Collegati con noi

In Evidenza

Affari tuoi, Marianna da Melito conquista il pubblico: rifiuta due volte il dottore e chiude con 75mila euro

A “Affari tuoi” Marianna, chirurgo vascolare di Melito, gioca con la gemella Barbara e chiude una partita emozionante accettando 75mila euro. Coraggio, intelligenza e orgoglio campano in tv.

Pubblicato

del

È stata una puntata da ricordare quella di giovedì 30 ottobre ad “Affari tuoi”, che ha visto protagonista Marianna, 34 anni, chirurgo vascolare di Melito di Napoli, affiancata dalla sorella gemella Barbara, chirurgo plastico post oncologico e post traumatico.

Due professioniste napoletane, due gemelle brillanti e determinate, che hanno portato nel celebre programma condotto da Stefano De Martino su Rai 1 l’eleganza, l’intelligenza e la tenacia del Sud.


Una partita perfetta fino all’ultimo colpo di scena

Marianna, alla sua seconda partecipazione dopo il debutto del 13 ottobre, ha scelto il pacco numero 16.
Con calma e strategia, lei e la sorella Barbara hanno gestito una partita perfetta, arrivando agli ultimi quattro pacchi in gara: il 5, il pacco nero, 200mila e 300mila euro.

Il dottore tenta la prima mossa: 59mila euro per chiudere.
Risposta secca delle due gemelle: “Offerta triturata!”

Marianna chiama il numero 8… e trova solo 5 euro.
Restano tre pacchi: il misterioso pacco nero e i due grandi premi da 200mila e 300mila euro.

Nuova offerta del dottore, 63mila euro: ancora un rifiuto deciso.
Poi il colpo di scena: esce il pacco da 200mila euro.

Il finale è da brivido, con due pacchi rimasti: il nero e il 300mila.
Il dottore tenta l’ultima carta: 75mila euro.

Marianna e Barbara si guardano, si consultano, sorridono e… accettano.
“Partita finita!”, annuncia De Martino tra gli applausi del pubblico. Nel pacco delle due ragazze c’era il nero e sotto la striscia sono usciti 75mila euro.- Stessa cifra dell’offerta. Finale pazzesco.


Cuore, testa e orgoglio campano

La puntata si chiude con un applauso speciale per le due gemelle di Melito: brillanti, ironiche e sempre misurate, hanno conquistato il pubblico con il loro modo gentile ma deciso di affrontare la partita.

Marianna e Barbara hanno dimostrato che anche davanti a una scelta difficile – tra rischio e prudenza – si può vincere due volte: con l’intelligenza e con il sorriso.

Advertisement

In Evidenza

Razzismo nel calcio, in Spagna l’allarme torna a crescere: Lamine Yamal il più insultato sui social

Il razzismo torna a scuotere il calcio spagnolo. Secondo un report dell’Osservatorio iberico sulla xenofobia, Lamine Yamal è il giocatore più insultato online. Dati allarmanti che riportano alla memoria i casi Eto’o, Dani Alves e Vinícius.

Pubblicato

del

In Spagna, il problema del razzismo nel calcio torna prepotentemente d’attualità. Dopo Samuel Eto’o, Dani Alves e Vinícius, ora è il turno di Rodrigo e soprattutto di Lamine Yamal, giovanissimo talento del Barcellona e stella della nazionale spagnola.

Secondo un report dell’Osservatorio iberico sulla xenofobia, diffuso da El País, Yamal è oggi il giocatore più bersagliato da insulti razzisti sul web, con il 60% dei messaggi d’odio rilevati sui social.


Lamine Yamal, talento precoce e bersaglio dell’odio

Ancora minorenne, Yamal è diventato l’idolo della Spagna dopo l’Europeo vinto a suon di gol e giocate spettacolari. Ma la popolarità lo ha reso anche vittima di odio razziale: sui social abbondano insulti come “puto negro morito” e “moro inmundo”.
Una violenza verbale che supera di gran lunga quella rivolta a colleghi come Rodrigo, Mbappé, Balde, Brahim Díaz o Iñaki Williams.


Una lunga storia di razzismo negli stadi spagnoli

Il razzismo nel calcio spagnolo non è un fenomeno nuovo.
Nel 2006, Samuel Eto’o fu sommerso da versi da scimmia durante un Barcellona–Real Saragozza: il campione camerunense minacciò di abbandonare il campo, ma fu convinto a restare.
Nel 2014, Dani Alves reagì con ironia a un gesto ignobile — un tifoso del Villarreal gli lanciò una banana — mangiandola davanti a tutti, trasformando l’offesa in un simbolo di forza.
Più di recente, Vinícius Jr. è riuscito a far sospendere la gara Valladolid–Real Madrid a causa dei cori razzisti e ha portato in tribunale alcuni tifosi, condannati per reati d’odio: un precedente storico in Spagna.


Anche in Italia episodi ancora frequenti

Il fenomeno non risparmia l’Italia.
Nel 2005, Marc André Zoro del Messina fu tra i primi a ribellarsi agli insulti razzisti del pubblico, minacciando di lasciare il campo durante una partita contro l’Inter.
Negli anni, la lista si è allungata: Romelu Lukaku, bersagliato più volte a Cagliari e Torino; Kalidou Koulibaly, insultato nel 2018; e Mike Maignan, vittima di cori discriminatori.


Un fenomeno che chiede risposte concrete

Dai campi di calcio ai social network, il razzismo nello sport continua a manifestarsi in forme diverse ma sempre più visibili.
Le campagne di sensibilizzazione non bastano: servono regole, controlli e sanzioni efficaci, ma soprattutto un cambiamento culturale che riporti al centro il rispetto e l’educazione, dentro e fuori dagli stadi.

Continua a leggere

Ambiente

Scoperta in Australia una nuova specie di ape con le corna: si chiama “Lucifero”

Gli scienziati australiani hanno scoperto una nuova specie di ape con minuscole corna, chiamata “Lucifero”. Si trova solo nell’Australia Occidentale e rappresenta la prima scoperta del genere in 20 anni.

Pubblicato

del

Scoperta in Australia una nuova specie di ape con le corna: si chiama “Lucifero”

Una nuova specie di ape autoctona è stata scoperta in Australia e, per le sue caratteristiche uniche, gli scienziati le hanno dato un nome singolare: “Lucifero”.
Il nuovo insetto, denominato Megachile Lucifer, è stato individuato durante uno studio su un raro fiore selvatico dei Bremer Ranges, nella regione dei Goldfields, nell’Australia Occidentale, circa 470 chilometri a est di Perth.


L’ape con le corna

La particolarità di questa specie risiede nelle piccole corna prominenti, presenti solo nelle femmine.
Secondo i ricercatori, queste strutture potrebbero servire come meccanismo di difesa o come strumento per raccogliere polline, nettare o resine utilizzate nella costruzione dei nidi.


Il nome ispirato a una serie Netflix

La scienziata responsabile della scoperta ha spiegato che il nome Lucifer è stato scelto in modo ironico e ispirato dalla serie televisiva “Lucifer” di Netflix, che stava guardando durante il periodo della ricerca.
Il nome, però, risulta quanto mai appropriato per un insetto dalle caratteristiche tanto singolari e misteriose.


Una scoperta importante dopo 20 anni

Il Megachile Lucifer rappresenta il primo nuovo membro del suo gruppo tassonomico in 20 anni, un evento che sottolinea la ricchezza e la varietà della fauna australiana.
Gli studiosi sperano che questa scoperta contribuisca a sensibilizzare sulla tutela della biodiversità e sulla necessità di proteggere gli ecosistemi unici dell’Australia Occidentale.

Continua a leggere

Esteri

Bufera sulla BBC: Trump minaccia una causa da un miliardo per il montaggio manipolato di un discorso del 2021

Donald Trump accusa la BBC di aver manipolato un suo discorso del 2021 per farlo apparire come istigatore dell’assalto a Capitol Hill. Minacciata una causa da un miliardo di dollari contro l’emittente britannica.

Pubblicato

del

Scricchiola il modello BBC, per decenni sinonimo di servizio pubblico imparziale e autorevole.
La rete britannica è travolta da una bufera internazionale dopo che Donald Trump ha minacciato una causa da un miliardo di dollari accusandola di aver manipolato un suo discorso del 2021, per farlo apparire come incitamento diretto all’assalto di Capitol Hill.


La ricostruzione del Wall Street Journal

Lo scandalo è esploso dopo che il Wall Street Journal ha rivelato che il programma investigativo Panorama avrebbe montato due passaggi separati di un discorso dell’allora presidente, alterandone il senso.
Un’operazione che, secondo i legali di Trump, ha contribuito a diffondere un’immagine falsata e diffamatoria dell’ex presidente, “tentando di interferire con il processo elettorale”.

La Casa Bianca, attraverso i legali di Trump, ha inviato alla BBC una lettera di ultimatum, chiedendo entro il 14 novembre una rettifica pubblica, un mea culpa televisivo e un risarcimento economico adeguato. In caso contrario, si procederà con un’azione legale “non inferiore a un miliardo di dollari”.


Le dimissioni dei vertici e le scuse ufficiali

Nonostante le scuse ufficiali del presidente del cda Samir Shah, che ha definito l’episodio “un grave errore di valutazione”, la Casa Bianca non ritiene chiusa la vicenda.
Nel frattempo, sono arrivate le dimissioni del direttore generale Tim Davie e della ceo di BBC News, Deborah Turness, entrambi travolti dalle polemiche.

Ma le scuse e le dimissioni non bastano a Washington, dove Trump continua ad accusare la BBC di “corruzione giornalistica” e di aver influenzato l’opinione pubblica internazionale contro di lui.


Le reazioni politiche nel Regno Unito

La crisi ha messo in imbarazzo il governo laburista di Keir Starmer, costretto a difendere la BBC pur riconoscendo la “gravità dell’errore”.
Una portavoce di Downing Street ha sottolineato che la tv pubblica “deve agire per riconquistare la fiduciadell’opinione pubblica” ma ha anche ribadito l’importanza di “un servizio pubblico forte e indipendente in un’epoca di disinformazione globale”.

Nel frattempo, la destra britannica — dal Daily Telegraph ai leader Tory come Kemi Badenoch, fino al populista Nigel Farage — ha colto l’occasione per attaccare la BBC e mettere in discussione il canone radiotelevisivo.
Farage, vicino a Trump, ha dichiarato che l’emittente “ha offeso il leader del mondo libero”, dopo averlo sentito personalmente al telefono.


Accuse incrociate e ombre internazionali

La vicenda si intreccia con altre accuse sulla copertura dei conflitti internazionali, in particolare sulla guerra a Gaza.
Il governo israeliano di Benjamin Netanyahu ha accusato la BBC di diffondere notizie “inquinate da Hamas”, mentre gruppi pacifisti e pro-palestinesi denunciano invece un controllo filo-israeliano sul desk mediorientale.


Un colpo durissimo alla credibilità della BBC

Il caso rischia di diventare un precedente storico per il servizio pubblico britannico, minando la reputazione di imparzialità costruita in oltre un secolo di attività.
In un contesto di crescente polarizzazione e sfiducia nei media, la BBC si trova ora davanti a una doppia sfida: difendere la propria indipendenza e ricostruire la fiducia del pubblico globale, mentre la pressione politica e giudiziaria aumenta da Londra a Washington.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto