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Economia

Sì all’ecobonus, niente condoni e nodo-tasse nel Decreto Rilancio

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Ci saranno 25 miliardi per il sostegno al lavoro, interventi per il sistema sanitario e per gli enti locali per sbloccare i debiti verso le imprese. E il decreto per il rilancio dell’economia avrà l’ecobonus al 110%, come assicura il viceministro all’Economia Antonio Misiani. Sono alcuni degli assi portanti del Decreto Rilancio, da circa 55 miliardi, che si punta ad approvare agli inizi della prossima settimana: in molti vorrebbero un cdm gia’ domenica sera per velocizzare un provvedimento che il mondo produttivo attendeva gia’ per aprile. Ma e’ possibile che non ci siano i tempi tecnici e si arrivi ai primi giorni della settimana. Nel Dl, invece – stando agli addetti lavori – non figurerebbero ne’ interventi significativi sull’Irap, ne’ la sanatoria. Su quest’ultima resta valido quanto detto dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri pochi giorni fa: “fondamentale che il sistema fiscale sia ‘amico’, ma anche che ci sia il giusto contrasto all’evasione che consenta di finanziare i servizi”, specie ora nell’emergenza sanitaria. Quanto alla tassa regionale sulle attivita’ produttive, con cui peraltro le regioni finanziano proprio il 90% della spesa sanitaria, dopo l’offensiva del presidente di Assolombarda (e dal 20 maggio di Confindustria) Carlo Bonomi, oggi rilanciano numerose categorie. A partire dalle banche, con il presidente dell’associazione Antonio Patuelli, ipotizzando che il gettito Irap sia “compensato con altre voci di bilancio”. Gli fa eco Confcommercio che pure sottolinea come l’intervento “non potrebbe essere sostitutivo di contributi a fondo perduto”. Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi, esplicita poi un’ipotesi che circola: “l’importo massimo che puo’ essere tirato dall’Italia a valere sui fondi Mes (36 miliardi) puo’ coprire il fabbisogno derivante dalla sospensione dell’Irap”. L’intenzione del governo sarebbe tuttavia quella di affrontare il tema piu’ in la’, nell’ambito di una riforma del fisco piu’ complessiva e non con un ‘intervento nel Dl Rilancio. E tantomeno si starebbe pensando a utilizzare i fondi del Mes, una ‘una tantum’ qualora il fondo di salvataggio europeo venisse attivato dall’Italia, e un aiuto dedicato all’emergenza sanitaria – per finanziare il ‘buco’ che si creerebbe tagliando una tassa che e’ entrata strutturale. Il Dl Rilancio parte dalla sanita’, dunque, nell’attesa che si blocchi il nodo politico se attivare o meno il Mes per l’emergenza-Covid che libererebbe fino a 36 miliardi. Con un rifinanziamento che supera gli stanziamenti precedenti perche’ includera’ la protezione civile e capitoli di spesa per la sicurezza. Fra le norme, anche l’iva azzerata sulle mascherine. Poi c’e’ il capitolo degli ammortizzatori sociali: la cifra e’ quella indicata dal premier Giuseppe Conte, circa 25 miliardi. C’e’ il bonus per i braccianti da 500 euro per il mese di aprile, come anticipa il segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza. Elementi portanti sono l’aumento a 800-1000 euro, con dettagli che i tecnici stanno ultimando nelle ultime limature del Dl – del bonus ad autonomi e partite Iva; il ‘raddoppio’ di voucher babysitter, colf, badanti; i congedi parentali; il rinnovo della cassa integrazione. E il reddito d’emergenza dove, si apprende, l’ordine di grandezza delle risorse stanziate viaggerebbe sul miliardo di euro. Per le imprese, il dl – come conferma la viceministra all’Economia Laura Castelli – punta su ristori a fondo perduto per chi ha subito perdite di fatturato (specie le piu’ pmi), e altre misure settoriali. Per quelle di maggiori dimensioni il Mise, titolare del dossier, punterebbe sul fondo di Cdp, le cui dimensioni dovrebbe essere nell’ordine dei 50 miliardi, e sul pacchetto di garanzie messe in campo dalla Sace da 30 miliardi. Un aiuto all’edilizia arrivera’ anche dal superbonus al 110% per gli interventi di efficientamento energetico, proposto originariamente dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Ricardo Fraccaro. E un altro grande capitolo del provvedimento e’ quello che ruota sugli enti territoriali: dove Conte aveva gia’ anticipato l’intenzione di sbloccare 12 miliardi attraverso anticipazioni di liquidita’, da parte di Cassa depositi e prestiti, a favore di regioni, province, citta’ metropolitane, comuni ed enti del sistema sanitario nazionale. Soldi che puntano a velocizzare la riscossione, da parte di imprese e professionisti, dei crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione per forniture, appalti e prestazioni professionali.

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Economia

Françoise Bettencourt Meyers lascia il consiglio di L’Oréal

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Dopo quasi 30 anni, Françoise Bettencourt Meyers (foto Imagoeconomica) lascia il consiglio di amministrazione di L’Oréal, pur mantenendo la presidenza della holding familiare Tethys, primo azionista del gruppo. Al suo posto nel board entrerà un altro rappresentante di Tethys, mentre il ruolo di vicepresidente sarà assunto dal figlio Jean-Victor Meyers, 38 anni. Françoise Bettencourt Meyers, 71 anni, è l’unica erede diretta del fondatore di L’Oréal, Eugène Schueller.

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Cambio ai vertici di Engineering: Aldo Bisio nuovo amministratore delegato

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Cambio della guardia al vertice di Engineering, multinazionale specializzata nella trasformazione digitale. Maximo Ibarra (foto Imagoeconomica sotto) ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato con effetto immediato. Al suo posto, il consiglio di amministrazione della società – controllata dai fondi Bain e Renaissance – ha nominato Aldo Bisio (foto Imagoeconomica in evidenza), ex numero uno di Vodafone Italia dal 2014 al 2024.

MAXIMO IBARRA EX AD ENGINEERING

Prima della sua lunga esperienza in Vodafone, Bisio ha ricoperto incarichi di rilievo in Ariston Thermo e in McKinsey. Attualmente siede anche nel board di Coesia, produttore globale di soluzioni industriali per l’imballaggio.

Il bilancio della gestione Ibarra

Maximo Ibarra lascia Engineering dopo quasi quattro anni di gestione che hanno visto la società crescere significativamente: circa 14.000 dipendenti, oltre 80 sedi tra Europa, Stati Uniti e Sud America, con un fatturato che ha raggiunto quasi 1,8 miliardi di euro, generato da oltre 70 società controllate in 21 Paesi.

«Negli ultimi mesi ho maturato la volontà di prendermi del tempo per valutare nuovi progetti professionali», ha dichiarato Ibarra, aggiungendo che resterà disponibile fino al prossimo 1° settembre per garantire un efficace passaggio di consegne e che continuerà a essere investitore nella società.

La sfida per Bisio: crescita e nuove operazioni strategiche

Il presidente di Engineering, Gaetano Micciché, ha ringraziato Ibarra per il lavoro svolto ed espresso fiducia nella capacità di Bisio di guidare l’azienda verso una nuova fase di sviluppo e innovazione.

Tra i primi dossier sul tavolo del nuovo amministratore delegato c’è la valutazione sulla vendita di Municipia, società del gruppo attiva nei servizi ai Comuni. Engineering ha incaricato Klecha di esplorare il mercato alla ricerca di investitori interessati, con una valutazione che si aggira intorno ai 250 milioni di euro.

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Wsj, Trump verso un alleggerimento dei dazi sulle auto

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Donald Trump intende attenuare l’impatto dei dazi sulle auto prodotte all’estero, impedendo che si accumulino ad altre tariffe dazi da lui imposte e alleggerendo alcuni dazi sui componenti esteri utilizzati per la produzione di veicoli negli Usa. Lo scrive il Wall Street Journal citano una persona a conoscenza del dossier. In base a questa mossa, le case automobilistiche che pagano i dazi di settore non saranno soggette anche ad altri dazi, come quelli su acciaio e alluminio. La decisione sarebbe retroattiva, hanno affermato le fonti, il che significa che le case auto potrebbero essere rimborsate per tali tariffe già pagate.

Il dazio del 25% sulle auto finite prodotte all’estero è entrato in vigore all’inizio di questo mese. L’amministrazione Usa, sempre secondo il Wsj, modificherà anche i dazi sui ricambi delle auto estere – previsti al 25% e in vigore dal 3 maggio -, consentendo alle case automobilistiche di ottenere un rimborso per tali dazi fino a un importo pari al 3,75% del valore di un’auto prodotta negli Stati Uniti per un anno. Il rimborso scenderebbe al 2,75% del valore dell’auto nel secondo anno, per poi essere gradualmente eliminato del tutto. Si prevede che Trump adotti queste misure in vista di un viaggio in Michigan per un comizio alla periferia di Detroit martedì sera, in occasione dei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca. Le misure mirano a dare alle case automobilistiche il tempo di riportare le catene di approvvigionamento dei componenti negli Usa e rappresenterebbero probabilmente un significativo impulso per le case automobilistiche nel breve termine, ha affermato una fonte a conoscenza della decisione. Le case auto dovranno presentare domanda di rimborso al governo, ma non è immediatamente chiaro da dove arriveranno questi fondi.

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