Sempre più evasori, nel paese in cui il sommerso continua a rappresentare un terzo dell’economia. Il bilancio operativo della Guardia di Finanza ribadisce una fotografia dell’Italia in cui l’evasione fiscale resta un nodo irrisolto che frena sviluppo e crescita: in 17 mesi – dal 1 gennaio del 2022 al 31 maggio del 2023 – sono stati individuati 8.924 evasori totali, oltre 3mila in più rispetto ai 5.762 scoperti nei diciassette mesi precedenti. Sono il 54,8% in più, il doppio. Un dato che si riscontra anche nel valore dei sequestri di beni profitto dell’evasione e delle frodi: dai 2,2 miliardi di euro del periodo gennaio 2021-maggio 2022 si è passati ai 4,8 miliardi individuati negli ultimi 17 mesi. Non è un caso dunque che il comandante generale Andrea De Gennaro ribadisca, di fronte al presidente del Consiglio, mezzo governo e alle massime autorità dello Stato, che per una “società più giusta, più equa, più solidale e più prospera” resta centrale una lotta “tenace” all’evasione.
E la necessità di rimuovere quei “vischiosi grumi di interesse criminale” che intralciano e rallentano la crescita e lo sviluppo. Una battaglia che non deve però vedere uno Stato che si accanisce sui cittadini. Accanto al contrasto alle grandi frodi internazionali e ai fondi che spariscono nei paradisi off shore, ci sarà una selezione “rigorosa” degli “obiettivi operativi” e saranno messe in campo tutte le iniziative necessarie per “incoraggiare l’adempimento spontaneo dei contribuenti”, in un rapporto tra Stato e cittadino che veda “nel dialogo, nell’apertura al confronto e alla collaborazione i suoi pilastri fondamentali”.
Che sia necessario mettere fine ad un fenomeno ampiamente diffuso è però una certezza che tutti i dati confermano: 3,3 miliardi di danni erariali, 5,4 miliardi di falsi crediti chiesti o percepiti sui bonus stanziati dai governi per edilizia e energia, 3,4 miliardi di beni sequestrati o confiscati alle mafie, 1,7 miliardi di beni provento di riciclaggio e autoriciclaggio, 700milioni di prodotti contraffatti, oltre 19mila persone denunciate per reati tributari, 45mila lavoratori in nero scoperti. Numeri identici sul fronte della tutela alla spesa pubblica visto che le frodi sulla spesa previdenziale e assistenziale, i fondi europei e nazionali e il reddito ammontano complessivamente ad un miliardo e mezzo: 491 milioni valgono le truffe ai fondi Ue, 852 milioni quelle a pensioni e spesa sanitaria e assistenziale, 203 milioni quelle sul reddito.
Numeri che sono il frutto di oltre 50mila controlli e 20mila inchieste che hanno portato alla denuncia di 35.651 soggetti. E anche i dati dei primi 6 mesi dell’anno confermano l’andamento: mezzo miliardo di frodi alla spesa pubblica, 1,9 miliardi sottratti alle mafie, 3,7 miliardi di base imponibile recuperati a tassazione nel campo della fiscalità internazionale. “Massima fermezza”, dunque, nel contrasto ad ogni illecito economico, ribadisce De Gennaro, ma anche “massima attenzione” sui fondi del Pnrr, “il futuro dell’Italia e dell’Europa”. Il rischio che in molti vogliano metterci le mani sopra “è alto” e dunque ogni intervento va monitorato, sia in fase preventiva che per contrastare ogni abuso. Perché l’obiettivo di uno Stato deve essere, da un lato, quello di difendere l’economia, l’impiego efficiente dei fondi pubblici, il regolare funzionamento dei mercati. E, dall’altro, i cittadini e “le loro libertà”. Quali? Fare impresa senza subire una competizione sleale, partecipare ad appalti trasparenti, investire in sicurezza. E, soprattutto, poter svolgere il proprio lavoro “con dignità”.