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Spettacoli

Sanremo, i 27 big tra habituè e signori delle hit

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Un mix di artisti che hanno fatto la storia del Festival ed esordienti già affermati sulla scena musicale, cantautori, rapper e pop star che già promettono, come accaduto per l’edizione di quest’anno, di segnare la scena musicale italiana e imporsi nelle classifiche del 2024. Amadeus svela la lista dei 27 big in gara al prossimo di Sanremo, che insieme ai tre artisti che si imporranno nella gara dei giovani, si contenderanno la palma del vincitore della 74/a edizione in programma all’Ariston da martedì 6 a sabato 10 febbraio. Ci sono i Ricchi e poveri, che hanno segnato la storia di Sanremo, artisti di consolidata fama come Fiorella Mannoia, per la sesta volta in gara, un habituè come Loredana Bertè, i Negramaro, all’esordio in gara dopo essere stati super ospiti nel 2018 e nel 2021. Un altro gruppo affermato come i Gazelle e The Kolors, reduci da un anno all’insegna dei record con “Italodisco”, i tre tenori de Il Volo e la consolidata coppia Renga e Nek.

Oltre a Annalisa, regina delle hit. Tornano Diodato, dopo la vittoria nel 2020 con “Fai Rumore”, e Mahmood, dopo aver vinto la kermesse per due volte, nel 2019 con “Soldi” e nel 2022 con “Brividi” in coppia con Blanco. E ancora Sangiovanni, alla sua seconda partecipazione, oltre a Mr Rain. Esordisce Alessandra Amoroso, che salì sul palco del Teatro Ariston nel 2021 come super ospite. All’esordio anche Angelina Mango, triplo disco di platino per “Ci pensiamo domani”. Spazio anche a rapper che dominano le classifiche come Geolier, Ghali, Dargen D’Amico, a due anni di distanza dalla hit “Dove si balla”, Irama, che torna nella Città dei Fiori, oltre a Emma, Fred De Palma, La Sad, Il Tre, Alfa, Rose Villain, Big Mama e una sorpresa come Maninni.

“I cantanti in gara sono realmente i miei super ospiti, i reali protagonisti del Festival. Non vedo l’ora che sia il 6 febbraio per farli ascoltare a tutti”, ha detto il conduttore che ha svelato la lista al Tg1, rigorosamente in smoking. “Ho ricevuto e ascoltato oltre 400 brani, una quantità enorme di proposte che sottolinea ancora una volta l’appeal del Festival per il mercato discografico – ha aggiunto -. La scelta è sempre difficile, ma mi auguro di ripetere i risultati delle ultime edizioni che hanno visto per mesi i brani di Sanremo in testa alle classifiche di ascolto e di vendita”.

Poi una comparsata a Domenica In, con la promessa a Mara Venier: “Noi ci vediamo a Sanremo, se non ci sei tu in prima fila non è festival. Poi visto che è il mio ultimo festival la domenica dopo la finale ti vengo a trovare a Domenica in”. Il numero dei big in gara è stato portato a sorpresa da 22 a 27, con una modifica al regolamento del Festival. Il totale dei concorrenti sarà 30: gli ultimi tre artisti si conosceranno dopo la gara di Sanremo Giovani, in programma il 19 dicembre in diretta su Rai1 dal Teatro del Casinò della Città dei Fiori. Nel corso dell’edizione è stata anche mostrata un’immagine della scenografia dell’Ariston per le cinque serate che vedranno alternarsi Amadeus e i co-conduttori: Marco Mengoni nella prima serata del martedì, Giorgia il mercoledì, Teresa Mannino il giovedì, Lorella Cuccarini il venerdì e Fiorello per la finale di sabato.

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Cinema

Cristina Comencini: il cinema delle donne è una nuova ricchezza. Io dalla parte delle donne sempre

Cristina Comencini racconta al Corriere della Sera il successo de “Il treno dei bambini”, la sua visione sul cinema delle donne, la politica e il suo nuovo amore.

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Cristina Comencini (le foto sono di Imagoeconomica), con il suo ultimo film “Il treno dei bambini” tratto dal romanzo di Viola Ardone e disponibile su Netflix, ha raggiunto quasi trenta milioni di visualizzazioni. «Mi sembra incredibile», racconta, «ma credo che il tema profondo del dopoguerra, del trauma che la guerra lascia sui sentimenti, abbia colpito il pubblico di tutto il mondo».

Il cinema tra piattaforme e sale

«Portare la gente in sala è bellissimo, ma difficile. Le piattaforme e il cinema possono coesistere. L’importante è, come diceva mio padre Luigi Comencini, mantenere sempre la massima verità e bellezza in quello che si crea», afferma Cristina, riflettendo sulla trasformazione del mondo cinematografico.

Il successo e la nuova generazione di registe

Comencini riconosce l’importanza del successo ma non lo vive come un punto di arrivo: «È un mestiere da montagne russe». È felice dell’affermazione di tante donne nel cinema italiano, come Paola Cortellesi, sottolineando: «Il cinema si è finalmente aperto alle storie delle donne, arricchendosi di nuove prospettive».

Il rapporto con la famiglia e il film di Francesca Comencini

Cristina racconta il forte legame con le sorelle e commenta il film di Francesca Comencini su loro padre Luigi: «Una scelta giusta. Ognuno vive un padre a modo suo». Nessuna gelosia, ma un affetto profondo che ha sempre unito la famiglia.

CRISTINA COMENCINI REGISTA

Politica, femminismo e il ruolo di Giorgia Meloni

Comencini ribadisce la sua radice di sinistra e il suo impegno per il femminismo: «Il sostegno reciproco tra donne non deve mai venir meno». Sul premier Giorgia Meloni, pur nella distanza politica, riconosce: «Per la sua parte politica sta facendo bene».

I cambiamenti nell’estetica e il coraggio delle attrici

Parlando di Giovanna Mezzogiorno, Cristina denuncia il problema della discriminazione estetica nel cinema: «Finalmente si inizia a dare meno peso all’apparenza e più al talento».

La maternità precoce e l’amore ritrovato

Diventata madre a 18 anni, Cristina confida di non aver rimpianti: «Mi ha dato la ricchezza di tutto ciò che ho scritto». Oggi vive una nuova fase felice della sua vita con il documentarista francese François Caillat, tra Roma e Parigi.

Il futuro: un nuovo romanzo in arrivo

Cristina annuncia anche il suo prossimo romanzo, “L’epoca felice”, che uscirà a ottobre per Feltrinelli: «Parlerà dell’adolescenza e della capacità della vita di sorprenderci anche quando meno ce lo aspettiamo».

 

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Spettacoli

Gwyneth Paltrow è stanca della dieta, ‘ora mangio pane e pasta’

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Gwyneth Paltrow ha affermato di essere tornata a mangiare cibi che in precedenza aveva eliminato dalla sua rigidissima dieta, tra cui pane, pasta e formaggio. Lo riporta la Bbc. L’attrice premio Oscar, diventata negli anni una guru del salutismo ha seguito e promosso diversi regimi alimentari negli anni. “Ho seguito per un certo periodo una dieta macrobiotica ferrea e così sono diventata ossessionata da un’alimentazione molto, molto sana”, ha detto nell’ultima puntata del suo podcast spiegando di essersi dedicata al “benessere e al cibo” a causa del cancro alla gola che ha ucciso il padre. Poi lei e il secondo marito, Brad Falchuk, hanno iniziato a seguire la dieta paleo, basata sul principio che ci si debba nutrire “come i nostri antenati”. Di recente però, Paltrow ha ricominciato a mangiare “pane a lievitazione naturale e un po’ di formaggio e un po’ di pasta”.

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Musica

Rocco Hunt, il ragazzo di giù diventa grande: “Ho 30 anni e ancora la rabbia del Sud”

Esce l’album Ragazzo di giù: tra neomelodico, rap e introspezione, la maturità artistica di un figlio del Sud.

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A 30 anni, Rocco Hunt ha già alle spalle 15 anni di carriera, una vittoria a Sanremo, hit estive, strofe militanti e un’identità artistica sempre più nitida. Ma oggi, con il nuovo album Ragazzo di giù, in uscita venerdì, Rocco — per molti ancora affettuosamente “Rocchino” — completa un percorso che lo conferma maturo, consapevole e profondamente legato alle sue radici.

“Sono fortunato, canto chi non lo è stato”

Il brano che dà il titolo al disco è un manifesto identitario.
“Io sono il ragazzo di giù fortunato”, spiega Rocco, “quelli che canto sono stati meno fortunati, magari non hanno dovuto lasciare casa, ma hanno pagato altri prezzi”. La nostalgia per la sua terra non è solo geografica, è memoria viva di un mondo che spesso si perde tra le distanze culturali.

Tra disagio e riscatto: “A Nord si perdono i valori”

“Oggi Napoli fa figo, ma vivere al Nord è diverso”, dice. Il successo, per lui, ha un prezzo. “Contano i numeri, non i valori”, afferma, parlando anche del figlio Giovanni, 8 anni, cresciuto tra Milano e Napoli: “Ha un accento diverso, ma deve sapere da dove viene, imparare l’inglese e la cazzimma partenopea”.

Il dialetto come identità: “È mamma, papà e biberòn”

Per Rocco il dialetto non è solo stile, ma lingua del cuore:
“È la strada dove sei cresciuto, la voce dei tuoi nonni, il suono dell’anima”. E anche se ha girato l’Italia e il mondo, resta anima di Scampia, del Sud e dei suoi contrasti.

Il rap, il neomelò, e il coraggio delle parole

Ragazzo di giù è un album eterogeneo, che passa da Gigi D’Alessio a Massimo Pericolo, da Irama a Baby Gang, mischiando il rap con la melodia napoletana e l’attualità più bruciante. In Demone santo, per esempio, denuncia con rabbia il crollo del ballatoio della Vela di Scampia:
“Quelle creature sono vittime dello Stato. A che serve il tricolore sulle bare bianche, se Cristo in quelle case non ci entra?”

Sanremo, De Filippo e il mare della costiera

Nel disco anche introspezione e memoria, con brani come ‘A notte, ispirato a Eduardo De Filippo, e Domani chissà, dove Rocco rievoca lo scugnizzo che si tuffava a bomba nel mare della costiera. E non manca un pensiero al futuro:
“Vorrei un secondo figlio”, dice, ma con il timore delle malattie, dei sacrifici, della fragilità.

Il tour: dal Molise a Milano, passando per la Reggia

Il tour estivo partirà il 20 giugno da Campobasso, con gran finale l’11 settembre alla Reggia di Caserta e il 6 ottobre all’Unipol Forum di Milano.
“Senza le mie radici non sarei quello che sono”, conclude Rocco.
E quando gli chiedono se oggi è ancora “‘nu juorno buono”, risponde senza esitazioni:
“Sì. Ma è sempre più difficile non vedere le nuvole all’orizzonte”.

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