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Cronache

Sequestro da 6 milioni ad Angelo Napolitano, imprenditore e influencer napoletano finito sotto inchiesta

La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per 6 milioni di euro ad Angelo Napolitano, imprenditore e influencer napoletano, nell’ambito di un’inchiesta per evasione IVA e fatture false.

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Beni per quasi 6 milioni di euro, tra cui un lussuoso yacht, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza ad Angelo Napolitano, 47 anni, amministratore della società Am Distribution Srl, che commercia telefoni cellulari ed elettrodomestici con sedi a Casalnuovo e Napoli. L’operazione, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria su delega della Procura di Nola, rientra in una maxi inchiesta su presunte fatture false ed evasione IVA.

La società di Napolitano era già finita sotto i riflettori mediatici: il 19 febbraio 2025 Striscia la Notizia aveva trasmesso un servizio sul “doppio listino” dei prezzi applicato dall’azienda a seconda del metodo di pagamento, in contanti o con strumenti tracciabili.

Il legame con la politica e i social

Napolitano non è solo un imprenditore ma anche un volto noto sui social. Lo scorso 8 agosto aveva fatto discutere la sua apparizione in un video girato insieme alla tiktoker Rita De Crescenzo all’interno del Consiglio Regionale della Campania, dove i due cantavano l’inno nazionale sventolando il tricolore nell’ufficio del consigliere Pasquale Di Fenza, poi espulso da Azione.

Il caso ha attirato ulteriormente l’attenzione delle istituzioni.

Le reazioni politiche

“Si tratta di un intervento assolutamente necessario: questo soggetto portava avanti attività scorrette, illegali ed eludendo il fisco”, ha dichiarato il deputato Avs Francesco Emilio Borrelli, commentando il sequestro. “In questo modo praticava anche concorrenza sleale verso gli altri commercianti. È la punta dell’iceberg di un sistema illegale che vede coinvolti diversi tiktoker”.

La replica di Napolitano

Attraverso un video diffuso sui social, Napolitano ha difeso la propria posizione e rivendicato la regolarità delle sue attività:
“Le mie attività sono sempre aperte, continueremo a lavorare come ogni giorno. Sapevo dell’indagine e dimostrerò la correttezza del mio operato. Ho piena fiducia nella giustizia”. L’imprenditore ha inoltre annunciato l’apertura di un nuovo store a Cardito, ribadendo di voler continuare a creare occupazione.

(Nella foto assieme a Rita De Crescenzo e Di Fenza che ovviamente non hanno nulla a che vedere con la vicenda di cui trattiamo) 

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Cronache

Chico Forti verso la libertà condizionale: attesa la decisione del Tribunale di sorveglianza

Dopo 27 anni di detenzione, Chico Forti potrebbe ottenere la libertà condizionale. Attesa la decisione del Tribunale di sorveglianza di Verona sul caso che ha segnato un quarto di secolo.

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Enrico “Chico” Forti potrebbe presto lasciare il carcere. Ieri si è svolta davanti al Tribunale di sorveglianza l’udienza per valutare la concessione della libertà condizionale al 66enne trentino, condannato nel 2000 all’ergastolo negli Stati Uniti per l’omicidio dell’imprenditore australiano Dale Pike, avvenuto due anni prima a Miami.

Le speranze della famiglia

«Abbiamo fondate speranze che gli venga concessa la libertà condizionale dopo 27 anni di reclusione», ha dichiarato lo zio Gianni Forti, ricordando che l’ultimo anno Chico lo ha trascorso nel carcere di Montorio a Verona. Lo zio sottolinea come la condotta del nipote sia stata sempre irreprensibile e che il nostro ordinamento consente la scarcerazione dopo almeno 26 anni di pena scontata.

Dall’America all’Italia

Forti era stato trasferito in Italia nel maggio 2023, dopo un accordo con il giudice federale statunitense che aveva autorizzato il rientro sulla base della normativa italiana. La premier Giorgia Meloni lo aveva accolto all’aeroporto di Pratica di Mare, dopo l’intesa raggiunta a Washington con l’allora presidente Usa Joe Biden.

Una vicenda lunga un quarto di secolo

La famiglia attende ora la decisione definitiva del Tribunale, che potrebbe arrivare nei prossimi giorni. «Speriamo sia la fine di un incubo di angoscia e sofferenza durato un quarto di secolo, per Chico e per i suoi cari, a cominciare dall’anziana madre e dai suoi tre figli», ha detto lo zio. I bambini, che al momento dell’arresto avevano 1, 3 e 5 anni, non hanno mai più rivisto il padre in libertà.

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Cronache

Napoli, tragico incidente in Tangenziale: morti marito e moglie in moto

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Io Una tragedia si è consumata nella tarda serata di ieri sulla Tangenziale di Napoli. Un uomo di 66 anni e la moglie di 61 hanno perso la vita in seguito a un violento incidente avvenuto poco dopo le 22 nella galleria Monte Sant’Angelo Est, tra gli svincoli di Agnano e Fuorigrotta, in direzione Capodichino.

Secondo una prima ricostruzione, la coppia viaggiava a bordo di una motocicletta che, per cause ancora da accertare, ha perso aderenza andando a schiantarsi contro le barriere di protezione. L’impatto, avvenuto a velocità elevata – la moto procedeva ad almeno 140 km/h – non ha lasciato scampo ai due.

Il conducente è morto sul colpo, mentre la donna, che viaggiava come passeggera, è deceduta pochi minuti dopo a causa delle gravissime ferite riportate. Sul posto sono intervenuti i soccorsi del 118 e le forze dell’ordine, ma ogni tentativo di salvare i coniugi si è rivelato vano.

Gli agenti della Polizia Stradale hanno effettuato i rilievi per ricostruire con precisione la dinamica dello schianto. L’alta velocità resta al momento la causa più probabile del tragico incidente, che ha inevitabilmente riacceso i riflettori sul tema della sicurezza in Tangenziale, una delle arterie più trafficate della città.

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Cronache

Napoli, il piccolo Matias torna a casa dopo 45 giorni: ritrovato a Milano con la madre

Dopo 45 giorni di mistero, il piccolo Matias è stato ritrovato a Milano e ha potuto riabbracciare il padre. La madre, una ex modella senegalese, è indagata per sottrazione di minore.

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La storia di Matias, il bambino di sette anni scomparso da Napoli oltre un mese fa, si è conclusa nel migliore dei modi. Il piccolo è stato ritrovato dalla Polizia di Stato in un appartamento alla periferia di Milano, dopo che la madre lo aveva sottratto al padre, legittimo affidatario. Il bambino, smarrito ma in buona salute, ha potuto riabbracciare il papà M.I., imprenditore napoletano di 44 anni, poco prima della mezzanotte di ieri.

La videochiamata decisiva

La svolta è arrivata grazie a una videochiamata in cui il bambino, ingenuamente, ha detto al padre: «Papà io sto a casa, ma tu dove sei andato? A casa a Milano». Parole che hanno permesso agli investigatori di localizzare la madre attraverso la cella telefonica agganciata al suo dispositivo. Poco dopo, la donna ha interrotto bruscamente la conversazione, minacciando di staccare la linea.

Le indagini della Polizia

Gli agenti, coordinati con la Procura e supportati dai legali Angelo Pisani e Carlo Bianco, hanno seguito ogni pista fino a ricostruire i movimenti della donna, ex modella di origine senegalese. Grazie alla localizzazione del telefono, è stato possibile rintracciare l’appartamento dove Matias era tenuto. Dopo 45 giorni di ricerche, la vicenda si è risolta con l’intervento diretto delle forze dell’ordine.

L’appello dei legali e delle famiglie

L’avvocato Pisani aveva più volte denunciato la lentezza delle indagini: «Se fosse stato il padre a sottrarre il figlio, si sarebbero mosse persino le teste di cuoio». Anche i genitori dei compagni di scuola del piccolo avevano lanciato un appello. «È una storia tristissima – ha raccontato Ludovica, madre del suo migliore amico – vederlo spaesato nella videochiamata ci ha spezzato il cuore».

Il ritorno a Napoli

Oggi Matias rientrerà nella sua casa di Napoli, dove potrà tornare alla vita di sempre accanto al padre. Restano tuttavia aperti i nodi legali legati al gesto della madre, che rischia un’accusa di sottrazione di minore.

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