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Cronache

Sindaco di Capua per 10 anni perchè così voleva Michele Zagaria, il capo dei capi del clan dei casalesi: arrestato l’ex primo cittadino della città Carmine Antropoli. In cella altri esponenti della cosca e molti indagati anche per omicidi e controllo del voto

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Nell’immaginario collettivo, tra quanti lo hanno sostenuto come politico Carmine Antropoli era (ed è, fino a condanna definitiva se mai verrà) una persona perbene. È stato sindaco dal 2006 al 2016 a Capua, bellissima città del casertano, ricca di storia (prima della civiltà romana), cultura e tradizioni. È stato candidato alla Camera dei Deputati nel marzo del 2018 alla Camera dei Deputati per Forza Italia. È stato direttore facente funzione del reparto di Cardiologia dell’ospedale Cardarelli di Napoli dal marzo del 2017  al marzo del 2018. Da qualche tempo ha messo su una azienda agricola in una zona che sin dall’antichità è definita Campania Felix per la rigogliosità della natura e per i buoni frutti concessi da madre Terra. Oggi, all’alba, i Carabinieri del Comando provinciale – Nucleo Investigativo di Caserta l’hanno arrestato. C’era un ordine di cattura emesso dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Per lui ci sono accuse terribili: concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Reati gravi sono stati contestati anche a  Francesco Zagaria (imprenditore di Casapesenna, stabilitosi nel territorio capuano), quest’ultimo ritenuto responsabile dei delitti  di associazione di tipo mafioso e duplice omicidio aggravato dalle finalità mafiose e violenza privata aggravata dal metodo mafioso.

Il provvedimento restrittivo costituisce il risultato di una prolungata attività investigativa, avviata nell’anno 2015 anche con l’ausilio di attività tecniche e terminata nel luglio 2018, corroborata da convergenti dichiarazioni di importanti collaboratori di giustizia. In base alle emergenze delle indagini agli indagati si contestano i seguenti fatti:
– il clan “dei casalesi” ha condizionato lo svolgimento delle elezioni amministrative per il Consiglio comunale di Capua, tenutesi il 5 giugno 2016;
– grazie alla forza di intimidazione di Francesco Zagaria, affiliato al clan “dei casalesi” (fazione Zagaria), Antropoli Carmine, all’interno del suo studio medico, con percosse a cui ha dato luogo materialmente lo Zagaria, ha indotto un avversario politico a ritirare la candidatura alla carica di consigliere comunale. Inoltre, Antropoli Carmine è risultato gravemente indiziato di avere stretto un patto con Francesco Zagaria e con Mezzero Martino (altro affiliato al clan dei casalesi) per assicurare dei voti ad altro candidato, pure appartenente al gruppo politico di Antropoli;
– l’imprenditore capuano Francesco Zagaria, meglio noto come “Ciccio ‘e Brezza” e “sentenza”, già oggetto nell’anno 2017 di un provvedimento cautelare in carcere per i reati p. e p. dagli artt. 110 e 416 bis (concorso esterno in associazione di tipo mafioso) e 12 quinquies L. 356/1992 (intestazione fittizia di beni) nonché di un provvedimento di sequestro preventivo di due società a lui riconducibili, operanti nel settore dell’edilizia e in quello caseario, ha assunto ruolo di elemento apicale del clan “dei casalesi” – fazione Zagaria – tanto da godere di incondizionata fiducia da parte del capo del clan Michele Zagaria, il quale lo impiegò con funzioni di ausilio nell’esecuzione del duplice omicidio di Sebastiano Caterino e  Umberto De Falco, commesso a S. Maria Capua Vetere il 31.10.2003.

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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Otto milioni evasi al fisco, tre aziende irpine nei guai

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False fatturazioni ed altrettante inesistenti operazioni transnazionali per evadere le imposte dirette e i versamenti Iva. Tre aziende operanti in provincia di Avellino sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per una evasione complessiva di otto milioni di euro nel corso di altrettante verifiche fiscali. Cinque milioni sottratti alla tassazione dirette e 1,5 milioni all’Iva. Nel corso dei controlli è anche emerso che un professionista del capoluogo ha sottratto mezzo milione di euro all’erario facendo figurare come acquisite prestazioni tecniche, in realtà mai ricevute, ma falsamente fatturate da una società a lui riconducibile.

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Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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