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Ambiente

Scontro al calor bianco tra Zingaretti e Raggi sul piano rifiuti e sulla discarica per rendere Roma autonoma

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Roma Capitale dovrà essere autonoma per quanto riguarda gli impianti di smaltimento dei rifiuti e avra’ bisogno di una discarica di servizio per i materiali di scarto, da individuare sul suo territorio comunale. Lo dicono le linee guida del Piano rifiuti 2019-2025 approvate stamattina dalla giunta della Regione Lazio: “E’ la soluzione piu’ congrua” afferma il governatore Nicola Zingaretti presentando il Piano, e scatenando una bufera sull’asse Regione-Campidoglio. Un pomeriggio di polemiche serrate tra M5s e Pd, infine la replica durissima della sindaca Virginia Raggi in persona: “Abbiamo sentito notizie allarmanti – dice in serata in Aula Giulio Cesare – Quel Pd che nel 2013 festeggiava la chiusura di Malagrotta oggi chiede la riapertura di una discarica. E’ gravissimo. In questa Aula siamo chiamati a difendere Roma”. Zingaretti risponde per le rime: “Basta con questo terrorismo psicologico. Malagrotta l’ho chiusa io e non ci sara’ piu’, ne’ per dimensioni ne’ per tipologia di rifiuti, visto che la legge lo vieta. Se il Campidoglio non vuole il nuovo sito lavorasse per evitarlo. Se la Capitale iniziasse una efficace politica di differenziata e di gestione moderna e innovativa il nuovo sito si potrebbe evitare”.

Virginia Raggi. Sindaco di Roma

Nicola Zingaretti. Presidente giunta regionale Lazio

Perche’ il Piano – che punta al 70% di differenziata, alla riduzione dei rifiuti e a una virata forte verso l’economia circolare – parte dai dati: Roma e’ al 44,5% di differenziata (contro i 45,5 del Lazio), produce da sola il 60% dei rifiuti ma smaltisce fuori dai suoi confini il 100% degli indifferenziati. Un quadro troppo sbilanciato: “Se Roma raggiunge livelli tali per cui la discarica non servira’ io saro’ contento di essermi sbagliato – afferma Zingaretti – ma a trend e ritmi attuali, e considerando che ogni 20 giorni devo alzare il telefono e cercare una Regione che si prenda i rifiuti di Roma, abbiamo il dovere di indicare la soluzione piu’ congrua”. Si’, ma dove? Nelle aree, ha spiegato l’assessore Valeriani, gia’ indicate dalla Citta’ metropolitana. Qualche settimana fa si parlo’ di IV Municipio ai confini di Guidonia, di una zona tra Ostia e il Laurentino, un’altra ai confini con Fiumicino e un’ultima alle estreme propaggini del XIV. Gia’ ieri la sindaca Raggi aveva messo le mani avanti, scrivendo sia a Zingaretti che al ministro Sergio Costa per chiedere di evitare di realizzare nuovi impianti in aree che hanno gia’ subito un impatto sanitario o ambientale. E oggi Costa ha chiesto alla Regione di tenerne conto: “E’ l’elemento significativo, che dirime anche la faccenda di una eventuale discarica” ha detto il ministro.

Perche’ il piano diventi legge bisognera’ aspettare almeno fino alla fine anno: 6 mesi di Vas, poi i passaggi di Consiglio. Dove il nodo sara’, a questo punto, la parte in cui si propone di definire un sub-Ato ‘romano’, cioe’ un’area in cui il ciclo si apra e si chiuda, sottoposta a una ‘Autorita” vera che potrebbe anche avere il potere di commissariare gli inadempienti. Un modello che, insinua Raggi, sarebbe addirittura potenzialmente criminogeno: “Ieri l’Anac ha fatto delle dichiarazioni molto gravi sugli appalti per i rifiuti in mano alle mafie: ha concluso dicendo che il sistema degli Ato da un punto di vista astratto e’ una cosa utilissima ma da un punto di vista concreto mostra problemi rilevanti”. Su una linea piu’ moderata, invece, i pentastellati regionali: non vessare territori gia’ esausti, come Valle Galeria, ha chiesto il presidente della commissione Rifiuti Marco Cacciatore. Per il resto “sui principi del Piano poco da eccepire”. Economia circolare, riduzione dei rifiuti, tariffa puntuale (meno si inquina e meno si paga), dimezzamento del fabbisogno di inceneritori, lotta alle mafie sono tutti temi che certo non contrastano con i valori M5s. E poi c’e’ la riconversione del termovalorizzatore di Colleferro in impianto di trattamento ‘a freddo’, che sara’ ultimata nel 2021 e che e’ gia’ stata benedetta dallo stesso ministro Costa.

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Ambiente

Istituito dal ministro Gilberto Pichetto il 25/o Parco nazionale, è quello del Matese

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Nasce il 25/o parco nazionale italiano, è quello del Matese, area protetta tra Campania e Molise per 87.897,7 ettari. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha firmato il decreto che individua “la perimetrazione, la zonizzazione e le misure di salvaguardia del Parco Nazionale del Matese”. Lo rende noto un comunicato del Mase. Il provvedimento, in ottemperanza alla pronuncia del Tar del Lazio dell’ottobre 2024, spiega la nota, “è il frutto del lavoro e della concertazione che ha coinvolto, oltre il Mase, l’Ispra e numerosi enti territoriali interessati: 52 amministrazioni comunali, quattro province e due Regioni. Viene così ampliato il vecchio Parco Regionale, entrato in funzione solamente nel 2002, a causa della mancata approvazione delle norme attuative della legge regionale, e che si estendeva su una superficie di oltre 33mila ettari”.
“La firma di oggi, nella Giornata della Terra – ha dichiarato il ministro Gilberto Pichetto – afferma in concreto il valore della biodiversità del nostro Paese: il Matese è uno scrigno di natura e cultura, che entra formalmente nella lista dei Parchi nazionali, aprendosi a una visione di sviluppo nuova che vogliamo costruire con la forte condivisione di istituzioni e comunità locali”. “Da oggi il territorio acquisirà – ha aggiunto il sottosegretario Claudio Barbaro a cui il Mase ha attribuito la delega alle aree protette – una visibilità nazionale e il trasferimento di notevoli risorse, al fine di rendere il Parco anche un’occasione, tra le altre cose, di rilancio turistico.
Il Mase, con il nuovo Governo, ha costituito l’Area marina protetta di Capospartivento, il Parco Ambientale di Orbetello e adesso il Parco Nazionale del Matese, a dimostrazione che esiste una strategia e una visione precisa sullo sviluppo delle aree da tutelare, pur nel convincimento che fra l’uomo e il territorio occorra consolidare un equilibrio che sappia preservare sia la natura che lo sviluppo” ha rilevato Barbaro. L’ultimo Parco nazionale istituito in Italia è stato quello dell’Isola di Pantelleria, nel 2016.

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Efficienza energetica e valore degli immobili: in Italia cresce la consapevolezza, ma resta indietro il 75% del patrimonio edilizio

Ristrutturare conviene: +43% di valore per gli immobili efficienti. Risparmi per le famiglie fino a 19 miliardi l’anno.

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In Italia, tre edifici su quattro restano in classi energetiche basse, nonostante il miglioramento registrato tra il 2018 e il 2023, con un aumento degli immobili in classe A dal 8% al 15%. Lo rivela l’ultima analisi della Community Smart Building di Teha Group, che mette in luce le gravi conseguenze in termini economici, ambientali e sociali legate al ritardo del Paese nell’efficientamento del parco immobiliare.

Gli immobili efficienti conquistano il mercato

Il mercato immobiliare premia sempre di più l’efficienza energetica. Le compravendite di edifici nuovi in classe A o B sono passate dal 49% al 70% in dieci anni, mentre quelle di immobili ristrutturati ad alta efficienza sono salite dal 7% al 38%. Di conseguenza, anche il valore medio di mercato cresce:

  • 2.316 euro/m² per edifici ristrutturati

  • 1.615 euro/m² per edifici abitabili

  • 1.290 euro/m² per edifici da ristrutturare

Un divario che evidenzia la valorizzazione degli immobili smart e sostenibili, capaci di coniugare risparmio energetico e riduzione dell’impatto ambientale.

Povertà energetica: 5,3 milioni di italiani in difficoltà

Nonostante gli sforzi, l’Italia resta tra i Paesi UE più colpiti dalla povertà energetica, con l’8,8% delle famiglie che non riesce a riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Un dato preoccupante, legato all’elevata percentuale di edifici inefficienti e ai costi energetici crescenti, aggravati da redditi insufficienti.

L’efficienza come opportunità economica

Secondo l’analisi del Teha Group, l’efficientamento energetico degli edifici può ridurre i consumi energetici fino al 29% e quelli idrici fino al 5%, generando un risparmio netto stimato tra i 17 e i 19 miliardi di euro annui per famiglie e sistema economico.

Benedetta Brioschi, responsabile della Community Smart Building, sottolinea:
“Il rinnovamento green e smart degli edifici è una necessità, ma anche una grande opportunità. Il Real Estate si sta già muovendo, ma servono ulteriori investimenti pubblici e privati per accelerare il cambiamento”.

Serve un’azione condivisa tra istituzioni, imprese e cittadini

Il report invita a superare il modello del solo pensiero (“think tank”) e diventare un “act tank”, in grado di influenzare concretamente le scelte dei policy maker. La collaborazione tra governo, aziende e cittadini è essenziale per trasformare il patrimonio immobiliare italiano in una leva di sostenibilità e benessere diffuso.

(La foto in evidenza è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)

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Primo filmato di un calamaro colossale negli abissi, è cucciolo

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Filmato per la prima volta uno dei più elusivi e misteriosi abitanti degli abissi: si tratta del calamaro colossale Mesonychoteuthis hamiltoni, l’invertebrato più pesante al mondo, che può raggiungere i 7 metri di lunghezza e i 500 chili di peso. La sua esistenza era nota da un secolo, ma finora nessun esemplare vivo era mai stato visto nuotare nel suo habitat naturale. La svolta è arrivata lo scorso 9 marzo, quando un cucciolo lungo appena 30 centimetri è stato ripreso a 600 metri di profondità nell’Oceano Atlantico meridionale dal robot subacqueo SuBastian dello Schmidt Ocean Institute.

L’inaspettato incontro è avvenuto mentre i ricercatori a bordo della nave ‘Falkor (too)’ stavano conducendo una spedizione di 35 giorni vicino alle Isole Sandwich Australi per censire nuove forme di vita marina. Il video ottenuto grazie al robot sottomarino rappresenta la prima testimonianza dell’esistenza in vita di questo animale (più grosso del celebre calamaro gigante), che fino a oggi era stato documentato solo attraverso esemplari morti o osservazioni indirette.

“È emozionante vedere il primo filmato in situ di un giovane esemplare di calamaro colossale: per cento anni li abbiamo incontrati principalmente come prede rimaste negli stomaci di balene e uccelli marini e come predatori di merluzzi catturati”, spiega la biologa marina Kat Bolstad dell’Università di Tecnologia di Auckland, una degli esperti indipendenti consultati dal team della spedizione scientifica per verificare il filmato. Una delle caratteristiche distintive del calamaro colossale è la presenza di uncini al centro delle sue otto braccia. I cuccioli hanno corpi trasparenti e uncini affilati all’estremità dei due tentacoli più lunghi, ma crescendo perdono il loro aspetto trasparente. Nel video si può notare l’iridescenza dei bulbi oculari che spiccano nel buio dell’oceano.

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