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Cronache

Rita De Crescenzo a processo, ma si difende sui social: “Accuse vecchie, lasciatemi in pace”

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Era attesa ieri in Tribunale a Napoli, ma Rita De Crescenzo non si è presentata in aula. Il suo processo, che la vede imputata per presunta partecipazione a un gruppo dedito allo spaccio di cocaina nei vicoli di Pizzofalcone, è stato rinviato a causa di un legittimo impedimento.

Ma se l’influencer napoletana non ha presenziato in aula, non ha però rinunciato a commentare la vicenda sui social, il suo terreno di confronto preferito. Su TikTok, ha minimizzato la notizia del processo, definendo le accuse “roba vecchia” e accusando i giornali di volerla screditare proprio ora che sta vivendo “un momento bello”.

Le accuse e il ruolo contestato nelle indagini

Il procedimento giudiziario che vede coinvolta Rita De Crescenzo ha origine da un’inchiesta del 2015, quando la donna venne arrestata nell’ambito di un’indagine che riguardava il traffico di droga, gestito – secondo l’accusa – da membri delle famiglie Pugliese, Valese e De Matteo. Tuttavia, le accuse di associazione camorristica sono cadute e il processo riguarda esclusivamente ipotesi di concorso nello spaccio di stupefacenti.

Secondo i magistrati, l’influencer avrebbe avuto un ruolo di intermediazione:

“La donna aveva il compito di procacciare acquirenti per la piazza di spaccio gestita da Bruno Pugliese e di fare da tramite per la vendita al dettaglio della droga ai clienti di fiducia”.

A difesa della De Crescenzo va però ricordato che la Cassazione ha accolto il ricorso del suo legale, revocando la misura cautelare a suo carico. Ora la donna è a piede libero e pronta a difendersi in aula.

La reazione sui social: “Non ho mai spacciato”

Subito dopo la pubblicazione della notizia del processo, Rita De Crescenzo ha affidato la sua difesa ai social, respingendo le accuse con un video su TikTok:

“Sono cose del mio passato, non fanno più parte della mia vita. Volete sporcarmi adesso che sto vivendo un momento bello.”

La De Crescenzo ha negato ogni coinvolgimento nel traffico di droga, dichiarando:

“Io non ho mai spacciato cocaina, al massimo in passato ho fatto uso di droga, ma non l’ho mai venduta”.

Un aspetto che ora dovrà essere valutato dai giudici, alla luce delle intercettazioni che la coinvolgono e che saranno discusse nel dibattimento.

Il caso Mergellina: tra processi e denunce

Quello per traffico di stupefacenti non è l’unico procedimento giudiziario che la riguarda. Nei prossimi mesi, Rita De Crescenzo sarà in aula anche come denunciante, in un processo che mira a far luce su presunti episodi di racket nei pontili di Mergellina.

Secondo le indagini, la donna sarebbe stata vittima di pressioni estorsive da parte del clan Piccirillo, che avrebbe imposto il proprio controllo su alcune cooperative che gestiscono boe e pontili nel porto partenopeo.

Tra giustizia e popolarità social: un caso che divide

La figura di Rita De Crescenzo continua a dividere l’opinione pubblica. Da un lato, l’influencer napoletana difende il suo presente e punta a distanziarsi da un passato che definisce superato. Dall’altro, la giustizia farà il suo corso, valutando le prove e le intercettazioni raccolte nelle indagini del 2015.

Il processo proseguirà nelle prossime settimane, ma nel frattempo De Crescenzo sembra determinata a raccontare la sua verità attraverso i social, rimanendo fedele al suo pubblico e alla sua immagine di influencer.

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Ferito da un colpo di pistola, 14enne in ospedale all’Aquila

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Un ragazzo di 14 anni è finito in ospedale, all’Aquila, dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola. Il giovane ha una ferita da arma da fuoco alla gamba ed è stato sottoposto ad un intervento chirurgico; le sue condizioni non destano preoccupazione. Poco chiara al momento la dinamica dei fatti, che sono avvenuti attorno alle 18 in località Cese di Preturo. Il ragazzo, ricostruiscono i media locali, avrebbe raccontato che, mentre era con degli amici, da un’automobile, sembra un’Audi nera, che li ha affiancati, sarebbe partito un colpo di pistola. E’ stato lo stesso 14enne, una volta tornato a casa, a raccontare quanto accaduto alla madre, che poi lo ha accompagnato in ospedale. Sull’episodio e sulla versione fornita dal ragazzo sono in corso indagini da parte della polizia.

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Cronache

Blackout ferma anche il tennis a Madrid ma Arnaldi passa

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Anche il torneo di tennis di Madrid si è dovuto arrendere al black out che ha colpito poco dopo le 12.30 di oggi ma l’intera penisola iberica e parte del Sud della Francia. Dopo sole tre partite giocate, il programma è stato sospeso in attesa di un ritorno dell’energia elettrica, lasciando giocatori e pubblico in un limbo fatto di attesa e incertezza, un po’ come in una stazione o in un aeroporto per uno sciopero improvviso. Intorno alle 16.30, gli organizzatori hanno infine deciso di cancellare tutti gli incontri ancora da disputare, nel pomeriggio e in serata, per motivi tecnici e di sicurezza, scombinando i programmi di tante stelle della racchetta già stressate, anche se lautamente ricompensate, dai ritmi infernali del circuito.

Una delle poche eccezioni ha riguardato Matteo Arnaldi. L’azzurro stava portando a casa il secondo set contro il bosniaco Damir Dzumhur quando si sono spenti i tabelloni e tutte le apparecchiature a servizio del match. I due giocatori sono rimasti interdetti e la partita è stata sospesa ma quello che sembrava un inconveniente localizzato alla Caja Magica, sede del torneo, si è rivelato un problema di ben altra dimensione. L’azzurro ha però potuto in qualche modo finire opera, battendo il rivale per 6-3, 6-4 per accedere agli ottavi di finale, ma della sua vittoria non resterà traccia se non nella memoria dei due protagonisti e dello scarso pubblico presente, perchè tutto era andato in tilt. Nel primo set, Arnaldi e Dzumhur hanno faticato mezz’ora per completare i primi sei game, poi l’italiano ha fatto il break per chiudere 6-4.

Nel secondo, Arnaldi non si è fatto distrarre dall’interruzione, guadagnando la sua prima volta agli ottavo in un Masters 1000 e anche qualche ora di riposo in più rispetto al prossimo avversario, che sarà uno tra lo statunitense Tiafoe e il francese Muller. Non è andata altrettanto bene al bulgaro Grigor Dimitrov, che stava avendo la meglio sul britannico Jacob Fearnley: lo stop energetico ha lasciato una telecamera pericolosamente sospesa sul centro del campo, obbligando a sospendere definitivamente l’incontro. Dopo qualche ora di attesa, i giocatori che dovevano scendere in campo hanno avuto la notifica della cancellazione del programma e tra loro ci sono Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti, che domani, si presume, dovranno affrontare rispettivamente il britannico Jack Draper e il greco Stefanos Tsitsipas. Nel torneo Wta 1000 hanno potuto completare la partita la statunitense Coco Gauff, che ha battuto la svizzera Belinda Bencic, e la sua prossima avversaria, la russa Mirra Andreeva, che ha eliminato l’ucraina Yuliia Starodubtseva. Tutto rinviato invece per la n.1 e la n.2 al mondo, la bielorussa Aryna Sabalenka e la polacca Iga Swiatek, che è la campionessa uscente. (ANSA). 2025-04-28T18:10:00+02:00 RI ANSA per CAMERA04 NS055 NS055

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Prete indagato a Bari, su auto tracce di sangue: è indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso

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Le tracce presenti sull’auto di don Nicola D’Onghia, il 54enne sacerdote indagato a Bari per omicidio stradale e omissione di soccorso nel caso della morte della 32enne Fabiana Chiarappa, erano di sangue. Lo dimostrano i primi risultati degli accertamenti svolti sulla Fiat Bravo del prete nei giorni successivi all’incidente. Ora, per gli inquirenti, resta intanto da capire se quel sangue sia quello della 32enne, rugbista e soccorritrice del 118, ma soprattutto se il possibile impatto tra la auto del sacerdote e Chiarappa abbia causato la morte della giovane o se questa, invece, sia avvenuta prima.

Secondo quanto ricostruito finora, la sera del 2 aprile Chiarappa era in sella alla sua moto Suzuki sulla provinciale 172 che collega i comuni di Turi e Putignano quando, per cause ancora da chiarire, avrebbe perso il controllo del mezzo e sarebbe finita fuori strada, colpendo anche un muretto a secco. Compito della pm Ileana Ramundo, che coordina le indagini dei carabinieri, è ora quello di capire – anche grazie ai risultati dell’autopsia, il cui deposito è previsto tra oltre un mese – cosa effettivamente abbia causato la morte della 32enne, se lo schianto contro il muretto o il successivo impatto con l’auto.

Il parroco, agli inquirenti, ha raccontato come quella sera, mentre percorreva quella strada, ha avvertito un rumore provenire dal pianale della propria auto (“come se avessi colpito una pietra”) ma di non essersi accorto né della moto né della ragazza, anche a causa del buio. Poco dopo aver sentito il rumore, intorno alle 20.30, si è quindi fermato in una stazione di servizio per controllare eventuali danni all’auto, prima di rimettersi in macchina e tornare verso casa. Il parroco ha detto di aver appreso dell’incidente dalla stampa il giorno dopo e per questo, dopo aver consultato i propri legali (è assistito dagli avvocati Vita Mansueto e Federico Straziota), ha deciso di raccontare il tutto ai carabinieri.

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