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Economia

“Ripartire dal Sud”, Cgil, Cisl e Uil portano migliaia di persone in piazza a Reggio Calabria e chiedono di parlare di lavoro

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La  manifestazione nazionale “Ripartire dal Sud” è stata organizzata da Cgil, Cisl e Uil. La scelta di Reggio Calabria non è casuale. In testa al corteo, aperto da uno striscione con la scritta “#futuroalLavoro. Ripartiamo dal Sud per unire il Paese”, ci sono i segretari generali Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.  “Una mobilitazione nazionale unitaria – hanno sostenuto i sindacati – per rivendicare dal Mezzogiorno la centralità del lavoro come leva per eliminare le profonde disuguaglianze sociali, economiche e territoriali che esistono in Italia”. Una prova di solidarietà e forza del sindacato nelle stesse ore in cui Eurostat dice che le regioni più povere e senza lavoro dell’Europa sono quelle del Sud dell’Italia-

A Reggio Calabria, protagonista dopo 47 anni di una nuova grande manifestazione sindacale unitaria, sono giunti piu’ di 200 pullman di manifestanti provenienti da diverse regioni del Sud e del Paese. Ai colori delle bandiere sindacali che animano il corteo si sono uniti slogan come “Lavoro, Lavoro” e cori sulle note di “Bella ciao”.

“E’ sotto gli occhi di tutti la contraddizione di chi ha raccontato che saremmo un Paese invaso e che i problemi si risolvono chiudendo i porti, senza rendersi conto pero’ che i giovani, soprattutto del Mezzogiorno, se ne stanno andando” ha detto Maurizio Landini. “Purtroppo – ha aggiunto Landini – questo è un modo per disperdere intelligenze e capacità a beneficio di altri Paesi più furbi che ne beneficiano”.

“E’ necessario intervenire in favore del Sud affinchè si ponga fine a quello che sta sempre più diventando un gravissimo problema sociale: i cosiddetti ‘viaggi della speranza’ nel settore della sanità”ha spiegato  il segretario della Cisl Annamaria Furlan. “Attualmente – ha aggiunto – sono migliaia i cittadini del Mezzogiorno che si recano nelle strutture ospedaliere del Nord del Paese per curarsi. E’ necessario mettere mano con strumenti adeguati a questa situazione restituendo dignita’ alla sanita’ del Mezzogiorno, agli operatori che vi lavorano e ai cittadini bisognosi di cure”.

“Il Sud ha il reddito al 50% di quello del Nord, ma abbiamo un debito pubblico uguale per tutti. Come faremo a onorare gli impegni del debito, che non è aumentato in questi anni, se le regole europee sono sbagliate? Ripartiamo dal Sud” è l’opinione di Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil. “Nel ’72 – ha aggiunto – ero qui. Ora spero si vada oltre la partecipazione di allora. Noi continuiamo ad essere in mezzo ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani che sono costretti a cercare prospettiva all’estero. Il Paese ha anche un problema demografico, ma se non c’e’ lavoro i giovani non fanno famiglia. Dobbiamo fare in modo che ci sia la speranza per loro e per il Paese. C’e’ la sensazione con l’autonomia differenziata di lasciare le risorse al Nord e creare nel Paese scuola, sanita’ e diritti di serie A e di serie B”.

 

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Françoise Bettencourt Meyers lascia il consiglio di L’Oréal

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Dopo quasi 30 anni, Françoise Bettencourt Meyers (foto Imagoeconomica) lascia il consiglio di amministrazione di L’Oréal, pur mantenendo la presidenza della holding familiare Tethys, primo azionista del gruppo. Al suo posto nel board entrerà un altro rappresentante di Tethys, mentre il ruolo di vicepresidente sarà assunto dal figlio Jean-Victor Meyers, 38 anni. Françoise Bettencourt Meyers, 71 anni, è l’unica erede diretta del fondatore di L’Oréal, Eugène Schueller.

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Cambio ai vertici di Engineering: Aldo Bisio nuovo amministratore delegato

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Cambio della guardia al vertice di Engineering, multinazionale specializzata nella trasformazione digitale. Maximo Ibarra (foto Imagoeconomica sotto) ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato con effetto immediato. Al suo posto, il consiglio di amministrazione della società – controllata dai fondi Bain e Renaissance – ha nominato Aldo Bisio (foto Imagoeconomica in evidenza), ex numero uno di Vodafone Italia dal 2014 al 2024.

MAXIMO IBARRA EX AD ENGINEERING

Prima della sua lunga esperienza in Vodafone, Bisio ha ricoperto incarichi di rilievo in Ariston Thermo e in McKinsey. Attualmente siede anche nel board di Coesia, produttore globale di soluzioni industriali per l’imballaggio.

Il bilancio della gestione Ibarra

Maximo Ibarra lascia Engineering dopo quasi quattro anni di gestione che hanno visto la società crescere significativamente: circa 14.000 dipendenti, oltre 80 sedi tra Europa, Stati Uniti e Sud America, con un fatturato che ha raggiunto quasi 1,8 miliardi di euro, generato da oltre 70 società controllate in 21 Paesi.

«Negli ultimi mesi ho maturato la volontà di prendermi del tempo per valutare nuovi progetti professionali», ha dichiarato Ibarra, aggiungendo che resterà disponibile fino al prossimo 1° settembre per garantire un efficace passaggio di consegne e che continuerà a essere investitore nella società.

La sfida per Bisio: crescita e nuove operazioni strategiche

Il presidente di Engineering, Gaetano Micciché, ha ringraziato Ibarra per il lavoro svolto ed espresso fiducia nella capacità di Bisio di guidare l’azienda verso una nuova fase di sviluppo e innovazione.

Tra i primi dossier sul tavolo del nuovo amministratore delegato c’è la valutazione sulla vendita di Municipia, società del gruppo attiva nei servizi ai Comuni. Engineering ha incaricato Klecha di esplorare il mercato alla ricerca di investitori interessati, con una valutazione che si aggira intorno ai 250 milioni di euro.

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Wsj, Trump verso un alleggerimento dei dazi sulle auto

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Donald Trump intende attenuare l’impatto dei dazi sulle auto prodotte all’estero, impedendo che si accumulino ad altre tariffe dazi da lui imposte e alleggerendo alcuni dazi sui componenti esteri utilizzati per la produzione di veicoli negli Usa. Lo scrive il Wall Street Journal citano una persona a conoscenza del dossier. In base a questa mossa, le case automobilistiche che pagano i dazi di settore non saranno soggette anche ad altri dazi, come quelli su acciaio e alluminio. La decisione sarebbe retroattiva, hanno affermato le fonti, il che significa che le case auto potrebbero essere rimborsate per tali tariffe già pagate.

Il dazio del 25% sulle auto finite prodotte all’estero è entrato in vigore all’inizio di questo mese. L’amministrazione Usa, sempre secondo il Wsj, modificherà anche i dazi sui ricambi delle auto estere – previsti al 25% e in vigore dal 3 maggio -, consentendo alle case automobilistiche di ottenere un rimborso per tali dazi fino a un importo pari al 3,75% del valore di un’auto prodotta negli Stati Uniti per un anno. Il rimborso scenderebbe al 2,75% del valore dell’auto nel secondo anno, per poi essere gradualmente eliminato del tutto. Si prevede che Trump adotti queste misure in vista di un viaggio in Michigan per un comizio alla periferia di Detroit martedì sera, in occasione dei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca. Le misure mirano a dare alle case automobilistiche il tempo di riportare le catene di approvvigionamento dei componenti negli Usa e rappresenterebbero probabilmente un significativo impulso per le case automobilistiche nel breve termine, ha affermato una fonte a conoscenza della decisione. Le case auto dovranno presentare domanda di rimborso al governo, ma non è immediatamente chiaro da dove arriveranno questi fondi.

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