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Ronaldo e Cancelo, la Juve vince sempre e mette il Napoli a 11 punti. Figuraccia della Roma a Bergamo

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La Juventus vince all’Olimpico contro la Lazio, sale a+11 sul Napoli, fermato sullo 0-0 dal Milan. Cancelo e Cristiano Ronaldo, quest’ultimo su rigore, hanno dato ragione ad Allegri e gettato nello sconforto una Lazio che forse meritava il pareggio. L’altra sconfitta di giornata, pur non avendo perso sul campo, è la Roma, che con un successo a Bergamo avrebbe guadagnato, nella corsa al quarto posto che vale un posto in Champions, tre punti sui ‘cugini’ e due sul Milan. Cosi’ recrimina, perche’ dopo aver dominato a Bergamo col doppio ritorno al gol di Dzeko, poi si getta via permettendo all’Atalanta di mostrare il suo calcio champagne e di rimontare tre gol. Un pari scintillante, che lascia i giallorossi a -1 dal Milan e a +2 dalla Dea, che fa il paio col 4-3 della Fiorentina in casa del Chievo, gara emozionante e vinta in dieci con una doppietta di Chiesa che rilancia i viola nella corsa per l’Europa League. Nelle quattro partite pomeridiane 22 gol, con segnali importanti nella zona retrocessione: il Frosinone straripa a Bologna con tris di Ciano portandosi a -1 dagli emiliani e provocando il probabile esonero di Pippo Inzaghi, mentre la Spal rimonta due gol al Parma e con Fares sorpassa di avversari. A Bergamo dopo il 3-3 dell’andata, si replica. E’ la Roma a lasciar sfogare un’Atalanta all’inizio arrembante ma inconcludente. Dzeko, su assist di Zaniolo e Nzonzi, torna al gol con una doppietta, poi El Shaarawy sembra mettere il timbro alla vittoria. Sembra, perche’ Karsdorp lascia colpire di testa Castagne, l’Atalanta ritorna in gara ed e’ un monologo: prima un colpo di testa di Toloi, poi Zapata sbaglia un rigore procurato da Ilicic, ma il colombiano si riscatta dopo 1′ approfittando dell’ennesima sbandata difensiva della Roma. Sotto una pioggia battente l’Atalanta prova il sorpasso senza riuscirci e alla fine le recriminazioni sono per entrambe le squadre. Sette gol, tre pali, un gol annullato, due rigori assegnati al Chievo (uno giusto, l’altro dubbio, un terzo non concesso sullo 0-1) di cui uno sbagliato, un rosso per Benassi che lascia i viola in 10 per 30′. Al Bentegodi sfida batticuore, che la Fiorentina vince meritamente ma che il Chievo ha la possibilita’ di recuperare fino alla fine. Il Chievo sprofonda verso la B nella sua gara migliore, la Fiorentina torna ad annusare l’Europa grazie ai suoi uomini migliori: Chiesa decisivo con una doppietta d’autore e una traversa, Muriel che si conferma acquisto prezioso. Decisivo anche l’innesto di Gerson mentre i veneti pagano l’errore dal dischetto del 40/enne Pellissier, protagonista sul primo rigore. Sull’1-0 per i viola annullato un gol di Giaccherini e c’e’ un possibile rigore per Pellissier. Poi girandola di emozioni col Chievo che recupera due gol e va in superiorita’ numerica. Ma la qualita’ di Chiesa e l’errore di Pellissier disegnano un 4-3 finale da applausi. Pesa come un macigno il rosso diretto per Mattiello che condiziona il Bologna ed esalta il Frosinone che attacca con grande profitto. Beghetto a sinistra e’ imprendibile: prima crea un assist per Ghiglione che di testa segna, poi serve bene Ciano che raddoppia. Pinamonti e ancora Ciano confezionano una goleada che tramortisce il Bologna e dovrebbe costare la panchina a Inzaghi. Il Frosinone torna a sperare. Inizio veemente del Parma che va a segno nel derby con la Spal: Inglese si guadagna un rigore dopo un contrasto con Simic e lo trasforma, poi all’attaccante viene annullato un gol. La doppietta e’ rimandata a inizio ripresa dopo una traversa di Gervinho. Ma la Spal, che viene da una lunga serie negativa, reagisce con orgoglio e riesce nell’impresa di ribaltare il risultato: Valoti, Petagna e Fares traghettano i ferraresi in acque tranquille.

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Conte vede pericoli a Lecce e ai suoi calciatori chiede calma e unità

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Restare calmi, rimanere uniti. Per la partita con il Lecce allo stadio di Via del Mare, la più difficile tra le quattro che ancora rimangono da giocare, Antonio Conte da comandante saggio e soprattutto da grande esperto di calcio sottolinea i pericoli ai quali il Napolipuò andare incontro. “E’ una partita importante per noi e per il Lecce, ma non è la più importante dell’anno. Mancano ancora quattro gare sia per noi che per loro” dice il tecnico della capolista. “Qualche scudetto – spiega Conte – l’ho vinto e sto cercando di fare qualcosa di inimmaginabile, di incredibile che potrebbe portare tanto entusiasmo. Ma non abbiamo fatto ancora niente. Il calcio lo conosco, bisogna fare attenzione

. E’ un monito che rivolgo a tutto l’ambiente. Bisogna restare uniti, mancano ancora quattro partite e domani ne mancheranno tre. Oggi ci troviamo a giocarci lo scudetto. Deve essere un piacere e un orgoglio che dopo soli due anni il Napoli sia tornato a lottare per l’obiettivo più grande. Ma al tempo stesso non facciamoci male”. A Lecce Conte è di casa. In quella città è nato ed è cresciuto. “E’ sempre una partita diversa dalle altre – ammette – Sono nato e diventato uomo a Lecce, sono leccese. I sentimenti che ho nei confronti di Lecce non me li potrà cambiare nessuno.Anche se vivo a Torino ho casa a Lecce, ho mamma, papà. Nell’anno sabbatico ho vissuto tanto a Lecce, lì ho i miei amici.

In quello stadio e in quella società sono cresciuto, prima di andare altrove”. Il Napoli è la squadra che in questo campionato è stata per più tempo in testa alla classifica. “Noi – sottolinea l’allenatore – siamo stati costanti. Ci sono stati dei periodi in cui abbiamo fatto sette vittorie consecutive e altri segnati da pareggi e a sconfitte, ma c’è stata sempre una costanza che serve se vuoi rimanere nella parte alta della classifica. E’ un dato effimero perché non conta come parti ma come arrivi e non conta se durante il percorso sei primo, ma soltanto come tagli il traguardo. Noi abbiamo l’opportunità di fare qualcosa di bello e inatteso ma sappiamo che l’avversario è fortissimo. Noi ci siamo e vogliamo continuare a farlo sapendo che mancano quattro partite”. Gli infortuni sono un fattore importante ma il Napoli nelle ultime settimane si è abituato a giocare con una rosa ristretta.

“Nell’emergenza – dice Conte – abbiamo sempre cercato la formula giusta. Con il Monza siamo partiti in un modo e abbiamo finito con un altro modo. Tutto dipende dal risultato, anche se non lo trovo giusto. Cerchiamo di schierare i giocatori migliori e vediamo di continuare a fare quello che abbiamo fatto in questo periodo. Non abbiamo mai cambiato tantissimo. Il livello tattico, la voglia di giocare sono gli stessi. Se non ci fosse lavoro o studio, senza applicazione, non ci sarebbero risultati”. Il contributo di McTominay come attaccante aggiunto è determinante. “Ho sempre saputo – spiega Conte – di dover trovare comunque delle soluzioni perché vedendo la rosa ho sempre saputo di non poter trovare tantissimi gol nei singoli calciatori. E quando c’è questo tipo di situazione, senza due o tre in doppia cifra, devi trovare una cooperativa del gol e soluzioni tattiche di miglioramento. McTominay è ora un giocatore nettamente più forte di quando è arrivato. A Napoli è cresciuto tanto e ora è un centrocampista completo ma il miglioramento suo – conclude Conte – è quello di tutti, altrimenti diventa difficile spiegare perché abbiamo 74 punti”.

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La nuova Gauff in azzurro, Tyra Grant ha scelto l’Italia

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Le ‘frecciate’ arrivate dagli Usa tramite ‘The Athletic’ e New York Times non le hanno fatto molto effetto, Tyra Caterina Grant ha scelto l’Italia, il Paese dove è nata, a Roma, il 12 marzo del 2008. E pazienza se da New York scrivono che l’ha fatto perché nel Bel Paese la concorrenza, agonistica e in fatto di ricerca di sponsor, è minore. La verità è che lei, che tifa Juventus e vuole essere in tribuna all’Olimpico per la partita di sabato 10 tra la Lazio e i bianconeri, ha cominciato a praticare il tennis vincendo a Roma il Lemon Bowl quando aveva 10 anni e poi sviluppando il proprio talento tra Vigevano e Bordighera agli ordini di coach Riccardo Piatti, creatore di campioni.

E proprio a Bordighera, Tyra ha incrociato Jannik Sinner, che ha osservato a lungo e assieme al quale si è anche allenata facendo qualche scambio. Vincitrice di tre Slam di categoria in doppio (Roland Garros nel 2023, Australian Open e Wimbledon 2024), arrivata fino al n. 2 nel ranking delle juniores, Tyra è figlia dell’ex giocatore di basket Tyrone Grant, 48enne di Brooklyn con tanti anni di militanza in Italia fra Livorno, Avellino, Teramo, Milano, Virtus Bologna, Veroli, Treviso e Venezia, e di Cinzia Giovinco, atleta e maestra di tennis.

Proprio mamma Cinzia ha avuto un ruolo importante nella decisione della ragazza di rappresentare l’Italia (a lungo corteggiata dalla Federtennis del presidente Angelo Binaghi), poi quasi a voler ufficializzare il tutto è arrivato il tabellone delle prequalifiche del torneo di doppio degli Internazionali d’Italia, in cui accanto al cognome di Grant, che gioca in coppia con Lisa Piga, è comparsa la bandiera italiana e non quella degli Stati Uniti con cui Tyra (reduce da un anno, il 2023, di allenamenti in Florida sotto l’egida della federazione statunitense) aveva giocato in precedenza. Anche il New York Times ha messo nero su bianco scrivendo che “un portavoce della Wta ha confermato che l’organizzazione ha approvato la richiesta di Grant di cambiare la sua nazionalità e che la modifica entrerà in vigore a partire dagli Internazionali d’Italia”.

A Roma Tyra Grant, che di nascita effettiva e tennistica è italianissima, giocherà anche il singolare, perché ha avuto una wild card. Peccato per gli Usa, dov’era considerata una probabile erede delle sorelle Venus e Serena Williams e di Coco Gauff. Lei si è limitata a dire che “essendo papà di Brooklyn e avendo passato io un anno lì, mi sento anche un po’ americana”, ma ciò che ora conta è se questa 17enne confermerà le aspettative. Intanto Tyra ha spiegato che si sente imbarazzata a dirlo, ma spera “di poter diventare numero 1 del mondo e poter vincere tanti Slam. Non lo dico con presunzione, ma oggettivamente mi alleno per questo. Poi vedremo che carriera avrò”. Non rimane che vederla impegnata sul campo, il bello viene adesso.

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Giampaolo: Graziano un fratello,non strumentalizziamo

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“Prima di parlare della partita, voglio abbracciare la famiglia di Graziano, che manca tanto anche a noi”. Marco Giampaolo, tecnico del Lecce, apre così la conferenza alla viglia della gara di domani contro il Napoli. Torna a parlare dopo la scomparsa del fisioterapista Fiorita, dopo dieci giorni di assoluto sbandamento in casa giallorosa, compresa la gara giocata contro l’Atalanta.

“Gestire quello che è accaduto non è per nulla facile – spiega l’allenatore -. Esistono aspetti tecnici, professionali, morali, compresa la gestione del dolore di ognuno di noi: abbiamo perso un uomo della nostra squadra e della nostra famiglia. Alla squadra prima della gara di Bergamo ho detto che dovevamo disputare gara di grande spirito, come se questo fosse un anello di congiunzione con quanto accaduto. Tutti hanno fatto la loro parte in modo dignitoso, mi è piaciuto anche il contorno, da parte di squadra, club e tifosi. Ma è necessario fare discorsi separati: il calcio è una cosa, quello che è accaduto a Graziano non può essere strumentalizzato”.

“Non dobbiamo mischiare le cose – precisa Giampaolo – deve esserci lo spirito di una squadra che ha perso un fratello. Penso che ci debba essere qualcosa dentro di noi che si muove, ma la squadra ha già dato dimostrazione di spirito di appartenenza con la gara disputata a Bergamo”. “Giochiamo contro la prima della classe, la squadra più forte al momento – prosegue l’allenatore – e che ha tre punti di vantaggio sulla seconda. Siamo consapevoli della forza dell’avversario, guidato da un tecnico molto forte. Non scopriamo nulla di nuovo, sappiamo chi incontriamo, conosciamo le loro caratteristiche, e il Lecce dovrà fare la sua parte”.

Il tecnico ritrova anche l’estro di Nicola Sansone: “Rientra in lista perché si è riaperto un posto dopo l’infortuno occorso a Gaby Jean – dice Giampaolo -. Si è sempre comportato bene in questo periodo e non posso che parlarne positivamente. Ci darà una mano, farà gruppo mettendo a disposizione la sua esperienza”. Infine un pensiero sulla corsa salvezza, con lo slot ormai ristretto a Lecce, Empoli e Venezia per conquistarsi un posto al sole: “Non mi spaventa nessuna delle concorrenti – sottolinea Giampaolo – e dobbiamo pensare a fare il nostro percorso, che è molto tosto: restano quattro gare, non prevedo i risultati e non faccio calcoli sui calendari, perché rischierei di essere smentito”.

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