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Economia

Si chiama Asso ed è la nuova soluzione pensata da Innovaway per la vendita delle automobili

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Si chiama Asso ed è la nuova soluzione per i dealer dell’Automotive, realizzata da Innovaway grazie alla realtà aumentata per ottimizzare i processi di vendita e post vendita.

Protagonista della sperimentazione, basata su un assistente olografico  è Autosantoro Hyundai, una delle concessionarie italiane da sempre in prima linea sulla frontiera dell’innovazione. La soluzione Asso è stata realizzata dall’area Ricerca e Sviluppo di Innovaway, per il segmento dell’automotive secondo le linee guida del Centro studi di cui fanno parte l’ex Ministro all’Innovazione e Presidente del Cnr Luigi Nicolais e il docente di Ingegneria elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione, nonché direttore della Developer Academy Apple di Napoli Giorgio Ventre. Innovaway è una società di informatica e uno dei principali competence center europei,  creato nel 1997, conta più di 600 dipendenti, in maggioranza donne, giovani al di sotto dei 35 anni. Il gruppo ha sette sedi: Napoli, Milano, Roma, Torino, Palermo, Catanzaro, Tirana. e svolge la sua attività in oltre cento paesi in tutto il mondo.

“Ritengo che la soluzione Asso sia estremamente interessante – dichiara Luigi Nicolais- perché offre nuovi ed innovativi servizi al mercato automotive. La ricerca che crea innovazione ha sempre importanti effetti sulle aziende a prescindere dal settore di appartenenza. Le aziende devono sfruttare al meglio tutte le opportunità per migliorare i processi produttivi e la capacità di competere sul mercato. Penso ad esempio agli strumenti di Industria 4.0, e in particolare al credito d’imposta, che hanno permesso e permettono a tutte le aziende di sostenere importanti investimenti in ricerca e sviluppo”.

 

Il Centro Studi di Innovaway con l’area Ricerca e Sviluppo analizza i trend del mercato e le nuove esigenze delle imprese nazionali ed internazionali, per rendere più competitive le aziende clienti e promuovere innovazioni frutto della ricerca universitaria, creando in tal modo anche opportunità di lavoro e crescita professionale per giovani ricercatori. Grazie a soluzioni come Asso, le concessionarie automobilistiche possono aumentare il fatturato, ridurre costi e tempi di gestione dei processi di vendita e post vendita e migliorare il customer engagement.

“Grazie a questo importante investimento sull’innovazione – dichiara l’Ad di Autosantoro Hyundai Vincenzo Santoro – la nostra Concessionaria, a 50 anni dalla fondazione, si è consolidata ai vertici delle classifiche nazionali, oltre che locali, sia in termini di penetrazione di mercato che per volumi di vendita”. “La concessionaria Autosantoro – continua Vincenzo Santoro – segue la clientela stando più vicino alle famiglie, andando loro incontro all’interno dei luoghi di aggregazione sociale e familiare: come è il caso del nuovo punto vendita all’interno del centro commerciale la Fabbrica di Salerno. L’Autoconcessionaria Santoro ha deciso di puntare sulla presenza nel Centro Commerciale per offrire ai clienti la possibilità di vedere, provare e comprare la nuova Hyundai sette giorni su sette, scaricando inoltre la app Autosantoro per visionare video di tutte le fasi della lavorazione delle auto in riparazione.”

“L’utilizzo di un assistente virtuale – dichiara il Ceo di Innovaway Antonio Giacomini – a cui affidare i servizi di informazione e pubblicizzazione delle vetture esposte presso i centri commerciali, catalizza l’attenzione dei passanti, ottimizzando l’esito di iniziative come campagne promozionali e lancio di nuovi prodotti. Si stima, infatti, un aumento del traffico e dei tempi di sosta dei potenziali clienti fino al 50%, con conseguente maggiorazione delle vendite per circa un 20%”.

 

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Fisco, inviate 3,8 milioni di lettere per la rottamazione

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L’attesa è finita: i contribuenti che hanno fatto richiesta per la rottamazione quater hanno già ricevuto o riceveranno a breve la lettera con i bollettini per pagare. L’agenzia della Riscossione fa sapere di avere completato l’invio delle lettere in risposta alle 3,8 milioni di domande di adesione. La copia della comunicazione con i moduli di pagamento si può richiedere anche online, un servizio utile per chi, per qualsiasi motivo, non sia in possesso dell’originale. Agenzia delle Entrate-Riscossione, spiega l’amministrazione, ha completato l’invio delle comunicazioni delle somme dovute a chi ha aderito alla rottamazione-quater delle cartelle. Le lettere, che contengono l’esito della richiesta, l’elenco dei debiti rottamati e l’importo dovuto, sono state inviate in risposta alle circa 3,8 milioni di domande di adesione alla definizione agevolata presentate entro il termine di legge del 30 giugno 2023.

Per gestire i prossimi adempimenti in vista del 31 ottobre, termine di pagamento della prima (o unica) rata, i contribuenti possono utilizzare i servizi online disponibili sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it. In particolare, è disponibile la funzionalità che consente di chiedere la copia della comunicazione delle somme dovute con i primi 10 moduli di pagamento, utile per coloro che, per qualsiasi motivo, non siano in possesso della comunicazione inviata. È attivo anche il servizio per richiedere online l’addebito sul conto corrente delle rate previste dal proprio piano di definizione agevolata, grazie al quale l’importo di ogni rata sarà corrisposto direttamente entro il termine previsto, evitando eventuali dimenticanze. È inoltre attivo ContiTu, il servizio web per chi vuole scegliere di pagare solo alcuni degli avvisi/cartelle rottamabili indicati nella Comunicazione, con la possibilità di ricalcolare l’importo dovuto e ricevere i nuovi moduli di pagamento.

Agenzia delle Entrate-Riscossione ha provveduto all’invio delle comunicazioni delle somme dovute tramite Pec (posta elettronica certificata) o posta raccomandata. I contribuenti possono comunque scaricarne una copia direttamente dall’area riservata del sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it accedendo con le credenziali Spid, Cie e Cns, oppure dall’area pubblica, senza necessità quindi di pin e password, allegando un documento di riconoscimento. La comunicazione fornisce l’esito di accoglimento o eventuale rigetto della domanda, l’importo, le scadenze e i moduli di pagamento in base alla scelta effettuata in fase di adesione (fino a un massimo di 18 rate).

Se il piano di dilazione prevede più di 10 rate, con la lettera sono stati inviati i primi 10 moduli di pagamento, mentre i rimanenti saranno spediti successivamente, prima della scadenza dell’undicesima rata. Le comunicazioni sono identificate in base all’esito della richiesta: AT per l’accoglimento totale; AP in caso di accoglimento parziale (in presenza anche di debiti non rientranti nella rottamazione); AD per le adesioni con debiti rottamabili ma nessun importo da pagare; AX per adesioni con debiti rottamabili per i quali non si deve pagare nulla e con un importo residuo da pagare per debiti non definibili. RI, infine, riguarda le adesioni rigettate in quanto i debiti indicati nella domanda non sono rottamabili e quindi l’importo deve essere pagato senza agevolazioni. Si ricorda che per i soggetti residenti nelle zone interessate dall’alluvione dello scorso mese di maggio i termini e le scadenze riferiti alla definizione agevolata sono stati prorogati di tre mesi. L’invio della comunicazione delle somme dovute sarà pertanto completato entro il prossimo 31 dicembre.

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Aeroporti in sciopero, voli cancellati ma pochi disagi

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Venerdì difficile negli aeroporti italiani, per lo sciopero nazionale di 4 ore dei servizi aeroportuali, dalle 13 alle 17. Molti i voli cancellati, ma i disagi per i viaggiatori sono stati limitati: le compagnie avevano avvertito in tempo i clienti, e questi hanno potuto spostarsi su altri orari. Lo sciopero inizialmente era di 24 ore, ma è stato ridotto a 4 ore una ordinanza firmata dal ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. E questo ha provocato le proteste dei sindacati. Lo sciopero ha riguardato gli addetti al carico e scarico bagagli e ai servizi in pista. E’ stato proclamato dai sindacati dei trasporti Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto aereo e dai sindacati di base Usb e Cub per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto a fine 2017. Anche gli assistenti di volo di Easyjet hanno incrociato le braccia, sempre per 4 ore e dalle 13 alle 17, per chiedere migliori condizioni di lavoro.

E ancora sciopero di 4 ore, a fine di ogni turno di lavoro, degli appalti ferroviari: si tratta dei servizi di pulizia di treni e stazioni, ristorazione a bordo, accompagnamento sui treni notte e piccola manutenzione. I sindacati confederali chiedono l’adeguamento economico del buono pasto. Pochi i voli cancellati oggi a Roma Fiumicino, mentre a Napoli Capodichino l’80% dei voli è stato fermato dalla protesta. A Milano Linate e Malpensa sono stati cancellati 150 voli, tra arrivi e partenze, su un totale previsto di circa 850. All’aeroporto di Torino Caselle sono spariti 37 voli, ma ne sono rimasti 65. Solo 5 i voli cancellati a Genova, mentre a Bologna ne sono stati cancellati una cinquantina, quasi tutti quelli nella fascia dello sciopero. All’aeroporto di Firenze sono stati fermati 22 voli in partenza e 18 in arrivo (quattro già da ieri sera).

Nei tre aeroporti sardi sono stati cancellati in tutto 17 voli. Stesso discorso per Bari (12 fermati), per Brindisi (11) e per Lamezia Terme (5). Allo scalo di Palermo voli regolari e nessuna cancellazione, come pure a Pescara, Perugia e Pisa. “Grave come sempre l’ingerenza del ministro dei Trasporti, che invece di ridurre lo sciopero, avrebbe fatto bene a capire le ragioni dello stesso – ha commentato il segretario generale Filt Cgil Campania e Napoli, Angelo Lustro -. Precarietà, frammentazione delle aziende e continuo ricorso agli ammortizzatori sociali, scaricano sui lavoratori e sul servizio di pulizie tutte le difficoltà delle gare sempre più a ribasso. Una situazione insostenibile quella che sta avvenendo nel mondo del lavoro, e la politica, invece di intervenire, non sa fare altro che precettare”.

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Visco: nessuna speculazione, serve impegno sui conti

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Nessun attacco speculativo contro l’Italia. E’ solo attenzione alla stabilità dei nostri conti. Dopo le fibrillazioni con cui i mercati hanno accolto l’approvazione della Nadef, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco allontana i fantasmi e lancia un monito al governo alle prese con la messa a terra della prossima manovra di bilancio. Che si preannuncia in salita: con un tesoretto in deficit di 14 miliardi già interamente appaltato per il taglio del cuneo e la nuova Irpef a tre aliquote, tutto il resto dipende dall’esito della caccia alle risorse. Mentre ancora si attende la pubblicazione del quadro completo della Nadef, a far parlare sono i timori scatenati dal balzo dello spread a 200 punti. Il governatore Visco sgombra il capo da ipotetici attacchi.

“Gli interessi” sul debito pubblico “non sono il risultato di speculazione contro l’Italia – dice – sono il risultato di un’attenzione sul fatto di tenere i nostri conti il più possibile in ordine”. Questo, insiste, “è un impegno politico rilevante che va sottolineato continuamente”. Visco rassicura quindi sul sistema bancario, che dopo anni di declino “ha tenuto”, e anche sul debito: è “sostenibile”, ma perché sia tale, osserva, “occorre che ci sia una risposta sul piano infrastrutturale e un piano su come vengono spesi i soldi tale che convinca chi compra i nostri titoli”. L’esecutivo da parte sua sdrammatizza e ribadisce la linea della serietà. “Lo spread ha ricominciato a scendere oggi e la Nadef terrà conto dei numeri seri, in previsione di una legge di bilancio estremamente seria”, assicura la premier Giorgia Meloni. E il viceministro dell’Economia Federico Freni professa tranquillità.

“Personalmente la reazione dei mercati non la vedo né preoccupante, né scomposta. Mi preoccuperò – aggiunge – quando lo spread dovesse salire, ma non credo che avverrà, sopra una soglia di guardia”, ovvero il 340/350 che è il massimo dal 2018 ad oggi”. I partiti di maggioranza intanto fanno quadrato intorno al governo, tacciando di ipocrisia le opposizioni che non dissero niente quando lo spread con Draghi era a 250 punti. Ma la situazione “preoccupa molto” Confindustria, ammette il presidente Carlo Bonomi, che avverte: “in Italia il vero tema è che bisogna rivedere seriamente la spesa corrente”.

Intanto c’è attesa per vedere nero su bianco il quadro completo della Nota di aggiornamento al Def approvata mercoledì sera dal cdm. Al momento è stata diffusa solo una tabella che certifica che il deficit tornerà entro il 3% solo nel 2026, ma a costo di una politica di bilancio che al momento appare restrittiva: tra tre anni il deficit programmatico è fissato infatti al 2,9%, ma con un tendenziale al 3,1%. Si alza il velo anche sulla dinamica del debito, che secondo le stime del governo scenderà sotto il 140% del Pil nel 2025, al 139,9%. Migliora infine il saldo primario, cioè la differenza tra entrate e spese al netto di quelle per interessi sul debito pubblico, che tornerà positivo nel 2025 (0,7% del Pil).

Confermati gli altri numeri diffusi subito dopo il cdm, a partire dallo scostamento di 0,7 punti tra il deficit programmatico e il tendenziale del 2024 (rispettivamente 4,3% e 3,6%) da cui il governo ha ricavato i 14 miliardi in deficit che sono la base di partenza della manovra. Prende forma anche per quest’anno, anche se non è ancora chiara la destinazione: un decimale (tra il 5,3% programmatico e il 5,2% tendenziale) che equivale a due miliardi di euro. Resta invece qualche incertezza per la crescita dell’economia, che il governo ha fissato al +0,8% quest’anno e al +1,2% il prossimo.

“La fase espansiva dell’economia italiana potrebbe aver concluso la sua corsa”, avverte Prometeia, che ha rivisto al ribasso le stime sul 2023 (+0,7%) e stima un anemico +0,4% nel 2024. In questo quadro il governo prosegue il lavoro sulla manovra. Le prossime 3 settimane saranno cruciali: ci sono da trovare un’altra decina di miliardi e definire l’elenco delle misure. Sicuri, oltre al cuneo, gli aiuti per la famiglia e la natalità. Garantito anche l’avvio del Ponte sullo Stretto: i fondi, assicura Freni, ci sono e ammontano a 2 miliardi di euro.

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