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Cronache

Sicilia: ‘condannati per mafia’, ombre sulle elezioni

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Nella campagna elettorale di Palermo, dove si vota a giugno per le comunali e in autunno per le regionali, irrompe a trent’anni dalle stragi il tema scottante della “Sicilia in mano a condannati per mafia”. Lo ha sollevato, con toni allarmati, l’ex magistrato Alfredo Morvillo, fratello di Francesca e cognato di Giovanni Falcone. Pur senza fare nomi, Morvillo ha richiamato i casi di Marcello Dell’Utri e di Toto’ Cuffaro: il primo e’ stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa mentre l’ex presidente della Regione ha scontato una condanna per favoreggiamento aggravato di esponenti di Cosa nostra. A loro le cronache politiche hanno attribuito un ruolo di mediazione molto attiva nella scelta dei candidati della coalizione di centro destra. Entrambi, e Cuffaro con le insegne della “Nuova Dc”, sostengono la candidatura a sindaco dell’ex rettore Roberto Lagalla. L’attacco di Morvillo, che proietta ombre sulla scena elettorale, e’ rivolto soprattutto a chi “strizza l’occhio” ai condannati alimentando cosi’ l’idea che “certe morti siano state inutili”. Prima che le critiche del cognato di Falcone fossero condivise da nomi rappresentativi dell’antimafia c’e’ stata una replica di Cuffaro: “Credo di avere il diritto costituzionalmente riconosciutomi e forse anche il dovere di vivere la mia vita da libero cittadino e coltivare il mio impegno politico e sociale dopo avere pagato i miei errori con grande sofferenza”. Non e’ pero’ questo diritto che mette in discussione l’ex giudice Giuseppe Di Lello, componente del pool antimafia con Falcone e Borsellino, che condivide invece il senso della denuncia di Morvillo alla quale, dice, “non va aggiunta neanche una virgola”. E dopo avere ricordato che si discute di condanne per reati di mafia e non per reati comuni osserva: “Sembra di essere tornati a trenta anni fa come se nulla sia accaduto. Nel senso che la magistratura, e questa ne e’ una prova, puo’ fare opera di contenimento e di ristabilimento della legalita’ ma non puo’ fare altro, come abbiamo sempre detto. Poi tocca alla societa’ e alla politica che esprime completare l’opera di risanamento. E’ un problema dei partiti, della politica e della loro involuzione. Certe decisioni non sono classificabili come episodi spontanei: maturano infatti all’interno delle coalizioni”. E’ molto piu’ cruda la reazione di Tina Montinaro, vedova del caposcorta di Falcone morto nell’attentato di Capaci e tra le promotrici dell’associazione antimafia Quarto Savona 15. “Continua a girarmi lo stomaco”, protesta. E aggiunge: “Se per il trentesimo delle stragi ci ritroviamo in una situazione come questa vuol dire che stiamo commemorando con grande retorica. C’e’ solo quella e niente altro”. Il modo migliore di onorare l’eredita’ di Falcone, dice Nino Di Matteo componente del Csm in un’intervista a Oggi, per le istituzioni e’ ora quello di “creare le condizioni perche’ i magistrati proseguano in modo efficace la ricerca della verita’ anche sulle entita’ esterne alla mafia che verosimilmente parteciparono all’ideazione, organizzazione ed esecuzione dell’attentato”. Cosi’, a pochi giorni dall’anniversario della strage di Capaci del 23 maggio ’92, si apre un dibattito rovente, destinato a rinfocolare polemiche, sulle commemorazioni legate a quel tragico evento che trent’anni fa segno’ la storia del Paese.

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Cronache

Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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Otto milioni evasi al fisco, tre aziende irpine nei guai

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False fatturazioni ed altrettante inesistenti operazioni transnazionali per evadere le imposte dirette e i versamenti Iva. Tre aziende operanti in provincia di Avellino sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per una evasione complessiva di otto milioni di euro nel corso di altrettante verifiche fiscali. Cinque milioni sottratti alla tassazione dirette e 1,5 milioni all’Iva. Nel corso dei controlli è anche emerso che un professionista del capoluogo ha sottratto mezzo milione di euro all’erario facendo figurare come acquisite prestazioni tecniche, in realtà mai ricevute, ma falsamente fatturate da una società a lui riconducibile.

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Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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