto un piccolo calo di tensione, ma non si può essere sempre perfetti. Devo imparare a gestire i momenti della partita, e oggi credo di averlo fatto bene”.

La vittoria di Parigi ha anche un effetto indiretto sulla corsa di Lorenzo Musetti verso le ATP Finals di Torino: Sinner, infatti, con i suoi successi può agevolare la qualificazione del connazionale, consolidando l’ottimo momento del tennis italiano.

Nella parte opposta del tabellone, Auger-Aliassime e Bublik hanno già conquistato il pass per la semifinale, mentre domani Sinner affronterà il vincente della sfida tra Alexander Zverev e Daniil Medvedev — quest’ultimo ancora in corsa per un posto alle Finals.

Per ora, Jannik si gode il momento e prepara il prossimo passo: “Ora mi rilasso e cerco di recuperare tutte le energie. Domani sarà un’altra grande battaglia”.

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Trapianti, svolta dalla Spagna: organi ibridi uomo-maiale creati in laboratorio con organoidi umani

Scienziati spagnoli combinano organoidi umani con reni di maiale, creando organi vitali e funzionanti. La nuova tecnica apre la strada a trapianti più rapidi e personalizzati, riducendo le liste d’attesa.

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Una nuova tecnica di bioingegneria apre la strada a una rivoluzione nei trapianti d’organo. Ricercatori dell’Istituto di Bioingegneria della Catalogna sono riusciti a combinare organoidi umani di rene con reni di maiale, ottenendo organi vitali e funzionanti dopo il trapianto sugli animali.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Biomedical Engineering, rappresenta un passo decisivo verso l’obiettivo di produrre organi per trapianto a partire da cellule umane coltivate in laboratorio.


Organoidi: mini-organi che imitano quelli reali

Gli organoidi sono aggregati tridimensionali di cellule che riproducono le principali strutture e funzioni di un organo. Pur non essendo organi completi, vengono già utilizzati per studiare malattie, testare farmaci e sviluppare terapie personalizzate.
La loro applicazione ai trapianti, però, è finora limitata dai lunghi tempi di crescita e dalle difficoltà di integrazione nei tessuti umani.


L’esperimento: reni ibridi uomo-maiale

Il gruppo guidato da Núria Montserrat, oggi ministro della Ricerca e dell’Università del Governo della Catalogna, ha sviluppato un metodo di ingegneria genetica in grado di produrre migliaia di organoidi renali in tempi rapidi e con alta precisione.
Gli scienziati hanno poi unito gli organoidi umani a reni di maiali mantenuti vitali grazie a macchine di perfusione normotermica, dispositivi che simulano la circolazione sanguigna, fornendo ossigeno e nutrienti a temperatura corporea.

Il risultato è stato sorprendente: dopo 48 ore, gli organoidi umani si sono integrati nel tessuto suino, hanno mantenuto la loro funzionalità e non hanno generato reazioni immunitarie significative.


Verso trapianti su misura e meno liste d’attesa

Secondo i ricercatori, questa scoperta potrebbe consentire in futuro di riparare e rigenerare organi umani danneggiati, riducendo la dipendenza dalle donazioni e i tempi di attesa per i pazienti.
Inoltre, la tecnica potrebbe rendere possibile personalizzare gli organi da trapiantare, adattandoli geneticamente al ricevente e minimizzando il rischio di rigetto.

“Abbiamo dimostrato che è possibile combinare cellule umane e tessuti animali per creare organi vitali e compatibili”, spiegano gli autori. “È un passo fondamentale verso una medicina più efficace e personalizzata.”


Un futuro sempre più vicino

Questa ricerca segna una svolta epocale per la medicina rigenerativa.
Sebbene siano necessari ulteriori studi prima di applicare la tecnica su esseri umani, la sperimentazione catalana conferma che la fusione tra biotecnologia e medicina potrebbe presto rendere possibile ciò che fino a ieri sembrava fantascienza: creare organi umani in laboratorio pronti per il trapianto.

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Economia

L’Italia protagonista della nuova corsa allo spazio: crescita record e investimenti per oltre 7,5 miliardi di euro

L’Italia si conferma tra i leader europei della Space Economy: oltre 400 aziende, 13.500 addetti e 4 miliardi di fatturato. Meloni: “Lo spazio è un dominio strategico, investiamo 7,5 miliardi per ricerca, industria e sicurezza nazionale.”

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L’Italia è oggi uno dei Paesi più dinamici nel settore spaziale europeo. Con oltre 400 aziende, circa 13.500 addetti e un fatturato che supera i 4 miliardi di euro, il Paese guarda al futuro con fiducia, puntando su innovazione, ricerca e cooperazione industriale.
La conferma arriva dagli Stati Generali della Space Economy, che si sono conclusi a Milano, dove istituzioni, industria e mondo accademico si sono confrontati sulle nuove sfide del comparto: dalla strategia post-Pnrr alle politiche europee, fino alla diplomazia spaziale.

L’evento si è svolto in un momento cruciale, segnato dall’approvazione della prima legge nazionale sullo spazio, dall’avvio dell’iter dell’Eu Space Act e in vista della ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), in programma a fine novembre a Brema.


Meloni: “Non solo partecipare, vogliamo essere protagonisti”

Nel suo messaggio di saluto, la premier Giorgia Meloni ha ribadito la centralità del settore spaziale per la strategia industriale italiana.

“Non ci accontentiamo di partecipare, ma vogliamo essere protagonisti. Lo spazio è un dominio strategico per la crescita del Paese.”

Meloni ha ricordato che l’Italia ha destinato oltre 7,5 miliardi di euro al comparto, “un investimento record” proveniente da risorse nazionali e Pnrr, finalizzato a infrastrutture, tecnologie, ricerca e competenze.

“Sono investimenti che si traducono in catene del valore più solide, in una filiera industriale competitiva e in servizi migliori per cittadini e imprese.”


Crosetto: “Lo spazio è un dominio critico per la sicurezza nazionale”

Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, in un videomessaggio, ha sottolineato il valore strategico del settore:

“Sostenere l’interazione tra ricerca, industria e difesa è essenziale per rafforzare la competitività e la resilienza del sistema Paese. Lo spazio è ormai un dominio critico per la sicurezza e l’autonomia strategica dell’Italia.”


Urso: “Alla ministeriale Esa saremo leader con la Germania”

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che detiene la delega allo spazio, ha evidenziato i progressi italiani nel contesto europeo.

“L’Italia cresce più rapidamente di altri grandi Paesi Ue e alla prossima ministeriale Esa saremo al fianco della Germania come leader dei principali programmi spaziali europei.”

Urso ha inoltre citato il progetto Bromo, la joint venture tra Leonardo, Airbus e Thales, come modello di cooperazione industriale europea, auspicando la nascita di “campioni europei capaci di competere a livello globale”.

“Accanto ai grandi player dobbiamo rafforzare il tessuto delle piccole e medie imprese e delle startup che animano i nostri 15 distretti spaziali”, ha aggiunto.


Università, ricerca e PMI: la filiera spaziale italiana

A sostenere questo obiettivo, anche la vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli, che ha rimarcato la necessità di creare sinergie tra università, centri di ricerca e agenzie specializzate per costruire “una vera azione di sistema”.

Il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente, ha confermato che l’Asi continuerà a sostenere Pmi e startup con fondi allocati presso l’Esa e con le misure previste dalla nuova legge nazionale sullo spazio.


Il dibattito sulla regolamentazione europea

Nel corso dell’incontro, è emersa anche una riflessione sulla futura legge europea sullo spazio, l’Eu Space Act, che secondo molti operatori dovrà evitare eccessi burocratici.

Massimo Claudio Comparini, managing director della Space Division di Leonardo, ha messo in guardia contro i rischi della sovraregolamentazione:

“Dobbiamo costruire uno spazio sostenibile, ma troppi vincoli possono ridurre la competitività dell’industria europea. Serve un punto di equilibrio.”


L’Italia guarda alle stelle con fiducia

Con investimenti record, una filiera industriale in crescita e una visione strategica chiara, l’Italia si candida a essere tra i protagonisti della nuova corsa allo spazio.
Una sfida che unisce tecnologia, sicurezza, economia e diplomazia, e che vede il nostro Paese sempre più centrale nelle politiche europee e globali del futuro.

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Economia

Dal 2026 obbligo di collegamento tra registratori di cassa e Pos: nuova stretta anti-evasione

Dal 1° gennaio 2026 scatterà l’obbligo di collegamento tra registratori telematici e Pos. L’Agenzia delle Entrate ha definito le regole: niente collegamento fisico, ma una procedura online per associare i dispositivi e rafforzare la lotta all’evasione.

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A partire dal 1° gennaio 2026, tutti gli esercenti dovranno collegare i propri registratori telematici agli strumenti di pagamento elettronico (foto Imagoeconomica generata con Ia), come i Pos.

La misura, introdotta con la legge di bilancio 2024, rappresenta un passo decisivo nella lotta all’evasione fiscale, con l’obiettivo di rendere completamente tracciabili le operazioni di vendita e gli incassi.

Le regole operative sono state definite in un provvedimento firmato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, che stabilisce le modalità di abbinamento tra terminali di pagamento e registratori di cassa.


Un sistema digitale e senza connessioni fisiche

Il nuovo sistema non prevede collegamenti fisici tra i dispositivi, ma utilizza un servizio online dedicato che sarà attivo nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate.

Gli esercenti – anche tramite il proprio consulente fiscale – dovranno:

  • accedere all’area riservata del portale dell’Agenzia;

  • associare la matricola del registratore telematico, già censito in Anagrafe Tributaria, ai dati identificativi del Poso di altri strumenti di pagamento elettronico;

  • confermare la registrazione attraverso la piattaforma online.

Per facilitare il processo, il sistema mostrerà automaticamente l’elenco dei terminali di pagamento registrati a nome dell’esercente, grazie ai dati comunicati preventivamente dagli operatori finanziari.


Tempistiche e scadenze

Le nuove funzionalità saranno disponibili a partire dai primi giorni di marzo 2026, con una data ufficiale che sarà comunicata sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Per gli esercenti che già dispongono di strumenti di pagamento elettronico attivi al 1° gennaio 2026 o utilizzati entro il 31 gennaio 2026, è previsto un termine di 45 giorni per completare l’associazione.

A regime, ogni nuova registrazione o variazione dovrà essere effettuata dal sesto giorno del secondo mese successivoalla disponibilità del nuovo Pos e entro l’ultimo giorno lavorativo dello stesso mese.


Un passo avanti nella digitalizzazione fiscale

Con questa misura, il governo punta a rafforzare il controllo dei flussi finanziari e a ridurre le sacche di evasione nei pagamenti in contanti, proseguendo nella direzione della digitalizzazione del sistema fiscale.

Il nuovo meccanismo – frutto del confronto tra l’Agenzia delle Entrate e le associazioni di categoria – rappresenta un equilibrio tra esigenze di tracciabilità e semplificazione per gli esercenti, evitando interventi tecnici complessi e privilegiando soluzioni digitali accessibili.

Secondo le stime del Ministero dell’Economia, la misura potrebbe contribuire a recuperare diversi miliardi di euro di gettito in pochi anni, consolidando il percorso verso una maggiore trasparenza e modernità dei pagamenti in Italia.

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